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Estratto del documento

La poesia secondo Montale è la forma di vita di chi veramente non vive,è

questo il significato della raccolta di liriche Ossi di seppia, stile

fondamentalmente antiletterario. Nella sua poesia Montale privilegia la

concreta determinazione di fatti e di oggetti. La scelta di Montale è indirizzata

agli elementi della realtà comune con la quale l’uomo è quotidianamente a

contatto.

Oggetti,immagini e voci della natura sono per lui emblemi della condizione

umana.

Fondamentale fu la ripresa del concetto di <<correlativo oggettivo>>

formulato da Thomas Stearns Eliot in base al quale:

<<l’unico modo per dare espressione artistica all’emozione è di trovare un

correlativo oggettivo,cioè un insieme di oggetti che sarà la formula di quella

particolare emozione>>.

Il poeta è alla continua ricerca di un varco verso l’essenza delle cose.

Dal pessimismo esistenziale degli ossi di seppia si passa via via a un

pessimismo storico e sociale quando la speranza di poter recuperare una

dimensione spirituale da contrapporre alla vita pratica è definitivamente

abbattuta dalla bufera della guerra.

Dopo la composizione della sua terza raccolta Montale ancora una volta si

rende conto che la poesia rimane qualcosa di diverso dalla vita e al poeta

non resta che tacere.

Negli anni sessanta Montale interrompe il suo silenzio poetico ma si accentua

la sua visione negativa del mondo ponendo il suo obiettivo polemico sulla

società dei consumi.

Nella cultura e nella poesia di Montale confluiscono le più significative

esperienze della letteratura italiana andando da Leopardi a Pascoli.

La raccolta le occasioni anche se sono state definite un canzoniere

d’amore,l’amore è un tema poco presente nelle’opera di Montale. Tuttavia la

sua poesia si rivolge molto spesso alla figura femminile non raffigurandola

fisicamente ma con gesti particolari come gesti come sguardo capelli e

camminata.

Legata all’adolescenza di Montale e alle atmosfere giovanili di Ossi di seppia

è Arletta pseudonimo di Anna degli Uberti una ragazza conosciuta dal poeta

durante i suoi soggiorni a Monterosso.

Molte sono le donne a cui Montale dedica le sue opere,ricordiamo Clizio il cui

nome designa una donna reale,studiosa americana Irma Brandeis che il

poeta conobbe nel 1933.

Altre donne importanti nella vita di Montale sono:la poetessa Maria Luisa

Spaziani definita da Montale la Volpe,e rappresenta l’anti - Beatrice portatrice

dell’eros concreto ed ad essa è dedicata la sesta sezione della Bufera,i

Madrigali privati che si conclude con la presa di coscienza del fallimento di

una possibilità di salvezza collettiva.

Drusilla Tanzi soprannominata da Montale Mosca ed essa fu la compagna

del poeta per tutta la vita diventando la moglie nel 1962. Ella segna il

passaggio all’ultima stagione poetica in cui alla dimensione trascendente si

Pag. 12

sostituisce una realtà quotidiana e privata il cui ricordo sembra essere l’unico

conforto alla negatività del presente.

Ricordiamo infine Paola Nicoli soprannominata Crisalide e proprio a questa

donna sono dedicate alcune liriche degli Ossi di seppia.

Il linguaggio di Montale è nuovo e aspro. Il poeta cerca la parola essenziale

mescolando talvolta anche vocaboli specifici con termini letterari o comuni.

Gli oggetti e le cose sono espressioni i sentimento o emblemi di una specifica

condizione esistenziale e proprio da essi egli attinge l’occasione per fare

emergere frammenti di ricordi.

E le opere più importanti che rappresentano le sue caratteristiche poetiche

sono:cigola la carrucola nel pozzo,ho sceso dandoti il braccio e meriggiare

pallido e assorto. Pag. 13

Cigola la carrucola del pozzo

(da Ossi di seppia)

Cigola la carrucola del pozzo

l'acqua sale alla luce e vi si fonde.

