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Sintesi
Sintesi Follia, un mistero oltre la ragione tesina


La seguente tesina di maturità prende in analisi la follia. per comprendere il significato più nascosto della follia, è possibile riportare la poesia "La pazza della porta" di Alda Merini: "“La follia è una delle cose più sacre che esistono sulla terra. E’ un percorso di dolore purificatore, una sofferenza come quintessenza della logica. La follia deve esistere per se stessa, perché i folli vogliono che esista. Noi la chiamiamo follia, altri la definiscono malattia”… “La verità è che non se ne conoscono le origini. La follia è forse anche un disturbo organico, ma non si sa. Io penso che esista un germe sotterraneo, un virus della follia che può attaccare l’organismo, annientarlo. Si, credo che la follia possa essere virale e diventare come un cancro”.
La tesina permette di effettuare dei collegamenti con le seguenti materie: in ambito letterario è riportata la descrizione di "Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello; in Filosofia si prende in analisi "Isteria, caso di Anna O" di Sigmund Freud, in Storia la follia è spiegabile attraverso il testo scritto da Hitler, "Mein kampf"; in Latino e greco sono possibili dei collegamenti con le seguenti opere: "Fedra" e "Medea",s critte da Seneca e Euripide.
Infine altri collegamenti che la tesina permette sono: in Storia dell'arte è possibile descrivere "Campo di grano con volo di corvi", opera artistica di Vincent Van Gogh e in Geografia astronomica i terremoti.

Collegamenti

Sintesi Follia, un mistero oltre la ragione tesina


Italiano: Pirandello e "Uno, Nessuno e Centomila".
Filosofia: Freud e " Isteria, caso di Anna O".
Storia: Hitler, "Mein kampf".
Latino: Seneca "Fedra".
Greco: Euripide, "Medea".
Storia dell'arte: Vincent Van Gogh, "Campo di grano con volo di corvi".
Geografia astronomica: I terremoti.
Estratto del documento

follia è una delle cose più

“La follia è una delle cose più

“La

sacre che esistono sulla terra. E’

sacre che esistono sulla terra. E’

un percorso di dolore purificatore,

un percorso di dolore purificatore,

una sofferenza come quintessenza

una sofferenza come quintessenza

della logica. La follia deve esistere

della logica. La follia deve esistere

per se stessa, perché i folli

per se stessa, perché i folli

vogliono che esista. Noi la

vogliono che esista. Noi la

chiamiamo follia, altri la

chiamiamo follia, altri la

definiscono malattia”…

definiscono malattia”…

verità è che non se ne

“La verità è che non se ne

“La

conoscono le origini. La follia è

conoscono le origini. La follia è

forse anche un disturbo organico,

forse anche un disturbo organico,

ma non si sa. Io penso che esista

ma non si sa. Io penso che esista

un germe sotterraneo, un virus

un germe sotterraneo, un virus

della follia che può attaccare

della follia che può attaccare

l’organismo, annientarlo. Si, credo

l’organismo, annientarlo. Si, credo

che la follia possa essere virale e

che la follia possa essere virale e

diventare come un cancro”. ( Alda

diventare come un cancro”. ( Alda

Merini, La pazza della porta

Merini, La pazza della porta

accanto, Bompiani, pag 146-147,

accanto, Bompiani, pag 146-147,

1995)

1995)

Latino: Seneca

Storia: Hitler Filosofia: Freud: Isteria e

(Fedra)

(Mein kampf) Psicanalisi

(Anna O)

LA FOLLIA: Storia dell’arte:

Greco: Euripide Van Gogh

Quel mistero oltre la ragione

(Il furor di Medea) (Campo di grano

con volo di corvi)

Scienze della

terra: La follia Italiano: Pirandello

della natura (Uno nessuno centomila)

( Terremoti)

La follia: Definizione

Che cos’è la follia?

Credo che esistano due concetti nettamente distinti di follia.

Uno è orientato alla società, l’altro lo definirei orientato all’individuo.

Nel concetto di follia legato alla società, specie nelle letterature moderne, il matto è

colui che è più cosciente delle convenzioni dell’assurdità della vita borghese

(Pirandello «Uno, nessuno e centomila»). Quindi, nel concetto di salute psichica

orientata alla società, l’uomo è sano quando è all’altezza dei compiti che la società gli

assegna, ovvero quando funziona in modo conforme ai bisogni di una data società.

Il concetto umanistico, invece, si distingue nettamente da quello orientato alla società.

Non è il funzionamento conforme ad una data società a determinare che cosa sia la

malattia o la salute psichica, ma criteri insiti nell’uomo stesso.

Esiste infatti il concetto di follia spesso utilizzato in psichiatria: la follia consiste nella

presenza di malattia psichica. Di conseguenza, possiamo parlare di individuo

relativamente sano, se non c’è nessuna nevrosi, psicosi o sintomo psicosomatico, e se

su un piano socialmente rilevante non ci sono alcolismo, omicidi e disperazione .

