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quota inferiore rispetto al livello del mare, soggetto ad
evaporazione esso tenderà a raggiungere un grado di
salinità nettamente maggiore rispetto a quello del mare
(es. Mar Caspio)
la dinamica, cioè l’insieme dei movimenti delle acque,
connessi all’immissione ed emissione delle acque, al
vento e alla pressione atmosferica. Nel caso di grandi
laghi si parla, addirittura, di effetti di marea.
La maggior parte dei laghi, infine, ha una vita relativamente
breve in quanto vengono “cancellati” sia dall’interramento,
dovuto alla sedimentazione in corrispondenza degli immissari,
sia all’erosione della soglia (punto più basso del bordo della
conca lacustre) ad opera dell’emissario.
Altri tipi di acque continentali sono le paludi e gli stagni, distese
di acque basse ospitate in leggere depressioni spesso sotto il
livello del mare, e le maremme, estese piane acquitrinose
prossime al mare. L’inquinamento
Il problema che oggigiorno accomuna le acque continentali è delle acque
l’inquinamento, che comporta considerevoli conseguenze dirette
e immediate per l’uomo, soprattutto nel caso delle acque dolci.
Le cause di inquinamento idrico sono principalmente connesse
all’immissione di effluenti urbani, industriali e agricoli che
interessano sia le acque superficiali, sia le acque sotterranee o di
falda. Specifiche forme di inquinamento delle acque sono quelle
provocate da petrolio e quelle connesse agli scarichi di acqua ad
elevata temperatura ( inquinamento termico o da calore). Il
petrolio è l’inquinante marino più diffuso a causa della pratica
delittuosa di scaricare in mare dalle petroliere le acque di
lavaggio delle cisterne, del ripetersi di incidenti che coinvolgono
le petroliere, dell’estrazione di petrolio dalle piattaforme marine
continentali. L’inquinamento termico, invece, è dovuto in gran
parte al crescente impiego di acqua nei processi di
raffreddamento industriali. L’aumento della temperatura
dell’acqua ha, come primo effetto, la diminuzione dell’ossigeno;
inoltre accelera tutti i processi di sviluppo della forme di vita Eutrofizzazione:
acquatica, accentuandone il fenomeno di eutrofizzazione. eccessivo
accrescimento di piante
Recenti esperienze hanno però appurato che gli effetti più gravi acquatiche, per eccesso
dell’inquinamento termico sono dovuti agli improvvisi di dosi nutritive
abbassamenti di temperatura che provocano, negli animali ormai
adattati ad un ambiente più caldo, i cosiddetti “stress freddi”,
che possono anche essere letali. È da sottolineare, inoltre, che le
acque naturali possiedono un potere auto depurante, che si
manifesta nella capacità di decomporre biologicamente
( biodegradare) le sostanze organiche di provenienza animale e
vegetale, e anche alcune sintetiche. Questa capacità è dovuta
all’azione di microrganismi presenti nelle acque, che sono in
grado di demolire i materiali biodegradabili prima citati. Tale
processo, però, avviene in presenza di ossigeno, ovvero in
condizioni aerobiche, che i microrganismi trovano disciolto 13
nelle acque. Le sostanze inquinanti possono provocarne
l’esaurimento totale. Per la conseguente asfissia degli esseri che
vivono nelle acque muoiono miliardi di batteri aerobi, che
normalmente mantengono l’acqua depurata; a questi si
sostituiscono i batteri anaerobi, che contribuiscono alla
putrefazione dell’acqua.
Le principali fonti di inquinamento dei fiumi e dei laghi sono:
le acque residuali urbane;
le acque di scarico delle industrie;
le acque che derivano dall’agricoltura;
gli idrocarburi, nei grandi laghi con servizi di trasporto
su nave;
gli insetticidi e i pesticidi utilizzati in agricoltura;
i pozzi perdenti, in particolare nel caso in cui inquinino
le falde acquifere.
L’acqua nella natura è un mezzo vivente, portatore di organismi
benefici che contribuiscono a mantenerne la qualità.
Contaminandola, rischiamo di distruggere questi organismi, di
capovolgere così il processo di auto depurazione ed anche, forse,
di modificarla in modo irreversibile. Inquinare l'acqua, dunque,
vuol dire modificare le caratteristiche qualificative, al punto da
10
renderla inadatta al consumo degli esseri viventi.
