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Collegamenti Tesina Spazio, alla ricerca della quarta dimensione
Storia: Seconda rivoluzione industriale e Prima Guerra Mondiale.
Filosofia: Dalle forme pure di spazio e tempo in Kant allo sviluppo critico delle scienze.
Matematica: Le geometrie non euclidee.
Fisica: La quarta dimensione all'interno della relatività generale.
Scienze: I buchi neri.
Italiano: Italo Calvino: "Le cosmicomiche".
Inglese: Edwin Abbott Abbott: "Flantland: A Romance of Many Dimensions".
Arte: La quarta dimensione in M. C. Escher.
In campo industriale la crisi fu originata da sovrapproduzione. La massa
della produzione tendeva a crescere in modo eccessivo rispetto alla
domanda, che rimaneva modesta a causa del basso reddito di gran parte
della popolazione.
Prima della rivoluzione industriale la maggior parte della popolazione era
addetta all’agricoltura e viveva nelle campagne. Con la nascita e lo
sviluppo delle fabbriche molti si spostarono andando a vivere nelle città.
Inizialmente le condizioni igieniche lasciavano molto a desiderare. Il
sistema delle fognature fu costruito, nelle grandi città europee, solo nel
corso dell’Ottocento.
Si affermarono i primi trasporti pubblici, per collegare i quartieri delle
grandi città: dapprima i tram trinati dai cavalli, poi quelli elettrici e, sul
finire del secolo, le ferrovie metropolitane.
Il trasferimento di grandi masse nelle nuove città dell’età industriale
produsse una profonda trasformazione anche sul piano dei rapporti
sociali.
L’industria degli svaghi e dei divertimenti diventava sempre più ricca e
piena di novità con il circo, l’operetta, il cinema: la più recente forma
d’intrattenimento inventata nel 1895 dai fratelli Lumière in Francia. Nei
paesi più progrediti nacquero i moderni sistemi d’istruzione pubblica.
Con l’avvento della società industriale di massa mutarono in modo
profondo anche le istituzioni e la concessione stessa della vita politica. Le
masse, infatti, entrarono sulla scena della storia non più in forma
episodica, com’era stato nella Rivoluzione francese e nei moti
ottocenteschi, ma in modo stabile e duraturo. Strumento di questa
trasformazione fu il suffragio universale maschile.
Strumento organizzativo e politico di questa trasformazione fu il partito di
massa.
I primi a creare partiti secondo questo modello furono i socialisti.
L’industrializzazione accrescendo la file della classe operaia e,
soprattutto, concentrando grandi quantità di lavoratori in fabbriche, favorì
la nascita di organizzazioni di massa del movimento operaio: i sindacati,
che organizzavano rivendicazioni e scioperi anche di milioni di lavoratori,
e i partiti, in cui il movimento socialista vide uno strumento capace di
dare ai lavoratori l’unità e la forza per incidere sulla vita politica
nazionale, ottenendo miglioramenti e riforme.
Sulla stessa strada si mossero anche i cattolici. Leone XIII, papa dal 1878
al 1903, aveva compreso che la chiesa non poteva rimanere estranea ai
problemi sociali posti dall’industrializzazione. 8
A questo periodo in parte pacifico si contrappone un periodo bellico, in
altre parole gli anni che vanno dal 1914 al 1918 caratterizzati dalla
“Grande Guerra”.
La prima guerra mondiale esplose il 28 luglio 1914, quando l’Austria
dichiarò guerra alla Serbia. Il sistema delle alleanze fu presto stabilito. Da
una parte si schierarono l’Austria e la Germania, dall’altra l’Inghilterra, la
Francia e la Russia, mobilitate in difesa della Serbia.
La Germania invase la Francia, passando attraverso il Belgio e violandone
così la neutralità, cosa che suscitò molto scalpore soprattutto in
Inghilterra, che per questo motivo scese in campo al fianco delle truppe
francesi.
L’intenzione tedesca era di portare avanti una “guerra di movimento”,
rapida e veloce, ma il tentativo fallì: il conflitto si rivelò lungo ed
estenuante, in quel che fu definita una “Guerra di Trincea”.
Dopo l’avanzata tedesca in Francia e il blocco continentale operato dalla
flotta inglese, nel 1915 anche l’Italia entra in guerra. In quel periodo
l’opinione pubblica era divisa in due fazioni, da una parte c’erano i
“neutralisti”, dall’altra gli “interventisti”.
