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Sintesi
Inglese: Oscar Wilde (The Picture of Dorian Gray);

Italiano: Gabriele D'Annunzio;

Filosofia: Friedrich Nietzsche;

Pedagogia: l'educazione durante il periodo fascista;

Storia: l'ideologia di Adolf Hitler;

Metodologia: l'aggressività;

Latino: Seneca (Epistulae ad Lucilium);

Biologia: l'apparato cardiocircolatorio.
Estratto del documento

Faust

believes in a life full of pleasures. Dorian Gray can be considered a sort of

because he want to be beautiful and young forever; for this reason he sold his

soul. The novel can be considered like an allegory of Narcisism.

Oscar Wilde use the third-person narrator. In the novel there were gothic

elements like sinister atmosphere and the magic elements. Dorian Gray

embodies many aspects of Wilde’s own philosophy, in particular his rejection of

the Utilitarism values of industrialised mass society through the cult of art and

beauty for its own sake. In this, Wilde was much closer to the ideas of French

symbolist poets such as Baudelaire, Verlaine, and Mallarmè than he was to his

Victorian contemporaries in English literature. His Aestheticism was to have a

profound influence on the work of others, including Gabriele D’Annunzio

(1863-1938) in Italy.

Italiano: Gabriele D’Annunzio

“D'Annunzio, avendo rifiutato di porsi una problematica del vivere, si proiettò in una vita attiva

e combattiva. Egli perciò insiste sui temi della grandezza, dell'orgoglio, dell'eroismo

estetizzante.”

Gabriele D’Annunzio è l’autore di molte opere, ma l’opera più importante che

esso scrive è la sua vita, in quanto la costruisce come un monumento a sé

stesso. Nasce nel 1863 a Pescara da una famiglia benestante, che gli permette

di studiare in un collegio prestigioso di Prato. Fin da giovane si distingue per il

suo talento; infatti scrive poesie imitando Carducci. Si iscrive a lettere ma non

si laurea perché inizia a frequentare i salotti letterali di Roma, e inizia così una

vita mondana. Frequenta una rivista romana di pettegolezzo di alto livello,

“Cronaca Bizantina”. Nel frattempo produce sia poesia che prosa, tra cui

spiccano le “novelle della Pescara”, fatte sul modello di Verga, ma riviste

secondo il suo stile. I vinti di Verga vengono, infatti, reinterpretati in modo

selvaggio. Nel 1889, lo stesso anno in cui viene pubblicato anche Mastro don

Gesualdo, D’Annunzio pubblica un romanzo che apre una nuova stagione

Il Piacere.

letteraria in Italia; Quest’anno segna la fine del Verismo, che dà

Il Piacere

spazio al Decadentismo.

narra la storia di un giovane conte, Andrea Sperelli, che vive in luoghi

lussuosissimi. All’interno dell’opera sono presenti alcuni tratti autobiografici

dell’autore stesso. Andrea vive la crisi dei vecchi valori borghesi-romantici, quei

valori che Cuore e Pinocchio volevano imporre. Questo conte vive secondo i

canoni dell’Estetismo più estremo. L’Estetismo è una corrente filosofica,

secondo cui l’unico valore è la bellezza; che diventa dunque un valore morale.

Le categorie morali vengono ribaltate; valori come il “buono e il cattivo”

vengono trasformati in “bello o brutto”. La bellezza diventa la categoria

fondamentale dell’essere umano. In quest’opera D’Annunzio dice la frase: “il

verso è tutto”, ovvero non essendoci categorie morali, la bellezza diventa il

cardine e dunque la poesia è la cosa più importante. D’Annunzio riesce ad

adattarsi ad ogni nuova corrente, egli è considerato un rivoluzionario, perché

riesce inoltre ad essere un precursore; ed in questo sta la sua grandezza.

L’autore del nostro libro, Asor Rosa, per descrivere questa caratteristica del

carattere di D’Annunzio, usa un termine che è usato da D’Annunzio stesso per

L’Innocente.

descrivere il protagonista della sua opera Egli infatti definisce

Tullio Hermill un multanime, ovvero la sua anima è capace di adattarsi a molte

anime diverse, rimanendo però sempre sé stesso. Il termine “multanimità”, è

usato dunque per descrivere la capacità di D’Annunzio di adattarsi, rimanendo

sempre sé stesso.

