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Sintesi
Microbiologia e biochimica: il virus dell'immunodeficenza felina (aspetti, cure e effetti)
Estratto del documento

Matteo Pacenti 5Bb Esami di Stato 2010/2011

INTRODUZIONE

Nella mia esperienza come stagista presso l’ambulatorio veterinario del Dott. Piola Carlo di

Camerano (AN) in V. Aspio Terme, 183 sono rimasto colpito dalla malattia di cui era affetta una

gatta (Luna). Luna soffriva della sindrome di immunodeficienza felina che la costringeva a restare

giorno e notte ricoverata lontano da casa e dai suoi padroni ; si vedeva chiaramente che le

condizioni di Luna erano drammatiche : praticamente non si muoveva quasi mai, i suoi occhi a

malapena si aprivano e la sua bocca raramente si apriva per mangiare qualcosa. Da più di 3 anni la

situazione non era cambiata e , nonostante la somministrazione quotidiana di farmaci,

inevitabilmente per lei è arrivata la fine. Proprio per questo voluto approfondire la malattia che

aveva colpito Luna. CHE COS’E’ LA FIV ?

Il virus dell'Immunodeficienza Felina appartiene al gruppo dei lentivirus, fam. Retroviridae, gen.

Lentivirus, così chiamati a causa del lento sviluppo delle malattie che determinano e che portano

ad un progressivo deterioramento del sistema immunitario. Da un punto di vista della

sintomatologia la FIV molto raramente induce direttamente una malattia; molto più spesso è

invece un'infezione opportunista la causa del riscontro dei vari segni clinici presenti. Il virus

dell’immunodeficienza felina (FIV) è un retrovirus che agisce infettando e quindi distruggendo

popolazioni di linfociti T e, dopo un periodo di latenza che dura anni, provoca la comparsa di una

sindrome da immunodeficienza, che si caratterizza per la comparsa di infezioni croniche ricorrenti.

L'infezione, che è fatale, permane per tutta la vita e progredisce in modo variabile (il 20% dei

soggetti colpiti muore entro due anni dalla diagnosi, più del 50% invece, nello stesso periodo

rimane asintomatico e il restante 30% può sopravvivere per diversi anni). Il virus FIV può infettare

gatti d'ogni età, soprattutto i soggetti dai 5 anni in su, e più i maschi delle femmine.; è eliminato con

la saliva e trasmesso attraverso il morso. I sintomi variano con l'evoluzione della malattia. Nella

fase acuta può esservi febbre, linfoadenopatia e neutropenia. La fase asintomatica può durare anni.

La fase cronica terminale si manifesta con una sindrome di immunodeficienza con infezioni

ricorrenti, con sintomi che peggiorano progressivamente in mesi o anni (deperimento, febbre

ricorrente, gengivite, stomatite e periodontite, rinite, congiuntivite, diarrea, anemia, infezioni

batteriche recidivanti ad andamento cronico). I gatti senza sintomo possono vivere per anni, mentre

quelli con la patologia attualmente possono avere benefici seguendo una terapia di supporto

(antibiotici, fluidi, regime alimentare).

La FIV è stata scoperta nel 1986 in una colonia di gatti che avevano un'alta prevalenza di

infezioni opportunistiche e le condizioni degenerative, e da allora è stata identificata come una

malattia endemica nelle popolazioni di gatti domestici in tutto il mondo.

COME SI TRASMETTE LA FIV ?

La FIV, pur essendo una malattia simile al nostro AIDS, è però causata da un altro tipo di virus che

non colpisce l' uomo; quindi un gatto malato della sindrome di immunodeficienza felina non

trasmette HIV o quant' altro di simile a noi umani. Nell' animale infetto il virus è presente nella

saliva, nel sangue e nel liquido cerebro-spinale ma affinchè si verifichi il contagio è necessario un

contatto profondo tra saliva e sangue il che avviene tramite morso. Quindi, di ciò che accade nella

la condivisione delle ciotole, delle lettiere e le reciproche pulizie fra gatti non rappresentano

situazioni di rischio. Essendo il morso il metodo principale di trasmissione i maschi risultano piu'

esposti alla malattia di circa 3 volte rispetto alle gattine a causa delle loro continue lotte e colpisce

piu' frequentemente i mici di età superiore ai 5 anni.

COSA PROVOCA LA FIV ?

