Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Foreste pluviali - Tesina Pag. 1 Foreste pluviali - Tesina Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Foreste pluviali - Tesina Pag. 6
1 su 10
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Introduzione Foreste pluviali - Tesina



Questa tesina di maturità descrive le foreste pluviali. La tesina permette di affrontare i seguenti argomenti: in Agronomia le foreste pluviali, in Inglese deforestation in Amazon, in Valorizzazione la sostenibilità dell'olio di palma, in Storia la guerra del Vietnam, in Italiano Ungaretti: Non gridate più, in Educazione Fisica il doping.

Collegamenti


Foreste pluviali - Tesina



Agronomia - Le foreste pluviali.
Inglese - Deforestation in Amazon.
Valorizzazione - La sostenibilità dell'olio di palma.
Storia- La guerra del Vietnam.
Italiano- Ungaretti: Non gridate più.
Educazione Fisica: Il doping.
Estratto del documento

Infatti la foresta pluviale è come un grande polmone che pulisce l’aria assorbendo l’anidride

carbonica e liberando ossigeno.

Nonostante questo, però, l’intervento dell’uomo influisce notevolmente sull’integrità delle

foreste pluviali con il disboscamento per costruire nuove strade, per estrarre minerali o per

creare nuovi terreni per pascoli e coltivazioni.

Spesso viene praticato il sistematico diboscamento di piccole aree, che vengono poi

abbandonate dopo due o tre anni di coltivazione, ovvero non appena le sostanze nutritive del

suolo si esauriscono.

Malgrado queste aree, una volta abbandonate, tornino velocemente a ricoprirsi di vegetazione

spontanea, la foresta non riuscirà probabilmente a recuperare il suo aspetto originario se non

dopo alcune centinaia d’anni.

Passaggio ad Inglese (Deforestation in Amazon)

Deforestation in Amazon

In many tropical countries, most of deforestation is done by cultivators who need land for their

subsistence. However, in Brazil only about 1/3 of recent deforestation can be attributed to

cultivators.

A large portion of deforestation in Amazon forest in Brazil is due to land clearing for pastureland

by commercial and speculative interests, inappropriate World Bank projects, and commercial

exploitation of forests resources.

Large areas of forest are cleared and sometimes planted with African savannah grasses for cattle

feeding.

In many cases, especially during periods of high inflation, land is simply cleared for investment

purposes, that is, when pastureland prices are higher than forest land prices, forest clearing is a

good incentive in order to increase the value of the land. Moreover tax incentives favor

pastureland over natural forest.

A study published in “Nature” in 2009 predicted that 40% of the Amazon will be deforested by

2050 if present trend continues.

Deforestation will affect not only biodiversity but will even change the climate. In fact, rainforest

trees recycle water back to the atmosphere, where it genetically forms clouds and more rain, so

cutting trees could reduce rainfall and cause less water to reach the ocean through rivers.

La sostenibilità dell’olio di palma

Collegamento Una delle cause primarie della deforestazione è la produzione dell’olio di palma,

l’olio vegetale più diffuso al mondo poiché proviene da una coltura molto efficiente in termini di

rendimento per unità di superficie coltivata.

La palma da olio, infatti, ha una resa media di 3,50 tonnellate per ettaro: 5 volte più della colza e

del girasole, 9 volte più della soia e addirittura 11 rispetto all’olio di oliva.

Il frutto, che ha le dimensioni di una piccola prugna e si presenta in caschi che possono pesare

tra i 20 e i 30, viene sterilizzato tramite vapore, denocciolato, filtrato e pressato ottenendo l’olio

di palma grezzo. Questo, poi, passa attraverso un processo di raffinazione che migliora le

caratteristiche organolettiche del prodotto ma che ne elimina i componenti antiossidanti.

Questo olio è usato nell’industria cosmetica,industriale, energetica e farmaceutica ma

soprattutto nell’industria alimentare poiché conferisce correntezza ai prodotti, ha un sapore

neutro e quindi non influenza le caratteristiche degli altri ingredienti e soprattutto perché ha una

forte resistenza alle temperature elevate non ossidandosi.

