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Estratto del documento

LA CORAZZATA “NELSON”: negli stessi giorni in cui i

Giapponesi sferrarono il loro attacco alla flotta navale

americana a Pearl Harbor, alcuni mini sommergibili italiani

erano riusciti a tagliare le reti antisiluro e a raggiungere il porto

di Alessandria e alcuni uominirana avevano piazzato della

bombe con timer agli scafi delle navi. Per fuorviare i ricognitori

nella stima dei danni fu chiesto a Maskelyne di mettere in piedi

una finta corazzata navale.

Tuttavia la vera corazzata misurava 220 metri di lunghezza e

l’inganno si rivelò assai complicato da attuare. Jasper decise

quindi di escogitare un “doppio bluf” fingendo un tentativo

mal riuscito di mimetizzazione e ricoprendo un’intera e innocua

chiatta con coperture mimetiche troppo regolari e di tonalità

sbagliate di azzurro.

Inoltre i ricognitori conoscevano l’esatto numero dei

sommergibili che gli inglesi avevano a disposizione e che

ostacolavano i rifornimenti tedeschi in Libia quindi potevano

facilmente tener nota dei rientri diminuendo l’efficienza della

flotta marina.

S. L. C. (Siluro a Lenta Corsa, meglio conosciuto come

"Maiale")

IL SOMMERGIBILE CIVETTA. La banda dei miracoli creò

anche un sommergibile civetta. Frugò tutto il Cairo e alla fine

ottenne la base su cui costruire un sommergibile a grandezza

naturale. Scoprirono delle carrozze ferroviarie smantellate

durante la Prima Guerra Mondiale e dei vecchi tram arrugginiti.

Jasper, dopo questi servizi, al ritorno da un’operazione a Malta,

fu promosso al grado di Capitano.

LA BATTAGLIA FINALE .

21 Giugno. L’esercito inglese si arrese e fu costretto a cedere la

tanto ambita e contesa fortezza di Tobruk. Ora la strada per

il Nilo era stata aperta a Rommel. La guerra d’Africa sembrava

quasi giunta al termine e la posizione inglese era tutt’altro che

invidiabile. Rommel doveva percorrere ancora mezzo deserto

per raggiungere il Cairo. La Flotta Reale lasciò il porto di

Alessandria diretta in Mar Rosso e l’8° Armata si ritirò

nella stazione di El Alamein (ottanta chilometri da

Alessandria). La Linea Alamein si estendeva tra il Mediterraneo

e la depressione di Qattara quindi una condizione favorevole

alla difesa britannica che non poteva essere sorpresa da dietro.

1 Luglio. Avvenne il primo attacco che però le forze inglesi

riuscirono a respingere. Gli scontri proseguirono per tre giorni,

fino a quando Rommel si rese conto di aver esaurito le sue

possibilità d’offensiva. A quel punto la guerra riprese ad essere

una guerra di stallo e gli scontri proseguirono fino a Luglio.

Churcill volò in Africa per discutere il da farsi. Come già era

successo il primo ministro premeva affinchè si attaccasse

subito e si raggiungesse in breve tempo una vittoria.

Il generale capo dell’8° Armata Auchinlek, aveva un quadro

più completo della situazione e litigò ferocemente col primo

ministro. Venne sostituito da Montgomery che annullò subito

tutti i piani di ritirata facendo capire subito che non era

intenzionato a mollare.

OPERAZIONE “SENTINEL”.

Montgomery chiese a Maskelyne di fornire un esercito di

riserva con l’obiettivo di guadagnare tempo fino all’arrivo di

reali rinforzi.

Il 31 Agosto Rommel tornò all’attacco vicino alla depressione

Qattàra ma l’8° armata era lì pronta ad aspettarlo, virò

velocemente verso nord ma gli inglesi erano pronti ad

attenderlo anche lì.

Tra il 2 e il 4 Settembre Rommel cominciò a ritirare le sue

forze corazzate.

Adesso l’iniziativa era passata agli inglesi. La posizione in cui si

trovavano era stata favorevole per la difesa ma ora non

permetteva grandi possibilità per le operazioni offensive.

OPERAZIONE ”LIGHFOOT” : Montgomery organizzò fin da

subito la battaglia decisiva per le sorti dell’intera guerra. La

data dell’attacco era stata fissata per il 23 Ottobre.

