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In questa tesina di maturità viene descritto il Palazzo Zuccari di Roma. Posto all’incrocio tra via Gregoriana e via Sistina, affacciato sulla chiesa della Trinità de’ Monti e su piazza di Spagna, Palazzetto Zuccari è un “locus amoenus” per gli amanti del Bello. In un solo edificio è racchiusa quella che a me pare la sintesi dello spirito degli studi classici.
Il tempo ha legato i vari livelli del palazzo con un unico filo conduttore che ci narra la storia di una particolare sensibilità, un gusto estetico che parte dall’antico per permanere nel moderno. Il palazzo è infatti stato fatto costruire dal pittore Federico Zuccari nel 1590, sui resti degli antichi Horti luculliani, i giardini del ricco Lucullo, simbolo di sfarzo e potenza nella Roma antica, e destinato per sua volontà ad una accademia di pittura. Dopo diversi proprietari, è stato acquistato da una ricca mecenate tedesca, Henriette Hertz, che l’ha deputato luogo ideale per la creazione di una grande biblioteca di studi artistici: la Biblioteca Hertziana, attualmente uno dei centri di documentazione sull’arte più importanti ed esclusivi al mondo e recentemente restaurata. Ospite di Henriette Hertz era spesso lo scrittore Gabriele D’Annunzio, che decise di ambientare il suo romanzo “Il Piacere” proprio a palazzo Zuccari. Nel romanzo prende corpo l’aura mitica ed estetizzante che si sprigiona dal palazzetto, il quale ispira con i suoi affreschi e la vista su Roma il sentimento poetico di D’Annunzio e del suo alter ego Andrea Sperelli. Il palazzo, il buen retiro del protagonista, si fa sintesi del fascino sacro e inviolabile di Roma
“V’è raccolta, come un’essenza in un vaso, tutta la sovrana dolcezza di Roma”cit.
È nelle descrizioni di Roma, l’Urbe, delle sue sfumature , dei suoi tocchi di luce, dei suoi particolari , delle sue stagioni che riflettono lo stato d’animo del personaggio che si scopre la straordinaria vena lirica di D’Annunzio, abile osservatore, fine esteta in ricerca della armonia perduta, dei gesti lenti , della profondità dell’esperienza artistica. Un D’Annunzio non convenzionale e profondamente sensibile.
Mi sono avvicinata alla scoperta del palazzo durante la lettura de “Il Piacere”. Attraverso delle ricerche sono riuscita a scoprire un’iniziativa chiamata “Open House Roma” durante la quale sarebbe stato possibile effettuare visite alla Biblioteca Hertziana e a parte di palazzo Zuccari, altrimenti accessibile solo ed esclusivamente agli studiosi tedeschi ed italiani in possesso di laurea magistrale.
La visita, riservata solo a massimo venti persone, mi ha fatto conoscere la notevole opera di restauro svolta dagli architetti Baldeweg e Da Gai sull’antica struttura del palazzo (la biblioteca è stata riaperta nel gennaio 2013).
Ho trovato il progetto architettonico molto interessante ed in sintonia con la storia artistica dell’edificio. Ci è stato possibile visitare anche la parte sotterranea, solitamente inaccessibile poiché interessata da scavi archeologici tuttora in corso, che ospita i resti del ninfeo della villa di Lucullo. Per questo motivo ho deciso di analizzare questo palazzo all'interno della mia tesina.
Italiano/ Storia dell'arte - Il palazzo de "Il Piacere": La Roma dannunziana.
Storia dell'arte - La nuova Biblioteca Hertziana; il progetto di J.N. Baldeweg e E. Da Gai.
Greco - Gli horti luculliani; Plutarco, Vite parallele: Vita di Lucullo.
LUCULLO: VITA E HORTI
Lucullo era fedele alleato di silla e amico di cicerone, console nel 74. Da quell’anno comandò
l’esercito romano nella terza guerra mitridatica , sconfiggendo nel 66 mitridate VI re del
ponto. Al suo ritorno a roma dovette attendere per tre anni fuori dal pomerio prima di poter
rientrare come trionfatore. Per la causa di lucullo si adoperò anche cicerone. Fu forse in
questa occasione che sorsero gli horti sul collis hortulorum , bel al di fuori del pomerium,
allestiti dal generale romano grazie alle immense fortune accumulate durante le campagne
militari. Le fonti antiche non conservano descrizioni dettagliate degli edifici che vi
sorgevano,ma sappiamo quanta cura e quanto denaro lucullo avesse investito nella loro
realizzazione e nell’organizzazione dei proverbiali banchetti.
(citaz. Vita di lucullo.)
Lucullo nelle vite parallele 117-57 a.C
Lucullo apparteneva al gruppo conservatore di Lutazio Catulo, Catone e Crasso. Era molto
amico di Cicerone.
