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Italiano - Filippo Tommaso Marinetti letterato, a Godiasco
Inglese - Albert Einstein fisico, a Casteggio
Storia - Don Adamo Accosa ideatore del Tempio della Fraternità, a Cella di Varzi
Tesina d’Esame
Federica Francioso
Anno Scolastico 2012/2013
Liceo Artistico Volta, 5^ AL
Novecento d'Oltrepò
Libero itinerario artistico, letterario e storico
di un piccolo territorio che custodisce
le tracce di grandi e illustri personaggi
indice
Introduzione pag. 3 Albert Einstein:
«Che bel ricordo Casteggio!» pag. 15
Giuseppe Pellizza: uomo di paese, Adamo Accosa: un prete
artista cosmopolita pag. 4 combattente per la fraternità pag. 19
Filippo Tommaso Marinetti: Conclusioni pag. 24
ardito futurista pag. 9 Bibliografia e riferimenti pag. 25
2 introduzione ombra ricostruisco un per-
tutto se del tempo riu-
Attraversare le epoche sto- corso geografico, ma anche
sciamo a ritagliare un pe-
riche con la conoscenza affettivo... Penso a questi
riodo limitato e non troppo
scolastica ci costringe a personaggi, a quanto ab-
distante.
comprimere nella memoria biano potuto amare il terri-
L'esercizio è curioso ed av-
vicende e personaggi im- torio a cui anch'io
vincente, se non magico,
portanti, zizzagando sulla appartengo e amo. Penso
perché noi stessi possiamo
carta geografica in maniera alla possibilità che si siano
diventare testimoni di un
frenetica, inseguendo la incontrati pur senza cono-
luogo fisico collocato in un
cronologia. Alla fine del scersi e senza sapere che la
preciso momento della sto-
percorso ci restano un storia li avrebbe ricordati.
ria. Un territorio che sco-
pugno di nozioni, qualche Penso a quante tracce ab-
priamo essere ricco di
stimolo e tanta dimenti- biano lasciato che siano an-
personaggi celebri.
canza. Ma il fascino di un cora fruibili.
E' il caso del mio Oltrepò,
percorso storico può essere Persone, luoghi e monu-
quello che sta tra le pro-
scoperto dal potere che noi menti collocati storica-
vince di Pavia e di Alessan-
posteri abbiamo sulle mente tra l'ultimo decennio
dria, quello marcato dalla
tracce delle esperienze tra- presenza di persone e vi- dell'Ottocento e la prima
scorse, soprattutto se que- cende di cui io oggi ricalco metà del Novecento, resi-
ste sono presenti nei luoghi le impronte. Dietro la loro
che abitiamo oggi e soprat- denti nel perimetro di un
territorio che parte da Vol-
pedo, tocca Godiasco, si
spinge a Casteggio ed ap-
proda a Cella di Varzi. Un
piccolo poligono irregolare
che mette insieme le pre-
senze di: Giuseppe Pellizza,
pittore; Filippo Tommaso
Marinetti, letterato; Albert
Einstein, fisico; Don
Adamo Accosa, creatore
del Tempio della Fraternità,
monumento alla memoria
dell'ultimo conflitto mon-
diale.
A loro dedico l'attenzione
che meritano. 3
Giuseppe Pellizza: uomo di paese, artista cosmopolita
«Ti amo Volpedo, ti amo perchè sei mia pa- zionò nelle più prestigiose accademie ita-
tria. Ti amo perchè sei posto in ameno alti- liane, soprattutto a Milano e a Bergamo, il
Pellizza decise di vivere a Volpedo perchè
piano, ti amo per l'aria tua sublime, ma più riteneva che un'artista potesse esprimersi
di tutto ti amo perchè racchiudi la donna del compiutamente soltanto vivendo a con-
mio cuore». Sono queste le parole che Giu- tatto con la propria terra».
seppe Pellizza dedica alla sua Volpedo,
paese della provincia di Alessandria, si-
tuato in pianura padana all'inizio della Val Pulsioni sociali
e pennello divisionista
Curone, al confine tra Piemonte e Lom- Possiamo dire che è stato Pellizza a chiu-
bardia. dere l'Arte dell'800. Per quanto ancora sia
Ettore Cau, storico e studioso del Pellizza evidente l'impianto romantico ed impres-
e presidente dell'associazione a lui dedi- sionista delle sue ambientazioni, nella sua
cata, nel tracciare il profilo dell'artista ha formazione si annovera tutta l'esperienza
sottolineato che «seppure studiò e si perfe- dell'arte simbolista.
