
Innanzitutto la Premier ha da subito sottolineato l'importanza simbolica della sua nomina:"Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione. Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto, mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani".
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L'Europa e le regole da cambiare
Il primo punto del suo discorso la neo Premier l'ha dedicato all'Europa: da un lato ha lanciato un messaggio a chi ha detto di voler vigilare sulla situazione italiana dopo l'avvento della Destra:"Possono spendere meglio il loro tempo. Mancano di rispetto al popolo italiano che non ha lezioni da prendere". Mentre, dall'altro lato, ha evidenziato le radici cristiane della comunità europea:"Siamo eredi di San Benedetto, patrono principale dell’Europa".Alle critiche delle settimane scorse relative, soprattutto, alle storiche posizioni della Lega e di Fratelli d'Italia sulla sul'Europea la Premier ha risposto:"Non sabotiamo l’istituzione europea, ma vogliamo contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese. Ma l’Europa non ha soci di serie A e serie B. Serve un’integrazione più efficace nell’affrontare le grandi sfide. Dobbiamo essere uniti nella diversità".
In sostanza bisogna cambiare le regole:"Una casa comune europea vuole dir regole condivise: noi rispettiamo le regole che esistono ma offriamo il nostro contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a cominciare dal patto di stabilità. A testa alta, con spirito costruttivo ma senza subalternità, come troppo spesso accaduto in passato. Il Pnrr è un’opportunità straordinaria per migliorare l’Italia. Una sfida complessa, per limiti burocratici che già hanno reso difficile la spesa europea ordinaria. Ma finora sono state rendicontate opere già avviate in passato. Impiegheremo al meglio le risorse disponibili. Ma concorderemo con l’Ue i correttivi necessari per migliorare la spesa, a fronte dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Con un approccio pragmatico e non ideologico".
La guerra e l'Italia
L'altro punto caldo del discorso della Meloni è stato quello relativo alla guerra in Ucraina:"L’Alleanza atlantica esiste per offrire un quadro di pace e sicurezza che diamo spesso per scontato. La libertà ha un costo, e quel costo è la capacità di difendersi e l’affidabilità nel quadro delle alleanze di cui fa parte. L’Italia lo ha affrontato con le missioni internazionali di cui è stata protagonisti".Qui la neo premier ha ribadito, come aveva già detto nei giorni scorsi:"Va il nostro sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione russa. Non possiamo accettare la guerra di aggressione, anche perché dobbiamo difendere il nostro interesse nazionale. Solo così potremo chiedere che gli oneri della crisi siano suddifvisi. E’ quello che già facciamo, a partire dalla questione energetica. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema".
Poi, inevitabilmente, nel bel mezzo del suo discorso Giorgia Meloni ha parlato della situazione in cui versa il nostro Paese:"C’è un’inflazione all’11,1%. Sono indispensabili misure volte a far crescere il reddito. Le previsioni economiche del 2023 parlano di un marcato rallentamento per Italia e Europa: siamo nel pieno di una tempesta, la nostra imbarcazione ha subito diversi danni, gli italiani hanno consegnato a noi il compito di completare la traversata. Ma la nostra imbarcazione, con tutte le sue ammaccature rimane la nave più bella del mondo".
Le riforme, lo stop al reddito di cittadinanza e il fisco
Nel tanto atteso capitolo sulle riforme, la Presidente Meloni ha accennato ad "un'ipotesi di semipresidenzialismo in senso francese, ma siamo aperti anche ad altre soluzioni. Confrontiamoci con tutte le forze politiche in parlamento. Ma non rinunceremo a riformare l’Italia se ci trovassimo di fronte opposizioni pregiudiziali".Accanto al presidenzialismo, la Meloni ha bocciato il reddito di cittadinanza citando il Papa:"La povertà non si combatte con l’assistenzialismo. Vogliamo mantenere e migliorare il sostegno economico per i soggetti fragili non in condizioni di lavorare o per chi è privo di reddito e ha figli minori. Ma per gli altri la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza ma il lavoro, sfruttando le risorse del Fse. Il reddito di cittadinanza è una sconfitta per chi è in grado di fare la sua parte per l’Italia oltre che per se stesso e per la propria famiglia".
Poi è stata la volta del fisco per cui è pronto un piano che poggerà su tre pilastri:"Il primo, ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all'insegna dell'equità: riforma dell'Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull'incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita".
Il secondo pilastro è "una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle Pmi) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il terzo: una serrata lotta all'evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull'Iva) accompagnata" - ha concluso la Premier - "da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora".
L'immigrazione, il Covid e i conti con il passato
Tra le tante tematiche non poteva mancare l'immigrazione. La Presidente del Consiglio ci ha tenuto a ribadire che:"In Italia non si entra illegalmente ma attraverso i decreti flussi. Troppe persone hanno trovato la morte nel Mediterraneo. Vogliamo seguire una strada poco percorsa finora: fermare le partenze illegali, e di conseguenza il traffico di esseri umani. Non mettiamo in discussione il diritto d’asilo da chi fugge da guerre e persecuzioni, ma la selezione non possono farla gli scafisti".Subito dopo si passa ad un'altra tema caldo, la gestione della pandemia:"L’Italia ha utilizzato misure più restrittive degli altri Paesi ma ha il più alto numero di contagi e morti. Non replicheremo in alcun caso quel modello. Informazione, prevenzione e responsabilizzazione sono più efficaci della repressione. Se si chiede responsabilità ai cittadini i primi a dimostrarla devono essere quelli che la chiedono. Serve chiarezza su quello che è accaduto durante la pandemia, quando qualcuno faceva affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori".
Infine l'ultimo tema affrontato dalla Meloni, non per nulla scontato, è stato quello dell’identità della Destra e dei legami con il passato:"I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’Europa, non solo l’Italia. E’ stata una successione di orrori e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni e non meritano altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti. Ho conosciuto la libertà militando nella destra giovanile. E non dimentico che nel nome dell’antifascismo militante ragazzi innocenti venivano uccisi a colpi di chiave inglese".
"Quella lunga stagione di lutti" - conclude la Premier - "ha perpetuato l’odio della guerra civile e allontanato una pacificazioine nazionale che la destra da sempre auspica. La comunità politica da cui provengo ha fatto grandi passi avanti, arrivando alla guida delle istituzioni e giurando sulla Costituzione. Ha incarnato i valori della democrazia liberale: e noi non defletteremo di un centimetro. Combatteremo ogni forma di razzismo, violenza, politica, discriminazione, antisemitismo".
Paolo Di Falco