Sigmund Freud (1856-1939): Isteria e Psicanalisi :

il caso di Anna O

La follia in psicoanalisi potrebbe essere definita come una

sovrapposizione della parte istintuale su quella razionale.

Secondo Sigmund Freud il comportamento ordinario non è altro che il

risultato di un continuo processo dialettico tra la parte più selvaggia e

disorganizzata del cervello, l'Es, e quella più pesata e razionale, il

Super-io. Nel momento in cui una delle due parti prevale in maniera

eccessiva sull'altra il comportamento può apparire irrazionale e privo

Anna O, la giovane paziente prima di Breuer poi successivamente di Freud, manifestava tra gli

di logica .

altri sintomi anche un’acuta idrofobia . Mediante l’ipnosi si scoprì che la paziente avendo visto

il cane della governante bere in un bicchiere, aveva provato un forte senso di repulsione. Questi

sintomi idrofobici scomparvero quando, mediante l’ipnosi, portarono alla coscienza della

donna l’episodio dell’infanzia. Attraverso l’ipnosi risultò che i sintomi isterici si presentavano

perché certi episodi vissuti dalla ragazza nell’infanzia le erano riaffiorati alla mente ed essa li

aveva rimossi. Sotto ipnosi tali episodi venivano rivissuti e permisero quindi la guarigione

della ragazza. In seguito, Freud abbandonò l’ipnosi ed iniziò ad usare il metodo delle libere

associazioni, secondo cui il paziente poteva dire al medico tutto ciò che gli passava per la

mente senza vincoli di sorta. In tal modo il paziente diventava parte della sua terapia e si legava

maggiormente al medico in base ad una relazione affettiva chiamata “Transfert”, nel senso che

ciò che si era provato per i genitori veniva trasferito su medico stesso.

Adolf Hitler: «La lucida follia di Hitler»

“Il nazionalsocialismo deve fare in modo che, almeno nel nostro paese, il mortale avversario sia

riconosciuto e che la lotta contro di esso mostri anche agli altri popoli la via della salvezza

dell’umanità ariana… Se all’inizio e durante la Guerra si fossero tenuti sotto i gas velenosi quei

15.000 ebrei marxisti corruttori del popolo, come dovettero restare sotto i gas, centinaia di

migliaia dei migliori tedeschi di tutti i ceti e di tutti i mestieri, non invano sarebbero periti al

fronte milioni di vittime.

Esistono razze elette e superiori, destinate a comandare, e razze spregevoli e inferiori, destinate a servire. Non si

può parlare né di uguaglianza né di fraternità tra gli uomini. E poiché i tedeschi eccellono su tutte le razze, essi

hanno il dovere e il diritto di guidare il mondo. A dominare sarà una razza superiore, una razza di padroni, che

disporrà dei mezzi e delle possibilità di tutto il globo. Il gioco della guerra consiste nella distruzione fisica

dell'avversario. Per questo vi ho ordinato di massacrare senza pietà qualsiasi uomo, donna o bambino che non

appartenga alla vostra razza. Così soltanto potremo ottenere lo spazio fisico che ci abbisogna". ( Mein kampf)

L’antisemitismo diventò per Hitler uno strumento per salire al potere e un’idea-forza su cui organizzare lo Stato, una

volta giunto al potere. Gli ebrei furono visti come i fautori della sconfitta militare tedesca, come i provocatori della

crisi economica, come i distruttori dello Stato, come gli esponenti di una razza il cui scopo era quello di distruggere o

asservire tutte le altre razze: per loro non rimaneva che la distruzione prima politica e civile e poi fisica.

Le leggi contro gli ebrei subirono una escalation impressionante:

•Legge del 7 aprile 1933 per epurare dalla pubblica amministrazione tutti gli ebrei

•Seguì poi l’esclusione degli ebrei dal giornalismo e dall’insegnamento

•Con le leggi di Norimberga del 16 settembre 1935 furono vietati i matrimoni tra ebrei e tedeschi; inoltre gli ebrei

furono dichiarati decaduti dalla nazionalità tedesca

•Con la notte dei cristalli del 10 novembre 1938 incominciò la distruzione delle sinagoghe e di 7000 negozi ebrei, a

cui fecero seguito arresti e deportazioni

•Da questo momento gli ebrei furono esclusi da ogni espressione di vita sociale

•L’ultimo atto fu quello della ghettizzazione, della deportazione e dell’eliminazione fisica degli ebrei.

