
CHE COS'E' - Il contributo pagato alla scuola al momento dell'iscrizione. Solitamente consiste in 50-100€ e viene richiesto a gennaio. Peccato che per l'iscrizione l'unica tassa necessaria sia quella pagata allo Stato.
Una tassa uguale per tutti, che permette al Ministero di ottenere qualche incasso per fornire il servizio. Molte scuole però, oltre a questa tassa, chiedono il pagamento di un fantomatico "contributo scolastico".
Raramente le famiglie vengono informate del carattere volontario di tale contributo, e quindi, pensandolo obbligatorio, lo pagano senza batter ciglio. Sicuramente sono soldi importanti, perché destinati all'ampliamento dell'offerta formativa e dell'innovazione tecnologica. In tempi di scarsità di fondi per la scuola pubblica, non può che aiutare a migliorare la qualità dei servizi offerti all'alunno. Nonostante ciò, sono sicuramente da rivedere i metodi: non è assolutamente corretto camuffare questa “erogazione liberale” in una tassa obbligatoria, con il semplice scopo di ricavare più soldi.
COSA FARE SE VIENE RICHIESTO? - La scuola è libera di chiedervelo, purché specifichi chiaramente che si tratta di un contributo volontario, spontaneo. Se questo non venisse fatto, ecco come dovete comportarvi.
Innanzitutto tenete tutto quello che vi viene dato: foglio in cui vi chiedono i soldi, bollettini postali prestampati e quant'altro. Ovviamente non pagate (se non volete) e, se vi chiedessero spiegazioni, dite che non desiderate dare contributi al vostro istituto.
A questo punto, per risolvere il problema, date il materiale che avete raccolto (richiesta di pagamento, bollettico, ecc) alla sezione dell'Adiconsum più vicina a voi, oppure informate noi di Skuola.net mandandoci un'e-mail. Ci impegneremo noi ad aiutarvi in questa battaglia!
E SE INVECE AVESSI GIA' PAGATO? - Non disperatevi, c'è soluzione anche a questo. Innanzitutto c'è la possibilità di scaricare il 19% del pagamento dalla dichiarazione dei redditi. Se invece quei soldi che avete già versato volete riaverli indietro perché non vi era stato segnalato che il contributo era facoltativo, potete richiedere il totale rimborso al vostro Dirigente Scolastico. Vi basterà compilare un modulo, che potete scaricare cliccando qui, e consegnarglielo. Entro 15 giorni vi dovrà essere dato il rimborso o, qualora non avvenisse, vi dovrà dare una risposta scritta. In quest'ultimo caso tornate a segnalarlo: o a noi, o all'Adiconsum.
L'INCHIESTA DI SKUOLA.NET -

L'inchiesta che ha curato è uscita su La Voce del Canavese del 14/04/08, con particolare stupore di famiglie e studenti. Effettivamente non è facile immaginare una dimenticanza di questo genere da parte della scuola. E' persino quasi divertente pensare che la scuola richiedesse questo versamento: una scuola pubblica che ricevi finanziamenti tassando chi usufruisce del servizio! Inoltre, come già spiegato, la legge Bersani (L40/07) definisce questo contributo "un'erogazione liberale": ciò vuol dire che dev'essere chiaro a tutti che si tratta di un contributo volontario. Che si è liberi di non pagarlo. Che non è vincolante per l'iscrizione. E allora perché gli studenti del "Cena" lo pagavano? Il motivo è semplice. La scuola non ha comunicato agli studenti ed alle loro famiglie che si trattava di un contributo volontario. Si sono limitati a chiedere il pagamento di un contributo, che solitamente viene identificato in una tassa, senza specificare il piccolo particolare che si è liberi di non pagarlo.
INTERVISTA ALLA PRESIDE - Subito dopo la scoperta di questo caso, ecco arrivare l'intervista alla preside dell'istituto, la professoressa di educazione fisica Loredana Carrain.

Gli studenti ed i loro genitori sono tutti informati del fatto che questo contributo è facoltativo?
Io penso di sì, perché l’abbiamo differenziato dalle tasse. Quelle che erano tasse ministeriali abbiamo scritto che lo erano, di questo abbiamo detto che si trattava di un contributo.
Le chiedevo perché molti studenti sul bollettino postale hanno scritto come causale “iscrizione all’anno 2008/09”…
Sì, qualcuno ha scritto “tassa d’iscrizione”…ma noi abbiamo scritto che è un contributo!
Per legge andrebbe specificato che si tratta di un contributo facoltativo, però.
Tanto loro lo sanno. A me non risulta che per legge debba essere specificato che è facoltativo, comunque non c’è nemmeno scritto che si tratta di un contributo obbligatorio. E’ questione di interpretazione.
Se qualche studente richiedesse il rimborso scoprendo che il contributo era facoltativo, lo concederebbe?
Sicuramente…
Da questa intervista saltano subito all'occhio due particolari. Il primo, positivo, è che la preside è disposta a rimborsare chiunque richieda il rimborso (come previsto da legge). Il secondo, negativo, è che si parla di interpretazione della parola "contributo". Basta aprire il dizionario, sfogliare le pagine. Definizione: "tassa o imposta versata allo Stato o a un ente pubblico in cambio di lavori o servizi di pubblica utilità".
Siamo proprio sicuri si tratti solo di interpretazione?
Alcune parti dell'articolo sono state tratte da La Voce del Canavese del 14/04/08. La definizione di "contributo" è stata invece tratta dal dizionario De Mauro.