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IPSIA “ E. ASCIONE ”
PALERMO
Tesina di Gnatologia
Anno scolastico 2006/2007
Valery de Bauyn a
V B Odonto
Professoressa Carmela Bellomo
Valéry de Bauyn
Anno scolastico 2006/2007
Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare alla Professoressa di Gnatologia, Carmela
Bellomo, che ha avuto la pazienza di leggere e mi ha assistito nella redazione
della tesi.
Un doveroso ringraziamento ancora alla Prof. Carmela Bellomo per avermi
ssa
accompagnato, appoggiato ed assistito in questo percorso scolastico.
Un grazie davvero sentito al dirigente scolastico, dott. Li Puma, ai professori
tutti ed ai collaboratori e personale tecnico-amministrativo dell’Istituto I.P.S.I.A.
E.Ascione. 2
Valéry de Bauyn
Anno scolastico 2006/2007
La protesi fissa è un manufatto, posizionato su denti opportunamente
preparati, che una volta fissato può essere disinserito solo dall’odontoiatra
mediante decementazione.
E’ definita protesi fisiologica, perché scarica sull’osso le forze masticatorie
tramite il paradonto, trasmettendole nello stesso modo in cui le trasmette il
dente sano inserito nel proprio alveolo.
Il ponte è un dispositivo protesico destinato a sostituire uno o più elementi
dentali mancanti, sfruttando l’appoggio offerto dalle corone naturali (pilastri)
poste alle estremità mesiale e distale della breccia edentula.
Travata è la definizione comune della porzione intermedia sostitutiva.
Le varie componenti protesiche sono collegate a mezzo di strutture dette
connettori; essi si dividono in connettori fissi quando gli elementi vengono fusi
o saldati, mobili quando viene consentita un certa mobilità agli elementi
costituenti il ponte essendo ad incastro.
La ritenzione è la porzione di ponte che unisce l’elemento dentale pilastro alla
travata.
Valéry de Bauyn 3
Anno scolastico 2006/2007
Preparazione di una protesi a ponte:
La preparazione deve essere effettuata a livello di tutte le porzioni interessate
alla protesizzazione:
Pilastri;
Zona edentula;
Denti antagonisti;
Preparazione dei pilastri :
I pilastri devono essere preparati nella zona che interessa l’ancoraggio della
protesi, se necessario, vanno predisposti anche i tessuti di sostegno.
Preparazione della parte coronale :
Serve come ancoraggio della protesi e segue i principi della protesi
ricostruttiva.
Poiché i denti i pilastro dovranno sopportare anche i carichi masticatori dei
denti mancanti; va considerato che sollecitazioni anomale possono provocare il
ribaltamento o la de cementazione del manufatto.
Valutazione dello stato dei tessuti di sostegno :
E’ fondamentale per la buona riuscita del manufatto.
Prima di intraprendere il procedimento ricostruttivo, è necessario completare le
detartrasi coronale e sub gengivale (allo scopo di eliminare un’eventuale
infiammazione), praticare se necessario innesti ossei (per conferire ai pilastri
un maggiore sostegno), e innesti gengivali e rimodellamento dei processi
alveolari (per motivi funzionali ed estetici).
I procedimenti cui ricorrere per ottenere una gengiva sana o per controllare
alcuni degli agenti che provocano la malattia sono :
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Curettaggio subgengivale: consiste dapprima nella detartrasi e
successivamente nella levigatura della radice e nell’asportazione del
rivestimento sulculare dei tessuti ulcerati.
Gengivectomia si ricorre nei seguenti casi:
Quando le tasche sono accompagnate da infiammazioni gengivale
o con fibrosi.
Quando i livelli dei margini gengivali delle aree adiacenti variano
o notevolmente.
Quando vi è stata la perdita del tessuto interprossimale nella
o papilla, che si presenta con crateri, anziché di forma normale.
Quando vi sono i margini gengivali inspessiti.
o Quando si è verificata una perdita d’osso orizzontale relativamente
o uniforme
Chirurgia muco gengivale , ci si ricorre quando c’è :
Attacco anormale del frenulo.
o Plica muco vestibolare poco profonda (non concede spazio al
o normale complesso gengivale).
Casi nei quali è necessario aumentare la zona di gengiva aderente.
o
Chirurgia ossea , ci si ricorre nei casi di :
Margine dell’osso inspessito a causa di une forma di distruzione
o dovuta a malattia paradentale.
Perdita di tessuto osseo nel setto interprossimale, con formazione
o di cratere.
Livelli dell’osso delle aree adiacenti che variano notevolmente.
o Tasche infraossee a una o due pareti.
o Compromissione della biforcazione e della triforcazione che
o costringono a intervenire per ottenere un contorno accettabile.
Spigoli acuti e sporgenze dell’osso.
o
Preparazione delle zone edentule:
Le zone edentule (selle) possono presentare un forte riassorbimento, oppure
una superficie ipertrofica, o ancora, specialmente nei pazienti giovani, carenza
di spazio in senso verticale.
In caso di forte riassorbimento, il tecnico è costretto a costruire elementi molto
lunghe, che pregiudicano specie negli anteriori l’aspetto estetico.
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Tale condizione può essere migliorata intervenendo chirurgicamente tramite
innesto di tessuti.
L’ipertrofia impedisce la costruzione corretta della travata a causa di rilievi più
o meno accentuati, che pertanto devono essere asportati.
Succede che a causa dello scarso riassorbimento osseo o della ridotta
dimensione dei denti naturali in senso verticale, lo spazio verticale sia
insufficiente per i denti da sostituire, di conseguenza la travata risulterebbe
troppo sottile, sarebbe sottoposta a flessioni, e i denti pilastro si inclinerebbero
in direzione della zona edentula.
Preparazione dei denti antagonisti:
Gli antagonisti di elementi estratti da lungo tempo si allungano in generale
verso lo spazio edentulo, andando oltre il proprio occlusale, presentandosi
estrusi e riducendo lo spazio in senso verticale.
Talvolta questa migrazione dei pilastri risulta talmente scomposta da rendere
impossibile sia una valida tripodizzazione, sia il ripristino delle curve di
compensazione. In questo caso bisogna estendere la protesizzazione agli
antagonisti che se sono troppo estrusi impediscono una corretta realizzazione
del manufatto.
Progettazione di una protesi a ponte :
Superficie radicolare utile : E’ la superficie, espressa in mm , ricoperta dal
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legamento paradentale. E’ importante in quanto la sua estensione determina la
capacità di tollerare i carichi pressori-masticatori.
Viene spesso utilizzata la regola di Ante, secondo la quale la somma delle
superficie radicolari degli elementi dentali da adibire a pilastro deve essere
superiore o almeno uguale a quella degli elementi mancanti da sostituire.
Valéry de Bauyn
Anno scolastico 2006/2007
Gruppo dentale di appartenenza dei denti da adibire a pilastri:
Ogni dente occupa una posizione ben precisa e presenta una morfologia adatta
alla funzione da svolgere. I vari elementi dentali sono classificati secondo un
ordine di attitudine decrescente a svolgere la funzione di pilastro.
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