
Il Coronavirus è sicuramente la priorità di tutti in questo momento. Ma mentre questo nemico tremendo e invisibile dilaga, non si deve abbassare la guardia su altre patologie. Mantenere buone abitudini per la nostra salute non ci mette infatti solo a riparo dal virus, ma anche da funghi e batteri che diventano sempre più resistenti ai farmaci in grado di annientarli: si tratta dei cosiddetti “superbugs”. Ogni anno, infatti, nei Paesi UE si registrano circa 33.000 decessi causati da batteri resistenti agli antibiotici e quasi un terzo - oltre 10mila – riguardano il nostro Paese. Cosa bisogna fare allora per contrastare la minaccia dei superbugs e dell'antimicrobico-resistenza?
A spiegarlo chiaramente, la campagna d’informazione “Non scordiamoci funghi e batteri. Difendiamo insieme gli antimicrobici” promossa da Pfizer in occasione della World Antimicrobial Awareness Week (WAAW 2020).
Come combattere i “superbugs”: le regole
Lavarsi le mani, non abusare di farmaci antimicrobici (antibiotici e antifungini), utilizzarli secondo la prescrizione del medico: queste sono le regole fondamentali che la campagna “Non scordiamoci funghi e batteri. Difendiamo insieme gli antimicrobici” vuole diffondere il più possibile, in modo da contrastare il fenomeno dell'antimicrobico-resistenza. Sul sito www.stopsuperbugs.it è possibile trovare quattro video educazionali e attività web e social. Anche su Skuola.net troverai contenuti dedicati sui social e sul sito, tra cui questo articolo. Sul profilo Instagram di Azioneprevenzione, poi, sarà possibile scaricare il filtro in Realtà Aumentata "Stopsuperbugs", con immagini dinamiche di batteri da integrare su foto e video.
Batteri multiresistenti: la prossima minaccia dopo il Covid?
L’iniziativa rivolge così un vero e proprio appello per il corretto uso dei farmaci antimicrobici (quei farmaci, cioè, che combattono i microrganismi uccidendoli e interrompendone la proliferazione), spesso oggetto di abuso e di comportamenti scorretti. Questo perché utilizzarli in modo non appropriato può aprire la strada ai cosiddetti "superbugs". Si ipotizza infatti che, senza un adeguato intervento in materia, anche attraverso una corretta informazione dei cittadini, nel 2050 i batteri multiresistenti saranno la principale causa di morte al mondo.“Quando parliamo di antimicrobici ci riferiamo a farmaci attivi contro i microbi che non sono solo i batteri, ma anche funghi, virus e parassiti – spiega Claudio Mastroianni, Direttore UOC di Malattie Infettive Policlinico Umberto I di Roma – queste specie microbiche purtroppo, con l’uso improprio di antibiotici, antifungini e antivirali, hanno imparato a ‘difendersi’. Con l’invecchiamento della popolazione e con l’aumento di procedure invasive, chirurgiche e farmacologiche, che hanno permesso il miglioramento della sopravvivenza dei pazienti, è aumentata la probabilità di sviluppare infezioni legate a microrganismi diventati resistenti. Questi microrganismi riescono facilmente a superare l’attività del farmaco mettendo in atto meccanismi di difesa, sia di mutazione che di selezione. Dobbiamo preservare quei pochi farmaci di ultima generazione disponibili, utilizzandoli nel modo più opportuno possibile, evitando l’abuso ed evitando di prescriverli quando non sono necessari”.
Farmaci antimicrobici innovativi, l’unica difesa contro i “superbugs”
Una situazione che, quindi, se non ancora critica, rischia di diventarlo a breve. Urgente, allora, non solo incentivare gli investimenti nella ricerca, ma anche educare a un corretto uso (e prescrizione) dei farmaci, prevenendo le possibili gravi conseguenze appena viste.“Abbiamo forte necessità di antimicrobici innovativi ma limitate disponibilità – dichiara Pierluigi Viale, Direttore di Malattie Infettive Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna – i motivi sono diversi: i germi sono capaci di mettere in campo profili di resistenza maggiori della nostra capacità di trovare nuovi farmaci; mentre i processi di sviluppo dei farmaci antimicrobici sono spesso lunghi e non sostenibili da parte di tante aziende, in quanto si tratta di un ambito non adeguatamente supportato dalle Autorità regolatorie. Occorre mettere in atto meccanismi che incentivino gli investimenti delle aziende mentre i medici, insieme ai cittadini, devono essere responsabilizzati al rispetto delle regole d’ingaggio per l’uso di questi farmaci, regole che devono essere seguite con grande scrupolo”.
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