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Sintesi
Storia - La Grande Guerra
Italiano - D'Annunzio un protagonista della nostra storia
Introduzione a inglese - Telegramma Zimmerman
Inglese - Room 40
Sistemi - La crittografia
Informatica - Comandi sulla sicurezza dei database e il D.B.M.S.
Tecnologia progettazione sistemi informatici e di telecomunicazioni - Progettazione di sistemi sicuri
Gestione del progetto e organizzazione d'impresa - Gestione di progetti informatici
Estratto del documento

LA FINE DELLA GUERRA

Fronte russo, marzo 1918

La Russia firma il trattato di Brest-Litovsk con cui accetta di rinunciare alla Polonia, alla

Lituania, alle province baltiche e di riconoscere l’indipendenza della Finlandia e

dell’Ucraina.

Fronte occidentale, marzo – luglio ‘18

I tedeschi concentrano tutte le loro forze lungo il fronte francese e danno inizio alla

battaglia del Kaiser con il quale riescono a far arretrare l’intesa sino al fiume Marna.

L’esercito francese guidato dal generale Foch sferra una poderosa controffensiva che

costringe i teschi alla ritirata.

Fronte italiano, giugno ‘18 15

L’Austria tenta la ribalta sugli italiani attaccando con disperata decisione sul Piave, ma

senza successo.

Fronte occidentale, agosto ‘18

I francesi si preparano per sferrare l’ultimo attacco alle truppe nemiche nella città di

Amiens portando gravi perdite per l’esercito tedesco che sconfitto definitivamente inizia

una lenta ma inesorabile ritirata.

Fronte italiano, ottobre ’18

Gli austriaci vengono definitivamente sconfitti dagli italiani che sfondano il fronte

nemico nel Vittorio Veneto.

Austria, novembre ‘18

Gli italiani, inarrestabili, entrano nelle città di Trento, Trieste, e Fiume.

Contemporaneamente, a Villa Giusti, l’Austria firma l’armistizio.

Anche la Germania, dopo essersi liberata del Kaiser, si ritira dalla guerra con la firma

dell’armistizio. I TRATTATI DI PACE

Francia, gennaio 1919 16

A Parigi si riunisce la conferenza di pace a cui prendono parte i rappresentanti delle

potenze vincitrici con lo scopo di dare all’Europa una nuova sistemazione. Il presidente

Wilson a tale scopo presenta un piano comprendente quattordici punti secondo i quali i

confini dei nuovi paesi debbano comprendere quanti hanno la stessa nazionalità e parlano

la stessa lingua, ognuno di essi deve avere la possibilità di autodecisione e infine, l’unico

punto dei quattordici seguiti, la costituzione della società delle nazioni.

Germania, giugno ‘19

Viene firmato il trattato di Versailles tra la Germania e i paesi dell’intesa. Le clausole del

trattato prevedono il pagamento di ingenti somme di denaro ai paesi vincitori, la cessione

di miniere, materiale navale, ferroviario e industriale per dieci anni e in più la spartizione

di tutte le colonie tedesche tra Inghilterra e Francia, la cessione: dei territori dei Sudeti

alla Cecoslovacchia, dell’Alsazia e della Lorena alla Francia.

Austria, settembre ‘19

Viene firmato il trattato di Saint-Germain grazie al quale l’Italia riacquista il Trentino,

l’Alto Adige, l’Istria e il bacino dell’Isonzo mentre la Cecoslovacchia, la Iugoslavia e

l’Albania vengono dichiarate indipendenti. Anche se l’Italia riceve dei territori

dall’Austria non accade lo stesso con quelli ai confini del regno serbo dove l’Italia si

aspettava l’annessione della città di Fiume visto che era per la maggior parte popolata da

italiani. Il netto rifiuto opposto dalle potenze dell’intesa suscita nel cuore degli italiani un

forte sentimento di risentimento di una “vittoria mutilata”.