I più grandi produttori di olio di palma al mondo sono Malesia e indonesia: circa l’85% della

produzione mondiale arriva proprio dai due Paesi del Sud-Est asiatico, dove questa coltura

assicura lavoro e sussistenza economica a milioni di persone. Il resto della produzione è

assicurato da alcuni Paesi dell’Africa e del Sud America.

L’olio di palma fa male?

L’olio di palma grezzo non ha particolari controindicazioni, ma, come qualsiasi altra fonte di

grassi saturi, come il burro, lo strutto, l’olio di cocco ecc, dovrebbe essere usato con

moderazione. La presenza dell’elevata percentuale di acido palmitico, lo rende dannoso per la

salute delle arterie, se usato in eccesso. Questo, però, viene compensato dalla presenza di molti

antiossidanti.

Quello più diffuso negli alimenti è l’olio di palma raffinato che, a causa del processo di

raffinazione, non possiede antiossidanti e grassi dall’azione protettiva ma contiene solo grassi

saturi i quali, se usati in eccesso, causano obesità e patologia cardiovascolari.

La dose di olio di palma al giorno per non andare incontro a queste conseguenze dovrebbe

aggirarsi intorno ai 4 grammi.

Impatto dell’olio di palma sull’ambiente e la RSPO

L'utilizzo massiccio di olio di palma da parte delle industrie ha indotto l’espansione delle

coltivazioni da parte dei grandi imprenditori che, spinti dagli interessi economici, non tengono

conto dei gravi danni ambientali che causano.

Una di questi è la perdita della biodiversità, che vede in primo piano la diminuzione di molte

specie animali come ad esempio gli oranghi, gli elefanti e le tigri, costretti a vivere in piccole

aree non adatte alla loro esigenze poiché i loro habitat naturali vengono distrutti con la

conseguente alterazione della catena alimentare.

Recenti scoperte,infatti, dimostrano che se nulla cambia, specie come l’orangotango allo stato

brado potrebbero essere estinte entro i prossimi 5-10 anni e le tigri di Sumatra in meno di 3

anni.

Inoltre, per velocizzare l’eliminazione delle foreste naturali, non di rado capita che le popolazioni

locali incendino gli alberi per far velocemente spazio a terreni coltivabili immettendo

nell’atmosfera quantità inimmaginabili di anidride carbonica, aumentando l’effetto serra e

contribuendo enormemente al cambiamento climatico.

Per questo motivo, nel 2004, è stato fondato un gruppo industriale chiamato “Roundtable on

Sustainable Palm Oil” (RSPO) con l’obiettivo di gestire le problematiche ambientali e sociali e di

promuovere la coltivazione di olio di palma sostenibile definito come:

olio con origini conosciute e quindi tracciabili;

• olio prodotto senza convertire foreste e nel rispetto degli ecosistemi;

• olio prodotto con pratiche colturali rispettose delle foreste;

• non proveniente dalla conversione in piantagioni di aree sottoposte ad incendi volontari.

• Guerra del Vietnam

Collegamento: Le foreste pluviali sono presenti anche nel Vietnam ma le sue risorse hanno subito

notevoli danni a causa dei bombardamenti che si sono verificati durante la Guerra del Vietnam

poiché l’utilizzo delle armi chimiche ha causato gravi danni all’ecosistema del paese.

Le decisioni della conferenza di Ginevra del 1954, che prevedevano una consultazione popolare

per la riunificazione del Vietnam, non furono gradite agli Americani, che infatti non dettero il

proprio consenso formale agli accordi. Le elezioni, che avrebbero dovuto ricostituire l’unità del

Paese, in realtà non si tennero e si formarono invece due entità statali separate: a nord una

repubblica popolare retta da Ho Chi Minh, con capitale Hanoi; a sud uno Stato (con capitale

Saigon) direttamente controllato dagli Usa, sotto il regime dittatoriale di Ngo Dinh Diem. Di fatto

gli Usa si preparavano a porre il Vietnam del Sud sotto la propria protezione, in funzione

anticomunista, dato che il Vietnam del Nord si trovava ormai sotto il controllo dell’Unione

Sovietica e della Cina.

