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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Il sessantotto e la rivoluzione tecnologica
Autore: Massimo Capuano
Descrizione: racconto del 68 nel mondo e la nascita del microprocessore
Materie trattate: storia,sistemi,inglese,ed.fisica
Area: umanistica
Sommario: Il sessantotto è una delle rivoluzioni che ha scosso il mondo intero e grazie alla simultaneità e la vastità geografica delle rivolte si assistette a forme di ribellione simili e contemporanee, senza che vi fosse stata alcuna forma di preparazione o di coordinamento. Tra la metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, le giovani generazioni dei paesi più diversi si sono ribellate ai rispettivi sistemi politici, culturali e sociali. Uno dei motivi più forti di aggregazione dei movimenti di protesta in tutto il mondo è sicuramente la guerra nel Vietnam, evento chiave della politica internazionale degli anni Sessanta. I giovani e gli studenti che scendevano in piazza per il Vietnam vedevano in quegli orrori l'infrangersi della pace e degli equilibri internazionali, e col crescente invio di truppe regolari a partire dal 1965 dalla lotta sociale si passò a una contestazione politica.
I.P.S.I.A “DON MAGNANI” ANNO SCOLASTICO 2007-2008
CLASSE 5S “IL SESSANTOTTO
E
LA
RIVOLUZIONE
TECNOLOGICA”
A CURA DI MASSIMO CAPUANO
INDICE ARGOMENTI
Indice pag. 2
Premessa pag.3
Le causa della protesta pag.4
Contro il vietnam pag.6
Intanto nel mondo.. pag.7
Il maoismo e il marxismo di Marcuse pag.9
IL movimento in europa pag.10
Il ’68 in Italia pag.14
La contestazione pag.15
I cambiamenti nell’arte e nella musica pag.19
Gli hippies pag.22
Conclusioni pag.24
La rivoluzione tecnologica pag.28 2
PREMESSA
Negli anni '60 il mondo occidentale evidenziava benessere economico e stabilità sociale.
Scongiurato il pericolo di una terza e definitiva guerra mondiale con l'attenuarsi degli attriti tra
Usa e Urss, il sogno di un'esistenza serena, agognata soprattutto in Europa durante i durissimi
giorni della ricostruzione successiva al 1945, si era per molti realizzato, e negli anni '60 molti
i quali l’Italia grazie ad un cospicuo aiuto dall’America con il piano Marshall si formarono
Stati,fra
sul modello americano favorendo imprese private o controllando quelle più produttive.Si poterono
nei
toccare così con mano i primi risultati del cosiddetto "miracolo economico".L’emancipazione
comportamenti individuali,la parificazione dei diritti uomo donna,la scolarizzazione di massa e la
rivoluzione tecnologica sono state tra le più vistose conquiste di quei fatidici anni.
Un numero sempre maggiore di famiglie poteva permettersi cose che, fino a pochi anni prima,
erano viste come lussi irraggiungibili: l'automobile, la televisione, le ferie al mare,i giovani
volevano essere diversi dai loro genitori e volevano seguire la pista dell’essenziale si vestivano in
modo trasandato, i ragazzi e le ragazze avevano lo stesso abbigliamento, entrambi i sessi avevano i
capelli lunghi e i ragazzi la barba .
Il '68 va inserito in un discorso planetario poiché tale fenomeno interessò tutti i principali paesi del
mondo, avendo alla propria base le medesime istanze di emancipazione e di miglioramento delle
condizioni generali di vita.
Intanto si diffondevano nei giovani occidentali nuove ideologie di tipo rivoluzionario come il
maoismo o il marxismo di Marcuse, che causarono disordini ovunque. La contestazione giovanile
fu un fenomeno condiviso da molti, ma animato, in realtà, solo da una parte di giovani, gli studenti
(prevalentemente universitari), che disponevano del tempo e delle risorse necessarie per
organizzare un vasto movimento di protesta. Le rivolte studentesche scoppiarono nel1964 nelle
università degli U.S.A., non solo come risposta ad un desiderio di ribellione, ma, soprattutto come
una forte presa di posizione contro la discriminazione razziale e la guerra in Vietnam. La protesta si
propagò in Europa e in Italia dal 1967 ed esplose nel 1968, quando i movimenti studenteschi
diedero vita ad accese manifestazioni che degenerarono in brutale violenza e assurde lotte armate. 3
LE CAUSE DELLA PROTESTA
Il sessantotto è una delle rivoluzioni che ha scosso il mondo intero e grazie alla simultaneità e la
vastità geografica delle rivolte si assistette a forme di ribellione simili e contemporanee, senza che
vi fosse stata alcuna forma di preparazione o di coordinamento. Tra la metà degli anni Sessanta e i
primi anni Settanta, le giovani generazioni dei paesi più diversi si sono ribellate ai rispettivi sistemi
politici, culturali e sociali.
