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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: Ortodonzia

Autore: Silvia Utzeri

Descrizione:

Materie trattate: laboratorio odontotecnico,scienze dei materiali e inglese

Area: tecnologica

Sommario:

Estratto del documento

Introduzione

L’ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che studia le disarmonie cranio-facciali e

le malocclusioni dentarie e si pone lo scopo di correggerle.

L’ortodonzia si può classificare in due modi:

Ortodonzia Fissa

Ortodonzia Mobile 3

Ortodonzia Fissa apparecchio ortodontico fisso.

Per ortodonzia fissa si intende l’utilizzo di apparecchi per la correzione dei

disallineamenti dentali che l’ortodonzista incolla o cementa ai denti. Questi apparecchi

vengono lasciati in bocca fino alla fine del trattamento.

L’apparecchio ortodontico fisso è costituito da attacchi metallici o ceramici che

fissati ai denti vengono agganciati tramite fili, elastici, molle e trazioni extraorale, in

grado di portare i denti nelle corrette posizioni.

L’attacco ortodontico (bracket) è l’elemento principale dell’apparecchio fisso, esso ha

una base trattata in grado di aderire alla superficie dentale, e un corpo nel quale sono

ricavate due componenti fondamentali: la scalanatura a sezione rettangolare (slot) per

l’inserimento di fili metallici e le alette per il trattenimento delle legature necessarie

a bloccare i fili nell’attacco.

I fili metallici sono anch’essi parte integrante dell’apparecchio fisso. Conformati ad

arco e di spessore e sezione variabile, oltre che di qualità di lega, danno un contributo

fondamentale alla correzione della malocclusione. Possono muovere i denti o svolgere

funzione di ancoraggio. Entrano nella scanalatura centrale dell’attacco ortodontico

(slot) e vi vengono trattenuti da legature metalliche od elastiche.

bracket. parte inferiore del bracket.

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Ortodonzia Linguale

L’ortodonzia linguale è una metodica di ortodonzia fissa. Vengono utilizzati attacchi

incollati sulla superficie dei denti che da verso la lingua, anziché, come nell’ortodonzia

fissa tradizionale, sulla superficie esposta al sorriso. E’ una tecnica di allineamento dei

denti estetica. ortodonzia linguale.

Ortodonzia Mobile apparecchio ortodontico mobile.

Per ortodonzia mobile si intende l’utilizzo di apparecchi per la correzione di

disallineamenti dentali che il paziente può applicare e rimuovere dalle arcate dentarie.

Gli apparecchi ortodontici mobili provocano lo spostamento dentale per mezzo di forze

generate dalla deformazione elastica dell’apparecchio (Invisalign), dall’azione di

stimolo e riequilibrio delle forze biologiche del paziente (funzionali), oppure prodotte

dall’attivazione di parti incorporate (meccanici): viti, molle, archi vestibolari. Gli

apparecchi mobili si suddividono in:

Apparecchi mobili meccanici;

Apparecchi mobili funzionali;

Apparecchi mobili estetici (Invisalign).

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Apparecchi mobili meccanici

Tra questi troviamo la placca meccanica intrinsecamente attiva, molto utilizzata nel

passato, prima dell’avvento degli apparecchi fissi.

E’ un apparecchio formato da un corpo in resina acrilica che trattiene nella sua

struttura sia gli elementi che ne permettono l’aggancio ai denti sia quelli più

propriamente meccanici, viti, molle e archi, che una volta attivati sono in grado di

spostare i denti.

La correzione della malocclusione con questo tipo di apparecchio è determinata da

un’azione prevalente sulle posizioni dentali.

apparecchio mobile meccanico.

Apparecchi mobili funzionali

Altri apparecchi di ortodonzia che il paziente può applicare e rimuovere sono di tipo

funzionale. Essi si caratterizzano per il fatto che le forze in grado di determinare la

correzione della malocclusione sono estrinseche all’apparecchio. Prodotte dalle

modifiche della matrice funzionale che determina la crescita scheletrica dei

mascellari e lo sviluppo della dentatura.

Questo tipo di apparecchi agisce sia sulle posizioni dentali che sulla crescita

scheletrica, correggendo la malocclusione con un vero e proprio effetto combinato,

ortodontico e ortopedico. apparecchio mobile funzionale.

