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Storia - Mito, pionieri, precursori. Gli aerei vanno in guerra
Ed. artistica - Guernica
Inglese - Amelia Mary Earhart
Lettere- Antoine de Saint-Exupery
Francese - Le Petit Prince
Ed. Tecnica - L'aviazione civile
Scienze - L'atmosfera, Aerodinamica
Musica - "Volare"
IL LUNGO VIAGGIO VERSO IL CIELO
storia e fatti dell’aeroplano
POWER POINT
(vedi ALLEGATO)
STORIA
L'aeroplano fra il 1903 - 1945
Da sogno collettivo a micidiale strumento di guerra
I PRECURSORI
Gli uomini hanno sempre sognato di volare. Sin dai tempi più antichi hanno
guardato agli uccelli con ammirazione per la loro abilità di librarsi in cielo. Era dunque
naturale che l'uomo provasse a imitarli.
Il mito, con la storia di Dedalo e Icaro, ce lo conferma. I due, padre e figlio erano
stati rinchiusi dal re Minosse nell'intricato labirinto di Creta. Con l'intento di evadere,
Dedalo costruisce due paia di ali fatte di piume e attaccate al corpo con della cera. Ma
durante la fuga Icaro si avvicina troppo al sole, la cera si scioglie, le ali gli si staccano e lui
precipita in mare, dove muore.
In epoca rinascimentale Leonardo da Vinci è stato il primo ad applicarsi con serietà
scientifica allo studio del volo. Ha lasciato nei suoi appunti decine di progetti per macchine
volanti, ispirate allo studio delle ali degli uccelli, in cui i passeggeri avrebbero dovuto salire,
pedalare o muovere le braccia e così alzarsi in volo. Ma la forza dei nostri muscoli non
basta a sollevarci da terra e i progetti, come è noto, rimasero tali.
Bisognerà aspettare il '700 per vedere un uomo volare veramente. Nel 1783 due
francesi, a bordo di un aerostato ad aria calda costruito dai fratelli Montgolfier, sorvolarono
Parigi percorrendo otto km in 25 minuti e raggiungendo un'altezza di circa 900m. Nel
secolo successivo, quando i palloni furono di sistemi di comando per il controllo del volo
sul piano orizzontale, furono chiamati dirigibili.
Il più grande fra tutti gli antenati dei moderni piloti può essere considerato
l'ingegnere tedesco Otto LilienthaI. Nel 1891 iniziò esperimenti con alianti di sua
invenzione. Dopo essersi lanciato dall'alto di una collina, per dirigere il volo e mantenere
stabilità fra le correnti d'aria, faceva oscillare il corpo e le gambe. Le sue imprese
attiravano folle di spettatori e gli valsero il nome di "uomo volante". La sua carriera si
concluse tragicamente nel 1896, quando un'improvvisa raffica di vento colpì il suo aliante
e lo fece precipitare. I PIONIERI
L'era del volo vera e propria può iniziare solo con l'invenzione del motore a scoppio,
avvenuta nel 1870, perché dà all'uomo l'energia necessaria per volare. I fratelli Orville e
Wilbur Wright decidono di diventare i primi a volteggiare su un vero aereo dotato di
motore. Per realizzare i propri esperimenti scelgono una baracca situata in un piccolo
villaggio di pescatori sull'Atlantico, nello stato della Carolina. Vi sono grandi spiagge e
venti robusti. E' il 17 Dicembre del 1903. L'aereo, da loro concepito e battezzato Flyer, è
sul carrello sulla pista di lancio, in attesa di essere lanciato da una specie di catapulta. E'
un biplano costruito in legno e tessuto, dotato di un solo motore, nato nel laboratorio della
loro fabbrica di biciclette. Il pilota lo deve guidare da steso, con la mano sinistra sul
timone, mentre con il bacino manovra la direzione.