Il 26 aprile del 1915, il governo italiano si alleò segretamente con la
Triplice Intesa (Inghilterra, Francia, Russia), stipulando il Patto di Londra.
Attraverso tale accordo, l’Italia s’impegnava nella guerra contro l’Austria
e, in caso di vittoria, avrebbe dovuto ottenere Trentino, Alto Adige,
Trieste, Istria e la città di Valona, in Albania.
Il 23 maggio le truppe italiane entrarono in guerra. 9
Sul fronte italo-austriaco, il conflitto si presentò subito estremamente
lento, combattuto nelle trincee scavate nelle montagne del Friuli da
soldati reclutati tra le fasce più povere della popolazione.
Nel 1917, si ribaltò la situazione, con l’ingresso nel conflitto degli Stati
Uniti a fianco della Triplice Intesa e il ritiro della Russia, impegnata entro i
propri confini con la Rivoluzione.
L’offensiva austriaca divenne sempre più pressante, finché l’esercito
italiano subì la famosa sconfitta di Caporetto, il 24 ottobre del 1917, con
gravi ripercussioni anche sulla vita economica e sociale del Paese.
Ebbero, infatti, inizio una serie di scioperi e di manifestazioni, tali da
costringere il governo a fare grandi promesse ai soldati, al fine di
risollevarne il morale, evitando defezioni e ammutinamenti.
Il 1918 fu l’anno decisivo del conflitto, e ne segnò anche la conclusione
con la vittoria della Francia.
Sul fronte italo-austriaco, l’esercito italiano, guidato da un nuovo
generale Armando Diaz, riuscì a conquistare Trento e Trieste, stipulando
un armistizio con l’Austria e giungendo finalmente alla pace.
La Conferenza di Pace di Parigi penalizzò duramente i paesi perdenti, in
particolar modo la Germania, facendo prevalere gli interessi delle due
potenze europee: Francia e Inghilterra. All’Italia furono concessi i territori
di Trentino, Alto Adige, Trieste e Istria. Dallo smembramento dell’impero 10
austro-ungarico nacquero quindi nuove realtà territoriali e politiche:
l’Ungheria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.
Rimase però sospesa la questione della città di Fiume, poiché non ne fu
prevista l’annessione all’Italia. Fu così che, nel settembre del 1919, un
gruppo di volontari guidato dal poeta Gabriele D’Annunzio, preso
possesso della città, instaurandovi un governo definito “Reggenza del
Carnaro”. In seguito, la città di Fiume fu liberata con il trattato di Rapallo,
stipulato tra Italia e Jugoslavia.
A livello internazionale, ad ogni modo, le soluzioni dei diversi trattati di
pace si dimostrarono poco rispettose nei confronti delle varie identità
nazionali, alimentando le cause che spinsero le potenze mondiali a
scontrarsi in un novo e devastante conflitto mondiale.
DALLE FORME PURE DI SPAZIO E TEMPO IN KANT ALLO
SVILUPPO CRITICO DELLE SCIENZE. 11
Il filosofo Immanuel Kant negli anni che vanno dal 1781 al 1787 si dedica
alla sua opera più importante: “La critica della ragion pura”; all’interno di
quest’opera egli parla delle forme pure di spazio e tempo.
Secondo Kant tutto il genere umano ha la stessa capacità di conoscere,
ovvero possiede le tre facoltà conoscitive di sensibilità, intelletto e
ragione.
La sensibilità che ha la facoltà discriminante, di selezionare i fenomeni
che interessino per la conoscenza, ha quindi il compito di selezionare i
dati che vengono forniti dall’esperienza utilizzando le forme a priori di
spazio e tempo.
Per Kant la conoscenza inizia quindi dall'esperienza che è l'incontro tra il
materiale sensibile e l'intuizione la quale è dotata delle forme pure a
priori di spazio e tempo.
La nostra intuizione sensibile è insieme passiva quando riceve i dati
sensibili ed è attiva quando immediatamente li inquadra nello spazio e
nel tempo che sussistono da sempre come modi di funzionamento della
nostra mente privi di quel contenuto costituito dai dati sensibili. Forme a
priori trascendentali, quindi prive di contenuto che però assumono senso
e significato solo quando acquisteranno quel contenuto sensibile.
Lo spazio è inteso da Kant come forma del senso esterno, cioè come
modo di spazializzare: ad esempio il modo in cui vediamo una casa, un 12
albero o un'altra persona.
