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Economia
Una buona contribuente per gli Stati Uniti è sicuramente Cindy Jackson, la donna che detiene il guin-
ness dei primati per il numero di interventi estetici subiti ricorrendo alla chirurgia al fine di perseguire
il suo sogno: somigliare il più possibile alla sua bambola preferita di quando era bambina.
Cindy Jackson, la donna - Barbie
Dopo 27 operazioni chirurgiche e un investimento di circa 150.000
dollari Cindy è riuscita a diventare identica alla bionda ed eterna-
mente giovane Barbie. Seguendo il suo esempio, decine di donne in
tutto il mondo si stanno trasformando in cloni della bambola. 2
Economia
Come noto, infatti, Barbie è oggi un vero e proprio fenomeno di culto e di costume, avendo seguito
negli anni la moda dell’abbigliamento femminile, delle acconciature e perfino riprodotto, prima con
lo sguardo basso e laterale poi frontale e spigliato, il modo in cui la società pensava l’ideale fem-
minile.
Barbie è oggi un vero e proprio fenomeno di culto e di costume
Barbie è stato anche il primo giocattolo ad avere una strategia di marketing focalizzata sugli spot
televisivi (tipo di pubblicità veicolato da un particolare mass media, la televisione) strategia suc-
cessivamente ripresa da tutti i giocattoli a venire.
È stato stimato che oltre un miliardo di Barbie sono state vendute in oltre 150 nazioni e che ven-
gono acquistate in media tre barbie al secondo.
Dal primo giorno in cui venne messa in commercio, 9 marzo 1959, i due fondatori della bambola
iniziarono a venderla come ossessi riuscendo ad arrivare, nel primo anno di vita, a 350.000 barbie
vendute.
La casa produttrice della diva di plastica, la Mattel, è diventata in poco tempo il tempio del gioco
per milioni di bambini, fornendo ai più appassionati anche le limited edition.
Ad ora esistono circa 100,000 collezionisti di barbie ed il 40% di loro spendono oltre 1000 dollari
all’anno per aggiornare la propria collezione. 3
Economia
La nuova Barbie da collezione costa circa 95mila dollari ed è la
più costosa al mondo.
La famosa bambola indossa 318 diamanti, tutti veri, orecchini, coroncina, bracciale e anello in oro
bianco e diamanti.
A distanza di 50 anni la notorietà di Barbie è giunta ai massimi livelli.
Per calcolarli c’è un sistema: si chiama “Indice di penetrazione sul mercato”.
L’Indice di Penetrazione esprime il rapporto fra il livello competitivo raggiunto da un prodotto, in
una certa zona nel mercato di riferimento e il livello competitivo raggiunto dallo stesso prodotto,
nel mercato di riferimento nazionale. L’Italia detiene il record di questo indice in Europa, pari al 99
per cento. Significa che 99 individui su 100 (in questo caso bambine dai 3 ai 10 anni di età) possie-
dono almeno un pezzo del prodotto di riferimento.
Sulla base di questi dati gli esperti definiscono unanimemente Barbie “Il più importante fenomeno
di marketing del secolo” .
L’altro modo per calcolare al volo il successo della bambola è quello di contare il numero di imi-
tazioni; accanto a lei occupano gli scaffali dei negozi di giocattoli svariate altre ragazze di plastica
che incarnano, sia pur con meno successo, i sogni delle bambine.
Si è stimato inoltre che per vestire Barbie siano state utilizzate circa 105 milioni di Yarde di tessuto
e sulla base di questi dati la casa produttrice Mattel è considerata una delle più grandi aziende
manifatturiere al mondo.
In questi anni la sua escalation nel mondo della moda non si è mai fermata al punto che 50 inter-
pretazioni di Barbie da designer internazionali sono state di scena alla Fashion week di New York, il
14 febbraio scorso.
Barbie “Il più importante fenomeno di marketing del secolo” .