La linea Alamein si estendeva per 65 chilometri in pieno

deserto quindi gli Inglesi erano obbligati ad attaccare

frontalmente.

La strada migliore da percorrere era a Nord lungo la costa e

Montgomery voleva ottenere un effetto sorpresa convincendo il

controspionaggio che l’azione si sarebbe svolta a sud. Un

intero esercito in perfetto assetto di combattimento di 150

mila uomini con mille cannoni e mille carri doveva essere

nascosto. Il piano richiedeva di mettere in campo due forze

militari: una vera e una di colla e cartone. Al nemico sarebbe

stata offerta la possibilità di analizzare i due schieramenti e di

trarre le proprie conclusioni per poi invertire gli eserciti durante

la notte. Prima di stanziare i carri e i soldati era necessario che

tutto il materiale, rifornimenti bellici e scorte alimentari,

venissero trasportate a nord senza essere individuate né

scoperte per un periodo di un mese. Vennero sfruttate delle

trincee vecchie di qualche anno che il controspionaggio

considerava ormai un elemento scontato del paesaggio e

contemporaneamente venne approntato un analogo deposito a

sud con finto materiale. Le scorte alimentari vennero nascoste

sotto teli mimetici che simulavano autocarri e sotto tende da

campo.

IL “MARTELLO”.

Il 30 settembre si schierò a nord un rettangolo di 13x8

chilometri composto da autocarri e carri armati con schermi

solari.

Sul fronte opposto un esausto e malato Rommel volava in

Austria per un periodo di riposo. Lasciò il comando al generale

Georg Stumme che monitorava la situazione aspettando i

rifornimenti. In caso di attacco Rommel avrebbe impiegato due

giorni per rientrare velocemente al comando. Montgomery fece

di tutto per nascondere il l’imminenza dell’attacco. Il

controspionaggio tedesco e i ricognitori osservavano

attentamente ogni mossa, ogni spostamento ma non sembrava

si fossero accorti di nulla. L’effetto sorpresa sarebbe servito a

guadagnare il tempo utile nelle operazioni di sminamento.

Inoltre la conoscenza del luogo dell’attacco da parte dei

tedeschi avrebbe permesso all’esercito estremamente mobile

di Rommel di vanificare l’offensiva inglese.

Durante le notti del 21 e 22 ottobre i carri armati e i loro veicoli

di supporto si spostarono silenziosamente verso la Zona

Martello e vennero rimpiazzati da carri civetta. Il giorno 21 il

generale Stumme inviò il seguente cablogramma al quartier

generale: “Posizioni del nemico immutate”.

23 Ottobre. Alle 21.40 iniziarono a crearsi i plotoni. I carri

sminatori Scorpion

facevano strada, seguiti da carri cisterna che spruzzavano

acqua per non far alzare la polvere, poi i fanti e infine carri

armati e autoblindo. I bombardieri si alzarono diretti verso le

postazioni note dell’artiglieria tedesca. I genieri seguivano i

carri Scorpion con lampade e nastro bianco per delimitare le

zone bonificate. A sud il 13° corpo d’armata cominciò il suo

attacco diversivo. I rapporti che giungevano a Stumme

indicavano un attacco uniforme su tutta la linea ed egli tenne

ferme le forze corazzate di riserva aspettando che la situazione

si chiarisse. All’alba Stumme, insoddisfatto dei rapporti, decise

di fare un sopraluogo ma cadde in una imboscata. A nord la 10°

armata non era ancora riuscuta ad oltrepassare i giardini del

demonio. Il 25 ottobre Rommel riprese il comando e spostò a

nord le forze di riserva. Sguirono 5 giorni di accaniti

combattimenti ravvicinati che fermarono l’avanzata dell’8°

armata.

OPERAZIONE “SUPERCHARGE”. Montgomery propose di

contrastare l’avanzata a nord spostando il grosso delle forze a

sud.

1 Novembre. La 13° divisione guidata dalla 2° Neozelandese

avrebbe dovuto attaccare l’anello debole di congiunzione fra

truppe tedesche e italiane. Nei pressi di Miteirya Ridge la

fanteria e le truppe di sbarramento riuscirono a fare breccia nei

Giardini del demonio. Rommel tentò inutilmente di far

convergere in quel settore ogni unità che non fosse

direttamente coinvolti nello scontro.

