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Volkswagen, tesina



Storia: Wolkswagen la fabbrica tedesca di auto nata durante il nazismo e oggi multinazionale
Economia Aziendale: La delocalizzazione delle imprese industriali
Diritto: Il sindacato-cenni storici e situazione italiana rispetto al "modello tedesco"
Estratto del documento

Manuel Mescoli a.s. 2013-2014

 

Volkswagen

La multinazionale dell’auto che ha vinto la sfida del mercato

globale

 

 

Introduzione:

L’idea per lo svolgimento di questa tesina mi è venuta leggendo diversi articoli

apparsi sui media italiani relativamente al fenomeno Volkswagen, nei quali si

descrive una situazione finanziaria del Gruppo con utili previsti nel bilancio 2013 che

si aggirano interno a 11,7 miliardi di euro (previsione febbraio 2014).

Questa azienda, nella quale il sindacato “IG Metall” è presente con il 95% degli

iscritti tra i lavoratori e collabora positivamente con il management del Gruppo per

tutti gli aspetti della vita dei lavoratori in azienda, preannuncia sui media per

l’immediato futuro e su tutti i mercati più importanti del mondo (Cina, Russia,

Giappone) enormi investimenti ed il lancio di decine di nuovi modelli di auto.

In data 8 Giugno 2014 un articolo del Sole 24 Ore cita che per gli studenti italiani

delle facoltà universitarie di Ingegneria e Scienze Informatiche il Gruppo

Volkswagen rappresenta il datore di lavoro ideale.

Già oggi in Volkswagen lavorano molti operai e managers italiani.

La situazione dell’industria automobilistica italiana è purtroppo estremamente

diversa: la Fiat primaria azienda italiana nel settore ha infatti trasferito la sua sede

legale in Olanda e gli stabilimenti di produzione italiani continuano a lavorare tra

cassa integrazione, mobilità e rischio di chiusura.

E’ come poter affermare che l’Italia è oggi un paese oggetto di “delocalizzazione” per

la produzione di automobili in quanto gli stabilimenti italiani resteranno aperti

garantendo la relativa occupazione ai dipendenti fintanto che la leadership Fiat lo

riterrà conveniente.

Il sindacato italiano è attualmente assolutamente disarmato e privo di potere

negoziale in questa fase per la difesa dei lavoratori.

Ho voluto pertanto approfondire in questa tesina la storia della Volkswagen, cosa

significa delocalizzazione dal punto di vista economico e sociale per i paesi coinvolti,

la storia del Sindacato in Italia e la sua attuale situazione rispetto al modello tedesco.

Mappa concettuale:

Storia

Wolkswagen la fabbrica tedesca di auto nata durante il nazismo e oggi

multinazionale

Economia aziendale - La delocalizzazione delle imprese industriali

Diritto - Il Sindacato - cenni storici e situazione italiana rispetto al “modello tedesco”

  1  

 

 

STORIA

La Volkswagen, vocabolo che in tedesco significa letteralmente vettura del popolo,

nacque sotto la dittatura nazista di Adolf Hitler, il 28 Maggio 1937, per suo volere.

Negli anni trenta, infatti, Hitler voleva far realizzare un'automobile che potesse

essere in grado di motorizzare il popolo tedesco di classe meno abbiente. L'incarico

di realizzarne il progetto venne affidato all'ingegnere Ferdinand Porsche, titolare

dell'omonimo studio di progettazione nato nel 1931, col diktat di creare un'auto

compatta, economica, semplice e robusta, facile da costruire in grande serie ed

economicamente accessibile.

Nel 1936 vennero presentati 3 prototipi (2 berline e una cabriolet) al Führer, che

diede ordine di trovare un luogo dove far sorgere la fabbrica per la produzione

dell'auto del popolo.

Si scelse un sito ove sarebbe stata costruita una nuova città attorno allo stabilimento,

la futura Wolfsburg, in Bassa Sassonia, non molto distante da Hannover nei pressi

del castello di Wolfsburg del conte Von Schulenberg, che vedrà espropriate le sue

terre.

La cerimonia di posa della prima pietra, presieduta ovviamente da Hitler, si svolse

nel 1938, ma poco tempo dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale costrinse a

convertire il progetto Typ 1 da civile a militare.

  2  

 

 

Nacquero così le Kübelwagen (auto-tinozza), usate come mezzo di trasporto leggero

dagli ufficiali della Wehrmacht e la "Schwimmwagen" (l'auto che nuota,

ovvero anfibia).

Dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale infatti, lo stabilimento della

Volkswagen venne convertito in un'industria d'armamenti, nella quale furono

costretti a lavorare molti stranieri condannati ai lavori forzati.

Terminato il conflitto, grazie all'iniziativa di Ivan Hirst, maggiore dell'esercito

inglese, e di Ferdinand Anton Porsche (figlio di Ferdinand), la fabbrica della

Volkswagen di Wolfsburg venne riaperta, nonostante i danneggiamenti subiti dai

bombardamenti che demolirono i due terzi della struttura.

Lo stabilimento Volkswagen tornò ad essere un'azienda automobilistica civile in

seguito alla confisca operata, per conto degli Alleati, dalle forze militari

britanniche, che nell'agosto del 1945 commissionarono un primo lotto di

produzione di oltre 20.000 vetture. La produzione di serie riprese nel dicembre

del 1945 con la costruzione dei primi 55 Maggiolini.

La direzione della fabbrica fu affidata a Heinz Nordhoff, ed il modello progettato

nell'anteguerra, opportunamente aggiornato fu immesso sul mercato con il nome

commerciale di Volkswagen 1200, meglio conosciuto

come Maggiolino (oppure Kaefer, Beetle o Coccinelle, a seconda della lingua dei paesi

di commercializzazione). Il successo fu letteralmente immenso.

Nell'ottobre del 1949 la Volkswagen venne posta dai britannici sotto

l'amministrazione fiduciaria della Repubblica Federale e venne concessa in

gestione al Land della Bassa Sassonia. Grazie al successo dei due modelli prodotti –

il Maggiolino e il Transporter – l'Azienda di Wolfsburg divenne il simbolo

imprenditoriale dell'intera Germania durante il periodo del “miracolo economico”.

Negli anni Cinquanta vennero aperte nuove fabbriche: ad Hannover e a Kassel, più

tardi a Emden e Salzgitter. Anche all'estero l'Azienda conquistò una serie di

successi: nel 1947 iniziarono le esportazioni, nel 1952 la Volkswagen fondò in

Canada la sua prima società di distribuzione estera e nel 1953 fu inaugurato un

nuovo sito produttivo in America del Sud, la “Volkswagen do Brasil Ltda”. Nel

1955 a Wolfsburg venne celebrata la produzione del milionesimo Maggiolino dalla

fine della guerra.

Trasformata in Società per Azioni e parzialmente privatizzata nel 1960, la

Volkswagen si rafforzò grazie all'acquisizione di Auto Union GmbH, avvenuta nel

1965, che venne poi accorpata nel 1969 alla NSU Motorenwerke Aktiengesellschaft

(accorpamento dal quale nacque l'attuale Audi AG), divenendo così il primo

Gruppo automobilistico tedesco.

Tra il 1973 e il 1975 la Volkswagen ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo

tecnologico grazie al passaggio dal motore a trazione posteriore raffreddato ad

aria a soluzioni più moderne che impiegavano motori raffreddati ad acqua e a

trazione anteriore. Passat, Golf e Polo sono i nomi di tre modelli che rappresentano

questa rivoluzione, tutt'oggi fulcro della produzione della Casa di Wolfsburg.

Alla metà degli anni Settanta la Volkswagen seppe adattare i propri prodotti alle

nuove condizioni economiche che si erano create dopo la crisi energetica del 1973.

Divenne un costruttore innovativo di veicoli di larga diffusione, in grado di offrire

elevati standards di sicurezza e motori dai consumi molto contenuti. Come già

  3  

 

 

nell'era del Maggiolino, ancora oggi la Volkswagen interpreta in tutto il mondo il

ruolo di “ambasciatore della mobilità Made in Germany”, contribuendo così alla

democratizzazione della sicurezza, del comfort e della salvaguardia ambientale.

Nata in Bassa Sassonia, quest'Azienda ha dimostrato molto presto che la sua voglia

di forte crescita internazionale, ad esempio l'ingresso nel mercato cinese nel 1982, è

stata una garanzia di successo. In questo contesto la Volkswagen, con i servizi

finanziari offerti dalla Volkswagen Financial Services AG, ha potuto adeguarsi alle

condizioni imposte dalla globalizzazione.

Oggi Il Gruppo Volkswagen detiene la proprietà delle seguenti società con i sotto

indicati marchi:

• Audi Il 99,55% è di proprietà della Volkswagen AG.

