
GILS LIFE: IL VIDEOGIOCO SI FA ROSA - Sta conquistando il pubblico femminile di età compresa tra i 9 e i 15 anni ed ovviamente è arrivato anche in Italia: è Girls Life, il videogioco tutto fashion & style dedicato esclusivamente a chi ama la moda e si diverte ad imitare il look delle grandi star. La prima versione di questo gioco, “Glamour look”, permette alle giovanissime di caricare la propria immagine e acconciarsi, truccarsi e vestirsi proprio come le icone fashion dello spettacolo; si può essere un po’ Britney Spears, un po’ Madonna, o è possibile farsi consigliare direttamente dal software qualche trucchetto che valorizzi la propria immagine. In Girls Life versione “Crea la tua moda”, invece, si diventa stiliste, si può creare il proprio atelier, realizzare collezioni e sfilate e addirittura aprire una propria boutique. C’è di più: grazie alla connessione wireless si ha anche la possibilità di condividere con le amiche le proprie idee creative, scambiarsi suggerimenti o fare shopping in un centro commerciale virtuale.
QUANDO E’ TROPPO… - E se grazie a questa trovata viene conquistata una larga fetta di ragazze e ragazzine che, tradizionalmente sono (o per lo meno, erano) le meno interessate al mondo dei videogames, viene anche da pensare: “Ma non si rischia di esagerare?”. E il problema non è di certo nuovo e di sicuro non nasce con questo videogioco. Basti pensare che in Inghilterra è addirittura nata recentemente la prima clinica per videogioco-dipendenti, per coloro, per intendersi, che non riescono proprio a staccare mani ed occhi dalla consolle, che non si danno pace se non riescono ad arrivare al livello successivo e, una volta arrivati, non si accontentano mai. Per risolvere questa forma di dipendenza, i pazienti vengono coinvolti in terapie di gruppo, visione di filmati specifici e vengono fatti partecipare ad attività ricreative alternative ai videogame.

VADE RETRO INTERNET! - Insomma, se fino a qualche anno fa ci si preoccupava sostanzialmente dell’uso e dell’abuso di alcol e droga, ora a dare pensieri sembra essere anche internet. Tuttavia non ci pare neanche giusto demonizzare il web o far apparire i videogiochi come un passatempo rischioso. Sarebbe troppo semplice e senz’altro scorretto ricondurre queste nuove forme di dipendenza come la conseguenza di una tecnologia spietata e pericolosa. Ciò che è sbagliato non è tanto lo sviluppo della rete telematica o dei giochi virtuali, quanto piuttosto l’uso eccessivo che se ne fa. Il vero problema, quindi, è quello di riuscire a capire quali sono i limiti, solo così si può continuare a trarre piacere da una passione e continuare a vedere il gioco come tale.
Quando tempo dedicate al giorno a chat, msn o facebook? E vi siete mai resi conto di aver esagerato con internet o con i videogame? Raccontatecelo commentando la news.
Cristina Montini