A fine giornata le forze di Rommel si erano ridotte a 35 carri

armati e 100 inefficaci carri italiani. Disobbedendo agli ordini di

Hitler la Volpe del deserto cominciò a ritirarsi. La ritirata di

Rommel segnò la fine della battaglia per il deserto occidentale

benché le forze inglesi e americane continuassero a incalzarlo

attraverso il Nordafrica ancora per molti mesi prima di riuscire

a sconfiggere definitivamente il suo esercito.

Per Maskelyne quella non fu la fine per le sue imprese.

Nell’anno della resa dell’Asse, Jasper aveva prestato servizio in

16 paesi ed aveva raggiunto il grado di Maggiore. Gran

parte del suo lavoro in Nordafrica rimane tuttora segreto

militare. La banda dei miracoli si divise subito dopo la battaglia

di El Alamein. Nel 1946 Maskelyne tornò a Londra dalla sua

famiglia ma in quegli anni disperati del dopo guerra c’era

scarso interesse per i teatri e per il mago fu impossibile tornare

ai suoi show. Nel 1948 si trasferì in Kenya dove assunse la

direzione del teatro nazionale keniota. Morì nella sua fattoria

poco fuori Nairobi nel 1973. “Il mago della guerra” ( The

Fonti storiografiche: David Fisher,

War Magician, 1983)

Italo Calvino

Il Neorealismo

Il Neorealismo è stato un movimento culturale sviluppatosi in Italia tra il 1940

e il 1950 che si è espresso soprattutto nella narrativa e nel cinema.

Il cinema neorealista è caratterizzato da trame ambientate fra le classi

disagiate e lavoratrici, con lunghe riprese all'aperto, e utilizza spesso attori

non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per quelle primarie.

Poiché Cinecittà, il complesso di studi cinematografici che dall'aprile del 1937

era stato il centro della produzione cinematografica italiana, era occupata da

sfollati, i film venivano girati in esterno, sullo sfondo delle devastazioni belliche.

I maggiori esponenti del movimento, furono i registi Roberto Rossellini, Luchino

Visconti, Vittorio De Sica, Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Alberto Lattuada

e lo sceneggiatore Cesare Zavattini. In una posizione a sé stante si colloca Federico

realismo

Fellini (per la cui cinematografia si conierà, successivamente, il termine di

magico).

La Seconda Guerra Mondiale e la conseguente lotta antifascista sono gli

eventi storici che fanno da sfondo ad un nuovo profondo rivolgimento culturale

e letterario. Come mai prima d'ora, il nesso con la realtà socio-politica è

direttamente determinante anche nell'elaborazione della nuova poetica.

In Italia, nell'immediato secondo dopoguerra, si fa vivissimo negli intellettuali il

bisogno di un impegno concreto nella realtà politica e sociale del paese.

L'antifascismo represso prima, e poi l'adesione ai moti di rivolta popolare

determinano in molti scrittori l'esigenza di considerare la letteratura come una

manifestazione e uno strumento del proprio impegno.

Questo diffuso bisogno di impegno concreto nel reale da origine a romanzi

ispirati alla Resistenza e ad importanti dibattiti che hanno per tema il ruolo e i

doveri degli intellettuali nella società, il passato rapporto degli intellettuali col

fascismo e quello attuale col Partito Comunista Italiano. Molto rilevante è

Il Politecnico

la posizione acquisita dalle riviste, tra cui primeggiava di Elio

Vittorini.

In questi stessi anni si diffonde la conoscenza del pensiero gramsciano, che

esercita un influsso considerevole sull'elaborazione letteraria del secondo

dopoguerra, attraverso la sua riflessione sul ruolo degli intellettuali nella storia

italiana, la sua proposta di una letteratura nazional-popolare in cui la

tradizionale separatezza tra intellettuali e popolo finalmente si annulli.

Il Neorealismo è il libero incontro di alcune individualità ben distinte all'interno

di un clima storico comune, dotato di una carica di entusiasmo e di

sollecitazione fantastica. Infatti "il neorealismo non fu una scuola, ma un

insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse

Italie, specialmente delle Italie fino allora più sconosciute dalla letteratura."

(Italo Calvino, prefazione a "Il sentiero dei nidi di ragno".)

Il Neorealismo in Italia è sorto come conseguenza della crisi tra il 1940 e il

1945 che, con la guerra e la lotta antifascista, sconvolse fino alle radici e

cambiò il volto all'intera società italiana. Il neorealismo si nutrì, quindi, di un

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