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La seguente tesina di maturità descrive il modulatore 16 Q.A.M., effettuando dei collegamenti interdisciplinari con le seguenti materie scolastiche: in Italiano Italo Svevo, In Filosofia Sigmund Freud, in Storia la Crisi del 1929 e il New Deal, in Matematica lo studio di una funzione, in Telecomunicazioni il modulatore 16 Q.A.M, in Elettronica il convertitore A/D e DAC e infine in Inglese modulation.
Italiano - Italo Svevo.
Filosofia - Sigmund Freud.
Storia - la Crisi del 1929 e il New Deal.
Matematica - Lo studio di una funzione.
Telecomunicazioni - Il modulatore 16 Q.A.M.
Elettronica - Il convertitore A/D e DAC.
Inglese - Modulation.
PREFAZIONE
In questa Tesina Multidisciplinare, con 7 materie trattate, si è voluto raccogliere una buona parte
del lavoro svolto durante quest'Anno Scolastico.
La ricerca di un collegamento fra le varie materie è stato, volutamente, subordinato all'interesse per
ciascun argomento.
Risulta infatti assai difficile collegare in modo indiscutibilmente logico la 16 Q.A.M. con Italo
Svevo o la crisi del 29 con gli lo studio analitico di una funzione.
È, infatti, auspicabile che questo vincolo venga allentato a beneficio di una maggiore libertà di
potersi esprimere, al meglio, sugli argomenti che maggiormente hanno destato interesse durante il
Corso di Studi, o che possano dare carattere di originalità al lavoro presentato.
• in Svevo le regole della società, che sono alla base della normalità necessaria per essere
accettati, diventano motivo di disagio e di malattia,
La grande depressione, detta anche crisi del '29, grande crisi o crollo di Wall Street,
• New Deal («nuovo corso») s'intende il piano di riforme economiche e sociali
promosse dal presidente americano Franklin Delano Roosevelt fra il 1933 e il 1937,
allo scopo di risollevare il Paese dalla grande depressione che aveva travolto gli USA.
• Ogni volta che una grandezza y dipende da una grandezza x, si dice che la prima è
funzione della seconda. Ad esempio, lo spazio percorso da un’automobile che viaggia
a una certa velocità è funzione del tempo: conoscendo da quanto tempo viaggia
l’automobile, possiamo calcolare la distanza percorsa.
• il modulatore 16 Quadrature Amplitude Modulation, di norma, viene realizzato su di un
circuito integrato di nuova progettazione, tuttavia conoscendo le regole di funzionamento
degli altri modulatori, un inventore statunitense è riuscito a realizzarne uno utilizzando dei
preesistenti modulatori commerciali 4 PSK, più economici, definiti “low order modulator –
modulatori di ordine inferiore”, in relazione ai più complessi modulatori 16 QAM,
aggiungendo, in più, una Unità logica.
• I convertitori A/D sono disponibili in una grande varietà di tipi che si differenziano per
numerosi fattori, fra cui la risoluzione, il tempo di conversione, la presenza di
multiplexer interni che consentono di trattare più segnali analogici, la tecnologia, e il
formato dati.
• on the modulation depth in English. 3
ITALO SVEVO E L'INTROSPEZIONE PSICOANALITICA
Materia: ITALIANO
Docente: Prof. Orlando Isabella
L'AUTORE
Aron Hector Schmitz, il vero nome di Italo Svevo, nacque il 19 dicembre 1861 in una Trieste
mitteleuropea,"nevrotica", come dirà, in seguito, Umberto Saba e aperta a tutti gli influssi culturali
provenienti da Vienna, Praga, Budapest.
Fotografia 1 - Una foto giovanile di Italo Svevo Fotografia 2 - I genitori di Italo Svevo
II padre, Francesco, era un commerciante ebreo di origine tedesca, benestante, energico e
proprietario di una vetreria.
La madre, Allegra Moravia, era una donna dolce, dedita al marito ed agli otto figli.
A dodici anni, nel 1873, viene inviato a studiare, insieme ai suoi fratelli Adolfo ed Elio, in un
collegio presso Würzburg in Baviera. Aiutato da qualche insegnante, come lui stesso racconta,
inizia ad avvicinarsi allo studio della letteratura, in particolare dei classici tedeschi, di Shakespeare
ed di alcuni scrittori russi.
Successivamente, nel 1878, per seguire la carriera voluta dal padre, si iscrive all'Istituto Superiore
di Commercio "Pasquale Revoltella", poi Facoltà di Economia, la prima della neonata Università di
Trieste.
Tuttavia scopre di non essere tagliato per il commercio.
