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Ho focalizzato il mio tema sulla crescita, sulla fantasia e sullo stupore, doti per le quali i bambini si sono sempre saputi distinguere ed ho cercato di cogliere tutte le sfacettature
Filosofia: Freud e la sessualità infantile
storia dell'arte: Paul Klee: Teatro di Marionette eAd Parnassum
italiano: Giovanni Pascoli, Il fanciullino
inglese: the character of Peter Pan
fisica: la relatività del tempo
Liceo Artistico M. Guggenheim
Esami di stato 2014/2015
“Tutti i grandi sono stati bambini, ma solo pochi se ne ricordano”
[Antoine de Sain-Exupèry, Le petit prince]
Eleonora Manente 5°B indirizzo: design
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“Tutti i grandi sono stati bambini, ma solo pochi se ne ricordano”
[Antoine de Sain-Exupèry, Le petit prince]
L’argomento centrale del mio lavoro di approfondimento consiste nell’analizzare il
tema dell’infanzia. L’infanzia è l’angolo di questo universo che rappresenta
maggiormente i miei interessi. Mi ha sempre entusiasmato vedere gli occhi giganti
dei bambini aprirsi al mondo e sorridere dove l’uomo adulto non fa altro che porsi
annoiato, il loro sguardo sempre allegro e stupito davanti alle piccole grandi
scoperte. I bambini hanno sempre insegnato tanto e sono sicura che sempre
avranno una sensibilità e una fantasia più sviluppata tale da garantire un modo più
semplice e giusto di rapportarsi con la realtà. Contrariamente gli adulti, impegnati
dai meccanismi che regolano il mondo, spesso non attribuiscono ai sentimenti il
giusto peso.
Focalizzerò il tema sull’ambito della crescita, della fantasia e dello stupore, doti per
le quali i bambini si sono sempre saputi distinguere e cercherò di cogliere proprio
quelle sfacettatture che gli artisti hanno saputo assimilare dai bambini.
Dite: “è faticoso frequentare bambini”
Avete ragione.
Poi aggiungete: “bisogna mettersi al loro livello,
abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.”
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli.
[Janusz Korczak]
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L’INFANZIA
“Tutti i grandi sono stati bambini,
ma solo pochi se ne ricordano”
Elementi caratteristici
Crescita Fantasia Stupore
Sigmund Freud Paul Klee Giovanni Pascoli
teatro di marionette e
La sessualità infantile Il fanciullino
Ad Parnassum James Barrie
the character of
Peter Pan
Albert Einstein
La relatività del tempo
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Indice
Filosofia: Sigmund Freud, la sessualità infantile pag.5
Storia dell’arte: Paul Klee, Teatro di Marionette e Ad Parnassum pag.7
Italiano: Giovanni Pascoli, Il Fanciullino pag.10
Inglese: James Barrie, the character of Peter Pan pag.12
Fisica: Albert Einstein, la relatività del tempo pag.14
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Sigmund Freud: la sessualità infantile
“se noi approfondissimo le manifestazioni sessuali del bambino, scopriremmo i tratti
essenziali della pulsione sessuale; comprenderemmo l’evoluzione di quelle pulsioni e
vedremmo come la sua attrazione ha sorgenti diverse”
[Sigmund Freud – tre tentativi sulla teoria della sessualità]
La sessualità infantile si occupa di alcuni fenomeni che entrano nel campo del desiderio
sessuale, dei comportamenti e dello sviluppo fisico e psichico dei bambini.
La teoria psicoanalitica di Sigmund Freud ha rivoluzionato la percezione occidentale del
bambino in quanto Freud fu il primo a sostenere, su basi scientifiche, l'esistenza di una
sessualità propria del bambino, che si esprime essenzialmente in una sessualità non
genitale, quindi in questo senso differente da quella adulta, ma allo stesso tempo
connessa ad essa attraverso il principio di piacere, che ne è il movente fondamentale.
Freud definisce il bambino un "perverso polimorfo"; perverso in quanto ricerca il piacere
senza alcuna finalità riproduttiva e polimorfo, poiché ricerca il piacere attraverso vari
organi e tramite diverse zone erogene, e riceve gratificazione edonistica sia dal contatto
col padre che con la madre.
Egli suddivise lo sviluppo psicosessuale del bambino in cinque fasi:
• La fase orale
• La fase anale
• La fase fallica
• La fase di latenza
• La fase genitale 5
La prima fase, ovvero quella orale, comprende circa i primi 18 mesi di vita di un bambino.