In Italia infatti, in quel periodo, la corrente
artistica veniva da un gruppo di pittori che
dal punto di vista tecnico, traevano ispira-
zione dal Puntinismo di Seurat e Signac,
ribattezzandolo Divisionismo. Dal punto
di vista tematico si allontanavano dal mes-
saggio freddamente scientista dei colleghi
francesi, privilegiando invece la natura e i
problemi sociali legati alla civiltà conta-
dina.
Vittore Grubicy De Dragon, ne fu il teo-
rico. In qualità di gallerista e pittore fu lui
ad importare in Italia la tecnica del punti-
nismo, prendendo spunto dai frequenti
contatti che aveva con il Belgio, l'Olanda e
la Francia.
Lui stesso trasmise la tecnica a molti gio-
vani pittori, i quali, prendendo spunto dal
disegno naturalista ottocentesco, diedero
del puntinismo una versione particolare
attraverso un taglio tradizionale delle im-
magini.
Autoritratto di Pellizza del 1899
4 rino nel 1898 a seguito della quale comin-
Il periodo cia ad adottare la tecnica del divisionismo
della formazione venendo a contatto con altri pittori quali:
Giuseppe Pellizza nasce a Volpedo nel Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Vit-
1868 da una famiglia di agricoltori. tore Grubricy de Dragon, Plinio Nomel-
Dopo aver seguito gli studi presso la lini, Emilio Longoni e Gaetano Previati.
scuola tecnica di Castelnuovo Scrivia, gra- Espone alla Triennale di Milano nel 1891,
zie ai rapporti con i fratelli Grubricy entra facendosi conoscere al grande pubblico.
all'Accademia di Belle Arti di Brera dove A Parigi nel 1900 all'Esposizione univer-
fu allievo di Francesco Hayez. Negli anni sale espone “Lo specchio della vita” (vedi
successivi si recò a Roma, quindi a Firenze immagine sotto).
all'Accademia di Belle Arti. Non soddi- Dopo dieci anni di studi e fatica nel 1901
sfatto di quanto aveva appreso fino ad al- completa l'opera che lo ha reso celebre ai
lora, dopo un breve soggiorno nella sua posteri: “Il Quarto Stato”. L'anno succes-
terra d'origine prosegue per Bergamo, sivo espone il grande quadro alla Qua-
dove segue gli studi all'Accademia Carrara. driennale di Torino, ma senza ottenere
Non si fece mancare la visita all'Esposi- consensi favorevoli: i grandi temi della
zione universale di Parigi del 1889. Gli giustizia sociale, dell'uguaglianza e della li-
anni della sua formazione si completano bertà che il quadro rappresentava innesca-
con la tappa a Genova dove frequentò rono infatti una serie di polemiche e
l'Accademia Linguistica. crearono un certo sconcerto tra pittori e
Tornato a Volpedo sposò una contadina critici amici. Il "Quarto Stato", pur vo-
del luogo, Teresa Bidone. lendo dar conto di una determinata realtà,
non si prestava certo a facili strumentaliz-
Le tappe zazioni, cosicché deluse sia chi pensava
della notorietà che sarebbe stata un'opera assolutamente
Partecipa all'Esposizione generale di To-
L’opera “Lo specchio della vita” riesce a riflettere il destino dell’uomo e significati universali in un brano di natura
pur privo di ogni presenza umana, ed è ambientata sul greto del Curone, non distante da casa Pellizza - è ispirata
al verso dantesco “E ciò che l’una fa, e l’altre fanno” (Purgatorio, canto III, 82). 5
lista Giovanni Cena sperava di fare di lui il
idealistica, sia chi l'avrebbe invece voluta pittore della campagna romana. Il sog-
più esplicitamente schierata. Pellizza dun- giorno romano fu importante, poiché gli
que, interrottosi il confronto che lo aveva permise di vendere due opere: infatti,
arricchito finora con alcuni letterati e arti- anche se egli aveva esposto con continuità
sti del tempo, si ritrovò più solo. Restò nel i suoi quadri nei primi anni del Novecento,
suo borgo senza spostamenti importanti non aveva venduto quasi nulla, tranne
per un paio d'anni, intessendo rapporti lo- qualche ritratto eseguito su commissione.
