
E’ finita male la gara che il diciannovenne più famoso del pianeta aveva ingaggiato sulle strade di Miami Beach. Fermato dalla polizia è risultato per di più positivo all’alcol test e così si è ritrovato in manette con duplice accusa: corsa illecita e guida in stato d’ebbrezza.
Sorridente nelle foto segnaletiche, pare tuttavia che Justin Bieber non abbia proferito parola in seguito all’arresto e che per lui abbia parlato esclusivamente il suo avvocato. Una cauzione da 2.500 dollari quella fissata dal giudice incaricato del caso per il rilascio immediato del cantante.
UNA CORSA SPERICOLATA
- Secondo la ricostruzione dei fatti, il cantante canadese dopo aver trascorso una serata in compagnia di amici all’interno di un esclusivo club di Miami Beach avrebbe deciso di divertirsi un po’ organizzando una corsa ad alta velocità alla guida della sua Lamborghini gialla contro una Ferrari rosso fuoco. Le due macchine così iniziano a sfrecciare sulla strada richiamando l’attenzione della polizia che interviene prontamente ponendo fine alla gara illegale. E’ l’alcol test a rivelare che il cantante aveva bevuto qualche cocktail di troppo.
BIEBER IN ARRESTO
- Così i due piloti sono finiti in manette. Perché se compi un reato di questo genere poco importa che tu sia Justin Bieber. Sembra che il diciannovenne si trovi ora sotto custodia della polizia per eseguire analisi e test che possano determinare con maggior precisione il livello alcolemico del sangue della pop star. In seguito dovrà vedersela con la corte della contea di Miami Dade.
GUIDA IN STATO D’EBREZZA
- La guida in stato d’ebbrezza costituisce un reato molto grave anche in Italia. Perché mettersi al volante dopo una birra di troppo o dopo aver fatto uso di droghe all’uscita da locali e discoteche non è affatto una bravata, in quanto mette a rischio non soltanto la vita propria ma anche quella altrui. I giovani a volte possono sottovalutare le conseguenze di un tale gesto, perché in certe condizioni, sulla ragione prende il sopravvento l’adrenalina.
ARTICOLO 186 E 186BIS
- Esiste tuttavia un codice della strada, oltre che la propria coscienza, con cui fare i conti. E sulle teste dei neopatentati di età inferiore ai 21 anni pendono sanzioni ben precise. L’articoletto in questione è il 186 bis e prevede che i conducenti di auto che non abbiano ancora compiuto il ventunesimo anno d’età e che quindi abbiano ottenuto la patente da non più di tre anni, se fermati al volante con un tasso alcolemico nel sangue superiore a 0 ma non a 0,5 grammi per litro, sono costretti al pagamento di una sanzione che può andare dai 155 euro ai 624 euro. Ma se, nelle medesime condizioni, il neopatentato provochi un incidente allora le somme raddoppiano. Zucchero in confronto a quanto previsto per chi venga fermato con valori ben più alti di alcol in circolazione: sono previsti un risarcimento dai 500 ai 2000 euro e la sospensione della patente di guida dai tre ai sei mesi per un tasso alcolemico dai 0,5 ai 0,8 grammi per litro. Superata questa soglia scatta l’arresto che può andare dai sei mesi ad un anno, con sanzioni raddoppiate in caso di incidente.
Margherita Paolini