Combattè la terza guerra mitridatica. Attaccò ripetutamente l'armata di Mitridate VI del Ponto
e uccise molti dei suoi soldati. Non inseguì immediatamente il suo nemico, ma finì di
conquistare il regno del Ponto e di riportare l'Asia all'ordine. I suoi tentativi di riformare la
rapace amministrazione romana in Asia lo resero sempre più impopolare, a Roma, agli occhi
dei più potenti pubblicani. Condusse poi un attacco contro Tigrane II d'Armenia, genero di
Mitridate e suo alleato, dal quale Mitridate s'era rifugiato dopo il disastro di Cabirae, dopo
l’assedio di Tigranocerta, lo vinse. La sua autorità sulle legioni fu minata dai colpi di suo
cognato Publio Clodio Pulcro. Questo permise a Mitridate e a Tigrane di riprendere la gran
parte dei territori perduti durante la guerra.
equites
A causa delle macchinazioni degli e dei sostenitori di Pompeo, Lucullo fu rimpiazzato
da quest'ultimo al comando della spedizione nel 66 a.C. e ritornò a Roma.
Lucullo divorziò da Clodia, sorella di Clodio e si risposò con Servilia, figlia di Q. Servilio
Cepione, fratellastro di Catone. Ma il matrimonio durò poco a causa della dissolutezza della
donna, che venne presto ripudiata.
Nel 63 venne finalmente celebrato il trionfo di Lucullo. Ad ogni soldato venne fatto un
donativo di 950 dracme. Ad Ercole venne dedicata la decima parte del bottino. All'erario
furono consegnati molti oggetti preziosi tra cui la corona di Macarete e quella di Tigrane.
Plutarco afferma che la sua grandezza stava nel saper utilizzare al meglio la rapidità e la
lentezza: fiaccò con una strategia di logoramento mitridate quando era nel pieno delle forze ,
sgominò invece rapidamente Tigrane. Usa indugio nell’agire e audacia nel difendersi.
Altro merito è inoltre non aver usato i soldi pubblici per le spedizioni militari e non aver
ceduto, come invece i suoi soldati, ai saccheggi delle città conquistate.
Non seppe però guadagnarsi la fiducia dei soldati , poiché non voleva far loro concessioni.
Disprezzava inoltre gli altri comandanti , sentendosi superiore. Dunque i soldati si
ammutinarono e i demagoghi si pronunciarono contro di lui, accusandolo di voler continuare
la guerra troppo a lungo.
© Diana Ferro 10
Lucullo si ritirò dalla vita pubblica. Ciò è considerato positivamente da Plutarco, che disprezza
coloro che non si fanno da parte prima che le circostanze favorevoli mutino (es. cicerone.)
Prodigò molto denaro nell’acquisto di opere d’arte per la sua villa e nell’organizzazione di
grandi pranzi, che plutarco paragona a quelli dei “nuovi ricchi” (spesso anche per lui solo
“lucullo pranza da lucullo”). Pompeo e cicerone lo vanno a trovare e pranzano nell”Apollo: per
ogni sala era stabilita una spesa fissa per il pranzo.
Raccolse moltissimi libri e creò una vasta biblioteca pubblica, frequentata prevalentemente
dagli studiosi greci in visita a Roma.
Nel confronto con cimone, generale ateniese filospartano che aveva combattutto contro i
persiani, Plutarco sottolinea come lucullo fosse superiore in guerra ,poiché aveva annientato i
suoi avversari, mentre cimone aveva permesso che i persiani tornassero in forze.
Lucullo e Cimone vengono paragonati poiché, oltre ad essere grandi generali, morirono prima
di vedere la fine della libertà della repubblica e della democrazia. Cimone è apparso in
giovinezza condurre una vita piena di eccessi, Lucullo invece in vecchiaia.
Horti luculliani
horti
Gli sono proprietà prima peri-urbane e, dopo Augusto, urbane, legate sempre ad una
fundi
domus esterna al centro storico serviano, a differenza di altre realtà come i (terreni
praedia campi(spazi
urbani o rurali destinati alla coltivazione ) i (proprietà in generale) e i
aperti) . Erano recintati , o con muri di cinta o con siepi e, nei casi delle proprietà maggiori,
horti
con cippi, ed erano posti sotto la protezione di venere. Gli di Roma intesi come luoghi di
ozio si diffondono a partire dall’età tardo-repubblicana. Conosciamo il nome e il luogo di una
sessantina di horti, compresi quelli più lontani dalla città, appartenuti a personaggi più o
meno noti.
Horti luculliani
Gli – 66-63 a.C. - (regio VII) appartenuti a Licinio Lucullo e poi ereditati dal
figlio, successivamente da M. Valerio Messalla Corvino e da Valerio asiatico in età giulio
claudia, passano nel 46 d.C. al fisco imperiale. Sono rivenduti probabilmente sotto traiano agli
Acilii Glabriones. Nel IV secolo ne è proprietaria la gens Anicia e saranno venduti al fisco da
Anicia Faltona Proba dopo il sacco del 410 d.C. nel IV secolo vi risiederà Belisario.
