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Introduzione Mata Hari e uomo futurista tesina
L’idea iniziale che avevo avuto per la mia tesina era quella di parlare del ruolo della donna all’interno della prima guerra mondiale, un argomento che mi aveva interessato particolarmente durante l’anno scolastico. Tuttavia un giorno sono andata in biblioteca per cercare dei libri inerenti all’argomento e sfogliando qualche libro mi è capitato tra le mani anche uno su Mata Hari. Non avevo assolutamente idea di chi fosse, e sinceramente non ne avevo mai sentito parlare prima. Quindi incuriosita decisi di fare delle ricerche su quella figura e leggendo di sfuggita qualche dato biografico cominciai ad interessarmi sempre più. Inoltre sempre facendo ricerche su internet trovai l’articolo del corriere della sera sulla presunta relazione della donna con Marinetti. Data la mia conoscenza dell’idea di Marinetti sulla donna e dopo aver scoperto l’interpretazione di Guerri capii che era quello l’argomento giusto per me, in quanto racchiudeva il fine di parlare di qualcosa di nuovo, originale e innovativo. Inoltre nella mia tesina di maturità volevo parlare di donne, argomento che mi sta particolarmente a cuore, in quanto sento che una totale emancipazione femminile non sia ancora avvenuta ai giorni nostri. Sicuramente Mata Hari non è l’ideale di donna e sono cosciente che sono esistite donne che hanno contribuito all’emancipazione femminile molto di più rispetto a lei, tuttavia ho trovato giusto parlare di questa figura perché è stata una donna diversa nel suo tempo, una donna che è riuscita a ricostruirsi una vita da sola, nonostante le difficoltà dell’epoca. Mata Hari può sembrare una donna forte, quasi una dea orientale (così come la definivano), ma in realtà anche lei aveva le sue debolezze, così come le abbiamo tutti noi. Il mio intento principale, per quanto riguarda l’approfondimento, era quello di trattare un argomento che mi entusiasmasse e sono quindi contenta di esserci riuscita. Mi auguro che la presentazione del mio argomento vada al meglio, ma qualunque sia il risultato sono comunque contenta di aver arricchito il mio bagaglio culturale trattando un argomento a me congeniale
Collegamenti
Mata Hari e uomo futurista tesina
Italiano- La concezione della donna per Marinetti e il Futurismo.
Storia-Panorama storico di fine '800 e inizio '900, la figura di Mata Hari.
Motivazione
L’idea iniziale che avevo avuto per il mio approfondimento era
quella di parlare del ruolo della donna all’interno della prima guerra
mondiale, un argomento che mi aveva interessato particolarmente
durante l’anno scolastico. Tuttavia un giorno sono andata in
biblioteca per cercare dei libri inerenti all’argomento e sfogliando
qualche libro mi è capitato tra le mani anche uno su Mata Hari. Non
avevo assolutamente idea di chi fosse, e sinceramente non ne
avevo mai sentito parlare prima. Quindi incuriosita decisi di fare
delle ricerche su quella figura e leggendo di sfuggita qualche dato
biografico cominciai ad interessarmi sempre più. Inoltre sempre
facendo ricerche su internet trovai l’articolo del corriere della sera
sulla presunta relazione della donna con Marinetti. Data la mia
conoscenza dell’idea di Marinetti sulla donna e dopo aver scoperto
l’interpretazione di Guerri capii che era quello l’argomento giusto
per me, in quanto racchiudeva il fine di parlare di qualcosa di
nuovo, originale e innovativo. Inoltre volevo parlare di donne,
argomento che mi sta particolarmente a cuore, in quanto sento che
una totale emancipazione femminile non sia ancora avvenuta ai
giorni nostri. Sicuramente Mata Hari non è l’ideale di donna e sono
cosciente che sono esistite donne che hanno contribuito
all’emancipazione femminile molto di più rispetto a lei, tuttavia ho
trovato giusto parlare di questa figura perché è stata una donna
diversa nel suo tempo, una donna che è riuscita a ricostruirsi una
vita da sola, nonostante le difficoltà dell’epoca. Mata Hari può
sembrare una donna forte, quasi una dea orientale (così come la
definivano), ma in realtà anche lei aveva le sue debolezze, così
come le abbiamo tutti noi. Il mio intento principale, per quanto
riguarda l’approfondimento, era quello di trattare un argomento che
mi entusiasmasse e sono quindi contenta di esserci riuscita. Mi
auguro che la presentazione del mio argomento vada al meglio, ma
qualunque sia il risultato sono comunque contenta di aver arricchito
il mio bagaglio culturale trattando un argomento a me congeniale.
