redazione
Autore
11 min lettura
E se esce l’Europa alla Maturità? Ripasso con 10 domande a Claudio Casini, capo Rappresentanza Commissione Europea articolo

Negli ultimi vent'anni, in una Maturità su due è uscita una traccia sull’Unione Europea. Dal 2004 al 2023, tra la Dichiarazione Schuman e i Trattati di Roma, Bruxelles è stata protagonista di temi, analisi e riflessioni. 

E allora, con la prima prova dell'Esame di Stato 2025 alle porte, vale la pena fare un ripasso come si deve.

Ma alla nostra maniera: con una puntata speciale di "10 domande", il format che mette in dialogo ragazze e ragazzi con i TOP rappresentanti istituzionali. 

Non a caso, l'ospite scelto per approfondire l'argomento UE è Claudio Casini, dallo scorso febbraio Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, ex negoziatore sul PNRR e profondo conoscitore delle istituzioni europee.

In altre parole: se volete capire davvero cos'è l'Europa e come funziona, siete nel posto giusto.

Indice

  1. Quanti siamo in UE: chi sta dentro e chi sta fuori?
  2. Di cosa si occupa (e non si occupa) l'Unione Europea?
  3. Come siamo arrivati fino a qui?
  4. Parlamento Europeo e Commissione: che differenza c'è?
  5. Altre istituzioni europee da ricordare?
  6. Che vantaggi abbiamo avuto dall'Europa?
  7. E nel futuro? Dove va l’Unione Europea?
  8. Ma che lavoro fa un Direttore della Rappresentanza?
  9. Come si lavora nelle istituzioni europee?
  10. Una possibile traccia per la Maturità? Casini risponde...

Quanti siamo in UE: chi sta dentro e chi sta fuori?

"Siamo 27 Paesi membri e circa 450 milioni di cittadini", spiega Claudio Casini. "Siamo l’area di mercato interno più grande del mondo, ma a volte ce lo dimentichiamo. Pensiamo di essere piccoli, invece siamo un gigante, anche in termini di PIL".

Accanto ai membri ufficiali, ci sono nove Paesi candidati all’adesione. E intorno all’Unione gravita una galassia di Stati che, pur non facendo parte dell’UE, applicano molti suoi standard: Svizzera, Norvegia, Islanda, ma anche i microstati come San Marino e Città del Vaticano. "In pratica, la cartina dell’Europa è quasi tutta piena: chi non è dentro, spesso vuole entrarci. O ne adotta comunque regole e moneta, come l’euro".

Unica eccezione recente? "La Brexit, che resta un caso isolato. Mentre i segnali di attrazione verso l’UE sono in crescita, con nuove domande di adesione che dimostrano il valore del progetto europeo".

Di cosa si occupa (e non si occupa) l'Unione Europea?

"Prima ancora delle competenze, l’Unione Europea si basa su valori fondamentali: dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, rispetto dei diritti umani", sottolinea Casini. "Sono principi che oggi, più che mai, fanno la differenza nel mondo".

Poi c’è il principio di attribuzione, per cui sono gli Stati membri a decidere quali competenze attribuire all’UE. Alcune sono esclusive, come la concorrenza o il commercio estero; altre sono condivise, come l’ambiente; altre ancora di supporto, come l’istruzione o la cultura.

E quando qualcosa non è in mano all’Europa? "Spesso ci chiedono: perché in Irlanda le tasse sono più basse? Perché la fiscalità diretta è ancora competenza nazionale". Lo stesso vale per la sicurezza interna, ancora gestita a livello statale. "Però, col tempo, sempre più settori si sono integrati a livello europeo", conclude.

Come siamo arrivati fino a qui?

"Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci siamo resi conto che non potevamo continuare a farci la guerra ogni vent’anni", riassume Casini. Il primo passo concreto? "Il 9 maggio 1950, con la Dichiarazione Schuman, si propone di mettere in comune la produzione di carbone e acciaio tra Francia e Germania. È l’atto di nascita della CECA, e con essa parte il processo di integrazione".

Nel 1957, con i Trattati di Roma, nasce la Comunità Economica Europea. "L’Italia, oltre a essere Paese fondatore, è anche il luogo dove è stato firmato uno dei trattati più importanti della storia europea". 

Da lì, allargamenti successivi, l’ingresso di Paesi dell’Est dopo la caduta del Muro e l’estensione delle competenze: "Prima circolavano solo merci. Poi persone, servizi, capitali… e oggi, anche idee e diritti".

Parlamento Europeo e Commissione: che differenza c'è?

Il Parlamento Europeo è un organo eletto direttamente dai cittadini. "Oggi ha 720 membri, di cui 76 italiani. Approva il bilancio, controlla l’operato della Commissione e legifera insieme al Consiglio".

