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Sintesi

Un percorso sull'Etica che parte dalla distinzione tra questa e la Morale e arriva fino ai giorni nostri, toccando i punti salienti del suo sviluppo..

Materie trattate: Italiano, filosofia, fisica, storia, attualità , latino, inglese.

Estratto del documento

Tuttavia, da questi stessi significati, possiamo notare come essa sia, sì sottomessa alle regole

giuridiche imposte dall’uomo, ma anche al di sopra di queste.

Di conseguenza, ne possiamo dedurre che la intesa nella sua accezione primordiale,

morale,

consiste nella rispondenza alle leggi statali e sociali (e, di conseguenza, comportamentali) di un

popolo in un determinato luogo e tempo, ma essa, tuttavia, è allo stesso tempo sottoposta a un

“qualcosa” che si trovi delle istituzioni umane.

al di là

Questo “Qualcosa” è l’Etica.

L’etica è da sempre stata oggetto di forte argomentazione da parte dei filosofi; la sua storia si basa

sulla successione delle riflessioni dell’uomo e sul suo agire.

Da Aristotele, ad Hegel e a tutti gli autori successivi, ogni libero pensatore ha avuto il suo disquisire

sull’etica.

Tutti, però, giungono ad indicare (non propriamente con questo termine) l’oggetto dell’etica come

ovvero un comportamento che sia una

prestazione, virtù.

La si basa non sull’osservanza di una norma (in questo caso si rientra nel campo della morale),

virtù

ma dal soddisfacimento di condizioni che riguardano la vita del singolo, della comunità e il rapporto

tra essi.

Tuttavia, la presenta le stesse identiche ambiguità della da un lato costituisce il quadro

virtù morale;

di una tradizione unitaria, in cui i diversi rappresentano le regole di gruppi umani o

principi

soluzioni diverse ma compatibili, dall’altro, invece, rivela l’eterno conflitto tra rinnovamento e

tradizione.

Questi aspetti, però, sebbene ambivalenti, risultano essere essenziali, in quanto vogliono riferirsi ad

una tradizione apparentemente unitaria e presentare interpretazioni globali dei suoi mores.

Siamo, quindi, rientrati nel campo della sebbene non completamente.

morale,

L’obiettivo dei filosofi, da Platone in poi, è stato trovare un’unità reale da introdurre nel carattere

ambiguo della morale.

Processo avvenuto con diversi espedienti, dai che tentarono di disquisire morale

sofisti sulla

(discorso anziché un discorso morale; all’imperativo categorico di Kant che vedeva

metamorale) di

in una il fondamento della sua etica.

volontà buona

Come punto di riferimento, fu presa la che diventò e delle pretese

scienza, misura limitazione

morali in conflitto.

Alla viene, quindi, affidato il compito di rendere la morale e evitando

scienza univoca ordinata;

l’arbitrarietà delle leggi.

La scienza in questione, è proprio l’etica, in quanto introduce ordine, fissità e costanza nella morale

e, per questo, viene detta scienza della morale.

Tuttavia, se l’etica può permettersi di “controllare” la morale e, con essa, tutte le istituzioni umane,

è solo perché questa è, in sé, sostanzialmente unitaria e organica, a dispetto delle contraddizioni.

Se la oggetto di scienza dell’etica, viene perde l’elasticità che la caratterizzava e

morale, fissata,

che, quindi, la rendeva valida.

Inoltre, da Platone in poi, sono pochi i filosofi che hanno studiato l’applicabilità della morale,

preferendo dedicarsi, utilizzando l’etica come base, alla ricerca di un ordinamento universale,

piuttosto che dove con questo termine si vuole definire un ordinamento, o una struttura etica

locale,

limitata al singolo stato.

Con questo passaggio dal all’universale, si ha e non si ha, allo stesso tempo, quello che

singolare

definirei: “lo scacco dell’etica”.

L’etica, infatti, dovrebbe mantenersi tra l’universale e il in quanto concerne

in medias res singolo,

sia il primo, sia il secondo caso. 6

Purtroppo, proprio per questo suo viene molto spesso limitata all’uno o all’altro

essere scienza,

campo; senza considerare i casi in cui il termine viene usato a sproposito per indicare non la scienza

ma la stessa.

della morale, morale

Questo passaggio è stato compreso dai filosofi successivi all’epoca medioevale, che vedeva l’etica

come una scienza finalistica, e all’epica dell’etica che vede nel piacere e nella conoscenza

dell’utile,

della natura i mezzi per costruire un’etica adeguata che non si faccia nessuna illusione sulla natura,

ma si basi sul calcolo accurato delle conseguenze delle azioni.

