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Dante Benedetti
Fonte: Corriere della sera

È una vera star delle poesie Dante Benedetti, un bambino di soli dieci anni che ha già sbaragliato la concorrenza degli adulti vincendo con una sua poesia il prestigioso Premio letterario "Carlo Bo-Giovanni Descalzo", a Sestri Levante. Arriva da San Lorenzo di Sebato, in Val Pusteria e la cosa che ha stupito tutti non è solo la sua giovanissima età, ma l'argomento scelto per il componimento: la Seconda Guerra Mondiale.

Dante racconta, come riporta il ‘Corriere della sera’, dove ha trovato l’ispirazione: "Stavo leggendo il libro "Ultime lettere da Stalingrado", una raccolta di testi dei soldati tedeschi della Wehrmacht sul fronte orientale. In particolare mi ha colpito la lettera di un pianista che scrive alla moglie di aver perso il pollice della mano destra e tre dita della sinistra, che anche se riuscirà a tornare a casa non potrà più suonare. Poi le dice che un altro soldato ha trovato un piano a coda per strada, si è messo a suonare "L’Appassionata" di Beethoven in modo sublime e cento commilitoni si sono fermati ad ascoltarlo sfidando le granate dei nemici".

Una vicenda emotivamente forte che ha dato vita a "L’Appassionata", la sua poesia vincente.

Indice

  1. L’amore per la lettura
  2. Non frequenta la scuola: imparare a casa è una questione di libertà
  3. Tante passioni: montagna, storia e musica
  4. Un bambino tranquillo e senza smartphone

L’amore per la lettura

Dante, però, non è solo un bravo scrittore, ma è anche un lettore instancabile. Nonostante abbia solo dieci anni, in questo momento sta per finire un colosso della letteratura: "Guerra e pace" di Tolstoj.

Tra i suoi idoli letterari c'è Mario Rigoni Stern, di cui apprezza lo stile e le tematiche. "'Il sergente nella neve' mi è piaciuto tantissimo. Ma credo che 'Il bosco degli urogalli' sia il suo libro più bello", ha detto.

La sua passione per la lettura e la scrittura si riflette in una proprietà di linguaggio davvero sorprendente, inusuale anche per un adulto, figuriamoci per un bambino della sua età.

Non frequenta la scuola: imparare a casa è una questione di libertà

E pensare che, pur essendo in quinta elementare, Dante non va a scuola. La sua maestra è sua madre, Marta. Questa scelta - che sfrutta il sistema dell'istruzione parentale, la cosiddetta "scuola a casa" - è stata una scelta quasi naturale, spiega la mamma: "I primi anni vivevamo nelle baite, in mezzo alla natura e agli animali. Poi quando dovevamo iscriverlo alla prima elementare è scoppiato il Covid. Ci siamo trovati bene e abbiamo continuato. Così impara in ogni momento e siamo liberi di seguire le sue passioni e curiosità".

Questo tipo di istruzione permette a Dante di approfondire gli argomenti che più lo incuriosiscono. Sua madre lo descrive, infatti, come "molto sveglio. Quando un argomento gli piace vuole sapere tutto, non si accontenta".

Tante passioni: montagna, storia e musica

Ma la vita di Dante è ricchissima di tanti altri interessi, che lo tengono impegnato e connesso col mondo reale. L'isolamento scolastico non significa isolamento sociale: ha tante occasioni per stare con i coetanei. È un provetto sciatore, anche perché suo padre Dietmar fa l'allenatore professionista. Ama le camminate in montagna, del resto viene da San Lorenzo di Sebato.

È anche un appassionato di attività all'aperto un po' insolite: spara al poligono e fa arrampicata, dove ha già raggiunto il livello 6b. Ha provato anche il golf, ma si è annoiato dopo poco.

Parallelamente, coltiva la sua grandissima passione per la storia, con una predilezione per la Seconda Guerra Mondiale, "in particolare le vicende del fronte orientale, è lì che ci fu la vera svolta".

Scrive tantissimo, e non solo poesie, ma anche racconti di caccia (ne ha già realizzati cinque). Trovando l'ispirazione "andando in montagna, ammirando un paesaggio o un mughetto".

Inoltre, sta prendendo familiarità con diversi strumenti: "Suono il flauto dolce, sto imparando l’ukulele. A casa ho anche una balalaica e un tamburo, voglio provarli. Ma non desidero diventare un virtuoso, mi basta imparare più di uno strumento".

Un bambino tranquillo e senza smartphone

Nonostante tutto questo, però, Dante non si è affatto montato la testa: "Diventare da grande uno scrittore? Non credo, ci vogliono delle doti ancora più elevate di quelle che posseggo". Mostrandosi umile e curioso. La madre lo descrive come un bambino "tranquillo, con lui non bisogna mai urlare" e che sa relazionarsi con tutti, adulti e bambini.

E in un mondo iperconnesso, Dante ha le idee chiarissime sul tema smartphone: non ne ha uno. Per lui i social sono superflui, se non dannosi: "Penso che i social - dice - siano la tomba della socializzazione. Dietro uno schermo le persone insultano e offendono, dicono cose che non avrebbero mai il coraggio di dire in faccia. E sono anche la tomba della scrittura, perché ti correggono tutti gli errori".

Insomma, Dante è un bambino semplice e profondo, esattamente come la sua poesia premiata, "L’Appassionata". Ecco il testo:

«Un pianoforte a coda/Il gelido inverno a Stalingrado/Cento reclute ascoltano Beethoven/Ignorano il freddo/Ignorano i proiettili/Svanisce la paura/Compaiono i ricordi».

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