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Sintesi
Materie della tesina
Inglese: Thomas Cook
Tecnica e legislazione turistica: I tour operator
Diritto: Libertà di circolazione
Storia: Gli anni Ottanta italiani
Estratto del documento

railway companies.

Today, Thomas Cook UK & Ireland is the second largest leisure travel group in the

UK and more than 160 years after his pioneering excursion, these words remain a

fitting epitee of the company he founded.

I tour operator sono gli organizzatori dei viaggi, in possesso dell'autorizzazione regionale.

Vengono anche definiti produttori di viaggi a catalogo perché la pubblicazione su carta

rimane il loro principale metodo di comunicazione, nonostante la diffusione di Internet e

degli strumenti multimediali.

DALLA NASCITA DEI TOUR OPERATOR NORDEUROPEI...

I moderni t.o. sono nati nei paesi nordeuropei agli inizi degli anni

Sessanta del Novecento grazie alla presenza di alcune condizioni che

hanno portato i vari paesi a necessitare di viaggi organizzati.

Un primo fattore è il clima, infatti nel nord-Europa le temperature sono

costantemente fredde per tutto l'arco dell'anno. Il mediterraneo

rappresentava il desiderio privilegiato di queste popolazioni,

trattandosi di un paesaggio quasi tropicale.

Un altro elemento era la grande diversità delle popolazioni, in ambito

linguistico, culturale e nella vita comune accompagnato al difficile collegamento urbano

non sempre esaustivo.

Inoltre c'era anche la necessità di disporre di efficienti mezzi di comunicazione collettivi ed

economici.

Per queste ragioni nacquero i primi t.o. (i più importanti t.o. europei sono TUI, Thomas

Cook, Airtours ecc.) dando una risposta ai problemi con la creazione dei pacchetti turistici

tutto compreso, dall'aereo alle gite più stravaganti. La Thomas Cook è il primo t.o. e nasce

a Londra nel 1850.

...A QUELLI ITALIANI

Nel nostro paese l' esigenza di disporre di viaggi organizzati non era molto sentita; la

famiglia italiana preferiva quindi dirigersi verso le seconde case e luoghi di villeggiatura.

Ma verso la fine degli anni Settanta i viaggi degli italiani all'estero aumentarono

notevolmente; tuttavia il vero boom dei t.o. si ha negli anni Ottanta quando aumenta la

domanda di viaggi organizzati.

I principali t.o. italiani sono nati come vere e proprie imprese, discendenti

dalle agenzie di viaggio, ne è un esempio “Alpi Tour” di Cuneo, fondato

da Lorenzo Isoardi nel 1947 come tipica agenzia di viaggio producendo

viaggi su domanda, fino a quando il proprietario decise di trasformare la

propria azienda in t.o. . Analoga è la storia di “Francorosso International”

fondata a Torino da Franco Rosso, il quale passò dalla vendita di

biglietteria e gite in pullman alla creazione di pacchetti turistici in località esotiche.

Non bisogna dimenticare che entrambe queste aziende sono state successivamente

acquistate dalla famiglia Agnelli. 3

Infine il t.o. chiamato “Viaggi del Ventaglio”, di Bruno Colombo, più comunemente

conosciuto come il VentaClub, nato anch'esso come agenzia di viaggio per passare

all'organizzazione specializzata di viaggi nei villaggi. Proprio quest'ultimo fu l'introduttore

dell “all-inclusive” organizzando pacchetti in luoghi diversi dal nostro Mediterraneo, che

stava ormai perdendo di importanza, con contratti a vuoto per pieno a prezzi abbordabili.

Nella seconda metà degli anni Novanta il settore si è radicalmente modificato grazie alla

creazione di gruppi di dimensioni sempre maggiori. Variazioni

Tour operator Fatturato Fatturato Fatturato Fatturato Fatturaro Fatturato 2001 2005/2001

2006 2005 2004 2003 2002

Costa Crociere 1.689.863 1.632.876 1.111.416 807.405 767.711 744.864 126,86%

1.333.000 1.146.772 1.122.052 943148 938.071 1.025.815 29,94%

Alpituor

Gruppo ventaglio 761.146 734.269 760.454 693.326 544.258 525.381 44,87%

MSC 350.651 323.018 213.847 114.730 95.188 86.788 304,03%

Hotelplan 244.486 174.568 183.685 143.162 196.032 223.924 9,18%

Come si vede nella tabella i maggiori t.o. hanno incrementato il loro fatturato nel corso

dell'ultimo decennio e attualmente coprono più del 60% del mercato complessivo.

