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Estratto del documento

BIOLOGIA:

I POLMONI FISICA:

ELETTRONIC SCINTIGRAFIA

A: POLMONARE

SPIROMETRIA CHIMICA:

SMOG

FOTOCHIMICO INGLESE:

THE GAMMA

ITALIANO: CAMERA

GIOVANNI VERGA DIRITTO:

INQUINAMENTO

DELL’ARIA

STORIA:

L’ITALIA

LIBERALE 2

Indice Argomenti

1. I polmoni: anatomia

pag. 4

2. Spirometria

pag. 6

3. Giovanni Verga

pag. 9

4. L’Italia liberale

pag. 12

5. Smog fotochimica

pag. 18

6. Inquinamento dell’aria

pag. 21

7. Scintigrafia polmonare

pag. 25 3

8. The Gamma Camera

pag. 28

Polmoni: anatomia

Forma e posizione

I due polmoni (destro e sinistro) sono organi d’aspetto spugnoso, di forma

conica situati all’interno della cavità toracica e sono la sede degli scambi

gassosi. Il polmone destro è più grosso e leggermente più basso del sinistro.

I polmoni sono separati tra loro dal mediastino (spazio occupato dal cuore con i

grossi vasi sanguigni), dalla trachea e dall’esofago. Per ogni polmone si

distinguono:

Una superficie costale esterna a contatto con le ossa della gabbia

toracica (sterno, coste e vertebre toraciche) e con i muscoli intercostali;

Una superficie inferiore concava a diretto contatto con il diaframma;

Una superficie mediale con al centro l’ilo del polmone, che è il punto

d’ingresso dei vasi sanguigni, dei nervi e del bronco. In particolare la

superficie mediale del polmone sinistro presenta l’impronta cardiaca, in

cui occupa posto il cuore;

Un apice che si trova 2-4 cm al di sopra della prima costa.

La superficie dei polmoni appare liscia e lucente grazie alla presenza delle

pleure ovvero una sorta di sacco che contiene il rispettivo polmone e serve a

proteggere quest’ultimo dall’attrito della gabbia toracica durante la

respirazione.

La pleura è costituita da due foglietti separati da uno spazio virtuale occupato

da uno strato di liquido che ha lo scopo di favorire lo scorrimento durante i

movimenti.

Il foglietto più interno è la pleura viscerale che riveste direttamente il polmone

tranne che al livello dell’ilo dove si continua con la pleura parietale, la quale

riveste la superficie interna della gabbia toracica e il diaframma.

Nell’insieme la pleura forma così un contenitore a tenuta in cui non può e non

deve entrare l’aria; nel caso in cui entri aria i due foglietti provvedono a ridurre

in modo più o meno esteso il volume polmonare. 4

Struttura

Osservando i polmoni in superficie si può notare che essi presentano delle

scissure orizzontali che li dividono in lobi: il polmone destro presenta tre lobi

(superiore, medio e inferiore), quello sinistro due (superiore ed inferiore) perché

è più piccolo per lasciare spazio al cuore.

A loro volta i lobi si suddividono in numerosi lobuli, riuniti in piccoli gruppi da

sottile tessuto connettivo in cui decorrono vasi sanguigni, nervi e i rami

bronchiali.

Il lobulo polmonare

I lobuli polmonari costituiscono l’unità fondamentale del polmone dove

avvengono gli scambi gassosi. Le minuscole dimensioni dei lobuli permettono

un’enorme estensione della superficie utile per gli scambi gassosi in un volume

minimo, il che fa aumentare l’efficienza dei polmoni nello svolgere le proprie

funzioni.

Ogni lobulo è formato da tre parti collegate tra loro: il bronchiolo terminale, il

sacco alveolare e gli alveoli polmonari. L’aria entrata nei bronchi e nei loro rami

giunge al bronchiolo terminale, l’ultima ramificazione che ha ancora il compito

di condurre l’aria, passa nei sacchi alveolari, strutture cave con in superficie

espansioni a forma di cupola che sono gli alveoli polmonari; questi sono dotati

di sottili pareti che consentono gli scambi gassosi tra l’aria inspirata e il

sangue. 5

Vasi e nervi

La vascolarizzazione dei polmoni è duplice: una collegata alla grande

circolazione serve per portare nutrimento alle cellule polmonari; l’altra, che

appartiene alla piccola circolazione, ha il compito di portare il sangue agli

scambi gassosi. Tra le due circolazioni esistono comunque numerosi

collegamenti.

Per quanto riguarda la grande circolazione, il sangue è portato dalle arterie

bronchiali che seguono il decorso dei bronchi e delle relative ramificazioni.

La piccola circolazione origina dal ventricolo destro del cuore con l’arteria

polmonare, che porta sangue povero di ossigeno; da questa arteria si formano

numerosi rami che seguono il percorso e la ramificazione dei bronchi fino a

formare la fitta rete di capillari polmonari a ridosso degli alveoli. Da qui inizia il

sistema venoso che porta sangue ricco di ossigeno: dall’ilo di ciascun polmone

escono le due vene polmonari che terminano nell’atrio sinistro del cuore.

Spirometria

La spirometria è il test più comune per valutare il funzionamento polmonare e

durante quest’esame si utilizza un particolare strumento chiamato spirometro,

in grado di valutare i diversi volumi polmonari.

Attraverso questo strumento si effettuano varie misure, tra le quali, le più

importanti forniti dalla spirometria sono:

La capacità vitale forzata (CVF o FVC): il volume totale d’aria espulsa in

un’espirazione forzata partendo da un’ispirazione massima o viceversa. Per

misurarla il paziente è invitato a respirare normalmente attraverso un

boccaglio monouso con il naso chiuso da uno stringinaso.

Successivamente il soggetto è invitato a compiere un’ispirazione massimale,

seguita da una rapida, decisa e completa espirazione. La collaborazione del

paziente durante la spirometria è quindi fondamentale. Per un maschio il valore

medio è di 4 litri; per una donna, invece, è inferiore.

Questo valore dipende da diversi fattori tra cui l’età, il peso, l’altezza e lo stato

di salute.

Il volume espiratorio massimo nel primo secondo (VEMS o FEV1 =>

Forced Expiratory Volume in 1 Second): il volume d’aria espirata nel primo

secondo durante un’espirazione forzata partendo da un’ispirazione completa;

questo parametro permette di misurare la velocità di svuotamento dei polmoni.

È chiaro che esso diminuisce nel caso d’incapacità ventilatoria di tipo restrittivo

in pratica quando i polmoni hanno una ridotta capacità d’espansione (ad

esempio obesità, miopatie, pleuriti, edema polmonare ecc…). Il VEMS

diminuisce anche quando vi è un’incapacità ventilatoria ostruttiva cioè quando

nelle vie aeree è presente un ostacolo oppure i calibri di queste vie si

restringono (ad esempio nell’asma, nella bronchite, nella fibrosi polmonare

interstiziale ecc…). 6

Il CVF o FVC diminuisce sia per un’incapacità ventilatoria restrittiva che

ostruttiva; il VEMS (o FEV1) diminuisce in modo proporzionale alla CVF

nell’incapacità ventilatoria restrittiva, in quella ostruttiva diminuisce di più del

CVF; questo fatto è utile per individuare il tipo d’incapacità ventilatoria.

Il rapporto tra il secondo e il primo parametro vale a dire FEV1/FVC è

fondamentale per discriminare un deficit restrittivo da uno ostruttivo poiché

come già detto in precedenza esso è costante, cioè normale, invece

nell’incapacità ostruttiva esso è diminuito.

Picco di flusso espiratorio (PEF) è la velocità con la quale l’aria esce dai

polmoni all’inizio dell’espirazione forzata ed è espressa in L/sec. Questo

parametro individua il diametro delle vie aeree centrali in modo qualitativo (più

è alto questo parametro più il diametro delle vie aeree è piccolo).

A seconda dei valori dei parametri misurati si può individuare il grado

d’insufficienza respiratoria.

Ad esempio:

FEV1/FVC < 70% e VEMS < 100% > 70% lieve ostruzione;

FEV1/FVC < 70% e VEMS < 70% > 60% moderata ostruzione;

FEV1/FVC < 70% e VEMS < 60% > 50% ostruzione moderatamente

severa;

FEV1/FVC < 70% e VEMS < 50% > 34% ostruzione severa;

FEV1/FVC < 70% e VEMS < 34% ostruzione molto severa.