Uno dei motivi più forti di aggregazione dei movimenti di protesta in tutto il mondo è sicuramente
la guerra nel Vietnam, evento chiave della politica internazionale degli anni Sessanta.
I giovani e gli studenti che scendevano in piazza per il Vietnam vedevano in quegli orrori
l’infrangersi della pace e degli equilibri internazionali, e col crescente invio di truppe regolari a
partire dal 1965 dalla lotta sociale si passò a una contestazione politica. I movimenti attaccavano il
governo per il suo imperialismo dimostrato nell’intervenire in una guerra così distante che non era
sentita dalla gente come ‘giusta’. Il Vietnam è stata la prima guerra televisiva:tutti gli orrori di una
guerra moderna erano diventati il film quotidiano che le famiglie americane guardavano. Ben presto
le immagini della guerra furono affiancate da quelle delle proteste contro l'intervento americano.
Nel marzo 1965, quando l’America decise di intervenire in Vietnam, 25.000 dimostranti
protestarono a Whasington mentre a Berkeley 12.000 dimostranti in marcia verso gli
accantonamenti dell’esercito furono respinti dalla polizia con gas lacrimogeni.
Le proteste contro il ruolo che gli USA avevano assunto nel vietnam fino ad allora erano rimaste
confinate nelle università.
L’incendio delle cartoline precetto, era il metodo preferito dai dimostranti per fa capire la
drammaticità e l’inutilità di questo intervento. In Vietnam a seguito degli accordi di Ginevra del
‘54, era stato diviso in due repubbliche: Vietnam del Nord a regime comunista, con capitale Hanoi e
Vietnam del Sud a regime dittatoriale, con capitale Saigon e sostenuto dagli Americani, interessati
al contenimento dell’espansione comunista nell’Asia del Sud.Tra il ’57 e il ’59 la situazione politica
del Vietnam del Sud degenerò nella guerriglia e con i Vietcong, sostenuti dalle masse contadine,
guidati dal Vietnam del Nord e con l’appoggio delle grandi potenze comuniste: Cina e Unione
Sovietica. Gli USA, preoccupati, decisero di intervenire, dapprima con l’invio di consiglieri
militari, poi direttamente con truppe e mezzi aerei e navali. L’impegno militare americano aumentò
progressivamente e nonostante la consistenza delle truppe, non riuscirono comunque a predominare
nella lotta. 4
La difficoltà dell’esercito americano, tuttavia, non coinvolgeva solo il punto di vista militare e
bellico, ma anche quello morale.Gli Stati Uniti vissero con la guerra del Vietnam, uno dei periodi
più difficili della loro storia.
Fu infatti una guerra impopolare: numerosi giovani protestarono, chiedendosi per quale ragione
dovessero abbandonare la famiglia, lo studio e il lavoro per andare a combattere in una terra tanto
lontana e perché una grande potenza come gli Stati Uniti non fosse in grado di sconfiggere
rapidamente una nazione tanto più piccola e povera come il Vietnam.
A queste proteste, i governo rispondeva che la guerra era necessaria, in quanto non bisognava
permettere al comunismo di espandersi nel Vietnam e da li conquistare tutta l’Asia sud-orientale, e
che la difficoltà nascevano dal fatto che il Vietnam del nord non combatteva in modo tradizionale,
schierando in campo aperto il proprio esercito, ma usava la tattica della guerriglia.
Questo modo di combattere, caratterizzato da azioni improvvise e rapide, era particolarmente
difficile da affrontare.
In ogni caso, l’opinione pubblica non fu mai del tutto favorevole alla guerra, anche a causa del
crescente numero dei morti e dei feriti.
Militarmente la campagna si risolse in un insuccesso, ma ebbe devastanti effetti psicologici sul
morale delle truppe statunitensi e soprattutto sull'opinione pubblica: gran parte dei cittadini
americani era ormai giunta a convincersi che non fosse possibile vincere la guerra. Gli USA persero
per la prima volta una guerra, con 60.000 morti e 100.000 mutilati. Tale perdita rappresentò una
ferita morale e psicologica per un’intera generazione e un terribile evento militare ed economico
che ridimensionò il ruolo planetario degli USA. I soldati americani reduci dal Vietnam,
rappresentarono a lungo una mina vagante per la società americana, diventando spesso il simbolo di
una colpa da cancellare.
di un dibattito politicamente libero, che permise all’opinione pubblica
La guerra fu oggetto
mondiale di opporsi in modo crescente man mano che le truppe americane venivano coinvolte.