Trema un ricordo nel ricolmo secchio,

nel puro cerchio un'immagine ride.

Accosto il volto a evanescenti labbri:

si deforma il passato, si fa vecchio,

appartiene ad un altro...

Ah che già stride

la ruota, ti ridona all'atro fondo,

visione, una distanza ci divide.

Parafrasi:

La carrucola del pozzo cigola

per salire verso la superficie,

l’acqua del secchio sembra fondersi con la luce.

Nell’acqua del secchio,quasi magnificamente si delineano i contorni di un’immagine

che ride.

Avvicino il volto alle mie labbra:l’immagine si deforma,il ricordo è

lontano,appartiene ad un altro…La ruota della carrucola stride calando il secchio nel

.

pozzo,il secchio scompare nell’oscurità,una distanza ci divide

Commento:

All’interno di quest’opera Montale ha come periodo di riferimento il passato che lo

rappresenta con dei ricordi.

Nella poesia il secchio è come il ricordo del passato, e la descrizione del secchio che

sale è una metafora per rappresentare un pensiero che ritorna alla mente.

Con la frase “l’immagine si deforma” il poeta vuole rappresentare un ricordo che si

deforma e diventa vecchio, mentre “il secchio che scende dentro al pozzo e che

scompare nel buio” vuole rappresentare il ricordo che va via dalla sua mente.

Molto probabilmente l’immagine di un volto che scorge dal secchio pieno d’acqua

può essere di una donna che ha amato quando lui era molto giovane e che ora è

andata via, oppure sia morta. Tale donna può essere intesa come protagonista dei suoi

pensieri prima fissa nella sua mente ma che poi con il tempo perde forma e scompare.

Pag. 14

Analizzando l’opera verso per verso possiamo notare moltissime parole che possono

trasmettere al lettore molte sensazioni:

-“l’acqua che sale alla luce e vi si fonde” simboleggiano la gioia e la luminosità del

ricordo che affiorano nella memoria dell’autore.

-Le parole con le doppie consonanti come ad esempio “pozzo” “carro”

pronunciandole provocano un suono forte e intenso che si traduce in fatica con la

quale la memoria fa affiorare i ricordi.

Il componimento ha una struttura simmetrica e oppositiva.

I primi quattro versi delineano il progressivo ritorno del ricordo mentre dopo i primi

quattro abbiamo un ritorno come fosse un inversione del processo abbandonando

quasi la speranza di ritornare ai tempi lontani.

In fine gli ultimi versi esprimono lo svanire del ricordo e il ripristinarsi della

situazione iniziale. Pag. 15

Ho sceso, dandoti il braccio

(da Satura,sezione Xenia II)

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tuttora, né più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni,

le trappole, gli scorni di chi crede

che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.

Con te le ho scese perché sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,

erano le tue.

Parafrasi:

Ho sceso, aiutandoti e facendomi aiutare, moltissime scale

ed ora che tu non ci sei mi sento sempre più solo ed ogni gradino

per me è vuoto.

Anche vivendo assieme a lungo tempo,

io sono infelice in quanto il tempo passato con te e la nostra vita insieme non sono

durati abbastanza.

Il mio viaggio dura tuttora, e non mi servono più le coincidenze dei treni, le

prenotazioni degli alberghi, i viaggi, le umiliazioni della gente che crede che la vita

vera sia quella che si vede.

Ho sceso moltissime scale aiutandoti e facendomi aiutare, non perché con quattro

occhi si vede di più e meglio.

Le ho scese con te perché sapevo che tra di noi, i veri occhi che vedevano la realtà

più profonda, anche se indeboliti dalla miopia erano i tuoi.

Commento:

In questa poesia Montale racconta degli innumerevoli aiuti che donò alla moglie per

scendere le scale probabilmente di casa, perché essa possedeva un piccolo problema

di miopia.

