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Questa tesina di maturità analizza il tema del conflitto, ricollegandosi a varie discipline di studio. Argomenti tesina: il conflitto nell'amore: Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, in Italiano Rosso Malpelodi Giovanni Verga, in Storia Proletari di tutto il mondo, univeti di Karl Marx, in Storia dell'arte il Quarto Stato, in Discipline pittoriche la tecnica divisionista e i colori complementari e in Anatomia artistica l'arto inferiore.
Italiano - Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e Rosso Malpelo di Giovanni Verga.
Storia - Proletari di tutto il mondo, univeti! Karl Marx.
Storia dell'arte - Il Quarto Stato.
Discipline pittoriche- La tecnica divisionista e i colori compelmentari.
Anatomia artistica - L'arto inferiore.
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Ostacolo nella società:
Rosso Malpelo
Letteratura
Nella seconda metà dell’Ottocento, in concomitanza con le profonde trasformazioni,
portate dalla rivoluzione industriale e con l’affermazione del positivismo (3), il
romanzo realista fu sostenuto con estrema fiducia dallo scrittore che proponeva di
rappresentare scientificamente la società e le sue leggi, cosi come lo scienziato
studiava e analizzava le leggi naturali: nascono così il naturalismo in Francia, con
Emile Zola e il verismo in Italia, con Giovanni Verga e Luigi Capuana.
Un’affinità tra la scrittrice Austen e l’italiano Verga, è l’attenzione nei loro romanzi
della realtà sociale, nonostante però le divergenze dei contesti in cui essi vivevano.
Infatti, dalla descrizione ironica della società borghese, si passa nel romanzo Rosso
Malpelo (scritto da G.Verga nel 1880) alla descrizione della povertà e dello
sfruttamento delle classi disagiate nella Sicilia del fine XIX secolo, una realtà che lo
stesso Verga conosceva direttamente e che tra l’altro emergeva già da allora dalle
inchieste del Regno d'Italia, da poco formatosi (1861) (2).
Principalmente, la novella ritrae un adolescente maltrattato e infelice, che pur
vivendo con rassegnazione, è sorretto comunque dall’orgoglio per la propria
resistenza fisica e per la propria capacità di guardare senza illusioni gli aspetti
dolorosi della vita. ~ 6 ~
Malpelo è cattivo, a volte persino crudele, ma nello stesso tempo è vittima di
pregiudizi popolari, a causa del suo nomignolo e del colore rosso dei suoi capelli. È
un perseguitato, un oppresso, un ragazzo che della vita ha esperito solo gli aspetti più
duri.Le uniche forze positive, oltre all'istinto di sopravvivenza, sono il ricordo e la
nostalgia del padre, che non riescono a spegnere in lui una scintilla di umanità.
Egli odia Ranocchio, un ragazzo appena arrivato alla cava, per la sua debolezza, per
la sua incapacità di sopravvivere in un mondo in cui vige la legge del più forte. Ma
anche lo ama, perché nelle debolezze di Ranocchio, scorge le proprie.
Lo stesso verga, Nonostante il principio dell'impersonalità, che lo caratterizza,
Verga lascia trasparire la pietà che prova per Malpelo, un "vinto" che non ha
alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino. Fa capire che i ragazzi come lui
reagiscono al male che viene loro fatto infliggendo altrettanta sofferenza e
cercando di reprimere i sentimenti di compassione pur di sopravvivere.
Questa novella rispetta il pensiero di Verga, il quale crede che chi nasce
povero tornerà alla sua posizione sociale iniziale nonostante i vari sforzi che
ha fatto per cambiare la sua vita.
Nel racconto di Verga, dove persino la natura e le cose inanimate mostrano un volto
ostile, il lavoro assume, per le classi inferiori, i connotati di una maledizione che si
tramanda di padre in figlio. Infatti, rosso è condannato a svolgere lo stesso lavoro del
padre e necessariamente a subirne la stessa fine, ovvero la morte sotto la cava di rena
rossa.
Nonostante verga condivida molti aspetti socialisti di quei tempi, come ad esempio il
rancore per i prepotenti o dal disprezzo per il mondo fittizio degli uomini e delle
donne di lusso, Verga si allontanò inesorabilmente dal socialismo per via
dell’esaltazione alla lotta delle classi, ritenuto comunque come un’idea inutile e del
tutto fallimentare. ~ 7 ~
Il complesso dei fenomeni che si sono realizzati nel primo ‘800 suscitò drastiche
conseguenze per la vita economica, sociale e politica. Una conseguenza cruciale della
rivoluzione industriale, fu la divisione della società in due fondamentali classi sociali: la
borghesia capitalista e il proletariato.