10 Palmieri- Parotto, La Terra nello spazio e nel tempo, Bologna, Zanichelli
editore, 2002 14
nuclei diventano
più pesanti e
2.1 Energia nucleare: l’acqua come termovettore. cedono energia
durante il
processo di
L'atomo è la parte più piccola di ogni elemento presente in
natura che ne conserva le proprietà chimiche e che fu per lungo
tempo ritenuto indivisibile (la parola greca “atomo” significa
infatti “indivisibile”). In realtà, esso è costituito da un nucleo L’atomo
(costituito da protoni e neutroni) circondato da elettroni in grado
di promuovere reazioni chimiche che possono produrre energia.
L'impiego dell’ energia nucleare nasce dalla possibilità di
utilizzare le grandi energie presenti nel nucleo dell’atomo, ben
maggiori rispetto alle energie ottenute da reazioni chimiche dove
il nucleo dell’atomo non è coinvolto. L'energia nucleare può
essere prodotta sia attraverso la fissione nucleare (separazione
dei nuclei di materiali radioattivi pesanti) sia attraverso la
fusione (unione di nuclei di elementi leggeri). Delle due
reazioni, la fissione è l'unica realizzabile e controllabile L’energia
dall’uomo, con i necessari accorgimenti tecnici legati alla nucleare
prevenzione degli incidenti ed alla gestione delle scorie
radioattive.
Invece, per quanto riguarda la fusione, essa non è ancora
realizzabile, al momento, per periodi di tempo sufficienti ad una
produzione continua di energia . Infatti, non esiste ancora alcun
dispositivo in grado di contenere e mantenere "confinato" per un Fissione e
tempo sufficiente l'idrogeno alle altissime temperature che fusione nucleare
rendono possibile l'aggregazione dei nuclei.
Per fissione s'intende la rottura del nucleo in due o più
frammenti più piccoli mediante l'azione di neutroni
opportunamente rallentati su nuclei molto pesanti detti
fissionabili, quali l’uranio 235, torio 232, plutonio 239 ecc. I
principali effetti di questo fenomeno sono la liberazione di una
grande quantità di energia e l'emissione contemporanea di 2-3
neutroni che possono fungere da veicolo di reazione,
provocando nuove fissioni e innescando così una reazione a
catena L’energia che si libera nel corso di processi di fissione dei
nuclei, se tenuta rigorosamente sotto controllo, può essere
sfruttata per produrre elettricità. Alcuni di questi elementi
pesanti, come l'uranio 235 (92 protoni e 143 neutroni), si
trovano in giacimenti e per ottenerli è necessario estrarli dal
sottosuolo. Altri, come il plutonio 239 o l'uranio 233, vengono
prodotti artificialmente dall'uomo.
L’uranio in natura è presente prevalentemente sotto forma di
uranio 238 (non fissile) e solo in piccola parte di uranio 235
(0,71 %).
La fusione nucleare, invece, è il processo con cui da tempo
immemorabile si sprigiona energia nel sole e nelle stelle per le
reazioni di fusione tra nuclei d'idrogeno.
Nel caso della reazione di fusione, si parte da nuclei molto
leggeri, fino a provocare la loro aggregazione. Fondendosi, i 15
le barrette di
combustibile
svolge sia la
funzione di
moderatore,
fusione: ad esempio, un miscuglio di nuclei di idrogeno (1 rallentando i
protone), deuterio e trizio (1 protone e rispettivamente 1 e 2 neutroni nati
neutroni) può portare all'innesco di una reazione che, attraverso veloci dal
vari passaggi, porta a costruire nuclei di carbonio. Affinché la processo di
reazione avvenga, le due particelle reagenti devono essere dotate fissione, sia
di energia cinetica sufficiente a superare la barriera repulsiva quella di
dovuta alla carica elettrica dei nuclei e ciò significa che si refrigerante,
devono raggiungere temperature altissime, alle quali la materia asportando
si trova allo stato di plasma. La più studiata fra le reazioni l’energia ceduta
possibili è la “deuterio più trizio” con temperatura di innesco all’atto della
dell’ordine di 100 milioni di gradi centigradi. Il deuterio è un fissione.