Il poeta con la moglie condivide metaforicamente le sue difficoltà quotidiane nel

viaggio della vita e ora,rimasto solo ne sente la mancanza. Pag. 16

La miopia della moglie assume un significato particolare nel momento in cui il poeta

sottolinea la propria stanchezza esistenziale,ed, attraverso la metafora del viaggio

Montale ribadisce la propria concezione dell’esistenza:la realtà non è quella che si

vede con gli occhi e si percepisce con i sensi ma fatta di impegni e casualità, insidie e

delusioni ma è qualcosa che va al di là delle apparenze e resta misterioso per l’uomo.

Il lessico della poesia è colloquiale e intimo perché il poeta dialoga con la moglie

ormai morta con tono commosso e tenero.

Due sono i momenti importanti, che corrispondono a due strofe:il primo ha un

andamento memoriale e descrittivo,il secondo un tono sentenzioso di cui il poeta

riflette su chi dei due è veramente capace di vedere.

All’interno dell’opera due sono i tempi verbali che vengono usati:il tempo passato

per quanto riguarda la moglie scomparsa e il tempo presente per il poeta che è

sopravvissuto alla sua morte della moglie e riesce a vivere nella realtà.

I temi fondamentali sono:il viaggio e il vedere.

Il viaggio inteso l’infinita di scalini che i due soggetti hanno superato scendendo dalla

scala di casa,e il vedere perché è grazie alla vista del poeta che la moglie riesce a

scendere quei gradini. Pag.17

Meriggiare pallido e assorto

(Da ossi di seppia)

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d’orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch’ora si rompono ed ora si intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia

sentire con triste meraviglia

com’è tutta la vita e il suo travaglio

in questo seguitare una muraglia

che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Parafrasi:

Passare il pomeriggio in ozio per il caldo e pensare in tutta tranquillità

vicino ad un muro bollente di un giardino,

e ascoltare tra gli arbusti e la sterpaglia

lo schiocco dei merli e i fruscii dei serpenti.

Spiare, fra le fenditure del terreno e sull’erba,

file di formiche rosse

che ora si dividono ora si riuniscono

su un mucchietto di terra.

Osservare tra i rami gli alberi

il mare vivo e luccicante,

mentre si alzano tremuli scricchi di cicale dalle aride colline.

E camminando nel sole che abbaglia,

sentire con tristezza e meraviglia

che la vita e la sua sofferenza non è nient’altro che passeggiare di fianco a un muro

che ha in cima dei cocci aguzzi di bottiglia.

Commento:

Questa è una delle prime poesie composte da Montale. E mezzogiorno cioè l’ora più

calda della giornata e il sole è alto nel cielo. Pag 18

In queste ore il muro del suo orto è molto caldo perché è arroventato dai raggi del

sole e lui e li in silenzio ad ascoltare i rumori della natura, come i merli sugli arbusti e

i serpenti che si muovono nel prato.

Mentre sta ascoltando tutto ciò,abbassa lo sguardo e fissa la terra piena di crepe

creatosi con il calore del sole, e vede file di formiche rosse che si dividono e si

intrecciano sulla sommità di mucchietti di terra.

Alzando lo sguardo a questo punto fissa il mare che colpito dal sole sembra

luccicante come squame di pesci. E andando verso il sole che abbaglia capisce con

tristezza come è tormentata la vita e come il cammino è lungo come una muraglia

invalicabile formata da cocci aguzzi di una bottiglia.

L’opera possiamo suddividerla in due parti fondamentali:

1)Le prime tre strofe possiamo definirle parti descrittive.

All’interno di queste strofe possiamo trovare un infinità di sensazioni e descrizioni

del paesaggio che rendono al lettore un idea del panorama che gli si pone dinanzi.

Nell’ora più calda della giornata il poeta è colpito principalmente dal calore che non è

dato soltanto dal luogo in cui si trova cioè nella sua Liguria ma anche dal sole

cocente che snerva il corpo in quell’ora particolare.

Nel magico silenzio di quell’ora sembra fermarsi ogni battito di vita e sente soltanto

il rumore del mare gli schiocchi dei merli e i frusci di serpi.

2)Nella quarta strofa invece può essere definita parte riflessiva dove il poeta stesso

esprime considerazioni sull’esistenza umana.

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