La borghesia capitalista, divenne padrone incontrastato di ogni attività economica,
esercitando un predominio anche di tipo politico che permetteva di rafforzare con mezzi
legali, le posizioni raggiunte e di difendere i propri interessi a danno della classe operaia.
Infatti, i salari erano appena sufficienti per non morire di fame e per di più corrisposti solo
per le giornate effettivamente lavorate, perciò, quando sopraggiungeva una malattia, agli
operai non era offerto alcun tipo d’assistenza. Inoltre, con il diffondersi della
meccanizzazione, diminuiva la richiesta di manodopera nelle fabbriche con un relativo
aumento della disoccupazione.
Con l’aggravarsi delle condizioni, il proletario cominciò a prendere coscienza della propria
forza e a dar vita alle prime forme di solidarietà e di associazione.
Il proletariato è una categoria sociale definita da Marx nel Manifesto del partito comunista,
per indicare tutti coloro che non avevano altra ricchezza che la prole, i figli.
Gli autori del manifesto, analizzano la storia fino ai loro giorni come storia di lotta di classe,
evidenziando il carattere rivoluzionario della borghesia che ha portato alla rivoluzione
industriale. Infatti, mentre la nobiltà prima viveva con lo sfruttamento dei terreni richiedeva
allo stato di intervenire cn alte dogane, la borghesia, dedita soprattutto alle attività
commerciali e industriali, aveva compreso che qualora avesse potuto importare ed esportare
merci liberamente, senza dover pagare eccessive dogane, avrebbe procurato guadagni facili.
Iniziarono dunque ad esigere un’economia basata sulla libera concorrenza e sull’assenza di
leggi statali limitandi all’iniziativa privata. La ricchezza della borghesia deriva però dallo
sfruttamento di un'altra classe, il proletariato. Il proletariato, nato in seguito alla ascesa della
borghesia, unitosi in classe, abbatterà la classe aristocratica. La storia infatti è segnata da
una contrapposizione dialettica tra antagonismi (liberti e schiavi, patrizi e plebei, baroni e
servi della gleba, corporazioni e garzoni, insomma oppressori e oppressi) per cui se si vorrà
evitare la distruzione reciproca delle classi in lotta e l'imbarbarimento della società, il
proletariato dovrà essere artefice del superamento del modo capitalista di produzione e In
seguito il proletariato prenderà anche il potere politico, per trasformare la società: a uno
Stato borghese si sostituirà uno Stato proletario, a una dittatura della borghesia una dittatura
del proletariato.
Ma, il processo di proletarizzazione della società suggerito da Marx, avvenne, tuttavia, in
paesi come Russia e Cina che non rappresentavano la punta avanzata dello sviluppo
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industriale capitalistico. Nei paesi industriali avanzati le forme di difesa del proletariato
seguirono due vie diverse: In Europa, vennero realizzate forme di socialdemocrazia; in altri
paesi, soprattutto negli Stati Uniti, la difesa del proletariato fu affidata soprattutto ai
sindacati. Si venne a realizzare una profonda differenziazione tra i paesi industrializzati e
quelli sottosviluppati, denotando che i progressivi miglioramenti del nord del mondo
avvennero a spese del sud del mondo. ~ 9 ~
il marxismo esercitò una tale attrazione sugli italiani anche in campo artistico. Una delle
opere più rappresentative della classe del proletariato è il “Quarto stato” di Giuseppe
Pellizza da Volpedo , realizzato nel 1901, venne inizialmente intitolato il cammino dei
lavoratori, il quadro nacque al termine di una lunga serie di studi e di opere compiute ispirati
a scioperi e manifestazioni di protesta da parte di contadini ridotti alla fame. Il quadro
rappresenta il simbolo della consapevole avanzata sociale della classe popolare, la quale,
supportata dai principi di eguaglianza fra gli uomini diffusi dal socialismo di Filippo Turati,
iniziava a rivendicare i propri diritti in opposizione alla borghesia e all’aristocrazia. La
scena è ambientata nella piazza Malaspina di Volpedo, la cittadina piemontese in cui l’artista
era nato. La folta barriera scura di cespugli sopra i quali si innalza un cielo violaceo è
funzionale all’espressione di un contenuto fortemente sociale: la folla di lavoratori,
volgendo le spalle a questo crepuscolo cupo, avanza con orgoglio verso la piena luce solare.