È stata acquistata dalla Daimler-Benz nel 1964.

• Lamborghini Il 100% è di proprietà dell'Audi. È stata acquistata nel 1998.

• Ducati Il 100% è di proprietà di Lamborghini. È stata acquistata nel 2012.

• Bentley Il 100% è di proprietà della Volkswagen AG. È stata acquistata nel 1998

• Bugatti Il 100% è di proprietà della Volkswagen AG. La Bugatti Automobiles SAS

è stata creata dopo l'acquisto del marchio "Bugatti" nel 1998

• Porsche Il 100% è di proprietà della Volkswagen AG dal 2012.

• SEAT Il 100% è di proprietà della Volkswagen AG dal 1990.

• Škoda Auto Di proprietà del gruppo dal 1991 (dal 2000 al 100%).

• Volkswagen Auto Il marchio fondatore del gruppo

• Volkswagen Veicoli Commerciali Ha iniziato le operazioni indipendentemente

nel 1995

• Scania AB Acquistata nel 2008 diventando così il nono marchio del gruppo. 70.94%

dei diritti di voto il 30 novembre 2009.

• MAN SE Acquistata nel 2011 diventando così il decimo marchio del gruppo. 55,9%

dei diritti di voto il 4 luglio 2011.

Italdesign Giugiaro Il 90,1% è di proprietà della Volkswagen AG.

Il gruppo Volkswagen conta per il 24% del mercato del mercato europeo, il

doppio rispetto l’immediato concorrente (gruppo PSA che raggruppa Peugeot e

Citroën), ma il comparto di riferimento vive una fase problematica profonda dai

connotati geografici ben definiti.

L’Europa sta affrontando una crisi strutturale con un mercato automobilistico

saturo, che riduce le possibilità di vendita al ricambio del parco esistente. Ai

produttori sono richieste nuove strategie commerciali, per inseguire i bisogni di

una popolazione che non acquista più un’auto perché ancora non la possiede e

delle nuove generazioni che non vedono più in essa quel bene indispensabile con

priorità sugli altri.

L’Italia non fa eccezione, anzi, è il paese in Europa dove l’auto sta soffrendo di più.

Il mondo al di fuori dell’Europa però, sembra marciare su binari differenti.

Considerando i sette grandi mercati di riferimento (Europa, Usa, Giappone, Russia,

Cina, Brasile, India) tolto il vecchio continente (ed il Brasile che recede

debolmente), si scopre una situazione totalmente diversa. I numeri parlano chiaro:

crescite a doppia cifra che premiano i produttori che hanno saputo investire nei

mercati emergenti.

Mentre questi mercati crescevano in media del 12% con +2.6 Milioni di unità, nella

prima metà del 2012 l’Europa aveva un saldo negativo di -670.000 unità. Tutto

questo a “vantaggio” di Volkswagen Group che esporta ogni anno circa il 76%

  4  

 

  produzione,   presente   in   tutti   mercati   citati,   con   ben   sei   modelli   nella   classifica  

della  

mondiale  delle  cinquanta  auto  più  vendute.

Marchi del Gruppo Volkswagen:

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ECONOMIA AZIENDALE

Delocalizzazione delle imprese industriali

La delocalizzazione è quel fenomeno moderno e, sempre più frequente, che vede, in

particolare le grandi imprese, trasferire le loro attività in Paesi come quelli del Sudest

asiatico, del Nord Africa, del Sud America e dell’ Est Europeo.

Oggi infatti, molti prodotti finiti che vengono collocati sul mercato, sono il risultato

di lavorazioni realizzate in più paesi; può accadere perciò che un

apparecchio,assemblato in Italia, sia stato progettato negli Stati Uniti e sia costituito

da componenti fabbricati parte in Cina, parte in Corea e parte in Germania.

Sul piano tecnico, la delocalizzazione produttiva può realizzarsi attraverso:

1. come detto prima, la costituzione di filiali nei Paesi dove i costi del lavoro

sono più convenienti;

2. accordi di sub-fornitura con imprese specializzate che offrono parti

componenti del prodotto finito a prezzi più vantaggiosi;

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  3. acquisizione di pacchetti azionari di imprese concorrenti o che producono

beni complementari, già esistenti, o appositamente costituite, nel Paese che

offre migliori opportunità.

La scelta di spostare un’attività economica da un luogo d’origine ad uno di

destinazione può essere motivata in vari modi:

Vicinanza al mercato di vendita. Maggiore vicinanza della nuova ubicazione

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