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Economia
Barbie, con il colosso Mattel che la produce da sempre, è stata sponsor dell’appuntamento con la
settimana della moda americana e l’accordo, prevede una partnership per tre anni. Stilisti e case
di moda hanno creato nuovi capi di abbigliamento-icona, appositamente per il compleanno della
bambola-modella, alta appena 29,5 centimetri. Fin dagli Anni 60 la casa produttrice Mattel si è
dedicata a identificare i trend correlati ai gusti delle teenager: tutte le bambole, gli abiti e gli ac-
cessori del mondo di Barbie altro non sono che l’immagine riflessa delle aspirazioni delle bambine,
che permettono loro di proiettarsi nel mondo degli adulti.
Barbie rappresenta infatti un ideale femminile e specchio sociale del quotidiano vestendo i trend
del momento.
Per la mini top model, oltre cento stilisti fino ad oggi hanno creato i suoi abiti, tra questi Dior, Saint
Laurent, Armani e Versace e per il suo cinquantesimo anniversario ha ricevuto un vero e proprio
regalo di eccezione nato dalla collaborazione tra Mattel e FIAT: la Casa torinese le ha infatti dedi-
cato un’originale Fiat 500 show car, una vera e propria “shock car” come dimostra la lucentezza del
suo colore esterno di carrozzeria.
La vettura rigorosamente rosa ha un look alla moda, ma con un pizzico di ironia.La carrozzeria
esterna è realizzata con l’impiego di vernici laccate e profonde, simili allo smalto.
All’interno risalta la morbidezza dei tessuti e inoltre, i tappetini sono impreziositi da fili di seta e
nei vani portaoggetti si possono trovare lucidalabbra dai colori brillanti. 5
Economia
la Fiat 500 è stata selezionata quale macchina ufficiale della Barbie poiché famosa in tutto il mon-
do per via dei suoi straordinari accessori e riconosciuta quale massima espressione del Made in
Italy, del glamour e come una delle auto più sofisticate e ricercate nel mondo intero.
La sinergia tra Barbie e la Fiat 500 è chiara: entrambi i marchi vantano una popolarità e un profilo
inimitabili ed esse vengono quindi riconosciute istantaneamente a livello mondiale e, poiché
affondano entrambe le proprie radici nell`eccellenza, quanto a design formano un
binomio perfetto.
Le vere icone di stile trascendono generazioni, mode e tendenze. Le origini sia
della Fiat che di Barbie risalgono alla fine degli anni `50 e continuano a
riscuotere un amplissimo successo, rimanendo fedeli al loro retaggio comune di
design eccellente e stile. 6
Spagnolo
Barbie è sicuramente la bambola più famosa della terra, la sua internazionalità è dimostrata
dall’ampia collezione di bambole che incarnano le donne di ogni paese del mondo con le loro car-
atteristiche e abiti tipici locali. Il giocattolo ha rappresentato 50 nazionalità finora. Più di quanto
la maggior parte dei canali televisivi possa dichiarare.
La firma Mattel ha lanciato da poco sul mercato la Barbie spagnola, un modello ispirato alla cultura
andaluza e alla moda del flamenco.
La firma Mattel acaba de lanzar al mercado la Barbie España, un modelo de esta conocida muñeca
inspirado en la cultura andaluza y la moda flamenca. A las reminiscencias de la Pasión y la Feria, se
añade el flamenco.
La empresa juguetera explica que el flamenco es un arte reconocido a nivel internacional y forma
parte de la cultura española, por lo que es normal que Barbie España lleve un vestido inspirado en
este arte.
El flamenco es un género español de música y danza que se originó en Andalucía en el siglo XVIII,
que tiene como base la música y la danza andaluza y en cuya creación y desarrollo tuvieron un
papel fundamental los andaluces de etnia gitana. El cante, el toque y el baile son las principales
facetas del flamenco. 7
Spagnolo Firma Mattel
Vestida de rojo y negro, con volantes de encaje, mantilla y abanico, esta nueva edición de Barbie
especial para coleccionistas y pertenece a la serie Muñecas del Mundo.
La nueva Barbie España pretende aunar las distintas tradiciones andalusa llevando un traje ba-
sado en “el típico que visten las mujeres en las festividades importantes de Andalucía.
El folclore andaluz es muy variado y vistoso. En él se reflejan muchas tradiciones que se han con-
servado a lo largo de la historia.
La muñeca inspirada en la cultura
andaluza.
Ferias y fiestas.