Nel 1880, in seguito al tracollo finanziario dell'attività paterna è costretto ad accettare un modesto
impiego alla filiale di Trieste della Unionbank di Vienna.
Questa esperienza imprime in Svevo il senso del fallimento e dei complessi di inferiorità sociale che
si ritroveranno nei suoi personaggi.
Nello stesso anno inizia a scrivere articoli di critica per "L'Indipendente", su cui riesce a pubblicare
due racconti “Una lotta” (1888) e “L'assassinio di Via Belpoggio” (1890), firmandosi Ettore
Samigli.
A questo periodo risalgono anche sette commedie, poco conosciute: “Le ire di Giuliano”, “Le teorie
del conte Alberto”, “Una commedia inedita”, “Il ladro in casa”, “Prima del ballo”, “La verità”,
“Terzetto spezzato”. 4
Nel 1892 pubblica, in mille copie e a proprie spese, il suo primo romanzo iniziato nel 1887, "Una
vita", sostanzialmente ignorato dalla critica. In tale occasione A. Ettore Schmitz sceglie il suo
pseudonimo più noto, Italo Svevo, per rimarcare la sua duplice natura italiana e tedesca.
Nello stesso anno intreccia una relazione con Giuseppina Zargol che sarà l'ispiratrice del
personaggio Angiolina in "Senilità".
Collabora con il giornale "II Piccolo" ed ottiene una cattedra all'Istituto "Pasquale Revoltella".
Nel 1895 Italo Svevo si fidanza con sua cugina, Livia Veneziani, conosciuta al funerale della madre,
che sposa nel 1896 con rito civile.
L'anno successivo al matrimonio, abiura la religione ebraica e sposa Livia con matrimonio
religioso.
Livia Veneziani è figlia di un ricco produttore cattolico di vernici sottomarine resistenti alla ruggine
la cui formula segreta doveva essere conosciuta solo da membri della famiglia.
Nel 1897 nasce la figlia Letizia.
Fotografia 3 – Italo Svevo e Livia Veneziani Fotografia 4 – Italo Svevo con la moglie e
il giorno delle nozze la figlia Letizia all'incirca nel 1912
II 1898 è l'anno della pubblicazione di "Senilità", ma è un altro insuccesso, in seguito al quale
decide di abbandonare, quasi del tutto, la letteratura; si sente come un clandestino che vive un vizio
solitario, quello di scrivere.
Dopo essersi dimesso dalla banca, nel 1899 entra nell'azienda del suocero ed inizia a viaggiare
all'estero, diventando un abile e agiato imprenditore.
Per le necessità dovute al suo lavoro, decide di iniziare l'apprendimento della lingua inglese e, nel
1907, frequenta un corso alla Berlitz School tenuto dallo scrittore irlandese James Joyce il quale lo
incoraggia a scrivere un nuovo romanzo.
Nel 1908 viene in contatto con la psicoanalisi freudiana, traducendo, poi, anche dei testi del famoso
psicoanalista austriaco, ma rimane molto scettico sulle sue effettive capacità terapeutiche, specie
dopo il fallimento della cura su suo cognato, Bruno, che si era rivolto personalmente al Prof.
Sigmund Freud. 5
Fotografia 5 – James Joyce Fotografia 6 – il Prof. Sigmund Schlomo Freud
fondatore della Psicoanalisi
"Grande uomo quel nostro Freud ma più per i romanzieri che per gli ammalati", scriverà all'amico
Valerio Jahier, nel 1927.
La prima Guerra mondiale separa Joyce, che torna in Irlanda, da Svevo.
L'azienda del suocero di Svevo viene chiusa dalla autorità austriache. In questi anni si dedica alla
traduzione de “La Scienza dei sogni” di Sigmund Freud.
Nel 1919 è giornalista a "La Nazione" ed inizia ascrivere "La Coscienza di Zeno" che sarà
pubblicato nel 1923 e sarà, all'inizio, un altro fallimento.
Nel 1925, grazie all'interessamento di James Joyce e di Eugenio Montale, scoppia il "caso Svevo"
ed il successo, finalmente, arride allo scrittore.
Muore il 13 settembre 1928 all'Ospedale di Motta di Livenza, Treviso, in seguito ai traumi riportati
in un tragico incidente automobilistico al ritorno da una gita a Bormio con la famiglia.
Fotografia 6 – Italo Svevo con la moglie, la figlia Letizia ed il genero
LE OPERE
Con Italo Svevo, per la prima volta, entrano nella Letteratura italiana le problematiche europee e
dell'avanguardia. La società massificata di fine Ottocento porta all'alienazione dell'individuo, alla
nevrosi ed alla crisi della coscienza borghese.