Andrea Sperelli è diviso tra due donne: Maria (donna angelica) ed Elena (donna

fatale). Alla fine però resterà solo, perché non sarà in grado di scegliere tra

questi due opposti. L’esperienza

dell’Estetismo, per Andrea, non si realizza ed il protagonista resta vuoto.

D’Annunzio ispirandosi al filosofo Nietzsche e al musicista Wagner, passa

dall’Estetismo ad un’altra forma. La filosofia di Nietzsche è una filosofia molto

complessa; secondo lui tutte le leggi morali devono essere cambiate e

superate, ed immagina un nuovo essere umano, il cosiddetto “Uber-mensch”,

ovvero “l’oltre-uomo”. Di questa complessa filosofia, D’Annunzio ne intuisce la

grandezza e fa diventare l’oltre-uomo il “SUPER-UOMO”. Grazie alla filosofia di

Nietzsche, dunque, costruisce il suo personaggio, che sarà un uomo superiore a

tutti gli altri, ed in questo senso D’Annunzio stesso è il super-uomo. Di Wagner

ammira invece il fatto che nelle sue opere riesca ad arrivare ad un’arte totale,

ovvero riesce ad unire musica, racconto, regia, narrazione epica. Un’arte che

non è solo musica, ma molto di più. Oltre Nietzsche e Wagner, D’Annunzio

prende altri modelli, soprattutto autori russi, tra cui Dostoevskij e Tolstoj.

Il Fuoco,

Una delle opere più importanti è dove racconta la sua storia d’amore

con Eleonora Duse, un’attrice del tempo. La descrive come una donna sulla via

della decadenza, e più che una storia d’amore, era solo lei ad amare lui.

Il Trionfo della Morte Le Vergini delle Rocce

e sono altre due opere molto

importanti. Il trionfo della morte parla di Giorgio Aurispa che è attratto da una

donna mediocre, Ippolita Sanzio, che ritiene inferiore a lui, ma che ne è

ugualmente attratto. Giorgio cerca di sfuggirle, torna in Abruzzo dove va a

visitare un santuario, ma non riesce ugualmente a liberarsi dell’idea di Ippolita.

Tristano e Isotta,

Dopo aver visto un’opera di Wagner, decide di suicidarsi

insieme ad Ippolita buttandosi da una scogliera. Riesce a convincerla proprio

Le Vergini

perché lui era il super-uomo.

delle Rocce è uno dei romanzi più famosi della sua fase superomistica. Il

protagonista è Claudio Gutelmo, il quale deve accoppiarsi con tre vergini per

creare il nuovo re di Roma. Il suo superomismo è tutto rivolto a un messaggio

politico reazionario, ovvero creare un’umanità guidata da una razza eletta,

ovvero quei possessori di una superiore nobiltà di spirito. Questa razza deve

ricostruire le naturali gerarchie dello spirito, ovvero deve porsi come guida per i

miserabili. Con questo romanzo si apre una nuova fase di D’Annunzio, ovvero

quella politica. Si candida e viene eletto al parlamento nell’estrema destra,

dopo tre anni passa all’estrema sinistra. Anche in questa fase della sua vita

Le Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi.

scrive, in particolare

Questo è un ciclo molto ampio e oggi viene considerato “insipido”, ovvero

senza sapore, perché sono in gran parte ispirate ad una retorica nazionale e

reazionaria. Una poesia vuota, scritta bene, ma che non ha un’ispirazione reale.

Solo una parte delle poesie delle Laudi sono considerate migliori, e queste sono

La Pioggia del Pineto,

le poesie tratte da “Alcyone”. La più famosa è in cui

D’Annunzio diventa più semplice e riesce ad esprimere le proprie sensazioni

profonde senza apparire artificioso. Riesce ad immedesimarsi nella natura, e

ciò fa uscire la parte migliore del D’Annunzio poeta.

Nel 1910 fugge dall’Italia per debiti, dicendo però di andarsene perché l’Italia

non lo capiva. In Francia scrive, tra le altre cose, un libretto d’opera in francese,

Il martirio di S. Sebastiano,

musicato da Debussy. Nel 1915 torna in Italia perché c’era il dibattito per la

guerra: lui era un interventista. Partecipa alla guerra aerea, sorvola Vienna ma

non la bombarda, lancia piuttosto manifesti minacciando i viennesi. Partecipa

ad una vera azione di guerra su un motoscafo, attaccando una basa navale

austriaca. Durante un errato atterraggio diventa cieco da un occhio, per cui

sarà costretto a restare, per molti mesi, al buio; per cercare di recuperare la

vista. Da questa esperienza si ha l’ennesimo colpo di scena di D’Annunzio,

Il notturno.