Questo arco di tempo è variabile poiché è strettamente dipendente dalla modalità e dalla
durata di allattamento.
In questa fase la bocca assume il ruolo di principale organo di esplorazione e il piacere
sessuale è legato in modo prevalente all'eccitamento della cavità orale e delle labbra. Il
bambino, infatti, tende a portare ogni cosa alla bocca, dal seno della madre agli oggetti
che lo circondano, ed attraverso questa inizia a relazionarsi col mondo.
Nella fase orale si crea la fiducia primordiale: il bambino pensa che tutto il mondo
appartenga a lui o alla sua bocca; è egoista ed egocentrico. Perciò, durante questa fase,
la modalità fondamentale di relazione con il mondo esterno è quindi di tipo nutritivo.
A succedere questa prima fase, troviamo la fase anale che si manifesta in un’età
compresa tra i 18 ed i 36 mesi. Durante questo periodo, gli interessi del bambino si
spostano dalla zona orale a quella anale, in concomitanza con l’acquisizione del
controllo delle funzioni sfinteriche.
In questa fase, il bambino trae appagamento dal controllo autonomo degli sfinteri e il
controllo e l'espulsione dei prodotti del proprio corpo costituiranno, oltre che una forma di
gratificazione, uno strumento di regolazione delle relazioni con l’ambiente circostante.
Inoltre è importante ricordare che il bambino nutre interesse verso i propri escrementi e
spesso l’espulsione è accompagnata dalla paura di una perdita e da un senso di
incompletezza.
La terza fase, chiamata fase fallica, si manifesta durante un'età compresa tra i 3 e i 6 anni
circa.
In questa fase la regione genitale diviene la zona erogena deputata all’appagamento
delle pulsioni. Il bambino, perciò, inizia ad esplorare le proprie zone genitali, scoprendo il
piacere che ne deriva e il dimorfismo sessuale.
Entrambi i sessi manifestano in questo periodo un comportamento fortemente
esibizionista e, inoltre, durante questa fase, avviene lo sviluppo del Super Io.
Altra nota caratteristica di questa fase è l’affermarsi del complesso di Edipo. Questo
costituisce il desiderio inconscio e rimosso di ogni bambino o bambina di avere un
rapporto sessuale coi propri genitori, in particolare con il genitore di sesso opposto
sviluppando pertanto una forma di odio verso il genitore dello stesso sesso.
Ciascun bambino attraversa questa fase, che riveste un ruolo fondamentale nel futuro
sviluppo dell’identità sessuale.
La fase di latenza succede alla fase fallica e occorre entro un periodo compreso dai 6
anni alla pubertà. Il periodo di latenza non rientra completamente tra le fasi psicosessuali,
in quanto le pulsioni sessuali vengono impiegate verso altri scopi. Secondo Freud,
questa fase serve al bambino per incrementare la socializzazione e sviluppare rapporti
amichevoli con i membri dello stesso sesso, focalizzando la sua attenzione sulle attività
che caratterizzeranno il suo sviluppo fisico.
L’ultima fase è la cosiddetta fase genitale e questa ha inizio con la pubertà,
protraendosi poi per tutta la vita dell'individuo.
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Paul Klee: l’arte infantile
“L’arte non rappresenta il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”
[Paul Kee]
L’artista che per primo si cimentò sull’arte infantile fu Paul Klee.
Klee nasce a Berna nel 1879 ed iniziò la sua articolata attività artistica come grafico.
Nel corso della sua carriera, divenne uno dei più grandi esponenti dell’Astrattismo in
quanto percepiva l’arte come un discorso sulla realtà e non una semplice riproduzione.
Nelle sue opere Klee cercò, infatti, di rappresentare la realtà in modo rarefatto ed
essenziale, con semplici linee o campiture colorate.
Fu proprio questo suo cercare di ricavare l’essenziale a portare l’artista alla scoperta e poi
alla rivalutazione di un’arte considerata ai tempi di poco spessore: l’arte infantile.
