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In questa tesina di terza media viene analizzata una delle Avanguardie artistiche più importanti del Novecento, ovvero la Pop Art, il cui esponente principale è l'artista Andy Warhol. La tesina permette di effettuare vari collegamenti con le seguenti materie: in Italiano viene analizzata la produzione letteraria di Italo Calvino, in Educazione motoria viene descritto lo sport nel corso degli anni Sessanta.
la seguente tesina inoltre analizza dal punto di vista geografico l'America e l'Inghilterra, in Musica la musica leggera, in Storia Kennedy, in Inglese infine viene descritta l'Inghilterra.
Arte- La Pop Art.
Italiano - Italo Calvino.
Educazione motoria - Lo sport negli anni Sessanta.
Geografia - America e Inghilterra.
Musica - La musica leggera.
Storia - Kennedy.
Inglese- Inghilterra.
_ Negli anni '60 l'aumento della ricchezza nei Paesi occidentali porta alla
nascita della Pop Art con la produzione di una grande quantità di merci e la
diffusione degli elettrodomestici, delle automobili, del trasporto aereo, dei
mezzi di comunicazione di massa. Cresce il benessere, ma si creano forti
squilibri. In pieno boom economico, si afferma, soprattutto negli Stati
Uniti, la Pop Art. Nelle opere pop sono riprodotti gli oggetti simbolo delle
società dei consumi. La gente è sotto la pressione delle comunicazioni di
massa: cinema, tv, pubblicità ... I super
market sono i templi del consumismo con i
prodotti industriali, i pasti preparati e
inscatolati, gli hamburger e le patatine fritte.
Tutto questo universo metropolitano, ormai
tipico delle nostre città, è stato proposto
come arte o meglio come non arte.
_ La Pop Art rappresenta il movimento artistico più celebrato del XX
secolo; nata in Inghilterra nei primi anni Cinquanta e poi sviluppatasi negli
Stati Uniti (patria di musei e artisti dal futuro promettente), la corrente si
ispira alla società consumistica e prende suggerimenti da pubblicità, da
oggetti tipici del quotidiano, dai fumetti e quant'altro. E' considerata una
reazione all'Espressionismo astratto. Il termine Pop Art (Arte popolare)
venne usato per la prima volta dal critico britannico Lawrence Alloway: i
soggetti delle opere che ogni artista si accinge a
proporre sono scelti dalla quotidianità oppure
ritraggono scene ispirate dagli aspetti più
comuni della realtà o ancora personaggi dello
spettacolo. La novità inoltre sta nel fatto che gli
autori di tali bellezze hanno introdotto
strumenti non certo consueti come il collage e
la fotografia (non a caso alcuni di loro furono
vetrinisti, designer e fumettisti). Noto collage,
ancora oggi molto apprezzato, è quello realizzato da Hamilton, uno dei
fondatori di tale corrente, che aveva ritagliato dai giornali dell'epoca
alcune immagini stravaganti; si parla dunque di artisti che recepiscono
un'arte sì seria ma allo stesso momento provocante. Dietro delle immagini
apparentemente grottesche si celano tutte le contraddizioni dell'uomo
moderno, vittima della società. 1
Sebbene tra gli artisti che hanno lasciato un'impronta maggiore si citi
sempre il nome di Andy Warhol, è doveroso ricordare anche numerosi altri
artisti fra i quali gli inglesi Richard Hamilton e Peter Blake.
La maggior parte di questi abili maestri si sono formati al Royal College of
Arts e i loro nomi sono ormai conosciuti a livello mondiale. Molto celebri
sono anche Roy Lichtenstein, artista nato a New York nel 1923 che lega la
sua fama a fumetti dal tono ironico e dall'originale tecnica, e Tom
Wesselmann, d'origine statunitense come Lichtenstein e maestro nella
tecnica del collage.
Infine tra gli artisti italiani esponenti della Pop Art ricordiamo Mario
Schifano e Concetto Pozzati.
