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STORIA: Benito Mussolini
FILOSOFIA: Soren Kierkegaard
LATINO: Petronio – Satirycon
GEOGRAFIA ASTRONOMICA: I Terremoti
EDUCAZIONE FISICA: Il Doping
INGLESE: The Victorian age
STORIA DELL’ARTE: L’Impressionismo
MATEMATICA: Gli intervalli
FISICA: Il campo magnetico
Mussolini pur appoggiando D’Annunzio aveva evitato di schierarsi troppo
apertamente contro il governo, perché lo stato liberale era ancora abbastanza
forte e Mussolini non si sentiva in grado di attaccarlo frontalmente e così si
attirò i rimproveri del poeta-soldato. Anche se la sua cautela era fondata
perché nel 1920 D’Annunzio fu costretto ad abbandonare fiume. In seguito si
esiliò nella sua villa di Gardone, il “Vittoriale degli Italiani”, dove visse fino alla
morte, avvenuta nel 1938.
Mussolini si presentava come un uomo aperto alle innovazioni, che non
guardava al passato ma al futuro. Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922,
Mussolini formò un primo governo di coalizione per mostrare di voler arrivare al
potere in maniera legale e costituì questo governo con rappresentanti liberali e
del partito popolare. Chiese alla Camere i poteri per un anno e li ottene, si servì
dei pieni poteri per ridurre l’intervento dello stato nella vita economica, così da
ottenere il sostegno al suo governo sia da parte del mondo degli affari sia da
parte dei lavoratori. Fece approvare una legge, elaborata dal sottosegretario
alla presidenza del consiglio Giacomo Acerbo, che assegnava i due terzi dei
seggi alla lista che avesse riportato la maggioranza relativa dei voti. Nell’aprile
del 1924 si svolsero così le elezioni e i fascisti riuscirono a formare una lista in
cue entrarono anche uomini di altri partiti e fu perciò definita “listone”. Grazie
all’azione d’intimidazione degli avversari, il listone vinse le elezioni. Gli
oppositori denunciarono le violenze e in questa denuncia fu particolarmente
attivo il deputato socialista Giacomo Matteotti, che fu rapito da un gruppo di
fascisti e ucciso. L’uccisione di Matteotti provocò un’ondata d’indignazione, che
rischiò di travolgere il governo, ma Mussolini riuscì a superare la crisi sia per il
sostegno che ricevette dalla monarchia sia per l’incapacità dei deputati di
svolgere una decisa azione antigovernativa. La loro protesta veniva definita
dell’AVENTINO, luogo in cui si ritiravano i plebei nella lotta contro i patrizi
quando non ottenevano ciò che chiedevano. Mussolini rivendicò a sé la
responsabilità dell’accaduto e il 3 gennaio 1925 il fascismo si trasformò in un
vero e proprio regime, vennero subito emanate le “leggi fascistissime” che
prevedevano:
- Lo scioglimento di tutti i partiti e movimenti politici, ad eccezione di
quello fascista
- La cessazione della libertà di parola
- La stampa fu sottoposta a una forte censura
- Il potere legislativo venne sottratto al parlamento e attribuito al capo del
governo
- Fu restaurata la pena di morte
- Fu creato il tribunale speciale per la difesa dello Stato, volto a reprimere
tutti gli attacchi contro il fascismo
- A tale tribunale fu affiancata l’OVRA, che serviva per individuare le zone
di malcontento sociale e le persone che potevano costituire un pericolo,
così da mettere il governo in grado d’intervenire tempestivamente
- Tolse ogni carattere di democraticità alle elezioni, gli elettori infatti
potevano votare soltanto per una lista formata da candidati proposti da
organizzazioni fasciste e convalidati dal Gran Consiglio.
Dal 1925 in poi si accelerò anche quello che fu chiamato il <<culto di
Mussolini>> che da lì a poco impartì l’ordine di essere chiamato Duce. Col
passare degli anni l’influenza del fascismo si andava allargando sempre di più,
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ad esempio il sabato venne dichiarato il giorno dedicato al fascismo e per
questo chiamato << Sabato fascista >> e il modo migliore per rappresentarlo
era passarlo con esercizi ginnici al Foro Mussolini o con parate militari. Le
masse, come già detto, furono inquadrate; addirittura fu imposto in molti posti
di lavoro l’ordine di vestire la divisa militare, ricordandosi poi di stare
<<sull’attenti>> davanti al capo. Col tempo l’Italia si avvicinava sempre di più
alla Germana hitleriana, infatti da li a poco l’italia emanò le leggi razziali le
quali prime vittime furono i bambini ebrei che si avviavano ad iniziare l’anno
scolastico. Mussolini, in questo periodo, si cominciò a far raffigurare sempre in
pose guerriere e militaresche, con la testa rasata e con l’ elmetto e la divisa
militare.