Nonostante la maggiore richiesta di viaggi, il t.o. risente di un cliente sempre più attento a

soddisfare i propri bisogni e desideri con domande sempre più specializzate. Per questo

infatti i viaggi standardizzati non soddisfano più le loro esigenze, viene quindi utilizzato il

multibranding, ovvero usufruire di marchi nuovi e diversi che possono rappresentare

l'argomento o la destinazione o il prezzo, specialmente dai t.o. minori che possono per

esempio avere un proprio marchio per i viaggi sportivi, per quelli avventurosi, o di studio e

così via. Oppure possono essere specializzati in una destinazione: Comitour per il

Mediterraneo, Going per l'Oriente ecc.

Attualmente i t.o. sono all'incirca trecento e possono essere distinti dall'approccio

gestionale e dimensionale:

I gruppi finanziari: gestiti dai imprenditori che provengono da attività produttive non in

ambito turistico (Alpitour).

I gruppi imprenditoriali: a partire dagli anni Novanta, molti imprenditori turistici sono

sempre andati alla ricerca di soci che assicurassero finanziamenti, senza occuparsi della

gestione. Gli imprenditori sono da allora alla ricerca di quell'equilibrio tra redditività e

indipendenza gestionale (Ventaglio).

Le nicchie: esiste un numero di operatori piccoli o piccolissimi legati ad attività svariate e

ricercate come viaggi culturali, sport diversi, per disabili, musicale, di vestiti e mode che

hanno un numero minimo di clienti fidelizzati.

CLASSIFICAZIONE

I tour operator possono essere classificati dal punto di vista dell'area geografica in cui

operano: nell'outgoing,

specializzati cioè nell'organizzazione di viaggi all'estero;

 nell'incoming,

specializzati cioè organizzando viaggi nel loro paese destinati a clienti

 esteri;

nazionali, cioè producono viaggi interni al loro paese per clienti del paese stesso;

 ricettivisti, cioè organizzano servizi per i turisti in arrivo nelle località turistiche dove

 hanno sede;

gli agenti generali, cioè predisporre viaggi su determinate aree per conto di

 compagnie aeree o enti pubblici, non in possesso dell'autorizzazione.

Contratto vuoto per Tuttavia possono essere classificati anche a seconda della tipologia dei

pieno:

una tipologia prodotti che forniscono e del loro rapporto con il mercato:

contrattuale che consiste intermediari:

Tour operator vengono così definiti i tour operator che

nell'acquistare producono viaggi nei quali prevale l'attività di intermediazione e

anticipatamente un

determinato numero di

servizi. Il fornitore dei

servizi si obbliga a tenere 4

a disposizione

dell'impresa di viaggi in

contingente prestabilito e

quest'ultima s'impegna a

versare un

un prezzo

forfetario. l'aspetto organizzativo ha scarsa rilevanza.

Questo metodo è il più diffuso, infatti propongono soggiorni predisposti da operatori

che sono intermediari tra i fornitori e i consumatori.

autori:

Tour operator in questo caso sono gli stessi t.o. a progettare un soggiorno,

 utilizzando la loro stessa fantasia, le conoscenze e soprattutto le tecniche, nella

combinazione più assoluta di servizi che il consumatore non riuscirebbe mai a

procurarsi.

organizer:

Tour producono viaggi di gruppo o individuali su domanda. Proprio come

 gli altri t.o. sono in possesso dell'apposita autorizzazione, inoltre sono intermediari;

vuoto per pieno:

Tour operator questo tipo di t.o. opera soprattutto con contratti

 pesanti, pagando appunto i servizi a “vuoto per pieno”. Tale metodo permette loro di

vendere i pacchetti turistici a prezzi speciali affittando interi aerei o un certo numero

di camere di un hotel.

Il turismo organizzato, in Italia, interessa ancora una minoranza di utenti, ovvero il 20% dei

turisti. I motivi sono costituiti dalla conformità geografica della penisola e

dall'autorganizzazione. Tuttavia gli organizzatori di viaggi poco fanno per imporsi nel

mercato e per farsi conoscere dagli utenti, privilegiando il canale delle agenzie di viaggio.

