ImmaFer
Autore
4 min
piangere in pubblico

A Tokyo c’è un modo nuovo per affrontare le preoccupazioni e i patemi accumulati durante la giornata, ed è molto più semplice di quanto si pensi: basta entrare in un bar, sedersi, piangere in pace e poi tornare alla propria vita. Senza spiegazioni, senza imbarazzi, senza forzare un sorriso.

È questa l’idea dietro ai crying café, locali nati nella capitale giapponese per offrire uno spazio sicuro in cui lasciarsi andare.

Si tratta di ambienti pensati per chi ha bisogno di sfogarsi, lontano da occhi indiscreti e dai giudizi altrui. Luoghi dove la tristezza non è un difetto da nascondere, ma un’emozione da ascoltare.

Indice

  1. Che cosa sono i crying café
  2. Perché sono nati questi locali
  3. Sei libero di piangere davvero
  4. Oltre ogni giudizio

Che cosa sono i crying café

Il primo a inaugurare il genere è stato il Bar Mori Ouchi, nel 2020, nel cuore di Tokyo. Il principio è quello che abbiamo detto: qui non si entra per socializzare, ma per scaricare la tensione. Non c’è spazio per il pensiero positivo forzato, né per chi cerca distrazioni: solo un menu ridotto all’essenziale, qualche spuntino da portare da casa e la possibilità di piangere liberamente.

Sempre nella capitale giapponese, alcuni hotel hanno fatto un passo in più, offrendo vere e proprie “stanze del pianto”, dotate di film strappalacrime, bevande calde, luci soffuse e coperte morbide. Un rifugio temporaneo per chi ha bisogno di una notte intera per liberarsi dai turbamenti.

Perché sono nati questi locali

Dietro al fenomeno non ci sono solo ragioni marketing - comunque presenti - ma anche una risposta concreta a un’esigenza culturale e sociale. Infatti, in Giappone, dove l’autocontrollo è spesso visto come una virtù, mostrare la propria fragilità in pubblico può essere difficile.

I crying café offrono proprio una via d’uscita a questa pressione, creando uno spazio dove piangere diventa non solo accettabile, ma normale. L’idea è che piangere faccia bene: aiuta a scaricare lo stress, a rilasciare emozioni represse, a sentirsi più leggeri.

Il costo di una consumazione è simile a quello di qualsiasi altro bar, ma il valore aggiunto è nell’ambiente, pensato per accogliere la vulnerabilità senza giudizio.

Sei libero di piangere davvero

C’è chi si commuove davanti a un film, chi sfoga la delusione in una vaschetta di gelato. In Giappone, invece, questi momenti sono diventati una vera e propria esperienza collettiva.

Nei crying café si trovano sale curate nei minimi dettagli: luci calde, musica rilassante, profumi delicati. Alcuni offrono persino fazzoletti a volontà, tè calmanti, libri malinconici o playlist studiate per stimolare il pianto. Ci sono anche piccoli angoli privati, per chi preferisce non condividere le proprie lacrime con gli altri. In ogni caso, nessuno ti guarda strano. Sei lì per piangere, come tutti gli altri. E va bene così.

Oltre ogni giudizio

Piangere in pubblico, per molti, resta un gesto difficile. Questi locali, invece, ribaltano l’idea che la tristezza sia qualcosa da nascondere. Qui non serve spiegare il motivo delle proprie lacrime. “I crying café offrono un luogo dove le emozioni possono emergere senza filtri”, spiegano i gestori. “Non curiamo i problemi, ma permettiamo alle persone di sentirsi meno sole nel viverli”.

Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta