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-Un metodo per la cura delle nevrosi.
Il contributo più significativo che fu riconosciuto a S. Freud fu proprio la concezione
dell’Inconscio in relazione alle ricerche sulla psiche umana.
L’Inconscio freudiano è l’insieme dei contenuti non presenti alla coscienza,
nell’apparato psichico della sua teoria, l’Inconscio rappresenta un sistema costituito
dai contenuti rimossi cui è stato rifiutato l’accesso al sistema preconscio –coscienza
attraverso il meccanismo della rimozione.
S.Freud modifica una prima configurazione della sua topica che era suddivisa in
Inconscio, Preconscio e Coscienza con una seconda configurazione in cui definisce
tre istanze che chiama ES, IO e Super Io.
Per S. Freud l’Es -Inconscio è il luogo delle pulsioni intese come istinti.
Nel modello psicoanalitico l’accesso ai contenuti inconsci avviene principalmente
attraverso il sogno che Freud definisce nei suoi scritti “la Via Regia dell’Inconscio”.
Per Freud il sogno è un fenomeno psichico teso all’appagamento del desiderio, spesso
represso e rimosso.
Il sogno come linguaggio
A questo punto è interessante tracciare una breve storia del sogno e del rapporto che
l’uomo nei secoli ha avuto con questo particolare linguaggio della mente.
- I primitivi davano al sogno un forte valore profetico ed era legato all’organizzazione
della vita quotidiana.
- Anche per i greci è un’esperienza della mente importante, il mondo onirico è una
traccia per costruire la realtà della veglia, in seguito ad un sogno si istituivano templi
e si costruivano città.
In Grecia Artemidoro scrive il primo trattato sull’interpretazione dei sogni.
- Per i romani invece i sogni si dividono in sogni naturali e sogni inviati dagli dei
questi ultimi sono veritieri e profetici.
- Con il Cristianesimo il sogno viene guardato con diffidenza e assume significato
solo se inteso come espressione della volontà di Dio.
In particolare con il Cristianesimo viene bandita la figura dell’interprete del sogno
fino ad allora presente come indovino o oracolo.
Nell’età moderna il sogno assume significato di linguaggio per immagini in contrasto
con il linguaggio verbale della veglia: è un linguaggio tenebroso tormentato e
popolato di affetti travolgenti e forze distruttive.
-Con il Positivismo il sogno viene ridotto ad un prodotto privo di significato
dell’attività cerebrale, ma sappiamo anche che è l’epoca in cui S. Freud con la
psicoanalisi tenta di dare al sogno un valore per la ricerca sulla realtà mentale degli
esseri umani. 3
Nella letteratura molti autori hanno raccontato la realtà psichica degli uomini
attraverso la loro produzione artistica descrivendo con linguaggi originali le emozioni
e gli affetti della psiche umana.
Prenderemo in considerazione uno dei più grandi poeti del’900.
Eugenio Montale
Nato a Genova il 12 ottobre del 1896, da una famiglia benestante, Eugenio Montale
compie studi irregolari a causa della cattiva salute, dedicandosi però allo studio e alla
passione per la musica.
Nel 1917 prestò servizio di leva, con la partenza volontaria per il fronte.
Nel 1925 pubblico il suo primo libro di poesie: Ossi di seppia. Il sentimento
all’interno di questa raccolta scritta tra il 1916 e il 1925 è la tragica constatazione del
“male di vivere”; il paesaggio di queste liriche è quello secco della Liguria, scenario
della sua vita fino a trenta anni.
Sempre nello stesso anno firmò il manifesto antifascista, prendendo così le distanze
dal Fascismo, poiché egli riteneva che la poesia e l’attività dell’intellettuale erano
estranee alla politica.
In Italia fu uno dei primi a scoprire lo scrittore Italo Svevo, la cui opera contribuì a
divulgare con il suo “Omaggio a Italo Svevo”, un articolo uscito su “L’esame”nel
1925.
Nel 1927 si trasferì a Firenze dove nel 1929 ebbe la direzione del Gabinetto
Viesseux, un istituto culturale da cui successivamente fu allontanato non essendo
iscritto al partito fascista.
Nella città toscana conobbe Drusilla Tanzi, la “Mosca” di molte sue poesie che sposò
solo nel 1962.
Nel 1939 pubblica la sua seconda raccolta di poesie: Occasioni, dove amore, incontri
e occasioni della vita passata dell’autore di compongono sul filo della rievocazione
con conseguenze di una poesia più oscura.
Montale visse a Firenze fino la fine della II guerra mondiale e in quel periodo accolse
in casa sua amici come Carlo Levi, e Umberto Saba costretti a scappare
dall’occupazione nazista.
Nel 1948 si trasferì a Milano dove iniziò l’attività di redattore presso il “Corriere
della Sera”.
Nel 1956 usci la sua terza raccolta “La bufera e altro” contenente testi degli anni
della guerra e dell’immediato dopoguerra.
Qui la poetica di Montale si sposta, sul dramma della società sconvolta dalla tragedia
della guerra ma soltanto in apparenza, arrivando poi con un’analisi più accurata alla
tragica condizione della propria esistenza.
Nel 1962 viene nominato senatore a vita, un anno dopo rimane vedovo.
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Nel 1975 gli viene conferito: IL premio Nobel, durante il discorso in Svezia
Montale pronunciò parole dal titolo provocatorio come: è ancora possibile la poesia?
Montale morì a Milano il 12 Settembre1981.
La poetica e il pensiero
Temi
Il male di vivere, il male dell’esistenza, cui il poeta contrappone “la divina
indifferenza”(spesso il male di vivere).
La ricerca estenuante per trovare un “varco” verso l’essenza delle cose per scoprire
“uno sbaglio della natura”, “l’anello che non tiene”, la rottura della catena causa
effetto (i Limoni).
Il paesaggio aspro assolato della Liguria. Le cose, gli oggetti, simboli del “male di
vivere”.
Il dramma dell’incomunicabilità, della solitudine angosciosa ( Meriggiare pallido e
assorto, Forse un mattino andando).
Il trascorrere inesorabile del Tempo che cancella il passato e la visione consolatrice
della donna.
Il desiderio di far rivivere i ricordi lontani, i fantasmi dell’amore (Cigola la carrucola,
La casa dei Doganieri). La Poetica di Montale
Poesia forma di vita di chi veramente non vive:
correlativo oggettivo inconciliabilità fra la vita e la parola,
impossibilità del poeta di esprimere
sentimenti e sensazioni.
Male di vivere Universo di sconfitta e disillusione
pessimismo che nasce dalla mancanza di certezze.
Varco Continua ricerca dell’essenza delle cose,
celata dalla vita quotidiana.
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Paesaggio Aspro e assolato della Liguria: le cose,
gli oggetti,simboli del male di vivere.
Tempo Trascorrere inesorabile del tempo
che cancella il passato; desiderio
di far riaffiorare i ricordi lontani,
i fantasmi dell’amore.
Linguaggio Lessico colloquiale, semplice, anche se
non del tutto privo di termini precisi.
Metrica Uso della metrica tradizionale(endecasillabo sciolto),
ma parziale rielaborazione.
Analisi del testo
Forse un mattino andando
(dalla raccolta Ossi di Seppia )
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come su uno schermo, s’accompagneranno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
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PABLO PICASSO
Il fascino del sogno inteso come rappresentazione della mente umana e in particolare
della realtà mentale inconscia mi porta a parlare dell’arte e delle creazioni artistiche.
Pablo Picasso è uno dei maggiori rappresentanti dell’arte del 900 periodo di grande
fervore intellettuale e artistico dove appunto l’arte pittorica raggiunge i territori più
profondi della psiche umana.
In Picasso si osservano continui cambiamenti nel modo di rappresentare la realtà, in
particolare è interessante osservare che quello che per molti artisti era la
rappresentazione autobiografica attraverso l’opera d’arte, per Picasso diventa una
ricerca per l’affermazione e la rappresentazione direi inconscia della vitalità
dell’artista stesso: ciò che conta nell’opera è il tasso di vitalità, “l’elan vitale” che
trasmettono le sue opere.
