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andrea gandini artista legnoChi sostiene che i giovani di oggi si dedichino solamente ai social network e al gaming dovrà presto ricredersi. La Gen Z infatti può vantare numerosi giovani che si sono già messi in mostra per talento e manualità, nonché per una professionalità ineccepibile.

fonte foto: via Instagram

E’ certamente il caso di Andrea Gandini, 25enne abruzzese - guarda le sue opere qui - che ormai da anni ha trasformato la sua passione per la wood sculpture - ovvero la scultura del legno - in un vero e proprio mestiere. Passeggiando per le strade della Capitale potrete ammirare i capolavori di Andrea, capace di ridare “vita” a tronchi di alberi abbattuti, dando una nuova identità a quelli che un tempo erano alberi viventi. Volti e busti umani - ma anche animali - sono le principali rappresentazioni che l’artista ama scolpire nel legno: uno dei materiali più affascinanti e ricchi di storia sulla faccia del pianeta. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui, per cercare di capire da dove nasce - e dove è diretta - questa passione così viscerale per l’arte del legno.

andrea gandini artista legno

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Dal garage di casa al mondo

La passione di Andrea per l’arte di scolpire il legno nasce da lontano, nel tempo e nello spazio. ”Ho iniziato quando ancora ero al liceo facendo sculture in garage. Successivamente ho iniziato a fare sculture in giro per Roma”. Dalla prima scultura, realizzata proprio davanti al garage, Andrea non si è più fermato: ”E’ stato in quel momento che ho deciso di intraprendere questa strada”. La scelta del legno non è ovviamente casuale ma nasce dall’esigenza di ”ridare dignità al materiale”, e in particolare a quei tronchi in stato marcescente: ”uno spreco incredibile” dice Andrea.

Trasformare questi tronchi, che marcivano per strada, è stata, è e sarà la mission di Andrea: “Gli alberi sono come individui: hanno un sesso, crescono, e in più raggiungono dell’età che gli umani possono solo sognare”. Quindi per questo, custodi di un passato che noi non ricordiamo: “Quando si studia il legno dall’interno si capisce davvero quanto abbia da raccontare: io personalmente ho trovato schegge di bomba, chiodi romani e tante altre tracce del nostro passato”.

Nulla di nuovo anche se l’arte dello scolpire il legno era caduta in disuso negli ultimi anni ma, in un’epoca contraddistinta dalla transizione in ambito ecologico, la professione di Andrea acquista oggi un ruolo fondamentale, entrando di diritto tra le cosiddette professioni “green”. Questo grazie all'utilizzo di un materiale ”che altrimenti è destinato a creare carbonio, quindi inquinamento. Invece, andando a scolpire il tronco eviti che quel carbonio venga rilasciato nell’atmosfera: anche perché molto spesso quel legno viene bruciato”. La scultura dei tronchi è un universo tutto da scoprire persino per Andrea. Ogni albero ha una storia a sé, ma le opere dove Andrea ha lasciato il cuore si trovano principalmente a Roma: “Ogni scultura mi ha portato un bagaglio diverso di esperienze: le persone conosciute, le difficoltà ma anche la soddisfazione nel realizzarla”.
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Andrea, un Genz Z atipico: “Ai giovani dico di non lasciarsi sopraffare dall’ansia”

Insomma, il ritratto di Andrea fin qui è quello di un ragazzo con la testa sulle spalle, disinteressato dal mondo social e orientato verso un mestiere che aveva perso appeal: la scultura del legno. Un Gen Z atipico verrebbe da dire, o che se non altro si discosta dai coetanei: ”Gli interessi sono sicuramente diversi. Ho sempre preferito creare qualcosa che è forse quello che manca oggi: la voglia di creare qualcosa da zero. E’ un approccio che mi dà molta serenità: traggo soddisfazione personale da quel che faccio”.

Andrea si tiene ben alla larga da quel conflitto generazionale che imperversa nel dibattito pubblico. Da una parte i suoi coetanei, visti come perdigiorno dalle generazioni precedenti, dall’altra i datori di lavoro che non trovano personale: ”Secondo me è cambiato il paradigma. Se prima si trovavano più persone disposte a lavorare per il minimo sindacale, oggi ci sono meno giovani disposti a fare certi tipi di lavoro. Io credo sia giusto, anche se la mia opinione è limitata al mia sfera personale: ho sempre lavorato per me stesso. Ma certo non si può pretendere di avere la fila per lavori umili sottopagati”.

Un contesto che sicuramente non aiuta una Generazione che più di tutti ha fatto i conti con la difficile sfida della pandemia, pagando un prezzo elevato in termini non solo didattici ma anche sociali. Una condizione che si riflette sulle scelte di vita dei ragazzi. Al riguardo però Andrea ha un consiglio per i suoi coetanei: ”Di buttarsi il più possibile. Pianificare è giusto, ma rimuginare sulle cose è sbagliato. E’ quello che dico sempre ad una mia amica che sa suonare il violino e si lamenta per i pochi soldi: la nostra Generazione ha paura di esporsi. Non ha senso lamentarsi quando hai un’arte in mano: è una follia rimanere fermi”.
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La Maturità da 96 e i progetti per il futuro

Per il suo di futuro, Andrea ha le idee piuttosto chiare. Rimanere nell’ambito del legno, perché è qui che ha trovato la sua dimensione. E poi, c’è ancora molto da fare: “C’è talmente tanto da esplorare con il legno che non basterebbero tre vite. Ho appena iniziato un progetto in cui prendo tronchi destinati alla discarica e li trasformo in tavole: ogni tronco ha una storia e racchiude oggetti speciali. Le prossime opere le realizzerò invece a Bracciano e Torrita Tiberina”. Giunti a questo punto, noi di Skuola.net non potevamo esimerci dal chiedere all’artista un resoconto della sua passata esperienza scolastica: ”Ho fatto il liceo artistico, indirizzo Scultura e Pittura”. La Maturità di Andrea? A suo dire “bella”: e noi lo crediamo bene, con quel 96 come voto finale.
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