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The force of gravity in the ‘Second Coming’ of
Yeats
The second coming pertains to the second phase of Yeats’ career: it was written in
1919 (first published in 1920), at the end of first world war, two years after the
Russian revolution, and at the time when the conflict between Irish patriots and the
British government was at its peak. But apart from these events, its conclusion also
seems to predict the rise of Hitler and the Nazi Party in the following years. “The
second coming” is deeply pessimistic about the new phase the world is entering and
the poem portrays a world on the edge of catastrophe. To understand this poem it is
useful to look at Yeats view history, influenced by the cyclical theory is based on what
he calls the gyre. A gyre is composed of two cones, rotating in opposite directions.
The apex of each cone is at the centre of the others’ widest arch. For Yeats, every
moment in time moves through these opposite spirals. This means that each
dominant historical phase always contains its antithesis. The title of the poem evokes
the second coming of Christ predicted in Matthew 24 but does not share Matthew’s
faith. The falcon turning and turning in the widening gyre represents the cycle of
history that is disintegrating. According to Yeats ‘the second coming’ is near: The
force of gravity don’t hold the centre, everything collapses and there is the chaos. Out
of the chaos, Yeats perceives some rough beast which is waiting to be born, but
which he cannot name. The second coming will not be that of Christ but that of the
antichrist.
The Second Coming
Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer;
Things fall apart; the centre cannot hold;
Mere anarchy is loosed upon the world,
The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere
The ceremony of innocence is drowned;
The best lack all convictions, while the worst
Are full of passionate intensity.
Surely some revelation is at hand;
Surely the Second Coming is at hand.
The Second Coming! Hardly are those words out
When a vast image out of Spiritus Mundi
Troubles my sight: somewhere in sands of the desert
A shape with lion body and the head of a man,
A gaze blank and pitiless as the sun,
Is moving its slow thighs, while all about it The gyre
Reel shadows of the indignant desert birds.
The darkness drops again; but now I know
That twenty centuries of stony sleep
Were vexed to nightmare by a rocking cradle,
And what rough beast, its hour come round at last,
Slouches towards Bethlehem to be born?
La forza gravitazionale secondo Einstein
La teoria gravitazionale di Newtoon, anche se in grado di descrivere il moto dei corpi
e dei pianeti, ha una serie di difetti insanabili che, fra ‘800 e ‘900, portarono alla
nascita di una nuova teoria più esatta e confacente, la teoria della relatività, elaborata
da Albert Einstein, che scardinava l’impianto della gravitazione Newtooniana e le
fondamenta del sistema galileano , lo spazio, il tempo assoluto e la relatività dei moti.
Einstein elaborò la teoria della relatività prendendo spunto dalla scoperta che,
nonostante la luce viaggi ad una velocità grandissima, questa non può superare
comunque i 300.000 km/s. Essa è dunque una quantità finita che si mantiene
costante nel tempo e nello spazio. La teoria della relatività allora ribalta i punti di
riferimento fissati dalle teorie galileane quando la velocità di un corpo si approssima
a quella della luce. Ogni evento fisico non è più relativo al moto, con lo spazio ed il
tempo invariabili, bensì alla posizione dell'osservatore, dove l'unica entità assoluta
diviene appunto la velocità della luce. Einstein codificò il tutto in quella famosa
formula che caratterizza tutta la sua teoria: E (Energia) = M (massa) x C² (velocità
della luce al quadrato). Di conseguenza avremo la distorsione dello spazio e del
tempo che prima erano invece ritenute entità assolute. Ad esempio se un veicolo
procede a tale velocità, noteremo che, pur accelerandolo, continuerà a muoversi in
maniera costante. Dovranno variare allora altri elementi per soddisfare la maggiore
quantità di energia spesa a spingerlo. Infatti aumenterà la massa del veicolo con la
diretta conseguenza che un osservatore esterno vedrà l'auto accorciarsi, per la
contrazione dello spazio, ed i movimenti dell'autista rallentare, per la dilatazione dei
tempi.