Il pittore percepì l’importanza di quest’arte a partire dal 1902, quando, all’età di ventitrè
anni, ritrovò per caso i propri disegni d’infanzia conservati nel solaio della casa di famiglia
a Berna: colpito da queste immagini, scrisse una lettera alla fidanzata Lily Stumpf,
definendo i disegni realizzati tra i tre e i dieci anni come «la cosa più significativa fatta fino
a quel momento». Così l’artista decise che il mondo infantile sarebbe stato la base di un
vero rinnovamento pittorico: egli utilizzò l’immaginario dei bambini, il loro tratto largo e
grossolano e soprattutto il loro modo peculiare di porsi di fronte al mondo e di
reinterpretarlo senza pregiudizi, per formulare un pensiero artistico estremamente
personale e di vera avanguardia.
Creando un connubio di libertà e fantasia, Paul Klee da vita ad opere straordinarie come
Teatro di marionette. Teatro di marionette, 1923,
acquarello su fondo a gessetto e colla
su carta montata su carboncino,
52 x 37,6 cm, Berna, Zentrum Paul
Klee.
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Teatro di marionette sembra effettivamente l’elaborato di un bambino. Su uno sfondo
scuro uniforme sono disegnati figure e oggetti prive di tridimensionalità: alcuni fiori ed altri
elementi della natura, un bambino probabilmente steso a terra, un unicorno come simbolo
dell’estrema e ricca fantasia infantile, una chiesa ed una finestra con due grandi scalinate
colorate ed infine, al centro del dipinto, una figura femminile.
Nell’opera non c’è proporzionalità fra le parti e la donna protagonista del quadro è resa
attraverso forme essenziali:semicerchio e cerchi per la testa, un triangolo per la gonna. Il
busto è costituito da un cuore che la rende con grande immediatezza un personaggio
affettuoso e gli occhi sono disegnati come due grandi soli per rappresentarla
probabilmente come figura solare e felice. Klee utilizza una tavolozza di colori chiari, dove
persiste maggiormente la gamma del rosso.
Sebbene quanto detto, l’apparente semplicità della composizione, nasconde comunque
una complessa e raffinata struttura.
La cultura dell’arte infantile è presente anche in Ad Parnassum, una delle opere più
famose dell’artista. Ad Parnassum, 1932,
olio su tela, 100 x 128
cm,
Berna, Kunstmuseum
Per quest’opera Klee sceglie un soggetto classico: il monte Parnaso, celebrato
nell’antichità in quanto sacro al Dio Apollo e alle Muse, protettrici delle arti, che da lui
venivano guidate. Il pittore, riconducendosi all’arte infantile, delinea con pochi tratti la
nuda struttura di una casa: un semplice arco ne definisce l’ingresso, mentre in alto due
linee disposte a triangolo rappresentano il tetto, suggerendo però al tempo stesso il
profilo lineare di una montagna, rischiarata dalla presenza di un astro, che può essere un
caldo sole calante oppure una luna piena in fase di ascesa. La ridotta ed elementare
forma dell’architettura è in contrapposizione ad una una trama pittorica raffinatissima, fatta
di toni cromatici che si accordano e si richiamano, esaltando ogni singola pennellata.
Nella ricerca pittorica di Klee, che dipinge accostando piccoli tasselli di colore, è possibile
identificare non solo la moderna tecnica neoimpressionista, ma anche il ricordo dell’antica
pratica del mosaico. 8
La rivisitazione del mito classico, con il tempio sacro che assume le semplici forme di una
casa, appare semplice e allo stesso tempo suggestiva. Il Parnaso è effettivamente un
luogo della fantasia, ma il grande fascino delle opere di Klee risiede proprio nella sua
superba capacità di trasformare anche i luoghi reali in poetiche visioni e colorate “stanze”
dell’anima, ponendo la geometria al servizio dell’emozione.
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Giovanni Pascoli: Il fanciullino
Giovanni Pascoli è stato il primo poeta ad avvicinarsi verso lo straordinario mondo
infantile.
Egli nacque nel 1855 a San Mauro di Romagna (Forlì) e, divenuto uno dei più grandi
letterati, portò ad una svolta fondamentale nel processo di rinnovamento culturale e
stilistico apertosi in Italia tra l’Ottocento e il Novecento. In consonanza con quest’epoca di
trasformazione (crisi del positivismo) la sua opera fu caratterizzata da elementi
contradditori, sia sul piano ideologico sia su quello delle scelte espressive.
A distinguere Pascoli dai poeti dell’epoca furono la sua sensibilità e la sua concezione
della poesia come rivelazione dell’ignoto. Egli scoprì il valore segreto delle «piccole