È favorevole alla Scienza ed al Progresso, ma non accetta la loro mitizzazione che, invece, pervade
la società positivista, preferendo ispirarsi, in modo critico, a Schopenhauer, Darwin, Marx,
Nietzsche, Freud ed Einstein.
In particolare, prima di Freud, i suoi autori di riferimento principali sono Schopenhauer e Darwin.
Schopenhauer analizza gli aspetti profondi dell'animo e quelli superficiali o consapevoli.
6
Fotografia 7 – Arthur Schopenhauer
ritratto da Ludwig Sigismund Ruhl nel 1815
È il teorico della "noluntas", la non-volontà, in favore di una dimensione contemplativa che
conduca ad una "conoscenza pura".
Per Svevo è il filosofo che rivela l'inganno del libero arbitrio. Ogni uomo crede di possederlo, ma in
realtà è solo un autoinganno poiché la volontà ha un carattere effimero ed inconsistente.
Darwin, invece, è lo scienziato che ha fatto conoscere la violenza che si manifesta durante la
selezione naturale e l'adattamento forzato dell'organismo ai fini della sopravvivenza.
Questi temi verranno trasposti in ambito letterario ed andranno ad assumere un carattere sociale
nell'inettitudine dei personaggi derivante dai condizionamenti borghesi a cui devono adeguarsi per
poter sopravvivere.
Nel 1895 studia le opere di Marx ed del socialismo, ma questa sua esperienza non fa che
convincerlo ancora di più dell'impossibilità di una piena integrazione di un individuo in un gruppo.
La psicoanalisi di Freud lo appassiona ma finisce per discostarsene.
L'ammalato è colui che non vuole rinunciare alla forza dei propri desideri e la cura proposta dal
terapeuta per il ritorno alla “normalità” è, semplicemente, quella di liberarsi da ogni pulsione.
Svevo non accetta questa soluzione e prende le parti del suo “inetto” che, con le sue nevrosi, cerca
solo di difendersi dall'alienazione che lo circonda.
UNA VITA (1892, edito dall'Editore Trevez)
II romanzo si sofferma sulla psicologia dei vinti e rappresenta un'evoluzione del precedente
concetto verista di analisi della condizione degli "sconfitti dalla vita".
Inizialmente tale opera era intitolata "Un inetto" per meglio evidenziare le caratteristiche del
personaggio principale e denotare il pessimismo tipico dello scrittore, ma l'editore lo convince a
trovare un nuovo titolo al romanzo.
Alfonso Nitti è un giovane giunto a Trieste dalla provincia e trova lavoro in una banca,
la Maller & C., impiego che egli considera avvilente perché ambisce a diventare letterato.
Un giorno viene invitato a casa Maller dove incontra Macario e Annetta, la figlia del suo principale,
che accetta il suo corteggiamento.
Alfonso inizia a vivere una fase di forte contrasto interiore, perché è indeciso se scegliere di essere
sé stesso e seguire le sue passioni letterarie o sposare Annetta e sistemarsi economicamente.
Questo suo conflitto interiore riflette l'atteggiamento borghese dell'epoca, specie della piccola
borghesia, spesso rivolto alle scelte di comodo.
All'improvviso è costretto a ritornare al suo paese per la morte della madre e perde i contatti con
Annetta, che sposerà un altro, Macario.
Ricava una piccola somma dalla vendita della casa ereditata, ma sarà costretto ad offrirla in dote
alla sua protetta. Lucia, che si è innamorata di un tipografo.
7
Amareggiato ed angosciato tenta di rivedere Annetta, ottenendo solo una sfida a duello da parte del
fratello di lei.
A questo punto non trova più soluzioni e si suicida con il gas, la tragica conclusione di una vita
trascinatasi, stancamente, in un mondo malvagio.
SENILITÀ (romanzo pubblicato nel 1898)
Emilio Brentani è un intellettuale triestino fallito che vive del ricordo della piccola gloria di aver
scritto un romanzo.
Lavora, come impiegato, in una compagnia di assicurazioni e vive con la sorella Amalia, dalla quale
è accudito.
Un giorno accade l'incontro con Angiolina, una donnina avvenente, di cui Emilio si innamora.
Questo lo porta a trascurare sia Amalia sia il suo amico Stefano Balli, che tenta di mascherare il suo
fallimento come artista con un certo successo con le donne.
Emilio cerca di fare capire, ad Angiolina, i propri doveri verso la famiglia e non si accorge che, in
realtà, è lei a condurre la loro relazione.
Stefano non crede nell'amore e cerca di dissuadere Emilio da questa relazione, tanto più che
Angiolina non gode di una buona fama a Trieste, ma Emilio è ormai, perdutamente, innamorato.