Pirandello: La follia in “Uno, nessuno e centomila”

Vita:

•Nasce nel 1867 ad Agrigento in Sicilia

•Insegna letteratura al magistero di Roma

•Nel 1901 iniziò a scrivere i romanzi

•Soffre a lungo per la malattia mentale della moglie

•Ha un grande successo con le sue opere teatrali

•Nel 1926 pubblica il romanzo “UNO, NESSUNO, CENTOMILA”

•Nel 1934 riceve il Premio Nobel per la letteratura

•Nelle sue opere ha una visione tragica della vita, descrive la solitudine dell’uomo, ma

anche la fraternità nel dolore e la dicotomia tra vita e forma

•Muore nel 1936 a Roma

LA FOLLIA IN “UNO,NESSUNO,CENTOMILA”

Dalla disgregazione dell’io individuale partono in quest’opera le vicende del

protagonista, Vitangelo Moscarda: quando la moglie, per un semplice gioco, gli farà

notare alcuni suoi difetti fisici dei quali il marito non era consapevole, prima fra tutte

una leggera pendenza del naso. Vitangelo Moscarda si renderà conto come l'immagine

che aveva sempre avuto di sé non corrispondesse in realtà alla figura che gli altri

avevano di lui e cercherà in ogni modo di sradicare questo lato inaccessibile del suo

io. Da questo sforzo verso un obiettivo irraggiungibile nascerà la sua follia.

La follia è infatti in Pirandello lo strumento di contestazione per eccellenza delle

forme fasulle della vita sociale, l'arma che fa esplodere convenzioni e rituali,

riducendoli all'assurdo e rivelandone l'incoscienza.

Seneca: Fedra

Il Furor

Al centro dì tutte le tragedie di Seneca troviamo la rappresentazione dello scatenarsi rovinoso

di sfrenate passioni, non dominate dalla ragione, e delle conseguenze catastrofiche che ne

derivano. Il significato pedagogico e morale s'individua dunque nell'intenzione di proporre

esempi paradigmatici dello scontro nell'animo umano di impulsi contrastanti, positivi e

negativi. Da un lato vi è la ragione, di cui si fanno spesso portavoce personaggi secondari

che cercano di dissuadere i protagonisti dai loro insani propositi; dall’altra vi è il furor. In

questa lotta tra furor e razionalità, lo spazio dato al furor, al versante oscuro, alla malvagità e

alla colpa, è senza dubbio preponderante e va ben oltre i condizionamenti e le esigenze

imposti dal genere tragico. Particolarmente esemplare, nel gusto tragico e macabro che

meglio esprime la follia senecana, è “Fedra".

Fedra

La vicenda narrata è quella dell'Ippolito di Euripide, ma con differenze rilevanti, che fanno supporre una

derivazione da un'altra tragedia dello stesso Euripide, per noi perduta. Fedra,moglie di Teseo, re d'Atene,

soccombe ad una folle passione per il figliastro lppolito e gli dichiara il suo amore. Respinta, si vendica

accusando ìl giovane di aver cercato dì usarle violenza; ma quando, in seguito alla maledizione di Teseo, un

mostro marino suscitato dal dio del mare causa ad lppolito un'orribile morte, Fedra, disperata, confessa la sua

colpa e si uccide.

Importante è sottolineare, in Fedra, il momento della "dichiarazione" di amore ad lppolito. Si tratta

sicuramente di una scena culminante, dove la regina, disperatamente e colpevolmente innamorata del

figliastro, si decide a rivelargli la sua passione. L'amore incestuoso ha travolto così ogni limite razionale.

Fedra rappresenta il conflitto inconciliabile tra ragione e passione, l'insanabile lacerazione interiore di chi è

preda del furor e ha perso il controllo di sé e delle proprie azioni.

Euripide: Il furor di Medea

Dopo averlo aiutato nella conquista del vello d’oro, abbandonando per

lui la propria patria, e avergli dato dei figli, Medea viene ripudiata da

Giasone, che le preferisce la figlia del re di Corinto, Creonte.

Disperata e furibonda, Medea si lamenta della propria sorte davanti

alle donne corinzie e medita vendetta contro lo sposo.

Ottenuta da Creonte la possibilità di rimanere a Corinto ancora un

giorno, ella innanzitutto affronta Giasone, riaffacciandogli la sua

ipocrisia e la sua viltà; quindi, dopo aver ottenuto dal re di Atene Egeo

(che si trovava a Corinto di passaggio) la promessa di venire un giorno

ospitata da lui, finge di essersi riappacificata con Giasone e, tramite i

figli, invia una ghirlanda e una veste avvelenate alla nuova sposa come

doni nunziali. Quando giunge la notizia dell’atroce fine della donna e

di suo padre, che ha invano tentato di salvarla ed è rimasto vittima

dello stesso veleno, Medea porta a compimento la vendetta contro

Giasone, a lungo meditata: pur con il cuore straziato, uccide i propri

figli e lascia Giasone annientato dal dolore allontanandosi sul carro

alato del Sole. Vincent Van Gogh

VITA:

∙ Nasce nel 1853 in Olanda;

∙ Nel 1886 entra in contatto con gli Impressionisti e Divisionisti;

∙ Nel 1888, dopo appena due mesi ad Arles, andò ad abitare nella «casa gialla». Van

Gogh aveva invitato l’amico Guaguin, anche se questo aveva opinioni diverse o

contrarie. Tutto questo culminò in Van Gogh, con un gesto autopunitivo: il taglio

dell’orecchio sinistro. Un gesto assolutamente fuori del normale.

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