Storia
La Pop Art è una delle più importanti correnti artistiche del dopoguerra.
Discende direttamente dal graffiante cinismo della Nuova oggettività e
dalla semplicità equilibrata del Neoplasticismo, del Dadaismo e del
Suprematismo. Nasce in Gran Bretagna alla fine degli anni cinquanta, ma
si sviluppa soprattutto negli USA a partire dagli anni sessanta, estendendo
la sua influenza in tutto il mondo occidentale.
Questa nuova forma d'arte popolare è in netta
contrapposizione con l'eccessivo
intellettualismo dell'Espressionismo Astratto e Musica Pop:
rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti La musica Pop,
e ai linguaggi della società dei consumi. definita anche musica
L'appellativo "popolare" deve essere inteso però Leggera. Ha varie
in modo corretto. Non come arte del popolo o caratteristiche:
per il popolo ma, più puntualmente, come arte
di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la -orecchiabile; -facile
massa non ha volto, l'arte che la esprime deve comprensione,
essere il più possibile anonima: solo così potrà melodia; -tempi
essere compresa e accettata dal maggior numero musicali pari; -testi
possibile di persone. brevi.
2
In un mondo dominato dal consumo, la Pop art respinge l'espressione
dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al mondo esterno, al
complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il
cosiddetto "folclore urbano". È infatti un'arte aperta alle forme più popolari
di comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie. Il
fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti quotidiani elevandoli a
manifestazione artistica si può idealmente collegare al movimento svizzero
Dada, ma completamente spogliato da quella carica anarchica,
provocatoria e critica.
La rappresentazione degli hamburger, delle auto, dei fumetti si trasforma
presto in merce, in oggetto che si pone sul mercato (dell'arte)
completamente calato nella logica mercantile. Ciò nonostante gli artisti che
hanno fatto parte di questo movimento hanno avuto un ruolo
rivoluzionario introducendo nella loro
produzione l'uso di strumenti e mezzi
non tradizionali della pittura, come il
collage, la fotografia, il cinema, il video
e la Musica da quale gli stessi Beatles per
alcune canzoni hanno trovato ispirazione.
La sfrontata mercificazione dell'uomo
moderno, l'ossessivo martellamento
pubblicitario, il consumismo eletto a sistema di vita, il fumetto quale
unico, residuo veicolo di comunicazione scritta, sono i fenomeni dai quali
gli artisti pop attingono le loro motivazioni. In altre parole, la Pop Art
attinge i propri soggetti dall'universo del quotidiano – in specie della
società americana – e fonda la propria comprensibilità sul fatto che quei
soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili.
Tecniche
Con sfumature diverse, gli artisti riprendono le immagini dei mezzi di
comunicazione di massa, del mondo del cinema e dell'intrattenimento,
della pubblicità. La Pop Art infatti usa il medesimo linguaggio della
pubblicità e risulta dunque perfettamente omogenea alla società dei
consumi che l'ha prodotta. L'artista, di conseguenza, non trova più spazio
per alcuna esperienza soggettiva e ciò lo configura quale puro 3
manipolatore di immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo
industriale, pubblicitario o economico. Questi oggetti, riprodotti attraverso
la scultura e la pittura, sono completamente personalizzati.
Nelle mani di un artista pop le immagini della strada si trasformano nelle
immagini "ben fatte" dell'arte colta. I temi raffigurati sono estremamente
vari: prodotti di largo consumo, oggetti di uso comune, personaggi del
cinema e della televisione, immagini dei
cartelloni pubblicitari, insegne, foto di giornali,
riviste.