“Lo spazio è la forma di tutti i
fenomeni dei sensi
esterni della sensibilità.
Lo spazio non è un concetto
empirico, ricavato da
esperienze esterne: deve
esserci già a fondamento la
Il tempo è invece mezzo per collocare i sentimenti in una linea temporale.
Il tempo ordina sia le sensazioni interne sia le sensazioni esterne, lo
rappresentazione dello spazio.”
spazio solo quelle esterne.
“Il tempo è dato a priori, è una
(Kant, Critica
intuizione. Il tempo non è altro che la
forma del senso interno”.
della Ragion Pura)
(Kant, Critica della
Ragion Pura)
Nel 1787 Kant scriveva che la logica dopo Aristotele «non ha potuto fare
un passo avanti, di modo che, secondo ogni apparenza, essa è da
ritenersi come chiusa e completa». Neanche un secolo dopo, verso gli
ultimi decenni dell’Ottocento, il panorama delle scienze sperimentali
appare profondamente mutato. Nell’ambito della fisica, il processo di
unificazione delle numerose branche che erano via via venute
proliferando è ormai giunto quasi a compimento. Nell’ambito della
matematica si raccolgono i frutti del lavoro di chiarificazione avviato nella
prima metà del secolo e si mira a costruire un corpo autonomo, saldo e
coerente di tutte le discipline matematiche.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Helmholtz pubblica “Sui
fatti che stanno alla base della geometria”, in cui si pone per la prima
volta in forma esplicita la distinzione della disciplina in due branche
distinte e tra loro irriducibili: la geometria fisica, che studia e analizza lo
spazio nella sua reale configurazione; la geometria pura, che si afferma
come una disciplina assiomatica. 13
Prima Gauss e poi Lobačevskij tentarono di misurare lo spazio fisico,
anche se presero due triangoli differenti in considerazione, entrambi si
resero conto che la somma degli angoli non dava 180°, bensì risultava
inferiore di circa 2’’.
Da qui l’allontanamento dalla geometria euclidea e la nascita delle
geometrie non euclidee. Lobačevskij e Bolay sono considerati i fondatori
della geometria non euclidea, essi svilupparono la cosiddetta geometria
“iperbolica”; mentre Riemann sviluppò la geometria “ellittica”, e si rese
conto che ciò che affermava Euclide nel suo quinto postulato non era
valido per uno spazio curvo. 14
LE GEOMETRIE NON EUCLIDEE.
Col nome di geometrie non euclidee si designano costruzioni scientifiche
che ebbero origine da ricerche d’indole critica su proposizioni
fondamentali della geometria e assursero gradatamente a sviluppo
autonomo di notevole importanza. Il punto di partenza di queste ricerche
critiche si trova in osservazioni e commenti sul più antico trattato di
matematica a noi pervenuto : “GLI ELEMENTI DI EUCLIDE”.
Più che opera di produzione originale, i tredici libri degli “ELEMENTI” sono
l’esposizione in forma di trattato organico di ciò che il genio greco aveva
creato nel campo matematico in circa tre secoli di attività mirabile e
fecondissima.
Euclide, nei suoi ELEMENTI, fornisce dapprima alcuni termini con le
relative spiegazioni (DEFINIZIONI), formula poi alcune proposizioni
(ASSIOMI) che riguardano i termini già spiegati e che sono senz’altro da
accettare come verità riconosciute da tutti.
Gli altri elementi della teoria sono definiti successivamente per mezzo di
quelli primitivi e tutte le altre proposizioni (TEOREMI) vengono dedotte
dagli assiomi o da altri teoremi già dimostrati.
Una delle proposizioni ammesse da Euclide senza dimostrazione ed
esplicitamente enunciata come Vº postulato ha fermato già anticamente
in modo speciale l'attenzione dei commentatori. Si tratta della
proposizione seguente:
"Se una linea retta, incontrandone altre due, forma gli angoli interni da
una medesima parte minori di due angoli retti, quelle due rette
prolungate all'infinito s’incontrano dalla parte in cui sono i due angoli
minori di due retti" 15
Questo postulato, quando sia preventivamente ammessa la proprietà
della retta di avere lunghezza infinita (sostanzialmente il IIº postulato),
equivale all'affermazione che per un punto dato si può condurre una e
una sola parallela a una retta data.
Ciò che ha fermato l'attenzione dei primi commentatori, e che forse a
Euclide stesso era già apparso come un'imperfezione, è che esso contiene