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La tesina presenta il modello previsionale a ritardo variabile per il fitofago piu dannoso della coltura della vite; vengono inoltre presentati i dati biologici della Lobesia e le caratteristiche generali dei modelli previsionali basati su elementi matematici.
Materie trattate: Matematica, Biologia applicata, Ecologia applicata, Agroecologia.
abbondanti nei vigneti allevati a tendone rispetto a quelli allevati
a spalliera e ad alberello, proprio a causa della più elevata
umidità e relativamente più bassa temperatura.
Gli adulti volano al crepuscolo e sono favoriti da temperature
superiori ai 15°C, con un ottimo fissato a 25°.
Alla temperatura di 15°C, quasi sempre dopo il tramonto,
possono avvenire accoppiamenti e circa 24 ore dopo la
fecondazione avvengono le ovideposizioni.
La durata degli stadi fenologici della Lobesia Botrana dipende
notevolmente dalla temperatura ed è massima a 14°C: 20 giorni
per lo sviluppo delle uova, 60 per le larve e 70 per le crisalidi. La
durata di sviluppo ottimale alla temperatura di 25°C dello stadio
embrionale si riduce a 4,5-5 giorni, per lo sviluppo larvale è di
circa 18 giorni, mentre per le crisalidi è di 7-8 giorni. Al di sotto
di 14°C lo sviluppo si ferma, mentre la mortalità è crescente a
valori superiori ai 25°C e particolarmente elevata oltre i 35°C
sino a divenire totale nel volgere di poco tempo a questi valori di
temperatura. La sopravvivenza diminuisce rapidamente per
valori decrescenti al di sotto di 14°C sino a divenire totale
attorno ai 10°C. Infatti, la mortalità, in termini di percentuale, è
massima a temperature inferiori ai 10°C o superiori ai 35°C per
qualsiasi stadio fenologico.
Danni
Il danno è determinato dall’attività trofica dello stadio larvale.
Le larve della prima generazione attaccano i grappolini fiorali
(generazione antofaga), si nutrono dei singoli bottoni fiorali,
distruggendoli e costruendo anche dei nidi sericei, visibili nella
parte interna del grappolo; questa generazione non è molto
dannosa sia perché il danno ai singoli fiori è sopportabile (per
alcune varietà a grappolo serrato potrebbe anche essere un
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vantaggio), sia perché l’attacco generalmente non è mai
massiccio. I danni ai bottoni fiorali, generalmente non sono
particolarmente gravi grazie alla capacità del grappolo di
compensarli con una maggiore allegagione.
Le larve della seconda generazione sono più pericolose perché si
nutrono degli acini (generazione carpofaga) entrandovi,
svuotandoli e dissecandoli. Attaccano gli acini a partire da
giugno- luglio, quando sono ancora acerbi o appena allegati, e
possono causare sia perdite in peso sia danni qualitativi dovuti
alla diffusione di marciumi. L’attacco è evidente in quanto gli
acini avvizziscono ed imbruniscono; si notano i fori di entrata o
di uscita ed eventualmente anche le larve che si riparano in
ricoveri sericei biancastri, più o meno lassi, costruiti all’interno
del grappolo. In alcune regioni settentrionali si hanno solo 2
generazioni, ma nella maggior parte dei casi la Lobesia compie
anche una terza generazione; anche queste larve attaccano gli
acini.
In questi casi la generazione avviene a fine estate, a partire da
circa metà agosto ed è ancora attiva in vendemmia, quando gli
acini sono in fase di maturazione, e si presenta ancora più
pericolosa per le complicanze di natura fungina (Botrite e
Marciume acido) che si possono instaurare sulle ferite provocate
dalle larve.
Ciclo biologico
La Tignoletta della vite supera l’inverno allo stadio di pupa o di
crisalide in un piccolo bozzoletto biancastro tra gli anfratti della
corteccia della vite, degli eventuali tutori e alla base delle piante.
I primi adulti compaiono da aprile a maggio; immediatamente si
ha l’accoppiamento e le femmine ovidepongono sui grappolini
fiorali. 8
Dalle uova nasceranno le larve della prima generazione (larve
antofaghe); la loro attività dura circa 3 settimane, quindi si
incrisalidano nel grappolo originando, all’inizio dell’estate (metà
giugno- luglio), gli adulti di secondo volo che ovidepongono sugli
acini ben formati, dando origine alle larve di seconda
generazione (larve carpofaghe).