In definitiva il primo parametro da valutare è il rapporto tra FEV1 e FVC che non

deve essere inferiore al 70% Se i parametri superano i valori teorici ( a parte il

PEF) allora il paziente è sano

I valori teorici sono calcolati dal computer in base ai parametri del paziente

(età, altezza, peso, sesso). 7

Requisiti tecnici per una buona spirometria

Ottenere almeno tre spirogrammi accettabili;

Inspirazione completa prima del test;

Inizio soddisfacente dell’espirazione (massimo sforzo, nessun’esitazione);

Assenza di tosse durante il primo secondo;

Durata adeguata del test (espirazione di durata non inferiore ai sei

secondi);

Perfetta tenuta del boccaglio (il paziente dovrà essere invitato a stringere

con forza

il boccaglio dello spirometro tra le labbra in modo da evitare perdite).

Caratteristiche dello Spirometro utilizzato: WINSPIRO PRO

Il software WinspiroPRO, non necessità di particolari conoscenze informatiche in

fase d’installazione, inoltre, è molto semplice da usare grazie alle icone ed al

menù intuitivo ed assicura prestazioni elevate.

WinspiroPRO ha diverse funzioni:

•Organizzazione in un database, facile da consultare, di tutte le anagrafiche dei

pazienti,

consentendo, per ciascuno di loro, l’archiviazione di tutti i dati relativi alle

visite spirometriche effettuate;

•Semplice e completa sintesi della spirometria di un paziente visualizzata in

un’unica

schermata con gestione dinamica di valori e curve; 8

•Visualizzazione e comparazione delle curve e calcolo dei valori misurati (per

ogni

paziente si possono visualizzare centinaia di curve);

•Valori e curve spirometriche inviati direttamente per e-mail;

•Esportazione dei dati in vari formati ideale per sperimentazioni scientifiche e

applicazioni di telemedicina.

Giovanni Verga

Vita e opere

Giovanni Verga è nato nel 1840 a Catania da una famiglia benestante d’idee

liberali. Nel 1869 decise di abbandonare gli studi universitari di legge per

dedicarsi completamente al mestiere di scrittore e così tentò la fortuna

trasferendosi a Firenze, allora capitale del regno.

Tre anni dopo si stabilisce a Milano che a quei tempi era il vero centro della

cultura nazionale e dell’industria editoriale. Nel decennio 1866 – 1875 Verga

raggiunge il successo con una serie di romanzi che narrano vicende passionali

ambientate nel mondo aristocratico e borghese. Gli ingredienti sono quelle

della narrativa di consumo, create sulle attese di un pubblico desideroso di forti

emozioni; le ossessioni amorose di una ragazza monacata a forza, i mariti

infedeli che si uccidono o si ravvedono. Anche i titoli sono eloquenti: una

peccatrice, Storia di una capinera, Eva, Eros, Tigre reale.

Nel frattempo Verga amplia i suoi riferimenti culturali: legge i realisti francesi

(Balzac, Flaubert, Zola) ed entra in contatto col pensiero positivista; sul finire

degli anni ’70 segue con passione le discussioni sul naturalismo di Zola

promosse dal suo amico conterraneo Luigi Capuana. Nel 1881 pubblica i

Malavoglia; nel 1889 Mastro – don Gesualdo; d’ispirazione affine sono le novelle

di Vita dei campi (1880) e le novelle rusticane (1883).

Ma quel pubblico che aveva accolto con entusiasmo le vicende frizzanti di Eva

e della capinera resta deluso: le cupe storie di contadini e pescatori sono

sgradevoli, le novità tecniche e stilistiche suscitano sconcerto. Nel 1893 si

trasferisce definitivamente a Catania. Tornato in Sicilia, continua a scrivere, ma

il lavoro che più gli sta in cuore è la prosecuzione del ciclo dei “vinti”; che non

9

riuscirà a concludere, e col passare degli anni finisce per rinunciare del tutto

alla letteratura. Nel 1922 muore nella sua casa a Catania.

I Malavoglia

Una delle opere più rappresentative del verismo di Verga è “I Malavoglia”.

Il romanzo narra le vicende della famiglia Toscano, detta i Malavoglia, che vive

e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese nei pressi di Catania. Il nucleo familiare

è composto, prima dal nonno, Padron ‘Ntoni, poi dal figlio Bastianazzo e dalla

moglie Maruzza, detta la Longa ed infine dai nipoti: ‘Ntoni, Luca, Mena, Alessi e

Lia. Le uniche ricchezze della famiglia sono, la “casa del nespolo” , da loro

abitata, e la barca chiamata “Provvidenza”, unica fonte di reddito. Le disgrazie

dei Malavoglia, cominciano con la partenza alle armi di ‘Ntoni, che determina la

mancanza di due forti braccia per il lavoro della “Provvidenza” . Per colmare le

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