
INCUBO - Quella che doveva essere una notte di spensieratezza - in ossequio ad un rito che da decenni in laguna prevede che il sabato notte, dopo le luci artificiali sparate nel cielo per il Redentore, si attenda sulla battigia l'arrivo dell'alba per un bagno in mare collettivo - è diventato un incubo per tre ragazze, una delle quali è spirata all'ospedale di Dolo. Già al suo arrivo le sue condizioni venivano date per disperate dai sanitari. Dopo aver pianto per ore, distrutti, davanti alla camera del reparto di rianimazione del nosocomio nel quale era ricoverata la figlia, in attesa di una parola di speranza da parte dei sanitari, alla notizia della sua morte i genitori della sedicenne si sono subito allontanati dall'ospedale. Il padre, impiegato, si e' limitato a dire ai giornalisti: "non ho voglia di parlare, cercate di capire, siamo distrutti".

TRISTEZZA - Come sempre, di fronte a queste notizie, non possiamo che essere tristi. Perché una giovane vita, con un avvenire di fronte a sé, si è spezzata. E nel peggiore dei modi, alla ricerca di un divertimento effimero, di una serata.
L'estate è ormai arrivata, piena di occasioni di divertimento. E' giusto viverle, perché siamo giovani, ma dobbiamo anche ricordarci che nella vita non tutte le favole sono a lieto fine: di ecstasy si può anche morire. Certo è una casualità, un evento raro, ma che potrebbe toccare a chiunque, inaspettatamente, come alla ragazza di Venezia.