Il governo di Diem, che secondo gli Americani avrebbe dovuto opporsi alla minaccia comunista,

si rivelò corrotto e totalmente inadeguato e dette origine a una forte opposizione nel Paese,

portata avanti in primo luogo dai comunisti del Sud (i vietcong) e sostenuta dal Vietnam del

Nord. Da questa situazione ebbe origine l’invio dei primi aiuti economici e militari a Saigon da

parte del governo Kennedy.

Il 1957 vede l’inizio della guerriglia fra vietcong e forze sudvietnamite, che si trasformò ben

presto in una guerra civile, che comportò un crescente intervento delle forze statunitensi.

L’intervento nel Vietnam economicamente molto gravoso e senza risultati militari decisivi suscitò

contestazioni all'interno della stessa società americana e condusse a una crescente impopolarità

del presidente Johnson, che nel 1968 decise di rinunciare a una nuova candidatura, a causa

soprattutto della grave perdita di prestigio degli Stati Uniti nel mondo.

A caratterizzare la presidenza di Nixon, al suo secondo mandato dal 1972, fu infine il proposito

di ritirare le truppe americane dal Vietnam, spinto da un movimento pacifista che si sviluppò tra

i giovani degli Stati Uniti e che si diffuse anche in Europa.

Nel 1973 venne firmata la Pace di Parigi, in base alla quale gli Stati Uniti ritiravano le proprie

forze, sospendevano gli aiuti militari a Saigon e lasciavano ai due Vietnam il compito della

definitiva pacificazione. Malgrado il ritiro delle ultime truppe americane (marzo 1973), che tra

l’altro segnava la prima grave sconfitta nella storia degli Usa, il conflitto fra i due Vietnam si

protrasse ancora. Gli scontri portarono, nell’aprile 1975, alla caduta del governo di Saigon e alla

riunificazione di tutto il Vietnam sotto il governo comunista di Hanoi.

La nascita della Repubblica socialista del Vietnam (25 aprile 1976) poneva fine a una guerra che

aveva provocato immense distruzioni materiali, la morte di un milione di Nord-vietnamiti e di

vietcong, di 250.000 Sud-vietnamiti, di 56.000 Americani e un numero incalcolabile di civili

scomparsi. Italiano

Collegamento: La Guerra del Vietnam è un’episodio successo durante la Guerra Fredda, ossia un

conflitto ideologico, politico e militare che oltre ad essere un periodo di grande tensione, ispirò

molti poeti nella composizione delle loro poesie, tra cui Ungaretti con “Non gridate più”.

Giuseppe Ungaretti, nato ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio 1888 da genitori lucchesi

emigrati in cerca di lavoro, studiò in una scuola di lingua francese della città egiziana.

Nel 1912 si trasferì a Parigi, dove frequentò l’Università per poi recarsi in Italia dove

partecipò come soldato volontario alla Prima guerra mondiale per rafforzare il suo legame

con l’Italia.

Dopo essere tornato a Parigi, accettò di andare in Brasile per insegnare la letteratura

italiana, dove, però, fu colpito da due lutti familiari: la morte del figlio e del fratello.

Il ritorno in Italia nel 1942 coincise con la Seconda guerra mondiale: alla tragedia privata

si sovrappose così quella pubblica e questo duplice dramma ispirò la raccolta intitolata

“Il Dolore”.

Di questa raccolta fa parte la poesia “Non gridate più” con la quale il poeta, con poche

parole,esortò gli uomini a porre fine ai contrasti inutili e a raccogliersi in religioso sil

Dettagli
Publisher
10 pagine
56 download