17

Italia, settembre ’19

Il poeta Gabriele Dannunzio facendosi interprete del crescente malcontento parte, alla

testa di un folto gruppo di volontari, per occupare la citta di Fiume.

Fiume, settembre 1920

Dopo un anno di occupazione Dannunzio instaura nella città di Fiume un governo

provvisorio sotto il nome di Reggenza del Carnaro. Intanto il governo italiano guidato da

Giolitti firma, con il governo iugoslavo, il tratto di Rapallo in base al quale Fiume viene

dichiarata città libera, dunque non soggetta all’autorità dell’Italia né a quella iugoslava.

18

Italiano

GABRIELE D’ANNUNZIO

Gabriele D’Annunzio nasce nel 1863 a Pescara in una famiglia borghese e agiata, che lo

ricoprì di attenzioni, anche per la sua precocità intellettuale.

Compie ottimi studi liceali e ancora

collegiale, pubblica la prima raccoltine

poetica, Primo vere, che suscita grande

interesse.

Dal 1881 si trasferisce a Roma,

iscrivendosi alla facoltà di lettere. Ma

la vita brillante della capitale distoglie

l’ambizioso provinciale dagli studi

regolari: fecondo poeta e prosatore,

frequentatore dell’alta società,

D’Annunzio non prenderà mai la

laurea.

Nel 1883 sposa la principessa Maria

Hardouin di Gallese, da cui avrà tre figli. 19

Tra il 1884 e il 1888 è cronista mondano: ciò costituisce per lui un utile esercizio stilistico

su situazioni eleganti e frivole, poi sviluppate nel primo e fortunato romanzo, Il piacere.

E’ ormai affermatissimo come scrittore.

Un nuovo legame con la contessa Maria Gravina, gli dà altri due figli, tra cui la prediletta

Renata, che D’Annunzio soprannomina gentilmente “la Sirenetta”.

Nasce l’amore intenso e tumultuoso con la grande attrice teatrale Eleonora Duse.

Nel 1897 è eletto deputato per l’estrema destra, ma nel marzo 1900, dopo la repressione

del governo Pelloux seguita ai tumulti popolari milanesi, passa clamorosamente a sinistra.

Dal 1898 si stabilisce con la Duse in Toscana. In questo periodo nascono alcune tra le sue

opere maggiori, in prosa (il romanzo Il fuoco) e in poesia (il ciclo delle Laudi).

Chiuso l’amore con la Duse, altre burrascose relazioni si susseguono e si intrecciano

senza intervallo.

Soverchiato dai debiti e assediato dai creditori, nel 1910 ripara in Francia.

Nel 1915 rientra in Italia ed è tra i più fervidi interventisti. Dopo l’entrata in guerra

dell’Italia, nonostante sia più che cinquantenne, prende servizio al fronte, mosso

dall’ambizione di svolgere in ogni circostanza il ruolo del superuomo.

S’impegna poi in molte azioni di guerra rischiose: l’incursione aerea sul Carnaro, il volo

su Vienna, ma soprattutto, occupa Fiume.

Conclusa l’avventura di Fiume si sposta in una villa di Gardone Riviera. Qui resta sino

alla morte, nominato nel 1924 dal re, su proposta di Mussolini, principe di Montenevoso.

La villa viene ingrandita e via via trasformata in una casa-museo. E’ il fastoso “Vittoriale

degli Italiani”, che D’Annunzio donerà allo Stato. Muore il 1° marzo 1938.

20

LA POETICA

La poetica dannunziana è l’espressione più appariscente del Decadentismo italiano. Dei

poeti “decadenti” europei D’Annunzio accoglie modi, forme, immagini, con una capacità

assimilatrice notevole; quasi sempre, però, senza approfondirli, ma usandoli come parte

della sua arte portata a un’ampia gamma di sperimentazioni.