I due fratelli si giocano a testa o croce il primo volo. La moneta designa Orville. Il
volo dura 12 secondi e copre una distanza di 36 metri. Quel giorno il Flyer volerà altre
quattro volte, con i fratelli che si alternano al comando. Così i fratelli Wright avevano vinto
la propria scommessa! Per la prima volta al mondo un aereo motorizzato ha volato sotto il
pieno controllo di un pilota.
La prima persona che ebbe l'onore di pilotare un aereo in Europa fu Alberto Santos-
Dumont. Nei pressi di Parigi nel 1906 si alzò in cielo per 21 secondi coprendo 220m, in un
curioso biplano dotato di una fusoliera che sporgeva davanti al pilota, il quale stava in
piedi all'interno di un cesto da vimini da mongolfiera. Poiché è il primo apparecchio in
grado di decollare autonomamente senza spinta, è considerato da una parte della
comunità scientifica come vero padre dell'aviazione.
Nei primi anni del 900 il volo si trasforma in una moda capace di calamitare
l'immaginazione popolare, grazie anche alla massiccia attenzione dei media. Nel 1909 il
giornale inglese Daily Mail mise in palio 1000 sterline per il primo uomo che fosse riuscito
a attraversare La Manica. Il volo doveva coprire 37 km. Per un velivolo di quei tempi,
fragile e inaffidabile, rappresentava una sfida eccezionale. Il premio fu vinto dal pilota e
imprenditore francese Louis Bleriot a bordo del suo omonimo monoplano Blériot XI.
LO SPETTACOLO DEL VOLO
Per far conoscere al grande pubblico le prodezze dell'aviazione vengono
organizzati raduni internazionali. Il primo e più famoso raduno venne organizzato a Reims
in Francia nel 1909. Per la durata di una settimana i più grandi aviatori del mondo
gareggiarono per aggiudicarsi i ricchi premi. L'incontro si trasformò in un evento di grosso
richiamo. Tra i 200.000 spettattori anche nomi illustri, come il presidente americano
Roosvelt.
Quando lo spettacolo del volo divenne più familiare, ai piloti non fu più sufficiente
decollare e volare intorno a un campo. Il pubblico chiedeva acrobazie e manovre sempre
più audaci e rischiose, come i looping, o giri della morte. Che un pilota potesse volare a
testa in giù, appariva come un vero e proprio miracolo. Nonostante l'apparente frivolezza,
l'evoluzione delle acrobazie aeree rappresentò un importante progresso nelle tecniche di
volo e di controllo del mezzo. I looping, le virate inclinate strette, le picchiate ad alta
velocità ben presto sarebbero state impiegate dagli assi nei combattimenti della prima
guerra mondiale.
L'audacia dei piloti aveva incrementato notevolmente non solo la loro popolarità,
ma anche il numero degli incidenti mortali. Fra il 1910 e il 1911 persero la vita 62 piloti,
tanti se si considera che all'epoca vi erano meno di 600 aviatori in tutto il mondo. Per
questo in Francia vennero prese le prime misure di sicurezza e limitazioni al volo, come il
divieto di passare sopra le città e le folle.
LA NASCITA DELL'INDUSTRIA AEREONAUTICA
I primi aviatori erano al tempo stesso inventori, costruttori e piloti. Poi i più
intraprendenti iniziarano a fondare piccole aziende, servendosi della collaborazione di
tecnici e artigiani presi dai settori delle costruzioni navali o della falegnameria.
Fu soprattutto l'Europa, che si preparava ad affrontare un conflitto, a porre le basi
dell'industria aereonautica. Fra il 1911 e il 1914 le istituzioni militari europee divennero i
maggiori acquirenti di aeroplani. Le forze armate stabilivano gli obiettivi delle industrie
aereonautiche, riconoscendo loro proficui contratti. La Francia, ma anche la Germania e la
Gran Bretagna, erano i paesi leader in questo mercato. Mentre fino a quel momento i
velivoli dovevano essere veloci e spettacolari, ora all'esercito servivano mezzi stabili e
robusti, che potessero trasportare un certo carico e essere pilotati con qualsiasi
condizione metereologica.
