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Sintesi

Introduzione Materiali - Tesina



Questa tesina di maturità descrive i materiali. La tesina permette i seguenti collegamenti: in Scienze dei materiali dentali la porcellana e le leghe, in Laboratorio le fasi di lavorazione di una protesi a ponte e in Inglese l'evoluzione della porcellana.

Collegamenti


Materiali - Tesina



Scienze dei materiali dentali- La porcellana e le leghe.
Laboratorio - Le fasi di lavorazione di una protesi a ponte.
Inglese - L'evoluzione della porcellana.
Estratto del documento

un’unione chimica (forze di Vandervals e legami di polo di polo). Per

le leghe non nobili non è necessaria l’aggiunta di nessun elemento, in

quanto, durante il riscaldamento, formano in maniera naturale una

pellicola di ossido.

Per realizzare la mia protesi, in laboratorio ho utilizzato una lega non

nobile a base di cromo-cobalto che, come vantaggi, presenta: elevata

resistenza alla corrosione (per la presenza di cromo), ottima lavorabilità,

buone caratteristiche meccaniche e buona lucidabilità. Non presenta

nessuna indicazione particolare di pericolosità, come invece potrebbero

presentare le leghe contenenti nichel (componente tossico sia per il

paziente che per gli operatori). Per realizzare la fusione ho utilizzato,

come materiale di rivestimento, una massa a legante fosfatico senza

grafite per evitare formazioni di carburi che renderebbero più fragile la

struttura metallica. I crogioli sono in ceramica senza grafite e vanno

preriscaldati in forno senza metallo prima della fusione in fonditrici

elettriche o ad induzione. Per favorire l’aderenza tra lega e ceramica

viene effettuata un’ ossidazione in forno a 980°C, nel caso di eccessiva

ossidazione, la struttura metallica, viene sabbiata e quindi si ripete il

processo di ossidazione. La ceramica che ho utilizzato è quella feldspatica

non rinforzata con cristalli di mica o di leucite, la cui temperatura di

cottura è compresa tra gli 850°C e i 980°C.

Metodica di lavorazione.

Per cominciare si sviluppa l’impronta con gesso di tipo 4 (gesso extraduro)

con il metodo Pindex in modo da ottenere dei monconi rimovibili. I

monconi interessati per la protesi andranno adeguatamente preparati (io

ho realizzato una preparazione a bisello), e successivamente andrà

realizzata una cappetta in polistirene termoplastico (per facilitare

l’estrazione del modellato e per creare una cavità di ritenzione all’interno

della corona, sufficientemente lisce), quindi si procede con la

modellazione in cera solo della struttura che andrà poi rivestita in

ceramica. 3

Cappetta in termoplastico. Modellazione della struttura metallica.

Ultimata la modellazione si applicano i perni di colata sulla parte più

voluminosa dei denti e la barra stabilizzatrice, che funge da nutrice per il

metallo fuso. Si fissa il ponte alla tettarella (base del cilindro in gomma

con al centro un cono, su cui verranno applicati i perni e servirà per

creare il canale di colata), si riveste internamente il cilindro con un

foglietto di cellulosa, chiamato “lineer”, (per permettere alla massa di

rivestimento di espandersi), si sigilla il cilindro con la cera e si applica sul

modellato il riduttore di tensione superficiale in modo da migliorare lo

scorrimento della massa sulla cera. La massa di rivestimento a legante

fosfatico senza grafite va miscelata da prima manualmente e

successivamente sottovuoto, con un pennellino si applica il rivestimento

sulla protesi (per evitare di inglobare aria) e, ponendo il cilindro su una

piastra vibrante, si versa il resto della massa. Si lascia quindi per circa

25-30 minuti a temperatura ambiente per la presa in aria; una volta

solidificata si raschia la superficie per facilitare la fuoriuscita dei gas di

colata, successivamente il cilindro (sprovvisto di tettarella) andrà messo

in forno per circa 30-40 minuti (se si usa un rivestimento “fast”

diversamente si seguono le indicazioni della casa produttrice), per

eliminare la cera. Dopo di che si inserisce il cilindro nella fonditrice per la

colata della lega. Terminato questo procedimento si lascia raffreddare a

temperatura ambiente o secondo le indicazione del fabbricante della lega.