Applicando tutto questo all’universo, Einstein elaborò la seconda parte della teoria,la
relatività generale,dove entra in gioco la forza gravitazionale, a cui si sottopone
persino la luce. Infatti nello spazio cosmico, un raggio di luce che transita in
prossimità di una grande massa viene da questa deviato verso se stessa in maniera
direttamente proporzionale all‘ entità del corpo celeste Ciò è stato appurato durante
le eclissi solari, osservando come alcune stelle apparivano spostate rispetto alle
posizioni reali. Ma, come sappiamo dall'evoluzione dei corpi stellari, questi alla fine
della loro vita si contraggono, aumentando quindi grandemente la loro densità. A
densità maggiori corrispondono gravità maggiori, e perciò più deviazioni della luce,
sino al caso limite di densità infinita cui corrisponderà una forza gravitazionale infinita
ed una conseguente deviazione totale della luce. Allora un raggio di luce che passi in
vicinanza di una grande massa gravitazionale verrà risucchiato da questa in un
pozzo senza fondo, senza più essere visibile dall'esterno e con una velocità sempre
maggiore. Ma come sappiamo dalla relatività speciale, questa non può superare il
suo stesso limite di 300.000 km al secondo, ragion per cui, ad esserne in primo luogo
influenzati saranno lo spazio ed il tempo.
Questa teoria rivoluzionaria ha portato dunque alla scoperta di un dei piu straordinari
oggetti dello spazio: il buco nero.
Oggettività e necessità della scienza moderna
della natura nella filosofia di Kant
Con la scoperta di nuove leggi fisiche, come le tre leggi di Newtoon basate sulla
concezione di spazio e tempo assoluti, nel XVIII secolo è nata una nuova filosofia
che ha cercato i fondamenti della fisica e limiti della scienza. È’ la filosofia di kant che
si propone due obiettivi: mostrare l’oggettività e la necessità della scienza moderna
della natura e fondare in modo rigoroso la morale. Nel farlo kant muove da un
principio fondamentale espresso dall’immagine della rivoluzione copernicana:la
coscienza della realtà non dipende dall’adeguamento del soggetto all’oggetto, ma al
contrario dalle facoltà delle forme a priori presenti nello stesso soggetto conoscente.
Nasce di qui la suddivisione della teoria kantiana secondo le tre facoltà fondamentali
del soggetto: la sensibilità con cui gli oggetti ci sono dati grazie all’ordinamento del
molteplice che noi percepiamo, attraverso il tempo e lo spazio, da cui nasce la
matematica e la geometria; l’intelletto grazie al quale conosciamo i dati attraverso
l’unificazione di essi in categorie che portano alla nascita della fisica e delle scienze
naturali; la ragione che si esprime in due dimensioni. Se la ragione, nella conoscenza
della natura,quando pretende di oltrepassare i limiti dell’esperienza, commette errori,
è però assoluta legislatrice in campo morale. La sensibilità e l’intelletto che
nell’insieme costituiscono il nostro “io penso” fondano il mondo della natura e le varie
leggi fisiche che non sono altro se non frutto delle nostre facoltà a priori che ci
permettono di ordinare il molteplice e conoscere solo il “fenomeno”, cioè l’immagine
che noi riceviamo della realtà ordinata attraverso le nostre forme a priori, e quindi di
fondare uno conoscenza scientifica; esse però non ci permettono di conoscere la
vera realtà cioè il noumeno che risulta appunto inconoscibile; intelletto e ragione
fondano pertanto il mondo della natura e quello morale ; alla facoltà di giudicare
spetta il compito di conciliare le rispettive leggi.