Francesca Pastò
La figura di cui voglio parlare è stata una donna che ha vissuto una vita piena
di passioni, successi, insuccessi, delusioni, dolori e colpi di scena. Non è una
donna comune, sia per la sua personalità ma anche per i tempi in cui ha
vissuto. Margaretha Geertruida Zelle ha vissuto tra la fine del secolo ‘800 e
l’inizio del ‘900, un periodo pieno di cambiamenti e tensioni sia politiche che
sociali. In questo periodo avviene una vera e propria guerra imperialistica per
l’occupazione dei territori rimasti ancora “liberi”. Le potenze europee vogliono
accrescere sempre più il loro dominio e questo comporta conseguentemente
forti contrasti. Nascono così due schieramenti: la triplice intesa (formata da
Francia, Gran Bretagna e Russia) e triplice alleanza (composta da Italia, Impero
germanico, Impero austro-ungarico). In questo periodo accresce sempre più la
corsa agli armamenti e l’organizzazione di eserciti di massa. Con la crisi dei
Balcani e marocchina i contrasti si fanno sempre più evidenti, finché il 28
giugno 1914 avviene l’attentato all’erede al trono d’Austria Francesco
Ferdinando. Tuttavia questo periodo è caratterizzato anche da cambiamenti
sociali: le scoperte tecnologiche portano profondi cambiamenti nello stile di
vita della gente, i movimenti operai si fanno sempre più importanti e la classe
lavoratrice comincia a ottenere i primi diritti, inoltre anche i movimenti per
l’emancipazione femminile, già nati alla fine del ‘700 ma poi dimenticati,
cominciano ad essere presi in considerazione, in particolare in Gran Bretagna.
La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento.
Così la misteriosa figura di Mata Hari descrive la sua passione per la danza che
la portò alla fama ma conseguentemente anche alla
morte.
Il suo vero nome è Margaretha Geertruida Zelle,
originaria di Leeuwarden, una cittadina nella
provincia settentrionale della Frisia. Fin dalla nascita
Margaretha si differenzia dalle sue coetanee: mentre
tutte le altre bambine sono bionde e con gli occhi
celesti, ella ha carnagione scura, capelli nerissimi e
degli occhi a mandorla difficili da non notare e
dimenticare. Ma ciò che la contraddistingue di più è
il suo carisma e la sua voglia di vivere.
Giovanissima decide di sposarsi con il capitano
Rudoph Mac Leod (nel 1896), uomo di vent’anni più
grande, ma di grande fascino. I due si innamorano subito e poco dopo il
matrimonio hanno il primo figlio, il piccolo Norman. Successivamente la
famiglia Mac Leod si trasferisce sull’isola di Giava, dove il capitano prende
servizio nel villaggio di Ambarawa. Circa un anno dopo nasce Jeanne Louise.
Tuttavia la coppia ha dei problemi: Margaretha vuole bene ai suoi figli ma non
ama la vita noiosa che svolge al villaggio e ciò infastidisce il marito, sempre più
dedito all’alcool e ad atteggiamenti violenti nei suoi confronti. La situazione
peggiora nel 1899 quando il piccolo Norman muore avvelenato
misteriosamente. Forse la colpa è della domestica indigena della coppia,
moglie di un subalterno del maggiore Mec Leod, al quale era stata inflitta una
punizione. Mac Leod si getta nella disperazione e dopo qualche mese decide di
lasciare la moglie. Quindi Margaretha si trova senza soldi ma soprattutto le
viene portata via la sua piccola figlia. Ovviamente nel 1902 le donne non hanno
alcun diritto e di conseguenza Margaretha si trova a non poter rivendicare la
sua maternità.
Senza risorse economiche e senza ragioni particolari di rimanere in
quell’angolo del mondo così remoto, Margaretha decide di cambiare vita: vuole
dedicarsi alla sua passione, la danza, intraprendendo la carriera artistica.
Quindi la donna si trasferisce a Parigi, la città della cultura ma anche del lusso
e dei divertimenti. In un certo senso per Margaretha Parigi è la Città, ovvero
quel luogo dove ha sempre sognato di avere successo. Tuttavia la donna si
scontra ben presto con la realtà. Senza un soldo arriva a Parigi, e per
guadagnare qualcosa decide di posare come modella per Octave Guillomet, un
pittore specializzato in manifesti teatrali. Inoltre la donna cerca di mantenersi
esibendosi in qualche malfamato locale, senza avere particolare successo.
Le cose cominciano a cambiare quando Margaretha decide di stravolgere la sua
danza, ispirandosi all’atmosfera orientaleggiante delle danze con cui era
entrata in contatto durante la sua permanenza nell’isola di Giava. Quindi
Margaretha comincia a suscitare mistero e fascino intorno alla sua figura,
inventandosi una discendenza nobiliare giavanese, con radici tanto esotiche,
quanto sconosciute. Da questo momento in poi la donna diventa una sorta di
“attrazione esotica”, arrivando così al tanto atteso successo.
La sua prima vera esibizione
avviene a casa di una famosa
cantante, madame Kiréevesky ,
particolarmente nota per le sue
attività di beneficenza. Qui
Margaretha si presenta come
Lady Mac Leod ma la
trasformazione finale avviene
quando la giovane conosce il
collezionista Guimet, che le
conferisce il nome Malese di Mata
Hari, ovvero “Occhio dell’Alba”. La
figura di Mata Hari diventa
popolarissima, tutti i giornali
parlano di questa misteriosa
danzatrice del lontano oriente e come una vera star è richiesta dal pubblico
delle principali città europee.