Nella composizione notiamo quindi due blocchi differenti: le tre figure in primo piano e la
massa di lavoratori alle loro spalle.
La donna con il bambino in braccio, simbolo di rinascita, ha il volto della moglie di Pellizza,
Teresa, e con il suo gesto sembra invitare la folla a seguirla; il movimento del corpo è
sottolineato dalle pieghe svolazzanti della veste, che si avvolgono intorno alle gambe. Al
centro domina la scena quello che probabilmente è il leader della massa, un uomo che
avanza tranquillo, con una mano in tasca e la giacca buttata sulle spalle, ed attira la nostra
attenzione per il vivido colore rosso del suo panciotto, in netto contrasto con il bianco
candido della camicia. Alla sua destra un altro uomo, con la giacca appoggiata sulla spalla
sinistra, procede silenzioso e concentrato.
I contadini sullo sfondo formano una specie di quinta teatrale, poichè sono disposti per la
maggior parte sul piano frontale, ma ai lati sono leggermente avanzati; tutti i soggetti
discutono tra di loro e e compiono gesti molto naturali, come proteggersi gli occhi dal sole,
portare un bambino in braccio, o semplicemente volgere avanti lo sguardo: tutto ciò sta a
dimostrare il grande studio dal vero che ha compiuto l'autore prima di realizzare quest'opera.
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infatti I personaggi sono tutti studiati dal vero: Pellizza realizzò dei cartoni per i quali
posarono i contadini della cittadina natale e persino la moglie Teresa; li modellò attraverso
grandi masse di luce, senza soffermarsi su dettagli minori, per non rischiare di perdere la
forza del loro carattere.
In questo dipinto la tecnica divisionista di Pellizza trova la sua più alta espressione. Nel
tentativo di ottenere la massima luminosità possibile, egli concentra nel primo piano una
gamma cromatica chiara, con una netta prevalenza di toni caldi, ocra e rosati, che rendono
più vivo il riflesso della luce attraverso l'accostamento di colori, stesi attraverso i piccoli
tocchi della tecnica divisionista. ~ 11 ~
Ornato
Nella tecnica divisionista, Il tratteggio, già adottato nei disegni e nelle incisioni, diventa pennellata
direzionale, che si piega in matasse di luce/colore, dall'andamento spesso circolare.
Il divisionismo prese anche spunto dal "Pointillisme" (Puntinismo) francese. Quest'ultimo, derivato
dalla corrente impressionista, accostava nella tela attraverso puntini e non pennellate, colori puri
senza mischiarli, ma rivelava anche un interesse scientifico. La tecnica del pointillisme consentiva
di ottenere la massima luminosità accostando i colori complementari ma rivelava anche un interesse
scientifico. Infatti, con tale tecnica l'artista si prefiggeva di scomporre il colore in modo che sia la
retina dell'osservatore a dover ricomporre la tonalità e la sfumatura derivate dalla pittura "per
punti", come avviene fisiologicamente quando guardiamo ad esempio, un bosco, le cui mille
tonalità di verde delle foglie e delle piante, ci appaiono distinte in loro prossimità, mentre
tenderanno sempre più ad "unificarsi" per tonalità omogenee non appena le si osserverà di lontano.
A tale proposito, tuttavia, va precisato che l'interesse scientifico rivolto al colore ed alla sua
percezione prese relativamente meno forza nel divisionismo rispetto al pointillisme. Nel
divisionismo, infatti, i puntini diventano filamenti frastagliati che invece di accostarsi spesso si
sovrappongono.
sono detti complementari le coppie di colore tra loro opposte come, le aree blu-arancio, rosso-
verde, giallo-viola. Un colore viene definito complementare e quindi opposto a un altro quando non
e contiene alcuna traccia.
l'accostamento di colori complementari, è un espediente che può essere usato sia per rendere un
colore in sé più saturo che per desaturarlo. È anche noto che quando si accostano due colori
qualsiasi il risultato che si ottiene è una leggera variazione della tinta dei due colori: ognuno dei due
colori appare come se fosse addizionato col colore opposto a quello affiancato. Lo scopritore e il
primo vero studioso di questo fenomeno fu Chevreul, un chimico francese che lavorava in