cali. La morte di Giovanni Segantini, suo
punto di riferimento ideale, gli tolse entu- Gli ultimi anni
siasmo. Nel 1904 volle ricordarlo intra- tra successi e sventure
prendendo un viaggio in Engadina e nei Sempre nel corso del 1906, in occasione
luoghi che avevano ispirato il maestro: un
segno di rispetto e di ammirazione per dell'esposizione di Milano, vendette altre
«vedere con gli occhi dell'amico». due opere, di cui una allo Stato, sorta di ri-
Intanto aveva dipinto ottimi quadri che sarcimento tardivo del mancato acquisto
avevano iniziato a circolare nuovamente del "Quarto Stato". Si trattava del "Sole",
che ebbe quale ambita motivazione di ac-
per le esposizioni italiane e internazionali. quisto la destinazione alla istituenda Galle-
ria d'Arte Moderna (ancora oggi il quadro
Il contatto con i futuristi è a Roma, patrimonio della Galleria Na-
e i salotti romani zionale).Questo sembrava per Pellizza
Nel 1906 si reca a Roma dove incontra l'inizio di un periodo nuovamente fortu-
Balla, Severini e Boccioni. L'amico giorna- "Il sole" fonde insieme sia
tutte le tecniche divisioniste
fino ad allora apprese sia la
scrupolosa osservazione
della natura.
Quest'opera risale all'ultimo
periodo della sua vita, dove
abbandona il tema sociale
per dedicarsi alla rappresen-
tazione naturalistica.
6 Una delle opere del Novecento più note a livello internazionale, “Il Quarto Stato” oltre a rappresentare un simbolo
forte dell’avvento degli ideali socialisti, è anche il semplice ritratto dei concittadini di Volpedo.
Nel 2001 l’Associazione Pellizza da Volpedo ha portato nuovamente in piazza la cittadinanza per illustrare con pa-
gine di teatro la storia di ogni singola persona ritratta. La donna in primo piano, per esempio, è la moglie di Pel-
lizza, Teresa Bidone.
nato, coronato dal riconoscimento della ha così le proprie leggi (di rapporti spa-
validità delle scelte di arte e di vita da lui ziali, di linee e forme geometriche) che
perseguite con tenacia e rigore. Ma l'anno l'artista può trascurare per produrre deter-
dopo, in seguito a un parto difficile, minate impressioni che il critico deve
muore il figlio e la moglie e ciò gli com- saper cogliere. Perciò la tecnica divisioni-
porta una profonda depressione che lo sta, da lui adottata, serviva solo per «avvi-
porta a suicidarsi nel suo studio a Vol- cinare le vibrazioni della luce», invece, per
pedo. portare le apparenze delle cose al valore
ideale, il pittore tentava procedimenti di-
La sua tecnica versi e con piena libertà.
e i suoi propositi artistici
L'uomo di Volpedo è stato, in realtà, forse A tu per tu
il più europeo dei pittori italiani con una con “Il Quarto Stato”
sensibilità che andava al di là della sem- Pellizza andava di pari passo con le idee di
plice rappresentazione visiva. Venne infatti uguaglianza proprie del socialismo di Fi-
inizialmente incompreso dalla critica che lippo Turati.
non riusciva a cogliere il significato delle L'impegno sociale si esprime al meglio
sue opere. Nei suoi scritti intervenne più nella sua opera più famosa “Il quarto
volte a porre chiarezza sulle sue intenzioni stato”.
che miravano ad una «azione benefica Desideroso di esprimere il prossimo ri-
sullo spirito». scatto sociale della classe più povera, il pit-
L'osservazione dal vero trascende l'idea, e tore fornisce un'immagine monumentale e
si traduce in «un'armonia tra l'idea e la classicheggiante dei lavoratori che nei loro
forma che la rappresenta» e l'opera d'arte gesti solenni rivelano grande dignità e 7
compostezza datagli anche dall'effetto Gli ideali
scultoreo dei drappeggi. e gli affetti perduti
Per quanto fosse determinato ad
Tutta l'opera è comunque simbolica: a par- esprimere simbolicamente la realtà,
tire dalla luce che diffonde un messaggio Pellizza viveva la quotidianità sociale
di speranza (più chiara al centro poiché ed affettiva con estrema intensità e
nata dalla terra anch'essa volta in avanti) e partecipazione: «Se si vogliono ri-
le tre figure in primo piano simboleggiano
le componenti che sorreggono l'intera so- trarre i lavoratori dei campi» diceva
«bisogna sudare e faticare con loro».
cietà, la forza lavoro intesa anche come Realtà che ritenne inaccettabile
maternità, e insieme guidano una fila oriz- quando nel 1907, affranto per le
zontale di contadini che crea un effetto morti del figlio neonato e della mo-
aggettante che travolge anche lo spetta-
tore. Pellizza, per la realizzazione del- glie a seguito del parto, decise di to-
l'opera, si servì di varie fotografie e di gliersi la vita proprio nel suo studio,