Mata Hari comincia a vivere nel lusso, circondandosi di uomini potenti ma
soprattutto di graduati delle forze armate, spesso più giovani di lei. Tuttavia la
sua popolarità la porta anche a entrare in contatto con l’attività di spionaggio.
Infatti Margaretha Geertruida Zelle è una donna avvolta dal mistero soprattutto
per la sua presunta attività di spia come agente H21 dei servizi segreti
tedeschi- una sorta di agente 007 dell’epoca. Pare che la giovane abbia
ricevuto un approfondito addestramento da Elsbeth Schragmuller, nota dalla
storiografia ufficiale come la pericolosa spia tedesca fräulein Doktor.
Margaretha non si tira indietro neanche quando viene avvicinata dallo
spionaggio francese, nel 1916. Desiderosa di incontrare un suo amante nella
città di Vittel (rimasto ferito in guerra), Mata Hari cede al compromesso
proposto dal capitano Ladoux dei servizi segreti francesi, che le propone di
lavorare come agente segreto. In cambio Mata Hari otterrà un milione di
franchi e la possibilità di muoversi in tutta Europa, nonostante la prima guerra
mondiale abbia irrigidito le frontiere e reso difficile qualsiasi spostamento.
Sfortunatamente il doppio gioco della ballerina viene presto scoperto da un
addetto militare dell’ambasciata tedesca che rivela l’identità di Mata Hari come
agente H21 al controspionaggio francese tramite l’utilizzo di un vecchio codice
di trasmissione già abbandonato perché già decifrato dai francesi.
Probabilmente questo è stato un modo rapido per liberarsi della donna,
considerata ormai inutile dai tedeschi. Mata Hari viene arrestata il 13 febbraio
1917 e durante il processo si dichiara sempre innocente. All’alba del 15
ottobre 1917 la donna viene fucilata nel castello di Vincennes. Mata Hari
rimane motivo di mistero e mitizzazione anche nel momento della sua morte: si
dice infatti che il plotone di esecuzione si sia bendato al momento
dell’esecuzione per non subire il suo fascino dell’occhio dell’alba. Fragile,
ricattabile, affascinante, amante della bella vita e confidente di molti ufficiali
poco inclini alla vita di caserma, Mata Hari scompare dal palcoscenico europeo
in quel tragico 1917 di guerra, continuando comunque a far parlare di sé.
Questa misteriosa figura è entrata in contatto anche con un altro personaggio
particolare: Filippo
Tommaso Marinetti.
Infatti nel 1911 la
ballerina si trova a
Milano per interpretare
la Venere in un balletto.
Marinetti dopo aver
assistito allo spettacolo
della donna decide di
invitarla ad esibirsi per
lui e per i suoi amici
nella sua casa di via
Senato. Mata Hari si
presenta senza il
corredo dei sette veli e
decide di danzare nuda.
Ma cosa poteva pensare
Marinetti sulla figura di
Mata Hari tenendo
conto di quello che ha
scritto al punto 9 del
manifesto del
Futurismo(Noi vogliamo
glorificare la guerra —
sola igiene del mondo —, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei
libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna)?.
Questo punto sembrerebbe quindi incitare a un
sentimento d’odio e repulsione nei confronti della donna.
Tuttavia recentemente lo storico e scrittore Giordano
Bruno Guerri ha proposto una reinterpretazione
sull’effettivo messaggio che Marinetti voleva trasmettere riguardo la donna.
Infatti secondo Guerri, la polemica di Marinetti non era contro la figura
femminile di per sé ma piuttosto egli era contro quell’immagine stereotipata
della donna come angelo del focolare oppure come femme fatale. Leggendo la
Contro l’amore e il parlamentarismo(1915)
prima parte del manifesto si può
comprendere bene il messaggio che Marinetti voleva trasmettere.
“Quest'odio, appunto, contro la tirannia dell'amore, noi esprimemmo con una frase
laconica: "il disprezzo della donna".
Noi disprezziamo la donna, concepita come unico ideale, divino serbatoio d'amore, la
donna veleno, la donna ninnolo tragico, la donna fragile, ossessionante e fatale, la cui
voce, greve di destino, e la cui chioma sognante si prolungano e continuano nei
fogliami delle foreste bagnate di chiaro di luna.
Noi disprezziamo l'orribile e pesante Amore che ostacola la marcia dell'uomo, al quale
impedisce d'uscire dalla propria umanità, di raddoppiarsi, di superare e stesso, per
divenire ciò che noi chiamiamo l'uomo moltiplicato.
Disprezziamo l'orribile e pesante Amore, guinzaglio immenso col quale il sole tiene
incatenata nella sua orbita la terra coraggiosa che certo vorrebbe balzare a casaccio,
per correre tutti i suoi rischi siderali.
Noi siamo convinti che l'amore - sentimentalismo e lussuria - sia la cosa meno
naturale del mondo. Non vi è di naturale e d'importante che il coito il quale ha per
scopo il futurismo della specie.