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Sintesi
Storia-La follia di Adolf Hitler.
Ed.civica-La legge Basaglia.
Ed.fisica-Il doping.
Geografia-La pena di morte nel mondo.
Tecnologia-Gli effetti della corrente elettrica sul corpo umano.
Inglese-The death penalty, Henry IV (collegato all'opera di Pirandello).
Francese-Le racisme.
Arte-Antonio Ligabue.
Musica-"Ti regalerò una rosa" di Simone Cristicchi.
Religione-La follia dell'Isis.
Estratto del documento

ENRICO IV

Enrico IV è un dramma in 3 atti di Luigi Pirandello. Un nobile del primo

'900 prende parte ad una mascherata in costume nella quale impersona

Enrico IV; alla messa in scena, prendono parte anche Matilde Spina,

donna della quale è innamorato, ed il suo rivale in amore Belcredi.

Quest'ultimo disarciona Enrico IV, il quale nella caduta batte la testa e si

convince di essere realmente il personaggio storico che stava

impersonando. La follia dell'uomo viene assecondata dai servitori che il

nipote di Nolli mette al suo servizio per alleviare le sue sofferenze; dopo

12 anni Enrico guarisce e comprende che Belcredi lo ha fatto cadere

intenzionalmente per rubargli l'amore di Matilde, che poi ha sposato e

con il quale è fuggita. Decide così di fingersi ancora pazzo, di

immedesimarsi nella sua maschera per non voler vedere la realtà

dolorosa. Dopo 20 anni dalla caduta, Matilde, in compagnia di Belcredi,

della loro figlia e di uno psichiatra va a trovare Enrico IV. Lo psichiatra è

molto interessato al caso della pazzia di Enrico IV, che continua la sua

finzione, e dice che per farlo guarire si potrebbe provare a ricostruire la

stessa scena di 20 anni prima e ripetere la caduta da cavallo. La scena

viene così allestita, ma al posto di Matilde recita la figlia. Enrico IV si

ritrova così di fronte la ragazza, che è esattamente uguale alla madre

Matilde da giovane, la donna che Enrico aveva amato e che ama ancora.

Ha così uno slancio che lo porta ad abbracciare la ragazza, ma Belcredi, il

suo rivale, non vuole che sua figlia venga abbracciata e si oppone. Enrico

IV sguaina così la spada e trafigge Belcredi ferendolo a morte: per

sfuggire definitivamente alla realtà (in cui tra l'altro sarebbe stato

imprigionato e processato), decide di fingersi pazzo per sempre. La follia

vera e la follia simulata, ecco la distinzione che Pirandello fa

24 Michela Parisi III A

ed alla quale dedica la propria

attenzione. La follia vera ha emarginato il

protagonista dalla società, dalla sua vita

passata e gli ha precluso ogni possibilità

di ritorno ad essa. Ecco che, quando la

vera follia svanisce, quasi per necessità

subentra la follia simulata e dunque

il personaggio di Enrico IV viene a

rappresentare il simbolo dell'auto-

emarginazione e del rifiuto di conformità

rispetto ad una società alla quale lui non

si sente di appartenere, società di

maschere nelle quali il flusso della vita è

stato cristallizato. Enrico non può

evadere dalla realtà che lo circonda, dalla

realtà nella quale si è trovato ad esistere,

accettare la follia che tutti gli prescrivono

diventa allora l'unico modo per evadere

da essa. Ed è proprio questa la differenza

fra Enrico e Vitangelo Moscarda,

protagonista di "Uno, Nessuno e

Centomila". Mentre il secondo tenta di

distruggere la realtà che lo circonda, il

primo la accetta, "per vivere con la più lucida coscienza" la propria

pazzia. 25 Michela Parisi III A

Così è (se vi pare)

Una delle opere più significative dello scrittore e poeta italiano Luigi

Pirandello è “Così è (se vi pare)”. La trama è ambientata agli inizi del

Novecento ed è tratta dalla novella “La signora Frola e il Signor Ponza

suo genero”, in un periodo in cui decadono gli ideali borghesi. La prima

rappresentazione a teatro risale al 18 giugno 1917 (presso il Teatro

Olimpia di Milano). L'opera è incentrata su un tema molto caro a

Pirandello: l'inconoscibilità del reale, di cui ognuno può dare una

propria interpretazione che può non coincidere con quella degli altri. Si

genera così un relativismo delle forme, delle convenzioni e

dell'esteriorità, un'impossibilità a conoscere la verità assoluta che è ben

rappresentata dal personaggio Laudisi.

La vita di una tranquilla cittadina di provincia viene scossa dall'arrivo di

un nuovo impiegato, il Signor Ponza, e della suocera, la Signora Frola,

scampati ad un terribile terremoto nella Marsica. Si mormora, tuttavia,

che assieme ai due sia giunta in città anche la moglie del Signor Ponza,

anche se nessuno l'ha mai vista. I coniugi Ponza alloggiano all'ultimo

piano di un caseggiato periferico, mentre la Signora Frola vive in un

elegante appartamentino. Il trio viene così coinvolto nelle chiacchiere

del paese, che vedono il signor Ponza come un "mostro" che impedisce

alla suocera di vedere la figlia tenuta chiusa a chiave in casa. Il superiore

del signor Ponza, il consigliere Agazzi, si reca perciò dal prefetto affinché

26 Michela Parisi III A

metta in luce la verità e chiarisca la vicenda. Questa richiesta,

comunicata alla moglie e ad altri conoscenti riuniti in casa del

consigliere, provoca l'ilarità dello scettico cognato Laudisi, che difende i

nuovi arrivati dalla curiosità del paesino affermando l'impossibilità di

conoscere gli altri e, più in generale, la verità assoluta. Occorre

segnalare che Lamberto Laudisi rappresenta Pirandello in sé e le sue

idee.