Nonostante il Poeta avvertì i limiti e la crisi del Positivismo di fine secolo, che portò

nell’uomo il senso di solitudine dovuto alla comune sfiducia nella ragione e nella scienza

che si erano dimostrate incapaci di dare una spiegazione sicura e definitiva della vita e del

mondo, egli, riuscì a creare una poesia senza tempo, dai canoni sempre diversi.

All’interno della poetica dannunziana è possibile

riscontrare tre componenti che svolgono un ruolo

protagonistico nella stesura delle sue opere:

panismo, estetismo e superomismo.

Nella fase panica D’Annunzio è alla ricerca di una

fusione tra uomo e natura che porti alla perdita

dell’identità personale per assumere l’identità del

paesaggio circostante. È questo il periodo in cui si

ha un immagine del Poeta più suggestiva, lontana

dagli artifici del superuomo e dagli eccessi 21

dell’esteta. L’opera più rappresentativa di questa fase

è l’Alcyone dove viene rappresentata la capacità di

entrare in contatto diretto con la natura, con uno

scambio osmotico, per cui l’uomo si fa natura e la

natura si umanizza.

L’estetismo dannunziano rappresenta la ricerca

esasperata, da parte del poeta, del bello fine a se

stesso. Andrea Sperelli, alter ego dannunziano,

rappresenta l’esteta per eccellenza. Per Andrea l’arte è

valore assoluto e concepisce la vita come un’opera

d’arte e “l’arte per arte” rappresenta uno stile di vita.

Egli è capace di fondere l’arte alla vita fino a far diventare quest’ultima una finzione. La

raffinatezza e la bellezza vanno raggiunte a tutti i costi, in un processo sociale di

innalzamento al di sopra degli altri e in un processo psicologico di affinamento del gusto

e delle sensazioni. L’estetismo implica un atteggiamento discriminatorio verso la massa,

condannata ad una vita volgare e mediocre.

Il mito del superuomo dannunziano testimonia l’incontro del poeta con il pensiero di

Nietzsche, pensiero però che viene svuotato della sua valenza filosofica e reinterpretato in

chiave vitalistica. È proprio in Nietzsche che D’Annunzio scopre il mito dell’istinto

grazie al quale l’esteta è in grado di trasformarsi in superuomo. La fusione tra l’estetismo

e l’esaltazione della guerra e della violenza porta l’artista, ormai trasformato in

superuomo, ad un forte disprezzo per le masse, verso le quali rivendica l’assoluta

sovranità. Tutto si trasforma in un oggetto utile alla propria affermazione.

22

Il telegramma Zimmerman

Il telegramma Zimmermann è un documento inviato via telegrafo il 16 gennaio 1917, al

culmine della prima guerra mondiale, dal Ministro degli Esteri dell'Impero tedesco,

Arthur Zimmermann, all'ambasciatore tedesco in Messico.

Il messaggio di Zimmermann comprendeva proposte per un'alleanza tedesca con il

Messico, mentre la Germania avrebbe cercato di mantenere la neutralità con gli Stati

Uniti. Se questa politica avesse dovuto fallire, veniva suggerito nel messaggio, il governo

messicano avrebbe dovuto fare causa comune con la Germania, cercando di persuadere il

governo giapponese ad unirsi alla nuova alleanza, ed attaccare gli USA. La Germania da

parte sua prometteva supporto economico e la restituzione al Messico degli ex-territori di

Texas, Nuovo Messico e Arizona (persi durante la Guerra Messicano-Americana del

1846-1848).

Il telegramma venne intercettato e decifrato in maniera sufficiente a comprenderne il

senso dai decifratori Nigel de Grey e William Montgomery dell'unità di spionaggio della

Marina Militare britannica denominata Room 40, comandata dall'ammiraglio William R.

Hall. Ciò fu possibile perché il codice usato dai tedeschi (0075) era stato parzialmente

cripto analizzato usando, tra le altre tecniche, messaggi in chiaro catturati e una versione

precedente del cifrario presa a Wilhelm Wassmus, un agente tedesco che operava in

Medio Oriente.

I britannici pe

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