scrive Trovandosi in una situazione scomoda per scrivere, essendo

al buio, sarà sua figlia Renata a portargli striscioline di carta. Le frasi sono

molto brevi e descrivono come si sente, il suo stato d’animo. Così facendo

anticipa le nuove correnti letterarie, la cosiddetta “poesia frammentista”, una

poesia breve e interiore. Quando esce dalla convalescenza, cieco da un occhio,

riprende la sua attività politica, marciando con il suo esercito sulla città di

Fiume, la occupa e ne diventa capo finché non viene annessa all’Italia. Dal

1922 in poi sarà Mussolini a prendere il potere e D’Annunzio viene lentamente

emarginato, Mussolini gli costruisce una villa a Gardone e lo fa così uscire dalle

scene. Muore nel 1938, nel “Vittoriale”, nella sua villa chiamata così dallo

stesso D’Annunzio. IL DANNUNZIANESIMO. D’Annunzio è

l’unico poeta che riesce a dare un’impronta a tutta la storia italiana, in quanto

è stato un modello per molti italiani, soprattutto per i piccoli-borghesi. È il

primo autore che capisce le potenzialità dei nuovi mezzi espressivi; scrive il

Capiria.

primo colossal italiano, inventando il personaggio di Maciste, nel film

D’Annunzio lascia un segno praticamente in tutto; nei centri commerciali, nei

giornali, nei discorsi pubblici, inventa il mercato editoriale, in quanto i suoi libri

riscuotevano molto successo, facevano scandalo e così facendo si parlava di

lui; era quindi un circolo virtuoso in quanto vendeva libri per via dei suoi

scandali e poi i libri stessi facevano scandalo.

Filosofia: Friedrich Nietzsche

Con Nietzsche (1844-1900) ci troviamo negli ultimi decenni dell’Ottocento e

agli inizi del Novecento, dove si fa spazio ad una filosofia più drammatica e

disincantata rispetto alle precedenti filosofie ottimistiche dell’idealismo e del

positivismo, nella quale lui si era trovato immerso negli anni della sua

formazione a causa del contesto sociale di quel periodo e che lui definì

fenomeni che portano alla massificazione della società e alla perdita della

propria identità. Nasce così la sua polemica per la democrazia e per il

movimento socialista filantropico, contemporaneamente alla sua filosofia, la

quale mette in risalto i lati negativi della condizione umana. All’origine di tale

riflessione c’è l’insofferenza per gli esiti banalizzanti della società di massa, e la

critica nei confronti di quelle filosofie, come il positivismo, che individuano nel

sapere scientifico la risoluzione di tutti i mali; il marxismo e il socialismo che

ambiscono alla costruzione di una società degli uguali, costituita da esseri

sottomessi alla morale dominante, la morale del gregge. Friedrich Nietzsche

nasce a Roken, in Sassonia. Compì gli studi universitari a Bonn e Lipsia,

laureandosi in filosofia classica presso l’università di Basilea. Forse il suo

distacco critico nei confronti della cultura del tempo è proprio da ricercare nel

grande amore e ammirazione che egli nutriva per il mondo classico, in

particolare per l’epoca tragica dei Greci, cioè quella precedente al razionalismo

socratico. Egli non intende proporre una filosofia consolatoria, che si prenda

cura degli uomini e del loro bisogno di felicità, ma intende smascherare il volto

ingannevole di tutte le filosofie. A Lipsia Nietzsche trovò casualmente in una

Il mondo come volontà e

libreria una copia del libro di Schopenhauer

rappresentazione; lo lesse e ne fu conquistato. Di Schopenhauer egli ammira

l’esaltazione della musica, concepita come “linguaggio universale” ed

“essenza di tutte le cose”. Ma ben presto la posizione di Schopenhauer appare

agli occhi di Nietzsche insufficiente e il pessimismo di Schopenhauer è visto

come un ripiegamento psicologico, al contrario del suo nichilismo che si pone

come atteggiamento eroico e virile.

Nietzsche è colui che per primo coglie i sentimenti di incertezza dell’uomo

dell’epoca della scienza e della tecnica, e dunque il primo a cogliere quella crisi

di fiducia della civiltà occidentale. Incomincia allora la sua opera, rendendosi

conto che, quest’ultima, metterà in crisi la stessa cultura occidentale, poiché il

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