Las ferias surgieron hace varios siglos para que los habitantes de cada pueblo pudieran comprar
o vender productos agrícolas o artesanales. Hoy día sólo tienen un carácter festivo, es decir, la
gente sólo va a ellas para divertirse. Casi todas ellas se celebran durante la primavera y el verano,
destacando la Feria de Abril de Sevilla, la de Málaga y la del Caballo de Jerez.
Las fiestas son en su mayoría de origen religioso. Destaca la celebración de la Semana Santa
en muchas localidades. Durante esos días se representa, mediante procesiones que recorren las
calles de las ciudades, escenas de la Pasión de Jesucristo. Son muy conocidas las procesiones de la
Semana Santa de Sevilla y las de Málaga. Otras procesiones y fiestas importantes son la del Cor-
pus de Granada y las Cruces de mayo de Granada y Córdoba.
No es la primera vez que Mattel refleja la cultura espanolas en sus productos. En 1983 vistió por
primer vez a la muñeca de sevillana. ¿Existirá el Ken torero? Serían la pareja perfecta. Ole, ole y
Ole!! 8
Storia
Barbie la Bambola Ariano-Ebrea
Barbie nasce come rielaborazione statunitense di un modello di bambola - di nome Lilli - com-
mercializzato in Germania nel 1955 da un’industria di giocattoli che aveva fatto fortuna vendendo
soldatini nel periodo nazista.
Lilli si rivolgeva a un pubblico adulto e impersonava il modello di bellezza promosso dall’ormai
defunto regime hitleriano.
Quel modello era ancora giudicato ideale dal tedesco medio di allora, per la teoria della superi-
orità della razza che rendeva quella ariana superiore alle altre. Osservando una Barbie effettiva-
mente non si possono non notare le caratteristiche della “fisicità ariana” .
Essa è appunto bionda e con gli occhi azzurri, alta, atletica e con la carnagione chiara.
Scavando nell’ideologia di “razza perfetta” di Hitler si apprende che egli credeva che la perfezione
dell’ariano non dovesse essere compromessa o contaminata da “razze inferiori” e che quest’ultime
dovessero essere quindi eliminate. 9
Storia
L’assurda dottrina nazista si basava sul concetto della superiorità di una razza sulle altre, teoria
che non ha nessun fondamento. Addirittura, scientificamente non ha senso l’idea stessa che esist-
ano differenti razze umane; il colore della pelle, gli occhi più o meno allungati, i capelli ricci o lisci
sono solo caratteristiche estetiche che nei secoli e nei millenni si sono sviluppate in modo diverso
ma queste caratteristiche fisiche non hanno niente a che vedere con le capacità e le qualità di cias-
cun individuo.
La Germania Hitleriana però fermamente convinta del contrario, aveva il compito di affermare tale
superiorità e di combattere chi si opponeva.
Le prove di superiorità ariana s’ incrociavano con giudizi estetici, dal momento che solo gli ariani,
secondo l’ideologia nazista, riproducevano le “proporzioni assolute della bellezza architettonica”
secondo il paradigma greco.
Gli ebrei venivano invece paragonati a cimici e topi, animali nocivi e brutti che dovevano essere
sterminati: la propaganda di massa provvedeva alla documentazione che mostrava le “tipiche”
facce ebraiche accompagnate da didascalie indicanti la scarsa rassomiglianza dei volti così ritratti
con quelli degli esseri umani. La schematizzazione inerente a tutto il pensiero razzista giungeva
così alle sue estreme conseguenze: gli stereotipi prendevano il posto degli uomini e delle donne
reali.
Perché la bambola ariana Lilli diventasse Barbie era però necessario che nel 1956 Elliot Handler,
proprietario della Mattel, un’azienda che produceva giocattoli e sua moglie Ruth (figlia di genitori
ebrei) passassero davanti alla vetrina di un negozio di Lucerna.
La donna rimase colpita dalla bambola e così scoccò la scintilla imprenditoriale che fece importare
negli Usa un prodotto «ariano» grazie a una donna di origine ebraica del tutto inconsapevole della
derivazione cripto-razziale di quella bambola.
Nel corso degli anni il termine «Barbie» ha spesso assunto il significato dispregiativo di ragazza di
bell’aspetto ma priva di spessore e sostanzialmente stupida.