Le macchine volanti e i loro piloti avevano conquistato nei primi anni del '900 i cuori
e l'immaginazione di milioni di persone. Artisti e pittori avevano pensato all'aeroplano
come simbolo di modernità e progresso e anche come mezzo per abbattere le barriere
nazionali e avvicinare tra loro i popoli. Nel 1914 questa era volgeva al termine e l'aviazione
si apprestava a diventare un micidiale strumento di guerra.
GLI AEREI VANNO IN GUERRA
L'Italia fu il primo paese a utilizzare gli aerei in guerra. Nel 1911 aveva dichiarato
guerra alla Turchia per la conquista della Libia, che allora faceva parte del decadente
impero ottomano. Fu inviata una squadriglia formata da 9 aerei e 11 piloti, che condussero
voli ricognitivi e lanciarono volantini propagandistici, in cui promettevano una moneta d'oro
e un sacco di frumento a chi si sarebbe arreso. Vennero effettuati anche voli offensivi, con
il lancio a mano di bombe da un kg. Fu il primo bombardamento aereo della storia.
Tra il 1914 e il 1918 l'aviazione si sviluppò notevolmente sotto la pressione del
conflitto. Motori più potenti e strutture più robuste consentirono un netto miglioramento
delle prestazioni. Inoltre, mentre prima della guerra venivono prodotte poche centinaia di
velivoli, ora se ne costruivano a migliaia.
Allo scoppio della prima guerra mondiale non si pensava che i velivoli potessero
rivestire un ruolo importante nel conflitto. I piloti dell'esercito erano essenzialmente autisti
dell'aria. Trasportavono osservatori con compiti di ricognizione e individuazione
dell'artiglieria avversaria. Il nemico rispondeva con le granate sparate dalla contraerea o
con i Caccia, un tipo di aerei inventato durante la Grande Guerra, che serve per
distruggere in volo gli aerei nemici.
Fra il '15 e il'18 l'aereo venne usato anche per sganciare esplosivi sul nemico. Le
prime bombe erano granate da artiglieria lasciate cadere a mano dal fianco del velivolo. In
seguito apparvero bombardieri più specializzati, dotati di mirini e sistemi di sgancio.
Tra i piloti italiani primeggiò Francesco Baracca. Impegnato in 63 combattimenti, gli
vennero riconosciuti 34 velivoli nemici abbattuti. Anche il poeta Gabriele D'Annunzio prese
parte alla guerra. Di lui si ricordano i voli eclatanti su Trieste, Trento, Vienna e l'incursione
su Pola.
La guerra nei cieli fu aspra e intensa come a terra. Era costata la vita a 9 milioni di
persone, tra cui 15.000 aviatori. Per alimentare il supporto popolare alla guerra, i vertici
militari trasformarono i piloti dei caccia in eroi, assegnando loro lo status di asso dopo un
certo numero di vittorie. Gli assi vennero trasformati in celebrità dalla propaganda
patriottica. Apparivano sulle prime pagine dei giornali, venivano ripresi dai cinegiornali,
ricoperti di onore e i loro funerali erano occasione di lutto nazionale. Uno dei più famosi
assi della storia è il tedesco Barone Rosso. Arrogante e spregiudicato, diceva " Dopo aver
abbattuto un inglese, la mia passione per la caccia è soddisfatta per un quarto d'ora." Morì
nel 1918 a 26 anni colpito al cuore mentre inseguiva un aereo nemico.
L'ETA' DELL'ORO
Anche se dopo la prima guerra mondiale l'industria aereonautica andò incontro a un
periodo di recessione, gli anni '20 e '30 possono essere considerati come "l'età dell'oro"
dell'aviazione. I piloti erano celebrati per le loro imprese e spingevono gli aerei ai limiti
delle loro possibilità. Negli Stati Uniti nacquero i "circhi volanti". Dato che non esistevano
regolamenti di sicurezza, i piloti acrobati svillupparono uno stupefacente repertorio di
numeri, com