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Apparecchi mobili estetici (invisalign)

Si tratta di sottili mascherine in resina trasparente che il paziente applica sulle

arcate dentarie. L’allineamento dei denti con questi apparecchi è anche chiamato

ortodonzia invisibile, per il fatto che non alterano l’estetica del sorriso.

L’azione è sulle posizioni dentali, efficace perciò per i disallineamenti dentali che non

richiedono la correzione di anomalie scheletriche associate. apparecchio mobile estetico.

Alcuni esempi di apparecchi ortodontici

Quad-Helix.

Il Quad-Helix è un dispositivo usato principalmente per l’espansione della sutura

palatina, ma anche per contrarre, ancorare, ruotare e deruotare.

Presenta un arco in filo di acciaio del diametro di 0.9 mm circa con quattro spirali che

ne aumentano la lunghezza e migliorano la possibilità di controllare l’intensità e la

direzione della forza e può essere saldato direttamente alle bande molari o inserito

nei tubi delle stesse, in questo caso con la possibilità di poterlo estrarre ed attivare.

Mediante barre palatali di forma varia si possono trasferire forze trasversali sui

canini e sui premolari. (fisso). quad-helix.

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R.E.P. (Rapido Espansore Palatino).

Apparecchiatura ortodontica-ortopedica fissa che permette con un solo mezzo

terapeutico di raggiungere l’espansione basale dell’apparato osteo-mascellare

(palatino), favorendo l’espansione della base apicale e del setto nasale palatino,

migliorando sia i rapporti osseo dentali occlusali, sia la respirazione. (fisso).

R.E.P. (rapido espansore palatino).

Placca di Schwartz.

La placca di Schwartz è una placca di resina costituita da ganci di Adams, realizzati

sui molari permanenti con filo in acciaio di spessore 0.7 mm, e da un arco vestibolare,

anch’esso in acciaio di spessore 0.8 mm posizionato sulla faccia vestibolare dei denti

anteriori. A seconda delle necessità può essere modificata aggiungendo viti di

espansione mediana per ottenere precisi movimenti dentari. (mobile).

placca di Schwartz.

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Fasi di lavorazione per la realizzazione di una placca di Schwartz.

Una volta sviluppati i modelli e posizionati in articolatore, l’odontotecnico traccia

l’equatore dei denti sulla faccia vestibolare degli anteriori. Si procede con la

realizzazione dell’arco vestibolare e dei ganci di Adams. Dopo aver fissato, con della

cera collante, i ganci e le viti i modelli vengono preparati per il boxaggio, la cui

funzione è quella di impedire che eventuali eccedenze di resina colate durante la fase

di lavorazione vadano ad intaccare le zone non interessate del modello. Questa tecnica

si avvale di bastoncini di cera che vengono posizionati sui denti posteriori sulle cuspidi

palatali e linguali, mentre sui denti anteriori viene posizionato sul margine incisale. Il

bastoncino di cera verrà posto anche nella zona del post-dam, nel modello inferiore

nella zona del fornice linguale. I modelli vengono tenuti per circa 10 min. immersi in

acqua per farli saturare, dopo di che asciugati con l’aria compressa e isolati. La

tecnica per la resinatura più utilizzata è la tecnica a spruzzo. Si procede spargendo la

polvere della resina sul modello e successivamente il liquido e cosi via fino ad ottenere

uno strato omogeneo di resina. Se si sono rispettati i tempi di lavorazione si otterrà

un manufatto in resina il cui colore passerà da lucido umido a opaco zuccherino. La

polimerizzazione del manufatto avverrà in una pentola a pressione a 2.5 atm e alla

temperatura di 37° C. questa fase di lavorazione consente di ottenere un manufatto

privo di impurità, il modello resterà in acqua per 10 min. Una volta avvenuta la

polimerizzazione della resina si procede alla rifinitura della placca e alla successiva

lucidatura, con questa fase la lavorazione della placca di Schwartz può definirsi

conclusa. vista frontale della placca di Schwartz.

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Scienze dei Materiali Dentali

Introduzione

I principali materiali utilizzati in ortodonzia sono i seguenti:

Gesso;

Resina;

Leghe per fili. 10

I gessi.

Il gesso è un minerale composto da solfato di calcio idratato (CaSO . 2H O ), una

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sostanza sedimentaria abbastanza diffusa.