Attorno al Vietnam si creò una vasta mobilitazione di movimenti giovanili e di studenti universitari
americani collegati al movimento pacifista e a quello per i diritti civili. Tutti i principali momenti di
lotta nei campus universitari, dai grandi scioperi alle occupazioni, prendevano di mira la guerra nel
una ribellione nei confronti dell’istituzione scolastica che
Sudest asiatico, ma la loro era soprattutto
in quegli anni era attraversata da una profonda crisi. 5
Il movimento degli studenti rivendicava un mondo libero e pacifico e rifiutava i modelli tradizionali
di vita imposti da politica, religione e scuola. Perseguiva valori egalitari, anti-borghesi, anti-
autoritari e anti-militaristi. CONTRO IL VIETNAM
Tutto il mondo condanna il comportamento degli americani, rei di aver distrutto intere popolazioni,
sfiorando il genocidio, quasi inutilmente, paragonandoli addirittura all’azione nazista della seconda
guerra mondiale. L’opposizione alla guerra del Vietnam è il punto comune che unisce i movimenti
studenteschi di tutto il mondo : gli Stati Uniti, prima potenza mondiale munita di potentissime armi,
contro uno dei più piccoli popoli di contadini asiatici. I temi della protestai furono l’imperialismo
nel 1961 i movimenti per l’uguaglianza razziale che si erano
americano e il razzismo.Già attivati
per ottenere la scomparsa della segregazione nei servizi pubblici, in una società dove vigeva la
segregazione di carattere razziale istituzionale nella vita di tutti i giorni (bagni pubblici, posti
sull’autobus, scuole, ospedali, istituzioni religiose e chiese erano distinti per razza). I movimenti
organizzarono Freedom Marches, azioni di protesta non violenta che andavano dal sit-in alla
disobbedienza, sotto l’influenza di Martin Luther King, che aveva elogiato la tattica non-violenta
per il raggiungimento dei fini di parità sociale, ma a causa delle aree più violente dei movimenti
che si erano venuti a creare ci fù una profonda revisione degli obbiettivi del movimento degli afro-
americani .
Questi movimenti trasformarono le ideologie in concrete azioni di lotta. Martin Luther King fu
l’unico in grado di rappresentare la minoranza nera a livello nazionale. Pacifista convinto e grande
uomo del Novecento, Martin Luther King Jr. nasce il 15 gennaio 1929 ad Atlanta (Georgia), nel
Profondo sud degli States.
Suo padre era un predicatore della chiesa battista e sua madre una maestra.Il giovane Martin studia
teologia e vince una borsa di studio che gli consente di conseguire il dottorato di filosofia
diventando l' ispiratore e l' organizzatore delle iniziative per il diritto di voto ai neri e per la parità
nei diritti civili e sociali, oltre che per l'abolizione, su un piano più generale, delle forme legali di
discriminazione ancora attive negli Stati Uniti.
Il movimento che si batte per i diritti di tutte le minoranze e che si fonda su ferrei precetti legati alla
non-violenza ispirate a Ghandi che nel 1964 gli fecero ricevere ad Oslo il premio Nobel per la
pace. Durante gli anni della lotta, King viene più volte arrestato e molte manifestazioni da lui
organizzate finiscono con violenze e arresti di massa; egli continua a predicare la non violenza pur
subendo minacce e attentati,ma quando modifica la sua impostazione politica e si dichiara contrario
alla guerra del Vietnam e si astiene dal condannare le violenze delle organizzazioni estremiste, 6
denunciando le condizioni di miseria e degrado dei ghetti delle metropoli, entra in conflitto con la
L’attentato che lo uccise il 4 aprile 1968 coincise con il definitivo declino delle
Casa Bianca.
rivendicazioni dei movimenti in quanto nessuno fu capace di raccogliere la sua eredità, né fornire
alla gente una nuova via da seguire.
Dopo l’attentato a Luther King crollarono tutti quegli ideali di uguaglianza e di protesta non
violenta, era l’unico in grado di portare avanti una battaglia pacifica con lo spirito di fratellanza ma
più delle volte a causa delle frangie più violente degenerata in risse e arresti.Ormai diventato
personaggio scomodo per la polizia e lo Stato si pensa possa essere stato vittima di un complotto. Il
killer fu arrestato a Londra circa due mesi più tardi, si chiamava James Earl Ray, ma rivelò che non