
Leggere non era solo un passatempo per Dan Pelzer, 92 anni, ma un vero e proprio modo di vivere. Questo signore americano di Columbus, Ohio, ha perciò lasciato ai figli un’eredità, per lui, unica: la lista manoscritta dei 3.599 libri letti negli ultimi sessant'anni, tutti presi in prestito dalla biblioteca cittadina.
Un elenco che non è solo una raccolta di titoli, ma un frammento di storia personale e collettiva. E i figli, emozionati per il gesto, hanno deciso di condividerla online “nella speranza che possa essere d’ispirazione per tanti”. L’iniziativa è stata raccontata anche dal 'New York Times'.
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Una vita raccontata attraverso le pagine
Dan aveva iniziato ad annotare le sue letture nel 1962, quando si trovava in Nepal come volontario dei Peace Corps. Pagina dopo pagina, ha registrato titoli e date, per decenni. L’ultimo libro letto, nel 2023, prima che la vista lo abbandonasse quando aveva 90 anni, è stato “David Copperfield” di Charles Dickens.
La lista, lunga più di cento pagine, è diventata un’autobiografia involontaria. Negli anni ’80, ad esempio, compaiono numerosi testi sulla salute mentale degli adolescenti: probabilmente cercava spunti per il suo lavoro di assistente sociale in un istituto penitenziario minorile.
Altri libri, invece, hanno avuto un impatto diretto sulla sua vita: “Come evitare un disastro climatico” di Bill Gates lo convinse, ad esempio, a diventare vegano.
Un gesto che unisce
La primogenita Marci avrebbe voluto distribuire la lista al funerale del padre, ma era troppo lunga. Così l’ha scansionata e caricata sul sito “What Dan Read”, accessibile tramite un QR code stampato sul programma funebre, con l’invito a leggere "un vero capolavoro" al posto di inviare fiori. Dopo il funerale, la lista è stata pubblicata anche su LinkedIn, dove ha raccolto centinaia di condivisioni e oltre mille commenti.
Marci ha, poi, voluto sottolineare il legame speciale tra il padre e la biblioteca pubblica: "Tutti i libri letti da papà appartenevano alla Metropolitan Library di Columbus e nessuno la amava più di lui. Quando eravamo piccoli, ci portava lì ogni sabato mattina e ci iscriveva a tutti i programmi di lettura estivi", ha scritto in un post Facebook.
Un lettore semplice, ma instancabile
Dan non era un letterato: nato a Detroit, veterano della guerra di Corea e assistente sociale, aveva gusti semplici. "Sebbene avesse letto tutti i classici fino alla fine, preferiva di gran lunga John Grisham a James Joyce", raccontano i figli, ricordando che definiva l’Ulisse “pura tortura”.
Nella lista spiccano, perciò, romanzi popolari come “La spia che venne dal freddo” di John Le Carré e “Presunto innocente” di Scott Turow, ma anche capolavori senza tempo come “Arancia Meccanica” di Anthony Burgess, iniziato proprio mentre nasceva Marci.
Un ricordo che rimane
I frequentatori e i dipendenti della Metropolitan Library hanno salutato Dan con affetto. "Era un uomo meraviglioso", ha scritto una donna "avevamo sempre un elenco di libri pronto per lui qui. Ci mancherà".