Sport anni ’60: Caratteristica comune agli artisti della Pop Art
Gli sport più è dunque l'utilizzo di soggetti di largo consumo
importanti negli come cibo in scatola o lattine, ma anche di
anni ’60 furono: manifesti pubblicitari e fotografie tratte da
il basket,il calcio riviste; l'immagine del corpo e della sessualità
e il ciclismo. viene valorizzata in numerose opere che vedono
protagoniste le provocanti pin up statunitensi; le
tecniche principali di tale corrente artistica sono il collage (composizione
ottenuta sovrapponendo frammenti di diversi materiali procurata da ritagli
di giornali, fotografie, ecc.) da cui deriva il cosiddetto Combine Painting,
stile pittorico creato da Robert Rauschenberg,
ossia la combinazione eclettica di vari oggetti in
cui applica pezzi di giornale e tessuto supportati, Letteratura anni’60:
spesso, non più da semplici tele ma da veri e Italo Calvino (1923-
propri basamenti in legno e intelaiature. 1985). Scrive: le città
invisibili, il barone
Artisti come Hamilton e Paolozzi hanno fatto rampante, se una notte
largo uso della tecnica del fotomontaggio, un
procedimento artistico simile al collage attraverso d’inverno.
il quale si realizza un'immagine mettendo insieme
frammenti fotografici che diano l'impressione di
un'unica composizione, spesso ironica.
E proprio per tali ragioni la Pop Art ha esercitato
nel corso degli anni una grande influenza nel mondo della grafica
pubblicitaria e del design. A partire dagli anni novanta del XX 4
secolo si è avuta una revitalizzazione di questa tendenza artistica, che va
sotto il nome di NeoPop. La Vita di Andy Warhol
Nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: figlio di immigrati
slovacchi, il suo nome vero è Andrew Warhola. Studia al Carnegie
Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove
lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: "Vogue",
"Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista e realizza le sue
prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller. Nel 1952 tiene la prima
personale alla Hugo Gallery di New York. Disegna anche scenografie. Nel
1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden
Shoes in Madison Avenue. Compie poi alcuni viaggi in Europa e Asia.
Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno
a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy,
Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola. Inizia a utilizzare la
tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo
l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di
"icone simbolo" del suo tempo. Tratta anche temi carichi di tensione,
come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia
elettrica). Dal suo stile "neutro" e banale prende il via la cosiddetta Pop-
art. Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto,
proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Per
questo fonda la "Factory", che può essere considerata una sorta di
officina di lavoro collettivo. Iniziano i rapporti di lavoro con Leo Castelli.
Nel 1963 inizia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi:
"Sleep" ed "Empire" (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di
Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla
Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L'anno
successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia. 5
Fallito il tentativo di fondare un gruppo musicale con La Monte Young e
Walter de Maria (due dei più celebri compositori d'avanguardia del
periodo), nel 1967 si lega al gruppo rock dei Velvet Underground (di Lou
Reed), di cui finanzia il primo disco. Anche la nota copertina del disco,
una semplice banana gialla su sfondo bianco, è sua.
Nel 1968 rischia la morte, all'interno della Factory, per l'attentato di una
squilibrata, tale Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (società
che si propone di eliminare gli uomini). Espone al Moderna Museet di
Stoccolma. Pubblica il romanzo "A: a novel" e produce il primo film in
collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di "Flash", cui seguiranno
"Trash", nel 1970, e "Heat", nel 1972.
Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che
da strumento di riflessione sul cinema
amplia le sue tematiche a moda, arte,
cultura e vita mondana. A partire da
questa data, fino al 1972, esegue ritratti,
su commissione e no. Scrive anche un
libro: "La filosofia di Andy Warhol (Dalla
A alla B e ritorno)", pubblicato nel 1975.
L'anno seguente espone a Stoccarda,
Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna.
Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney
Museum di New York organizza una
mostra di ritratti di Warhol, intitolata
"Andy Warhol: Portraits of the 70s".
Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol's TV. Nel 1982 è presente
alla Documenta 5 di Kassel. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of
Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per
il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin
e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della
rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello,
Piero della Francesca, e soprattutto Leonardo da Vinci, da cui ricava il
ciclo "The Last Supper" (L'ultima cena). Realizza anche alcune opere a