Sintesi
1. μετα- l’origine del prefisso
Digitando su Google la parola “meta” i risultati sono dei più vari: dall’asteroide 1050 Meta (che non sembra essere in rotta di collisione con il nostro pianeta) alla più classica definizione rugbistica, passando per una microscopica città del Kentucky ed arrivando infine ad un’etimologia longobarda secondo cui il termine indicherebbe la dote femminile: niente addurrebbe a credere che questo spesso abusato prefisso derivi in realtà dal greco. Più precisamente il termine, riscontrabile in altri idiomi quali l’antico tedesco (“mit(i)”), l’islandese (“međ”) e l’anglosassone (“mid(i)”), è legato, secondo quanto riportato dal vocabolario, a parole quali μέσος (mezzo, in mezzo) e μέχρι (fino a).
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Come si evince dall’immagine il termine era inizialmente usato con il significato di “dopo”; una svolta decisiva che ampliò le prospettive semantiche di questa particella fu l’attribuzione del nome “Metafisica” all’omonima opera di Aristotele, i libri della quale furono ordinati dai discepoli della scuola peripatetica e posti appunto dopo quelli riguardanti la Fisica. Il significato ha poi assunto la più specifica accezione di “oltre, al di là” della Fisica e molte altri termini chiave di questo genere posseggono tutt’ora quest’etimologia.
“Andare oltre” un concetto significa non a caso astrarlo, porlo in una dimensione nuova, analizzarlo.
“Andare oltre” significa anche andare contro ciò che c’era prima, negare la propria natura per poi riaffermarsi: e negare è meglio che affermare, poiché la negazione lascia spazio a poche speculazioni e dà poche ma sicure certezze. E’ questo un procedimento per molti aspetti assimilabile al pensiero filosofico della sinistra hegeliana, che vede la negazione dello Stato prussiano come inevitabile alla luce dell’esame dialettico (che consta di tesi, ossia l’elemento astratto-intellettuale, antitesi, quello invece negativo-razionale e infine sintesi, l’elemento positivo-razionale) cui ogni aspetto del reale è
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sottoposto. Per tale ragione il metalivello - che è essenzialmente l’hegeliana antitesi - può rimanere tale oppure trasformarsi in proposizione positiva.
Negare ci pone di fronte dunque a scelte morali complesse, rischiose, irreversibili ma ormai necessarie. La negazione scarnifica la verità fino a lasciare intravedere un sostanziale nucleo fondamentale e tautologico.
Ed è solo quando questo nucleo è percepito e posto sotto esame dall’uomo che si può parlare di astrazione e, per questa ragione, di metalivello.
L’aver saputo cogliere questo ulteriore livello della mente non solo testimonia la complessità del pensare umano che è in grado di rivolgersi su se stesso e di analizzare mentre viene a sua volta analizzato, ma è anche il presupposto per ogni forma critica del sapere, capace di mettersi in discussione, di affermare se stessa e contemporaneamente di negarsi in un processo ciclico e continuo.
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Concettualmente questa stessa tesina, anatomizzando la vera natura del metapensiero, crea un livello quasi paradossale di astrazione, in cui essa diviene contemporaneamente oggetto e soggetto di analisi.
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