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Fissaggio del modellato alla tettarella. Cilindro dopo la colata della lega.

Una volta raffreddato il cilindro si può estrarre il pezzo con l’aiuto di un

martelletto, i residui di rivestimento andranno eliminati con frese e

sabbiatrice, con frese a disco si tagliano i perni di colata, con punte

montate a base di carburundum, corindone o ossidi di alluminio (utensili

non inquinanti) si livella la superficie e con gommini si lucida. A questo

punto si passa all’ossidazione superficiale della lega per far si che si possa

unire chimicamente con la porcellana.

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Pezzo estratto dal cilindro. Ponte rifinito.

Ponte lucidato. Ponte ossidato.

Dopo l’ ossidazione il ponte non dovrà più essere toccato con le mani ma

solo con apposite pinze e si comincia con l’ applicazione del 1° strato di

primer o condizionatore, sulla parte che andrà a contatto con la ceramica

per aumentarne l’adesione. Nel caso in cui si volesse creare il colletto

direttamente in ceramica, si applica la massa spalla allungando il bordino

di massimo ½ mm, si comincia ad applicare la massa base o opaco, che

servirà a mascherare il colore del metallo, in due fasi successive -la prima

fluida e la seconda cremosa- e si cuoce a 980° C per 3 minuti (di cui 2

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sottovuoto). Le masse, essendo in polvere, andranno miscelate con il

liquido di modellazione -soluzione acquosa con percentuali di caolino e

additivi- in modo da ottenere la consistenza desiderata. Si applica poi la

massa dentina, modellata in eccesso in modo da compensare il ritiro

finale, che costituisce la parte più voluminosa del modellato e, a questo

punto si può applicare la massa smalto che, dopo la cottura, formerà una

superficie liscia e compatta. Dentina e smalto dovranno essere applicate

in modo da non creare stacchi di colore marcati, ma andranno sfumate

l’una con l’ altra per creare un effetto più naturale possibile e, a tale

scopo, si utilizzano masse di diverso colore nelle varie zone del dente, con

l’aiuto anche di masse intensive e colori di pittura. Le due masse andranno

prima fatte essiccare in forno e poi cotte a 970° C per 3 minuti (di cui 2

sottovuoto). Se a lavoro ultimato si rendono necessarie delle piccole

correzioni, esse vengono effettuate con l’ ausilio di masse correttive che

andranno cotte a 840° C per 3 minuti (di cui 2 sottovuoto). (Ogni volta

che si applica una massa, prima della cottura, andranno tamponate con

carta assorbente). Infine vengono eseguite la cottura di lucentezza e la

glassatura, le cui temperature sono rispettivamente di 970° C (per 2-4

minuti senza vuoto) e di 860° C (per 5 minuti senza vuoto). Ovviamente

per ogni protesi andrà scelta la giusta tonalità di colore in modo che essa

si armonizzi il più possibile con i denti naturali presenti nel cavo orale.

Strato di primer. Strato di opaco.

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Applicazione massa dentina. Cottura di massa dentina, colletto e smalto.

Cottura della massa trasparente.

Rifinitura parte metallica.

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Cottura di lucentezza.

Evolution of dental ceramics.

In the 1960s the first dental caramics were put on the market with

firing systems and dedicated furnaces. At that time aesthetic was not a

priority and the firing programs depended on the ability of the ceramist.

The ceramic body was fired on a very thin platinum foil, which was used

as a support and at the end of the process it was delicately removed. At

the end of the 1960 the first ceramics were layered on melted metal

structures, the results, however, were still influenced by the technician’s

ability. Starting from the 1980s alternatives to metal structures allowed

the creation of stronger and better-looking crows. The coping was made

up either of alumina and of alloys with high gold content which were

extremely biocompatible. In the following years auro-galvan crowns were

introduced. These crowns have exceptional aesthetic but less resistance

to compression. The limit of the auro-galvan crowns has always been that

they can only be used to create single crowns or small bridges. Research

didn’t stop: at the end of 1990s the first cad-cam systems were

introduced in dentistry paving the way to the use of titanium. This metal

needs very high temperatures to melt and, thanks to cad-cam systems,

allows the use of titanium. Since the underlying structure had a

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