FILOSOFIA
In campo filosofico l’esistenza umana è qualcosa che va al di là del pensiero.
Essa si fonda su un impegno esistenziale dell’individuo, scelte che si pongono.
Soren Kierkegaard nel suo primo libro AUT-AUT, descrive tale impegno come
possibilità di scegliere tra diverse dimensioni, presenta infatti l’alternativa di tre
stadi fondamentali della vita: vita estetica, etica e religiosa. Ognuno di questi
tre stati forma una vita in sé. Nell’esistenza dell’individuo il passaggio dall’una
all’altra forma implica il radicale superamento della prima forma ad opera della
seconda. Il primo stadio dell’esistenza è quello estetico. Kierkegaard designa
una dimensione dell’esistenza “esteta”, la forma di vita di chi vive nell’attimo,
fuggevolissimo e irripetibile. L’esteta vive il rapporto con la vita come
godimento e come rappresentazione di esso, infatti egli vive la vita come se
fosse un teatro. Il suo motto è la massima del poeta latino Orazio: carpe diem
(cioè "cogli l’oggi", vivi alla giornata e credi nel domani il meno possibile).
Kierkegaard rappresenta l’esteta nella figura di Don Giovanni, il seduttore, che
sa cercare e godere ciò che le occasioni gli offrono. Don Giovanni non ama una
sola donna, ma tutte, e tutte le seduce e in ogni donna desidera la femminilità
tutta intera. Il segreto del suo su cesta sta nel desiderio, la forza del desiderio
che seduce. Lui evita la speranza per non essere legato al futuro, rifiuta il
ricordo per non essere legato al passato. È un uomo che non riflette, vive in
maniera superficiale. Gode dell’appagamento del desiderio, ma, non appena ha
goduto, cerca un nuovo oggetto e un altro ancora, e cosi via all’infinito.
L’estetismo per Kierkegaard, segna la perdita di ogni legame etico, è amorale
perché si basa sul disimpegno e rende l’uomo privo di senso. L’esteta più
raffinato alla fine sarà preso dalla disperazione; la vita dell’esteta è esteriorità,
apparenza. La scelta è assunzione di responsabilità, dunque capirà che esiste
un’altra dimensione del vivere verso cui orientare la propria scelta, farà un
salto e passerà dalla vita estetica a quella etica. Questo passaggio rappresenta
il modello borghese di vivere: lavoro, matrimonio, famiglia. Non ci si trova più
di fronte a un “seduttore”, ma ad un marito tutto dedito alla famiglia.
A segnare lo stadio etico è la ripetizione, ovvero il rinnovare le scelte
quotidiane che inducono a uno spirito di “routine”, alla riduzione e allo
svuotamento della propria spontaneità interiore, fino al punto di cadere nella
disperazione, perché il marito diviene cosciente dell’impossibilità di conseguire
uno stabile equilibrio nella serenità della famiglia. Il senso scuro e profondo
della colpa si trasforma in pentimento che segna l’affacciarsi della possibilità
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del passaggio dall’etica alla religione, una via aspra e tormentata, una ricerca
ansiosa di Dio attraverso una disperazione radicale.
La fede è un fatto personale, un rapporto immediato e diretto di comunicazione
fra Dio e l’uomo che si manifesta in modo fulmineo.
La fede è un salto da cui non possiamo attenderci “dolci consolazioni”, ma
decisioni radicali e terribili. La fede pone al di fuori delle norme etiche della
società. La fede è scelta dell’assoluto, è salto sospensione dell’etica. Si afferma
come solitudine dell’uomo davanti a Dio e nello stesso tempo si afferma come
paradosso e scandalo. La fede nasce e matura solo nel chiuso della coscienza,
nel senso di angoscia che attanaglia l’uomo quando avverte l’esigenza di
riconoscere l’assolutezza del divino e che la salvezza costituisce una
prospettiva solo possibile, nient’affatto garantita.
