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Buoni voti a scuola? Motivazione, istituto e compagni fanno la differenza articolo

La bravura degli studenti non è direttamente proporzionale al ceto sociale e alla disponibilità della famiglia di origine. Valgono di più motivazioni e tipo di scuola.
In base ad una ricerca svolta dal Politecnico di Milano e della Lancaster University, che sono andati a confrontare i risultati in matematica del test PISA 2015 degli studenti quindicenni di nove Paesi (oltre a quelli citati Giappone, Canada e Germania), nella nostra Penisola conterebbero di più la motivazione personale e l’istruzione dei propri genitori.
Per realizzare la ricerca sono state utilizzate tecniche statistiche innovative e tecniche di machine learning, con un modello "abbastanza flessibile da poter essere applicato a sistemi scolastici di tutto il mondo con strutture differenti ed estrapolare quali sono gli aspetti della vita degli studenti e delle realtà scolastiche che influenzano, rispettivamente, il rendimento degli studenti e le performances delle scuole" si legge in una nota del Politecnico.

La differenza la fanno le qualità personali

La variabile socio-economica, dunque, non sarebbe la più importante per influenzare il rendimento scolastico.
A fare la differenza sarebbero una buona gestione dell’ansia, la capacità di cooperare con i compagni e l’accessibilità a materiale culturale in famiglia. Tutti questi sono fattori che influiscono positivamente sui risultati scolastici dei giovani italiani.
Importante è l’istituto scolastico che si frequenta: il 41% della variabilità del rendimento scolastico degli studenti è spiegata dal loro raggruppamento nelle diverse scuole. In Giappone, Francia, Canada e Germania, invece, la variabile più importante è la dimensione dell’istituto: si rileva che nelle scuole più numerose, gli studenti ottengono risultati migliori.
Dunque la bravura degli studenti non è influenzata dal ceto sociale e dai soldi della famiglia, a differenza di quanto accade in Australia, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti. E come ha spiegato recentemente l'economista Carlo Cottarelli, l'uguaglianza delle opportunità significa "una scuola pubblica che consenta la formazione di un capitale umano a tutti, anche a chi proviene da ambienti svantaggiati, una scuola che porti via i ragazzi dalle strade per avviarli a una vita professionale proficua".