La signora Frola diventa quindi oggetto di un vero e proprio

interrogatorio sulla vita della sua famiglia. Per sottrarsi dall'inchiesta

che la colpisce direttamente, giustifica l'esagerata possessività del

genero nei confronti della moglie. Anche il signor Ponza è sottoposto al

medesimo interrogatorio, durante il quale dichiara la pazzia della

suocera. A suo dire essa è impazzita a

causa della morte della figlia Lina, sua

prima moglie, e si è convinta che Giulia

(seconda moglie) sia in realtà la figlia

ancora viva. Per questo lui e la moglie, per

tener viva l'illusione della donna, hanno

dovuto prendere una serie di precauzioni

che hanno insospettito gli abitanti del

paese.

Sconcertati dalla rivelazione, i presenti sono tuttavia rassicurati dalle

parole del signor Ponza. Successivamente, però, entra la signora Frola

che, resasi conto di essere stata trattata come una pazza, rivolge la

stessa accusa al genero: lui è pazzo, almeno nel considerare Giulia come

seconda moglie. Afferma che, dopo la lunga assenza della moglie in una

casa di cura, egli non l'avesse più riconosciuta, e non l'avrebbe più

accettata in casa se non si fossero svolte delle seconde nozze, come se

si trattasse di una seconda donna. Tutti sono sbalorditi, non sapendo

più cosa pensare. 27 Michela Parisi III A

28 Michela Parisi III A

Nel 1920, uno sconosciuto uomo politico di origine austriaca, Adolf

Hitler aveva fondato il partito nazionalsocialista dei lavoratori

tedeschi( Partito Nazista). Esso aveva

un’organizzazione non democratica ma

autoritari e Hitler ne era il capo indiscusso.

I punti più importanti del programma di

questo partito, ispirato a idee nazionaliste e

razziste, erano:

In politica estera, la modifica del trattato di

Versailles e la creazione di un grande Stato

tedesco;

In politica interna, la folle discriminazione

razziale contro Ebrei e immigrati e le

riforme sociali a favore della piccola

29 Michela Parisi III A

borghesia e dei lavoratori. Nel 1923 fu incarcerato dopo aver

organizzato un colpo di Stato e durante la prigionia scrisse un libro

Mein Kampf ( “La mia battaglia”) in cui esponeva la sua dottrina.

La superiorità della razza ariana

La sua folle politica sosteneva anche la superiorità dei popoli nordici

(ariani) e in particolare dei Tedeschi, su tutti gli altri. La Germania

aveva il compito di stabilire tale superiorità di combattere chi vi si

opponeva: secondo Hitler, questi presunti oppositori erano gli EBREI.

Tale insensata dottrina si basava sul concetto della superiorità di una

razza sulle altre, che non ha nessun fondamento scientifico. Esiste

infatti un’unica razza umana. Le diversità dell’aspetto fisico(il colore

della pelle, gli occhi più o meno allungati, i capelli ricci o lisci) sono

solo caratteristiche esteriori, che nei millenni si sono sviluppate in

modo diverso a secondo degli ambienti in cui gli uomini hanno vissuto;

30 Michela Parisi III A

ma non hanno niente a che vedere con l’intelligenza, con le capacità e

con le qualità di ciascun individuo.

In realtà, dietro le folli assurdità del nazismo si nascondeva solo la

volontà di rivincita di un paese sconfitto.

Hitler diventa capo assoluto della Germania

La spinta decisiva verso l’affermazione del nazionalsocialismo in

Germania venne dalle grande crisi economica del 1929. Nel 1930,il

Partito di Hitler ottenne la maggioranza in parlamento mentre le

squadre armate naziste moltiplicarono le violenze contro gli avversari

politici . Nel 1933 fu nominato cancelliere(cioè capo del

governo);l’anno dopo, alla morte del presidente Hindenburg, divenne

anche presidente della repubblica, quindi capo dello Stato.

Con questo potere assoluto, Hitler fu nominato

Führer, ovvero “guida” dello stato tedesco,.

Così:

Sciolse il parlamento.

Sciolse la Costituzione del

1919

Eliminò tutti i partiti politici e

sindacati 31 Michela Parisi III A

La repubblica ,quindi, cessò di esistere e in Germania sorse il Terzo

Reich; il primo era stato quello medievale, il secondo quello fondato da

Guglielmo I e da Bismark nel 1871, il terzo sarebbe stato quello del

popolo tedesco, fondato da Führer. Nel 1934 Hitler creò una polizia

politica , la Gestapo, e un tribunale speciale per i delitti di alto

tradimento. Tutti gli avversari politici del nazismo vennero condannati a

morte o imprigionati.

Gli obbiettivi del regime erano:

La rivincita

dopo la Il dominio del

sconfitta del mondo

1918 32 Michela Parisi III A

Hitler perseguita gli Ebrei

Gli Ebrei, considerati responsabili della crisi economica della Germania e

“razza inferiore”, furono duramente discriminati. Anche coloro che non

vollero sottoscrivere una dichiarazione furono allontanati. Così, dalla

Germania emigrarono – molti di loro verso gli Stati Uniti – il fisico

ALBERT EINSTEIN, lo scrittore THOMAS MANN e dall’ Austria SIGMUND

FREUD. Dal 1938, le persecuzioni contro gli Ebrei divennero sempre più

dure e violente: essi furono esclusi dalle attività commerciali e

industriali; le loro abitazioni e i loro beni vennero sequestrati e

rivenduti; intere famiglie vennero portate nei campi di

concentramento(lager). Il culmine di questa ostilità fu la

cosiddetta “notte dei cristalli”(9-10

Novembre) nel corso della quale in

molte

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