Queste, dopo la loro attività sugli acini, possono originare le
crisalidi svernanti (in alcune regioni settentrionali) o più
frequentemente produrre una terza generazione. In questo
ultimo caso lo sfarfallamento degli adulti si avrà da agosto fino a
tutto settembre, a seconda degli ambienti.
La Tignoletta compie, quindi, 2-3 generazioni all’anno.
Lotta
Nell’ambito dei Disciplinari di produzione integrata l’esecuzione
Lobesia Botrana
dei trattamenti per è giustificata dal
superamento delle soglie di intervento:
– presenza di uova o fori di penetrazione in vigneti solitamente
infestati;
– 5% di grappoli infestati in vigneti non solitamente infestati
(seconda generazione);
– 5% di grappoli infestati (terza generazione).
La strategia più efficace per la lotta alla Tignoletta è quella
diretta contro la seconda generazione. Una corretta
impostazione degli interventi contro tale generazione, in
situazioni di normale pressione del fitofago, può essere
risolutiva. Bacillus
I prodotti fitosanitari ammessi dal Disciplinare sono
thuringiensis, Tebufenozide, Flufenoxuron (al massimo 2
interventi all’anno), Indoxacarb e Lufenuron. Con i prodotti di
sintesi sono ammessi al massimo 2 interventi all’anno.
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Flufenoxuron, essendo un prodotto ad azione ovo- larvicida, può
essere utilizzato con una maggiore elasticità anche se il
posizionamento ottimale sembra essere quello ad inizio
ovideposizione.
Il momento preciso per il trattamento viene indicato dai
Bollettini tecnici provinciali anche sulla base delle informazioni
fornite dal modello MRV- Lobesia.
La Lobesia Botrana viene efficacemente controllata anche dal
ricco complesso dei nemici naturali, comprendenti alcuni
Imenotteri Calcididi e Icneumonidi, funghi del genere Beauveria
e Metharrizium, batteri e virus.
Maggiori informazioni sui prodotti utilizzati nella lotta
– ; Batterio sporulante che agisce
B. THURINGIENSIS AIZAWI
soltanto per ingestione e non ha attività sulle uova e sugli
adulti dei fitofagi. Provoca l'immediata paralisi dell'intestino
delle larve, quindi l'impossibilità per esse di nutrirsi. Ciò si
traduce in un immediato arresto del danno alle piante. La
morte sopraggiunge dal giorno successivo al trattamento ed
entro 7 giorni dal trattamento stesso, a seconda della specie. È
particolarmente adatto ai programmi di lotta integrata: grazie
alla sua assoluta specificità è innocuo per i mammiferi e gli
altri animali, per i predatori ed i nemici naturali degli insetti
nocivi, nonché per le api e gli altri impollinatori. Non lascia
nessun residuo ed è applicabile fino in prossimità della
raccolta. Azione svolta: Insetticida
– ; Batterio aerobio, sporigeno. Ha la
B. THURINGIENSIS KURSTAKI
forma di un piccolo bastoncino, il quale, nel corso della fase di
sporulazione, produce dei cristalli proteici (protossine) che
manifestano un'attività insetticida solo dopo essere state
ingerite dalle larve degli insetti sensibili. Pertanto è attivo
sulle larve e non danneggia le uova e gli adulti. Presenta un
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potere entomo- patogeno nei confronti di molte specie di
lepidotteri. La sua azione si verifica dopo l'assunzione da parte
della preda: al suo interno si dissolve in componenti tossici e
provoca la morte per paralisi del tratto digerente. I prodotti
tossici vengono attivati dal pH elevato (> 9) presente
nell'apparato digerente dei lepidotteri e la sua efficacia sulle
diverse specie varia in relazione al loro pH intestinale. La
morte della preda avviene generalmente entro 3-5 giorni. Non
è fitotossico e non pregiudica la vita dei predatori e dei
parassiti naturali degli insetti dannosi. Inoltre non dimostra
alcuna tossicità per l'uomo e gli animali a sangue caldo.
– Btk - Ceppo EG 2348 e Ceppo EG 2371; sono insetticidi
biologici attivi per ingestione, specifici per le larve di
lepidotteri. Devono essere distribuiti precocemente, su larve
giovani, in piena attività di nutrizione, effettuando una
bagnatura omogenea. Le larve che ingeriscono il prodotto,
entro poche ore cessano di alimentarsi e nel giro di qualche
giorno muoiono. Le larve morenti si muovono adagio,
scoloriscono, si accartocciano, anneriscono prima di morire.
