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Introduzione P.P. - Prague Photographer, tesina
La seguente tesina di maturità descrive la fotografia a partire dal photoreportage di J. Koudelka relativo alla primavera di Praga nel 1968 per riflettere su ciò che il comunismo di stampo sovietico ha causato nei suoi Paesi d'nfluenza.
In connessione a questi argomenti, la tesina pone in luce la Guerra Fredda e la Primavera di Praga, esplosa come reazione alle vessazioni imposte dal regime comunista; infine viene analizzata la fotografia e il photoreportage di guerra.
Collegamenti
P.P. - Prague Photographer, tesina
Storia:
Guerra fredda e Primavera di Praga
.Arte:
La fotografia e il photoreportage di guerra
.Cristiano Longarini IIIA Tesina: “P.P. – Prague Photographer”
P.P. - Prague photographer
Cristiano Longarini, Liceo Classico XXVI Febbraio
Contesto storico
La Cecoslovacchia apparteneva alla sfera d’influenza sovietica e nel 1955 entrò a far parte dei
paesi del Patto di Varsavia (in ceco Smlouva o přátelství, spolupráci a vzájemné pomoci). Dal 1948
in Cecoslovacchia vigeva un governo di stampo sovietico denominato “socialismo statale”,
edificato su tre colonne portanti: esercito, polizia e giustizia. Negli anni ’60 questa forma di
governo entrò in crisi, dal momento che l’economia era completamente controllata dall’apparato
statale, il Partito Comunista, che risultava deficitario e arretrato. Il malcontento dei cittadini
cecoslovacchi era rivolto contro lo stato sovietico da un lato e, soprattutto, contro il presidente
cecoslovacco Antonín Novotný, in carica dal 1958. A partire dagli anni ’60, in Cecoslovacchia nasce
e si sviluppa una fazione riformista all’interno del Partito Comunista; questa fazione acquista
sempre più potere tanto da riuscire nel 1967 a destituire Novotný dalla carica di Primo segretario
del Comitato Centrale del Partito Comunista e a nominare Alexander Dubček. Costui inaugurò una
stagione di riformismo e di democratizzazione della società cecoslovacca e cercò di applicare un
“socialismo dal volto umano”. Il nuovo segretario, tuttavia, non riuscì a controllare questo
processo di liberalizzazione: il popolo domandava un’accelerazione delle riforme mentre l’URSS
richiedeva insistentemente di cessare il processo riformistico e di ripristinare l’ordine. Dubček si
trovò tra due estremi: compiere la volontà sovietica, rompendo con l’opinione pubblica, oppure
assecondare i cittadini, rischiando la rottura con Mosca. Di fronte alle risposte contraddittorie del
leader cecoslovacco, Brežnev decise di invadere la Cecoslovacchia la notte tra il 20 e il 21 agosto
1968.
Josef Koudelka, esperienza diretta e vicenda editoriale
Cristiano Longarini IIIA
Josef Koudelka (Boskovice 1938) nel 1968 aveva 30 anni. Il 20 agosto 1968 era tornato a Praga
dopo un servizio fotografico sugli zingari in Romania e si ritrovò nel mezzo dell’invasione russa
della città. Prima d’allora, Koudelka aveva fotografato soltanto zingari oppure rappresentazioni
teatrali; il fotoreportage era per lui sconosciuto. Nonostante ciò, il fotografo realizzò una serie di
scatti che, grazie al curatore dello Smithsonian Institute Eugen Ostroff, riuscirono ad arrivare a
New York, tra le mani di Elliott Erwitt, allora presidente dell’agenzia Magnum Photos. L’anno
seguente, nel 1969, le foto furono pubblicate su molte riviste internazionali sotto il nome “P.P.”
cioè “Prague Photographer”, con l’obiettivo di proteggere il fotografo e la sua famiglia. Nel 1984,
dopo la morte del padre, Koudelka ammise per la prima volta la paternità delle foto della
Primavera di Praga del 1968 e in Cecoslovacchia apparvero per la prima volta nel 1990. Il fotografo
per il servizio “Praga ‘68” vinse il premio “Robert Capa”.
L’invasione, analisi foto
-‐ Le truppe sovietiche raggiungono l’aeroporto di Praga alle ore 1.30.
Gente in periferia osserva l’arrivo delle truppe sovietiche a Praga.
Cristiano Longarini IIIA
-‐ I carri armati e i mezzi blindati assediano il palazzo del Comitato Centrale del Partito
Comunista Cecoslovacco, all’interno del quale si trovano personalità importanti come lo stesso
Dubček e Smkrovsky.
I cittadini cantano l’inno nazionale davanti all’edificio del Comitato Centrale del Partito Comunista
Cecoslovacco. I cittadini si trovano sul lato destro della foto, i soldati sovietici sul lato sinistro e tra
di loro, come elemento di separazione, vi è una strada vuota, quasi per indicare la differenza tra gli
assedianti e gli assediati.
Durante la giornata, si radunano sempre più persone di fronte al palazzo del Comitato Centrale del
Partito Comunista Cecoslovacco. Tra di essi si possono osservare persone di diverse situazioni
sociali: dall’agiata donna sulla sinistra agli uomini di situazione più modesta in secondo piano. Di
Cristiano Longarini IIIA
notevole spessore è il volto della ragazza al centro, che emerge dalla folla e che guarda dritto
verso l’osservatore con un volto preoccupato.
Durante il pomeriggio, la folla aumenta sempre di più di fronte al palazzo del Comitato Centrale
del Partito Comunista Cecoslovacco. I soldati sovietici, seduti sopra i loro carri armati, parlano con
la popolazione ceca. Sebbene assedianti, costoro non ritengono la popolazione un nemico.
-‐ Alle ore 5.30, la stazione radiofonica collaborazionista Vltava trasmette la dichiarazione
sull’invasione da parte delle truppe del patto di Varsavia in Cecoslovacchia. La trasmissione
radiofonica esorta i cittadini a non cedere a nessun tipo di provocazione e di non fornire pretesti
per interventi armati. I soldati sov