Primo fra tutti ad elaborare un’etica diversa, fu Mandeville, il teorizzatore della come

virtù finzione.

Se la virtù, oltre ad essere artificiale, risulta nonché per la stessa società fittizia

finta, indispensabile

che l’ha creata.

Da qui parte la della virtù e, di conseguenza, dell’etica.

decadenza

La prima vera applicabilità dell’etica in campo sociale, si avrà solamente nel periodo successivo

alla quando l’oggetto dell’etica non è più una morale bensì una morale

Restaurazione, astratta,

sociale.

Nazionalità, organizzazione burocratica-costituzionale, ecc…diventano le nuove parole d’ordine su

cui basarsi per l’analisi etica; in questo quadro, non è più la scienza della natura a fornire il fulcro

della costituzione dell’etica, bensì le scienze giuridiche, economiche e storiche.

Già con Shopenhauer si era dimostrato, in modo intuitivo, l’incompatibilità tra la e la

natura

con Nietzsche, gli esistenzialisti, i neo-positivisti, ecc…viene quindi proclamata la fine

morale;

dell’etica classica.

E, mentre l’etica moriva, la morale continuava a regnare, riportando il mondo alla condizione (per

oltre mai cessata), dello (ovvero della morale e dell’etica)a

sfruttamento della tradizione fini

politici.

L’ultima strada tentata per l’etica, è stata la ricerca del collegamento con la scienza attraverso il

metodo.

Si evidenziano, qui, diverse vie:

1) La della scienza consiste nel suo essere L’etica è una forma di

dignità conoscenza.

conoscenza con proprie regole e la morale, in quanto oggetto di studio dell’etica, è, quindi,

razionale anche quando non lo sembra.

2) L’etica non ha diversi dalla scienza, pur differendo da essa.

metodi

L’etica, infatti, applica il metodo della scienza:

a) a situazioni in cui sono rilevanti comportamenti umani.

b) adoperandolo però su o su Nel primo caso

prescrizioni significati emotivi.

per costruire ragionamenti in cui prescrizioni assunte nelle premesse

possono passare alle conseguenze attraverso proposizioni descrittive; nel

secondo caso le proposizioni scientifiche correggono valutazioni emotive.

c) in quanto anche essa è formulabile come un ma la sua

sistema assiomatico,

logica è un ampliamento della logica scientifica.

Di conseguenza, la conoscenza etica non è vista come bensì come

fonte delle norme, strumento di

esistenti.

controllo delle norme

Funzione che viene esplicitata in due modi: tramite l’analisi del (descrizione associata

particolare

alle valutazioni) e l’inserimento nell’universale (generalizzazione delle regole).

7

Ricapitolando, nel corso della storia, l’etica ha tentato di costituirsi come scienza della morale,

passando attraversi stadi:

Ordine del mondo, in cui l’uomo ha un posto.

• L’uomo come campo specifico della natura e, di conseguenza, leggi e regole specifiche che

• permettano di valutarne la morale.

L’etica, tuttavia, a dispetto che venga considerata come scienza matematica o concezione della

scienza, ha sempre tentato di esporre la pretesa della morale di essere la legislazione di una società

migliore di quella esistente.

Voleva, quindi, essere la privazione della morale del suo elemento che, pure, è stato

irrazionale

dimostrato dalla della morale stessa.

inscindibile razionalità

La morale, infatti, non può essere considerata una in quanto varia a seconda del

legge universale,

tempo, del luogo e dello spazio.

Paesi diversi, in epoche uguali, hanno stabilito morali differenti; così come lo stesso Stato, in

epoche differenti.

La morale, per quanto irrazionale o razionale sia, sempre, in quanto è fondamento delle

esiste

norme giuridiche e sociali di uno Stato; di movimenti che operano con forze aggressive mettendo in

discussione il vecchio ordine morale e proponendone di nuovi.

Differentemente, l’etica non è sempre esistente.