Viene impiegato nella fase di schiusura delle uova e su larve
giovani (prima età), ripetendo il trattamento dopo 7-10 giorni
in caso di infestazione prolungata. Azione svolta: Insetticida
– Btk - Ceppo SA 11; è un insetticida biologico attivo per
ingestione, sugli stadi larvali dei lepidotteri più importanti per
l'economia agricola e forestale. Le larve giovani sono più
sensibili di quelle mature, sia perché si alimentano con più
voracità, sia per le ridotte dimensioni del corpo che rende
sufficiente una dose più bassa. È pertanto opportuno
intervenire sulle larve neonate o nei primi stati di sviluppo e
prima che esse penetrino nei frutti. Azione svolta: Insetticida
11
– Btk - Ceppo SA 12 è un insetticida biologico attivo per
ingestione, sugli stadi larvali di diversi lepidotteri con
particolare riferimento a tignole, ricamatori e larve
carpofaghe. Azione svolta: Insetticida
– Btk – Ceppo Z 52 è un insetticida biologico attivo per
ingestione sugli stadi larvali di numerosi lepidotteri infestanti
colture arboree, erbacee, orticole, ecc. Azione svolta:
Insetticida
– ; Insetticida larvicida selettivo per la lotta
TEBUFENOZIDE
contro le larve di lepidotteri che agisce per ingestione e,
secondariamente, per contatto. Può essere considerato il
capostipite dei prodotti MAC (Moulting Accelerating
Compounds), composti che simulano una particolare sostanza
(ecdisone) presente negli insetti e preposta a regolare i
processi di muta. Una volta ingerito dall'insetto, ne inibisce il
corretto procedere della metamorfosi (inducendo una muta
prematura e letale). Manifesta inizialmente un'azione
antifeeding (entro poche ore dall'ingestione) mentre la morte
dell'insetto avviene entro 2-4 giorni. Azione svolta: Insetticida
– ; Insetticida, acaricida chitino inibitore che
FLUFENOXURON
agisce per ingestione (prevalentemente) e per contatto sui
primi stadi larvali di insetti e acari; nei confronti di alcuni
insetti esplica anche un'attività ovicida. Il prodotto ha una
distribuzione translaminare e questo favorisce l'assunzione
per ingestione da parte delle larve di lepidotteri. L'azione di
contatto si esplica in particolare nei confronti delle uova
(queste devono essere deposte da meno di 3 giorni, in modo
che il guscio sia ancora permeabile). Manifesta anche
un'azione sterilizzante ed antifeeding (disappetente). Azione
svolta: Insetticida 12
– ; Insetticida appartenente alla classe delle
INDOXACARB
ossadiazine, specifico per la lotta ai più comuni lepidotteri
infestanti alcune colture e per la lotta alle cicaline. Azione
svolta: Insetticida
– ; Insetticida appartenente alla famiglia chimica
LUFENURON
delle benzoiluree. Esplica la sua azione inibendo la sintesi
della chitina; il suo meccanismo di azione è quindi specifico
per gli insetti. Agisce sugli stadi immaturi degli insetti (come
larve e ninfe) che producono chitina, mentre non è attivo sulle
forme adulte. Nei confronti di alcuni specie (in particolare di:
Cidia, Tignola e Tignoletta dell'uva) svolge anche un’azione di
tipo larvicida- ovicida. Agisce principalmente per ingestione e
non possiede attività sistemica. In relazione al meccanismo di
azione, il momento ideale per la sua applicazione è dall'inizio
al picco dell'ovideposizione (individuato mediante l'impiego
di trappole). Risulta selettivo per acari predatori e per gli
insetti parassitoidi. Azione svolta: Insetticida
– ; È un bioinsetticida a base di spore vitali
BEAUVERIA BASSIANA
del fungo Beauveria bassiana. Si tratta di un ceppo presente in
natura e non manipolato geneticamente. Agisce per contatto. I
conidi aderiscono alla cuticola degli insetti e degli acari,
germinano e penetrano diffondendo il micete all'interno
dell'ospite. La morte è dovuta all'azione meccanica di
penetrazione del micelio e conseguente perdita di acqua e
nutrimenti combinata alla secrezione di enzimi idrolitici.
Azione svolta: Insetticida, Acaricida
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Generalità dei modelli previsionali
Per prima cosa, bisogna specificare che gli insetti sono animali
"eterotermi" o “pecilotermi” o a "sangue freddo", e mantengono
quindi all’interno del proprio corpo una temperatura simile a