Pablo Picasso nasce a Malaga in Spagna nel 1881, sin da piccolo manifestò passione
e talento per il disegno. Fu il padre, un pittore specializzato nella rappresentazione
naturalistica e professore presso la locale scuola di belle arti, ad impartire al giovane
Pablo le basi formali dell'arte figurativa, quali il disegno e la pittura a olio.
Trascorse molto tempo in Francia dove entrò in contatto con i maggiori esponenti
della cultura del novecento europeo.
La sua produzione artistica può essere suddivisa in due periodi:
Il "periodo blu" (1901-1904) consiste di dipinti cupi realizzati nei toni del blu e del
turchese, solo occasionalmente ravvivati da altri colori. Si tratta, come dice il nome
stesso, di una pittura monocromatica, giocata sui colori freddi, dove i soggetti umani
rappresentati, appartenenti alla categoria degli emarginati e degli sfruttati, sembrano
sospesi in un’atmosfera malinconica che simboleggia l’esigenza di interiorizzazione:
l’umanità rappresentata è quella deprimente di creature vinte e sole che appaiono
oppresse e senza speranza. Tra le opere di questo periodo ricordiamo: " La Donna in
blu (1901), "Madre e figlio (1903). L'inizio del periodo è incerto tra la primavera del
1901 in Spagna o l'autunno dello stesso anno a Parigi. Nel suo austero uso del colore
e nei soggetti (prostitute e mendicanti sono soggetti frequenti) Picasso fu influenzato
da un viaggio attraverso la Spagna e dal suicidio dell'amico Carlos Casagemas.
Lo stesso umore pervade la nota acquaforte "Il pasto frugale" (1904) che ritrae un
uomo cieco e una donna, entrambi emaciati, seduti ad una tavola praticamente vuota.
Anche la cecità è un tema ricorrente nei lavori di Picasso di questo periodo.
Il “periodo rosa" (1905-1907) è caratterizzato da uno stile più allegro, dai colori rosa
e arancione e contraddistinto dagli arlecchini. In questo periodo Picasso frequenta
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Fernande Olivier e molti di questi lavori risentono positivamente della relazione tra i
due, oltre che del contatto con la pittura francese. Nel Periodo Rosa è presente un
rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto
temperata, è sempre presente. I soggetti privilegiati sono arlecchini, saltimbanchi,
acrobati e ambulanti o comunque soggetti legati al mondo del circo. Tra le opere di
questo periodo ricordiamo: "Famiglia di saltimbanchi" (1905) "Acrobata e giovane
arlecchino" (1905).
Il periodo Cubista è decisamente un periodo di svolta nell’arte picassiana.
Il Cubismo è un movimento artistico d’avanguardia che nasce a Parigi intorno al
1907 in un periodo del 900 di grande fervore intellettuale e movimenti.
Caratteristica dell’arte cubista è la deformazione e lo spezzettamento dei soggetti che
diventano così poco riconoscibili, i soggetti perdono la riconoscibilità, la realtà è
sintetizzata e non è più copia di essa ma deriva dalla fantasia del pensiero
dell’autore, è la ricreazione della realtà espressa attraverso la realtà profonda,
potremmo dire inconscia, del pittore che rappresenta le immagine in maniera nuova .
La ricerca congiunta di Picasso e Braque
1910: Braque e Picasso introducono nei quadri la piattezza dei volumi, la perdita
degli effetti di chiaroscuro, la progressiva riduzione dei colori e il principio della
simultaneità: la sovrapposizione in una stessa immagine di molti punti di vista.
Le opere, dunque, iniziarono ad essere concepite per piani sovrapposti, paragonabili a
lastre di vetro disposte una sopra all’altra, da cui traspaiono disegni diversi.
I due artisti erano consapevoli del fatto che questo sguardo analitico sulle cose
allontanava i loro quadri dal realismo comunemente inteso e dal rapporto con la
natura.
Si può dire che il cubismo è frutto proprio di questo consapevole termine.
Braque e Picasso si dedicarono soprattutto alle nature morte in spazi interni,
riducendo la tavolozza a soli due toni del bruno e dei grigi.
Picasso aveva un senso più spiccato del volume scultoreo e del movimento, mentre