La Commissione, invece, "è l’unica istituzione che propone le leggi. Poi tocca a Parlamento e Consiglio approvarle. Ma la Commissione fa molto di più: gestisce il bilancio, coordina le politiche e rappresenta l’interesse generale dell’Unione". 

È un vero e proprio governo europeo, con presidenti e commissari al lavoro su ogni dossier. "Dietro ogni proposta ci sono esperti, consultazioni, confronto con i portatori di interesse", aggiunge.

Altre istituzioni europee da ricordare?

Le istituzioni europee sono sette, ricorda Casini. Oltre a Parlamento e Commissione, abbiamo il Consiglio Europeo (che riunisce i capi di Stato e di Governo), il Consiglio dell'Unione Europea, la Commissione Europea, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, la Banca Centrale Europea e la Corte dei Conti Europea.

Attenzione a non fare confusione: "Il Consiglio Europeo non fa le leggi, ma dà l’indirizzo politico generale. È dove va, ad esempio, la presidente Meloni per l’Italia. Mentre il Consiglio dell’UE, quello dei ministri, legifera con il Parlamento".

E il Consiglio d’Europa? "Non fa parte dell’UE: è un’altra organizzazione, spesso confusa per via del nome, ma del tutto separata".

Che vantaggi abbiamo avuto dall'Europa?

"Pace, diritti, libertà di movimento, opportunità per i giovani: stare nell’UE ci ha cambiato la vita", afferma Casini. "Pensiamo al programma Erasmus, ai fondi per le scuole, ai bandi per lavorare o studiare in altri Paesi: l’Europa è una porta aperta su mille possibilità".

Ma non solo. "Viviamo in una delle aree del mondo con più tutele e più democrazia. Non rischi di essere torturato per come ti vesti o per le tue opinioni. E anche economicamente, sei parte di uno dei mercati più forti al mondo". Altro che sogno americano.

E nel futuro? Dove va l’Unione Europea?

L’Europa del futuro sarà più grande, più forte, più integrata, a giudizio di Casini. "Lavoriamo a nuovi allargamenti, soprattutto nei Balcani, e a una maggiore competitività del mercato interno, ancora frenato da troppe barriere".

E sul fronte della difesa: "Purtroppo il mondo è diventato più instabile. E l’Europa deve essere in grado di proteggersi". Questo anche solo per dissuadere aggressioni come quella russa in Ucraina. “Non per attaccare, ma per essere pronti", specifica.

Ma che lavoro fa un Direttore della Rappresentanza?

"Il mio lavoro? Raccontare l’Europa all’Italia e l’Italia all’Europa", sintetizza Casini. Ma la realtà è molto più complessa, e passa dalla comunicazione istituzionale alla gestione dei rapporti con stampa e istituzioni, arrivando alle visite dei commissari, al monitoraggio del territorio e alla comunicazione sui social. Il tutto, naturalmente, in gestito simbiosi con un network di persone: "Non faccio tutto da solo, siamo una squadra e facciamo tante cose!".

In pratica, si tratta di attività assimilabili a quelle di un’ambasciata, ma con una precisazione fondamentale: “Non siamo un’ambasciata, perché le ambasciate rappresentano uno stato terzo, e l’Italia è dentro l’UE, non fuori".

Come si lavora nelle istituzioni europee?

"La porta d’ingresso principale è EPSO (European Personal Selection Office), il sito per i concorsi europei. Ma ci sono anche stage retribuiti, le cui selezioni sono due l’anno (ottobre e marzo), per periodi di 5 mesi", racconta Casini. I requisiti? Almeno una laurea triennale e un po’ di preparazione. 

"Ogni anno vengono scelti circa 3000 giovani. Un’esperienza vera, sul campo, dentro gli uffici europei. È il modo migliore per capire come funziona davvero l’Unione. E magari restarci". Per avere tutte le informazioni basta visitare il sito ufficiale della Rappresentanza o i suoi canali social.

Una possibile traccia per la Maturità? Casini risponde...

"Se fossi il ministro dell’Istruzione, sceglierei la Dichiarazione Schuman", confessa Casini. "Nel 2025 festeggiamo i 75 anni da quel momento. Potrebbe essere uno spunto per riflettere sui passi concreti che hanno costruito l’Europa, e quelli ancora da fare".

Ma c’è anche un altro anniversario fondamentale, che però passa inosservato: "I 40 anni degli Accordi di Schengen, che hanno permesso la libertà di movimento tra gli Stati UE. Tema perfetto per parlare di confini, diritti e cittadinanza europea. Chissà, magari il Ministero ci sta già pensando...".

Skuola | TV
La Notte Prima degli Esami 2025 in streaming su Skuola.net!

Ospiti, intrattenimento e tutte le news sull'esame di Stato: l'appuntamento è sui nostri canali a partire dalle ore 20:00 del 17 giugno 2025!

Segui la diretta