Anche se i maggiori t.o. dispongono degli strumenti tecnici per creare un rapporto diretto

con il consumatore, non operano nel senso di farsi conoscere dal pubblico e quindi di fatto

non solo non alimentano le vendite dirette , ma non creano neppure le premesse perché il

turista che si reca nelle agenzie di viaggio richiede esplicitamente il proprio prodotto.

N. PROBLEMA CHE COSA DOVREBBERO

FARE?

1 Tentativo di operare come t.o. Alleanze per conoscere

grandi non avendo né mezzi, veramente il mercato

né dimensioni, né il mercato

2 La scarsa flessibilità rende Non riuscendo a essere

ancor più obsoleti e prodotti più flessibili dovrebbero

tipici, rigidi nei contenuti e puntare su prodotti più

nelle date (sabato-sabato) originali

3 Alti costi di distribuzione Razionalizzazione della

rete e uso della

tecnologia

4 La distribuzione è fuori Puntare sulla

controllo e le adv con cui distribuzione diretta e

operano sono troppe sulle creazione di propri

canali

5 Scarsa conoscenza dei marchi Migliore comunicazione e

dei t.o. da parte del pubblico attenzione alla qualità

dei servizi

6 Qualità del servizio non Maggiore attenzione alle

sempre controllata e scarso risorse umane e alla

rispetto dei diritti dei comunicazione

consumatori

7 Costi eccessivi e mancanza di Creazione di nuovi

redditività prodotti e migliore

comunicazione nei

confronti del pubblico

8 Mancanza di formazione Ricorso più ampio alla

manageriale formazione

5

C on gli accordi di Schengen si fa riferimento a un trattato che coinvolge sia gli Stati

membri dell'Unione Europea sia stati terzi. Inizialmente gli accordi erano parte

integrante del trattato di Amsterdam, integrati poi in quella di Maastricht. Gli accordi

vennero firmati il 14 giugno 1985 a Schengen, cittadina del Lussemburgo, inizialmente da solo

cinque Stati membri della allora CEE, vista l'impossibilità di giungere ad un accordo sulla libera

circolazione delle persone in sede CEE: Belgio, Francia, Lussemburgo, Germania e Paesi Bassi.

Dopo il primo accordo tra i cinque paesi fondatori, è stata elaborata

una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel

1995. Vi aderirono altri stati dell'Unione Europea: l'Italia (il 27

novembre 1990), il Portogallo e la Spagna (entrambi il 25 giugno 1992), la

Grecia (il 6 novembre 1992), l'Austria (il 28 aprile 1995). Dal 19

dicembre 1996 i contenuti degli accordi vengono applicati anche a due

Stati (Norvegia e Islanda) non facenti parte dell'Unione europea, in

quanto questi facevano parte dell'Unione nordica che prevedeva norme

simili per i paesi scandinavi, tre dei quali facevano ormai parte

dell'Unione europea. Dall'approvazione del referendum del 5 giugno

2005, ne fa parte anche la Svizzera, che non fa parte dell'Unione europea.

La libera circolazione delle persone e l'abolizione dei controlli alle frontiere interne fanno

parte di un concetto più ampio, cioè quello di mercato interno che non ammette l'esistenza

di frontiere interne né di ostacoli al movimento delle persone. Sin dall'inizio, il concetto di

libera circolazione delle persone (libertà di circolazione) ha conosciuto un mutamento nel

campo semantico. Nelle prime direttive che lo concernevano, indicava esclusivamente la

libera circolazione di singoli intesi come operatori economici, cioè in qualità di prestatori

d'opera o di servizi. Questo concetto basato in origine sull'aspetto economico è stato man

mano ampliato alla luce di una generalizzazione legata all'idea della cittadinanza

dell'Unione, indipendentemente da qualunque attività lavorativa e da qualsivoglia

differenza dovuta alla nazionalità. Il principio si applica anche nel caso di cittadini di paesi

terzi, il che significa che con l'abolizione dei controlli alle frontiere interne la cittadinanza

non costituirà più elemento da accertare.

La libera circolazione delle persone 6

Dalla carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea adottata a Nizza il 7/12/2000:

Articolo 15 Libertà professionale e diritto di lavorare. comma 2:ogni cittadino dell'Unione

 Europea ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizio in

qualunque Stato membro. Comma 3: i cittadini dei paesi terzi che sono autorizzati a lavorare

nel territorio degli Stati membri hanno diritto a condizioni di lavoro

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