isotopo (atomo di un elemento con lo stesso numero di protoni, Tutto il nocciolo
ma diverso numero di neutroni) dell’idrogeno, il cui nucleo è è contenuto in un
costituito da un protone più un neutrone; esso è presente recipiente a
nell’acqua nella proporzione di 1 su 7.000 atomi di idrogeno pressione
normale, quindi è praticamente inesauribile. Il trizio è un altro
isotopo dell’idrogeno, costituito da un protone più due neutroni;
è radioattivo con tempo di dimezzamento di 12 anni e viene
prodotto bombardando litio con neutroni. Il litio è dunque
indirettamente la materia prima energetica.
Il calore che si genera durante la fissione nucleare deriva
principalmente dal rallentamento dei nuovi nuclei prodotti: è
possibile quindi riscaldare un fluido (chiamato fluido
termovettore) in grado di mettere in movimento una macchina
operatrice (ad esempio, una turbina). L'energia meccanica viene
poi convertita in elettricità da un alternatore collegato a una
turbina.
Il reattore nucleare si comporta come una qualunque caldaia e il
vapore così generato può essere utilizzato per azionare una
turbina connessa a un generatore di elettricità.
In particolare, il "cuore" del reattore di una centrale nucleare a
fissione si dice "nocciolo" e, di solito, ha forma cilindrica. Il
nocciolo è immerso in un fluido, per esempio acqua, ed è
formato da barre di uranio, anch'esse cilindriche, lunghe circa 3
metri e con un diametro di qualche centimetro. Nei reattori di
tipo più comune l'acqua contenuta nel nocciolo, riscaldata dalla Da calore ad
fissione dell'uranio, viene fatta circolare da una pompa fino a energia
uno scambiatore di calore in cui si raffredda producendo del meccanica:
vapore che, a sua volta, fa girare la turbina della centrale. Un reattori ad acqua
reattore si caratterizza per tipo di combustibile, di refrigerante e leggera e ad
per l'architettura interna del nocciolo. Ad esempio, si parla acqua pesante
comunemente di reattori ad acqua leggera e ad acqua pesante.
Nei reattori ad acqua leggera, il combustibile è costituito da
barrette
del diametro di circa 1 cm di ossido di uranio arricchito in
uranio 235 (arricchimenti di circa il 3%). L'acqua circolando tra 16
Oggi sono
conosciuti vari
tipi di reattore
nucleare,
generalmente
classificati in
base al tipo di
combustibile
utilizzato ed al
sistema di
raffreddamento/g
enerazione
11
vapore.
d'acciaio, in cui vi sono aperture per l'ingresso e l'uscita del
refrigerante. Intorno al recipiente e alle parti attive del reattore
sono predisposti degli schermi per assorbire le radiazioni
nucleari: lo schermo termico, in metallo, assorbe
prevalentemente le radiazioni gamma,
quello biologico, in calcestruzzo, i neutroni.
I reattori ad acqua pesante, invece, impiegano come
combustibile l'uranio naturale, non arricchito.
Il reattore a fusione funziona secondo il principio esattamente
inverso a quello del reattore a fissione. Il reattore a fissione
divide nuclei di atomi pesanti e il calore così liberato è utilizzato
per scaldare acqua e azionare, con il vapore acqueo, una turbina
che produce elettricità. Nel reattore a fusione, invece, atomi
leggeri (gli isotopi dell'idrogeno deuterio e trizio) sono uniti in
un atomo di elio (fusione). Nella fusione solo se due nuclei
vengono posti a una distanza sufficientemente piccola interviene
la forza di attrazione nucleare che li fa unire. Il problema è che
questa forza agisce solo a cortissimo raggio, dell’ordine di mille
miliardesimi di millimetro, e poiché i nuclei che si vogliono far Reattori a fusione
fondere sono entrambi carichi positivamente, quando si mettono e fissione.
uno vicino all'altro tendono a respingersi a causa di un'altra
forza, la repulsione elettrostatica, che si fa sentire su distanze
maggiori e ostacola il processo. Per infrangere tale barriera, i
nuclei devono essere in uno stato d'eccitazione raggiungibile
solo a temperature di oltre cento milioni di gradi, condizione in
cui gli atomi vengono letteralmente spogliati della propria