La forza elettromagnetica
Si sapeva da millenni che alcuni materiali, come il vetro e l’ambra, emanano una
forza d’attrazione se li si strofina. Solo nel Settecento, però, l’americano Benjamin
Franklin comprese che lo strofinio carica elettricamente i corpi. Le forze elettriche
sono prodotte dalle cariche elettriche che sono di due tipi: cariche elettriche positive
e negative. Le cariche elettriche positive sono trasportate dai protoni mentre quelle
negative dagli elettroni. I protoni, assieme ai neutroni (elettricamente neutri),
costituiscono il nucleo degli atomi, mentre gli elettroni, molto più leggeri, ruotano
attorno al nucleo atomico. Ogni atomo, avendo lo stesso numero di protoni e di
elettroni,è neutro, cioè ha carica uguale a 0. Per l'atomo di elio :
Strofinando ad esempio un pezzo di plastica con un panno di lana gli elettroni, gli
unici a poter spostarsi, passano dalla lana, che si comporta da conduttore, alla
plastica. La plastica, che è un isolante, trattiene gli elettroni ed è quindi carica
negativamente mentre la lana, che li ha persi, è carica positivamente.
La forza elettrica (meglio dire elettrostatica, se si considerano cariche immobili)
fra due cariche q1 e q2 distanti R :
è data dalla legge di Coulomb: (ε₀ costante dielettrica nel vuoto)
.
Si noti la somiglianza con la formula di Newton per la gravitazione. La differenza
fondamentale consiste nel fatto che la gravità è sempre attrattiva, mentre la forza
elettrostatica è attrattiva se le cariche sono di segno opposto, e repulsiva se sono di
segno uguale. Inoltre, nelle condizioni ordinarie, la forza elettrica è molto più intensa
di quella gravitazionale: basta guardare la differenza tra le due costanti di
proporzione.
Forza elettrica e forza magnetica (quella esercitata dalle calamite e da altri materiali
magnetizzati) erano però ritenute due fenomeni distinti, finché nel 1820 il danese
Christian Oersted ipotizzò che elettricità e magnetismo fossero intercambiabili è
dimostrò che un filo percorso da corrente elettrica agisce come un magnete che
genera un campo magnetico influenzando le bussole. Nel 1831, l’inglese Michael
Faraday verificò l’opposto, cioè che dal movimento di un magnete si ricava elettricità
(corrente indotta) e precedentemente, nel 1821, osservò che un filo percorso da
corrente, in un campo magnetico, subisce una forza il cui verso è dato dalla regola
della mano destra. Inoltre il fisico Amper scoprì che, dati due fili conduttori, il valore
della forza che agisce su un tratto lungo l, di uno di essi è direttamente proporzionale
alle due correnti che circolano ed è diversamente proporzionale alla distanza d tra i
due fili. Fu poi James Clerk Maxwell nel 1873 a trovare anche la conferma
matematica: un insieme di equazioni che descrivono contemporaneamente il
comportamento di elettricità e magnetismo evidenziano la simmetria tra i due
fenomeni: la circuitazione del campo
Teorema di Gauss del Teorema di Gauss Legge di ampere(C(B) = µ0 i )
elettrico indotto dal campo
campo elettrico del campo magnetico modficata da maxwell che
magnetico variabile nel tempo è aveva trovato il termine
pari alla variazione nel tempo mancante
del flusso di tale campo
magnetico induttore. Il segno per evidenzire
meno indica che la corrente matematicamente la
indotta ha segno opposto alla simmetria tra i due fenomeni
variazione di flusso che la
produce, ed è nota come legge
di lenz .
La teoria elettromagnetica è una teoria classica in quanto basata sui presupposti
della meccanica classica (i concetti di punto materiale, di traiettoria continua ecc.),
ma abbiamo introdotto una assoluta novità rispetto alla meccanica classica di
Newton : il concetto di campo. Il campo elettrico e magnetico ci permettono di capire
come una carica o un magnete influenzino lo spazio che li circonda. Per individuarli
bisognerebbe porre un carica o un magnete di prova in un punto del campo e
osservare come agiscono alla presenza di esso. Entrambi i campi sono descritti da
vettori. Per visualizzarli si usano le linee di forza, linee immaginarie.
Campo magnetico generato da