Esistono 4 tipi di gesso:

1. gesso tenero per impronte o pasta di Parigi: costituito da solfato di calcio semi-

idrato beta, viene utilizzato per la rilevazione di impronte.

2. gesso tenero per modelli: costituito da solfato di calcio semi-idrato beta,

adatto per realizzare i modelli di studio, per il montaggio dei modelli in

articolatore, mescolato con gesso duro viene usato come riempitivo nella

preparazione delle muffole.

3. gesso duro per modelli: costituito da solfato di calcio semi-idrato alfa, adatto

per la costruzione di modelli a elevata resistenza alla compressione e

all’abrasione. Per la miscelazione richiede una quantità d’acqua inferiore a

quella richiesta dai tipi I e II.

gesso extra-duro per modelli: costituito da solfato di calcio semi-idrato alfa

4. modificato, è usato per la preparazione dei modelli che devono conservare il più

a lungo possibile i particolari riprodotti dall’impronta, viene usato per costituire

i modelli su cui preparare protesi fisse, protesi combinate (scheletrati e fisso)

intarsi ecc. Per la miscelazione richiede meno acqua rispetto ai precedenti tipi

di gesso.

Le resine.

Le resine sintetiche, utilizzate per la costruzione di elementi protesici devono

possedere le seguenti caratteristiche:

Stabilità chimica e dimensionale;

Caratteristiche estetiche (colore);

Caratteristiche meccaniche (resistenza ai carichi masticatori,resistenza

all’usura e alle sollecitazioni statiche);

Devono essere insolubili nei fluidi orali con basso grado di assorbimento;

Devono essere insapore, inodore, né tossiche, né irritanti per i tessuti

orali;

Basso peso specifico (in modo da risultare confortevoli per il paziente).

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Le resine che vengono maggiormente utilizzate nel campo odontotecnico sono le resine

dette acriliche. Queste resine possono essere suddivise in resine acriliche

termopolimerizzabili (dette anche resine a caldo) e in resine acriliche

autopolimerizzabili (dette anche resine a freddo).

Le Resine Termopolimerizzabili.

Le resine sono dette anche “a caldo” poiché la loro polimerizzazione si ottiene

mediante una controllata somministrazione di calore. Vengono fornite sotto forma di

polvere (polimero), di liquido (monomero) e anche sottoforma di una massa gelatinosa,

nella quale la polvere e il liquido sono stati miscelati nelle giuste proporzioni e

confezionate in fogli o blocchetti sotto forma di capsule preformate. Le più impiegate

sono in confezioni singole di polvere e liquido. Queste resine vengono utilizzate in

campo dentale, in prevalenza per :

La realizzazione di basi per protesi mobili parziali e totali.

La realizzazione di ponti e provvisori.

La ricopertura estetica di corone e ponti, realizzati con struttura in metallo.

Le ribasature.

La realizzazione di selle nelle protesi scheletrate.

Le Resine Autopolimerizzabili.

Vengono chiamate anche resine a freddo o resine chemiopolimerizzabili, fornite solo

sotto forma di polvere o liquido. Le resine autopolimerizzabili vengono utilizzate

principalmente per:

La costruzione di portaimpronta individuale;

La riparazione di protesi mobili;

La realizzazione di basi per ortodontia mobile e di corone e ponti provvisori;

Le ribasature parziali temporanee.

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Le leghe.

Le leghe utilizzate per la fabbricazione degli apparecchi ortodontici sono state,nel

corso degli anni, relativamente poche. Ad esclusione dell'oro che è stato utilizzato per

un breve periodo, la principale lega costituente i fili ortodontici è stata l'acciaio

inossidabile austenitico. Esso ha mantenuto la sua diffusione in quanto è

caratterizzato da stabilità, rigidità, resilienza modellabilità, nonché da un costo

contenuto. Un'altra lega abbastanza diffusa è quella al nichel-cromo-cobalto; più

recentemente è stata introdotta una lega al nichel-titanio che presenta un'eccellente

memoria elastica ed una bassa rigidità; la sua scarsa modellabilità ne limita le

applicazioni in casi in cui non sono necessarie numerose anse e pieghe nel filo. Sebbene

le proprietà richieste ad un filo ortodontico siano diverse, generalmente sono tre le

caratteristiche che esso deve possedere:

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