Si trovano nella regio VII augustea(via lata, corrispondente a via del corso) , a nord. Della
parte nord di tale regione Ci sono ancora le sostruzioni rettilinee con nicchie adibite a
ninfeo sotto palazzo Zuccari in via sistina, l’imponente ninfeo , le cisterne , i resti di
nuclei residenziali tra piazza di spagna e villa medici, con le annesse strutture del
tempio rotondo e del contiguo edificio polilobato. Le tracce più antiche documentate
risalgono alla seconda età regia: si tratta dei resti del podio e ceramica riconducibili alla prima
fase del tempio rotondo (forse dedicato alla fortuna) che sorgeva sulla sommità del
collis hortulorum , all’interno degli horti luculliani. Con la prima età imperiale venne
realizzato il monumentale ninfeo degli horti.
Sono pochi i resti archeologici riconducibili al primo impianto degli horti. il rinvenimento
più interessante è costituito da una rete di cuniculi , forse necessaria per convogliare le
acque piovane e sorgive e ridistribuirle in superficie. Si tratta di diversi nuclei di gallerie
intonacate, cunicoli e pozzi scavati nel tufo a quote diverse, rinvenuti a più riprese sulle
pendici e sulle sommità della collina. In prossimità di questi, quasi al limite settentrionale
dell’area, presso la casina valadier, sono stati individuati resti di nuclei residenziali
con balneum , sostruzioni e cisterna. Un portico in opera quadrata associato ai resti di un
impianto termale in opera reticolata sorgeva poco più a sud. Ancora più a sud, sotto l’hotel de
la ville, presso via sistina, era, probabilmente, un ninfeo realizzato con muri in
opera reticolata nei quali si aprivano nicchie semicircolari. Sotto palazzo zuccari si
rinvenne a più riprese una grande sostruzione a nicchioni.
Tra il 57 e il 56 a.C. Lucullo morì. Nel 31 gli horti furono acquisiti da messalla corvino. È
a questo periodo che forse risalgono strutture recentemente rinvenute. Si tratta di un
edificio con ambienti disposti forse intorno a un cortile . uno era decorato con un
© Diana Ferro 11
pavimento a mosaico geometrico con tessere bianche e nere . in un altro il
pavimento era in cocciopesto decorato con filari di tessere di mosaico. Almeno parte
della fitta rete di captazione e trasporto delle acque potrebbe risalire a questa fase.
Furono poi acquisiti da valerio asiatico, ricordato da tacito poiché messalina, volendosi
impadronire degli horti, lo accusò di adulterio con poppea. Condannato alla pena capitale ,
asiatico preferì togliersi la vita nei suoi giardini. Le strutture che sorgevano negli horti furono
da asiatico trasformate: la sostruzione a nicchioni fu trasformata in un ninfeo. Le pareti
furono ricoperte da un mosaico in pasta vitrea, conchiglie e pietre. il ninfeo era
decorato da statue di ninfe. In corrispondenza della nicchia centrale, nel IV secolo d.C. venne
realizzata una vasca rivestita di marmi colorati. Nel settore meridionale degli horti
inferiori furono allestiti ambienti riccamente decorati.
*N.B. Una sostruzione è un insieme di elementi che hanno la funzione di sostenere la
struttura o l'infrastruttura vera e propria, che vi si trova al di sopra, attraverso la realizzazione
di una base di appoggio in genere piana.
Bibliografia
Il Piacere.
G. D’Annunzio, ed. Newton Compton
Roma fine ottocento. A cura di Paola Sorge.
G. D’Annunzio, Ed. Newton Compton, 1995
Vite parallele: vita di Lucullo
Plutarco, . ed. BUR Rizzoli
I palazzi di Roma.
L. Callari , ed. Apollon
Palazzi di Roma.
G. Torselli, Atlante di Roma antica.
A. Carandini , ed. Electa
Sitografia
< www.biblhertz.it/ > Catalogo fototeca hertziana.
< http://foto.biblhertz.it >
< https://it.wikipedia.org/ >
< http://www.archiportale.com/news/2012/09/architettura/il-nuovo-volto-della-biblioteca-
hertziana-di-roma_29265_3.html >
< http://www.enricodagai.it/ >
< http://www.annarosamattei.com/ >
LA CITTÀ IN LETTERATURA Il viaggio di Gabriele d’Annunzio da Roma a
E.F. Torsello,
Fiume < http://www.educatt.it/collegi/archivio/QDL200303TORSELLO.pdf >
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Video
D’Annunzio o dell’ambiguità – Passepartout .
< http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f3bb54cc-e6b5-47dd-81df-
eb0541b75d41.html >
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