LATINO
Portando la nostra mente a tanti secoli fa, vediamo come anche nella
letteratura latina, c’è stato chi ha trasgredito dai canoni della cosi detta
“normalità”.
La trasgressione e’ identificata nel romanzo del “Satyricon” di Petronio il quale
narra per la prima volta la storia di due giovani soffermandosi per lo piu’ sulle
loro vicende erotiche. Il Satyricon rappresenta inoltre una vera novita’ dal
punto di vista della lingua e dello stile : Petronio sa alternare nel corso della
narrazione linguaggi e toni diversi, da quello dell’io narrante,semplice e
disinvolto a quello volutamente rozzo, ma fortemente espressivo e pittoresco.
quest’opera si può considerare come il “primo scandalo ufficiale” della
letteratura latina. Petronio adatta ad ogni personaggio il suo specifico registro
linguistico: si passa così dallo stile aulico, declamatorio,di Eumolpo, alla parlata
volgare, piena di espressioni gergali, dei commensali di Trimalchione. A
caratterizzare un personaggio non concorrono, quindi, solamente le sue azioni
e i suoi discorsi ma anche la lingua. Petronio evita di raccontare personalmente
le vicende delegando il compito direttamente ai suoi personaggi. L’opera,
infatti, è pensata come un lungo diario personale, scritto in prima persona dal
protagonista Encolpio. Del capolavoro, il “Satyricon” sono incerti l’autore, la
data di composizione, il titolo e il significato, l’estensione e la trama originaria,
il genere letterario e le motivazioni per cui quest’opera venne scritta e
pubblicata. nel romanzo latino dominano AVVENTURA e TRASGRESSIONE.
La storia è narrata in prima persona dal protagonista Encolpio, l’unico
personaggio (oltre a Gitone) che compare in tutti gli episodi del romanzo.
Encolpio, un giovane di buona cultura, viaggia in compagnia insieme ad Ascilto
un avventuriero e un bel giovinetto, Gitone, fra questi tre personaggi corre un
triangolo amoroso.
GEOGRAFIA ASTRONOMICA
Sismologia
I terremoti sono al giorno d’oggi la principale fonte di conoscenze sull’interno
della Terra. Il terremoto non è un fenomeno casuale:essi sono un evento
naturale molto diffuso. Si sismi non si manifestano ovunque, ma solo entro
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certe fasce della superficie terrestre (aree sismiche) mentre mancano in altre
aree (asismiche). Nonostante nelle aree asismiche non si generino terremoti,
tuttavia esse possono risentire degli effetti di questi dovuti al propagarsi delle
vibrazioni.
Un terremoto è una vibrazione più o meno forte della Terra prodotta da una
rapida liberazione di energia meccanica in qualche punto al suo interno. Il
punto in cui l’energia si libera è detto ipocentro (o fuoco) del terremoto: da
esso l’energia si propaga per onde sferiche che, pur indebolendosi con la
distanza fino a scomparire, attraversano tutta la Terra.
Ciclo sismico
Una zona in cui si è appena manifestato un terremoto dovrebbe, secondo la
teoria del rimbalzo elastico, aver raggiunto un nuovo equilibrio, che
garantirebbe un periodo di tranquillità sismica. Si accumulerà però nuova
energia, fino ad un successivo punto di rottura e al manifestarsi di un’altra crisi
sismica. Questo è il ciclo sismico, nel quale si possono individuare più stadi.
1) Pre sismico: dove la deformazione elastica provoca variazioni in alcune
caratteristiche delle rocce;
2) Post sismico: dove l’area colpita va verso un nuovo equilibrio, attraverso
scosse successive o repliche.
Il ciclo sismico può essere utile alla previsione dei terremoti. Si può pensare
infatti, per una determinata regione sismica, a calcolare i probabili intervalli tra
crisi sismiche che si susseguono.
Le onde sismiche: propagazione
Dall’ipocentro le onde sismiche si propagano in tutte le direzioni: il punto in
superficie posto sulla verticale dell’ipocentro è detto epicentro. I fronti d’onda
sono le diverse posizioni raggiunte momento per momento dalle singole
vibrazioni. I movimenti all’ipocentro producono differenti tipi di deformazioni
cui corrispondono diversi tipi di onde.
Onde longitudinali: sono quelle al cui passaggio le particelle di roccia