Proprio per la sua valenza scientifica, l’etica si è limitata ad essere un sistema di proposizioni.

Così facendo, la morale è diventata e l’etica un che, tuttavia, nella loro

regola discorso sulle norme

stessa ricerca sono state collocate nella sfera dell’inconsapevole, pregiudicando la certezza etica,

ovvero il suo essere conoscenza/consapevolezza.

Questo è difficilmente colmabile, a meno che non si ponga l’etica non come

deficit etico scienza

ma come

della morale, ordinamento personale e universale che accompagna la morale stessa.

Di conseguenza, la soluzione ideale sarebbe un’integrazione tra morale ed etica, in cui

paritaria ciò

che è etico è morale e ciò che è morale è etico.

Nelle società complesse, ovvero nell’universale, ciò è a dir poco verosimile.

Già il rapporto etica-morale dello Stato e quello del cittadino differiscono, in quanto allo Stato è

permesso ciò che al cittadino, ovvero al singolo individuo, non è consentito.

Quindi, mentre nel singolo si può trovare una concordanza tra il binomio etica-morale,

nell’universale il compito aumenta di difficoltà, in quanto viene meno il rapporto paritario ed etica e

morale si subordinano a vicenda.

L’ideale sarebbe intendere l’etica come insieme di diritti inderogabili che il cittadino, come lo

Stato, deve rispettare per la tutela di sé e degli altri cittadini/Stati.

In questo modo, non viene meno la componente etica primordiale (meta morale; un “qualcosa” che

va dopo e oltre la morale stessa.), né la componente morale (insieme di regole che definiscono il

comportamento degli individui in una determinata epoca e/o società) che diventa non più oggetto

bensì

dell’etica, applicazione dell’etica stessa. 8

LA RICERCA DI UNO STATO ETICO

§ 257 Lo stato è la realtà dell'idea etica, lo spirito etico, inteso come la volontà sostanziale,

manifesta, evidente a sé stessa, che pensa a sé e che porta a compimento ciò che sa e in quanto lo

sa. Nel costume lo stato ha la sua esistenza immediata, e nell'autocoscienza dell'individuo, nel

sapere e nell'attività del medesimo, la sua coscienza mediata, così come l'autocoscienza attraverso

la disposizione d'animo ha nello stato, come in sua essenza, in fine e prodotto della sua attività, la

sua libertà sostanziale.

§ 258 Lo stato inteso come la realtà della volontà sostanziale, realtà ch'esso ha nell'autocoscienza

particolare innalzata alla sua universalità, è il razionale in sé e per sé. Questa unità sostanziale è

assoluto immobile fine a se stesso, nel quale la libertà perviene al suo supremo diritto, così come

questo fine ultimo ha il supremo diritto di fronte agli individui, il cui supremo dovere è d'esser

membri dello stato.

(Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto)

La è sempre stata presente nella struttura politica dello Stato.

coscienza etica

A partire dalla prima forma di la Polis greca, gli esseri umani hanno sempre cercato

Stato Morale,

di integrare l’Etica con la Politica.

Il primo esempio di questa integrazione è la (Repubblica) di Platone.

Politeia

Nel dialogo, viene espresso il progetto di una città ideale, governata in base a principi filosofici che

aspirino al bene collettivo.

Questa città risulterebbe organizzata gerarchicamente in tre classi, a seconda del livello

“qualitativo” dell’anima delle persone.

Alla base di questa struttura piramidale, si trovano i commercianti. Subito dopo, vengono i

guerrieri, mentre all’apice della piramide si trovano i filosofi.

Sebbene con Platone non si possa ancora parlare di e/o che troveranno definizione

Etica Morale,

solo in Aristotele, la è il primo di una lunga serie di progetti di ovvero uno

Politeia Stato Etico,

Stato alla cui base si trovi una dottrina filosofica.

Sebbene la di Platone possa essere accettata solo a livello utopico, essa presenta svariati

Repubblica

appigli per lo sviluppo politico successivo, in particolare grazie ad Hegel, il primo filosofo a

definire lo come tale.

Stato Etico

Nella sua opera, la Hegel pone alle basi dello Stato (ovvero il momento

Filosofia dello Spirito,

culmine della sintesi tra famiglia e società civile) tre concetti primari:

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