Nella FIV, analogamente all' AIDS umano, esiste una fase detta "finestra", nella quale il soggetto

colpito dal virus, non avendo ancora prodotto anticorpi anti-FIV risulta negativo al test ELISA (che

è basato sulla rilevazione dei predetti anticorpi). Per tale ragione se si sospetta che il micio possa

aver contratto il virus può essere necessario ripetere il test a distanza: il periodo di latenza della

malattia varia da 1 mese a fino 1 anno. La sindrome di immunodeficienza felina è una malattia

progressiva la cui sintomatologia viene da molti medici suddivisa in 5 fasi caratterizzate

principalmente dalla sempre più ridotta risposta immunitaria del felino.

1 Fase: la mortalità' è estremamente ridotta ed abbraccia il primo mese d' infezione. I

 sintomi sono generici: febbre, abbattimento, diarrea, aumento dei linfonodi.

2 Fase: è un periodo che può durare anche alcuni anni in cui il gatto appare in salute, non

 presenta cioè nessun sintomo.

3 Fase: è uno stadio della malattia caratterizzato soprattutto dall' ingrossamento dei

 linfonodi a cui si associano dimagrimento, febbre, anemia, diminuzione dei globuli bianchi

ed eventualmente infezioni secondarie determinate dall' indebolimento del sistema

immunitario.

4 Fase: la malattia è in fase avanzata, i sintomi colpiscono diversi organi o apparati con

 possibile sviluppo di neoplasie. Il gatto appare depresso e il suo stato generale si riflette

sulla cute e sul mantello che assumono un aspetto decadente.

5 Fase: la malattia è in fase conclamata, caratterizzata da numerose infezioni di diverso

 genere supportate da funghi e parassiti che trovano nel debole sistema immunitario del

povero felino terreno fertile. Vi è, inoltre, un ulteriore sviluppo delle forme tumorali.

L’immunodeficienza causata dal virus può scatenare una varietà di sintomi e patologie

conseguenti, tra cui:

infezioni causate dal mal funzionamento del sistema immunitario

 anemia

 infezioni delle gengive e della bocca

 neoplasie

 malattie neurologiche

 COME SI CURA LA FIV ?

Il trattamento dei gatti infetti deve essere basato innanzitutto sull'utilizzo di farmaci che vadano a

bloccare la replicazione del virus (antivirali) e/o vadano ad aiutare il sistema immunitario nelle sue

funzioni (immunomodulatori); questo è di fondamentale importanza in quanto tutta la

sintomatologia presente in corso di infezione da FIV è dovuta principalmente ad infezioni

secondarie per l'annullamento delle difese immunitarie virus-indotte.

I farmaci attualmente disponibili e più utilizzati sono l'AZT (azidovudine) come antivirale

poiché riduce il livello plasmatico del virus e rafforza le difese immunitarie e l'Interferone

Ricombinante.

Per quanto riguarda l'Interferone ne esistono in commercio due tipi: uno di origine umana e uno

di origine felina; possono essere utilizzati entrambi nel protocollo terapeutico in quanto il primo ha

un'azione immunomodulatrice, mentre il secondo antivirale ma i risultati ottenuti non sempre sono

ottimali.

In ogni caso un gatto FIV positivo non ha alcuna speranza di guarigione e tutti i trattamenti

effettuati (sia antivirali che sintomatologici per trattare le patologie che di volta in volta si

manifestano) hanno il solo compito di permettere all'animale di vivere il più a lungo possibile e

soprattutto il meglio possibile.

Molto importante da parte dei proprietari è di ridurre al minimo gli stress ambientali e di

controllare settimanalmente lo stato di salute del proprio gatto valutando la comparsa dei segni

precoci dell'infezione: comparsa di infiammazione delle gengive, ingrossamento dei linfonodi e

alterazioni nella minzione e/o defecazione.

Non esistono, ciononostante, trattamenti farmacologici o vaccinali efficaci : l' unica

prevenzione consiste nella castrazione dei maschi e nella sterilizzazione delle femmine. E'

purtroppo una malattia nefasta in cui i gatti colpiti possono comunque continuare vivere da 5 a 7

anni, spetta a noi "padroni" umani cercare di rendere questo lungo periodo, il più sereno e felice

possibile; è importante evitare il libero girovagare del gatto e sottoporre a castrazione i maschi

(evitando così la riproduzione e quindi, la diffusione del virus ). Il ricorso al veterinario e ai suoi

suggerimenti sono indispensabili.

Anemia = caduta del tasso di emoglobina (Hb) nel sangue. Per l'uomo si definisce anemia una

situazione di Hb <13 g/dl, per la donna Hb <12 g/dl.

Azidotimidina (AZT) = Agisce come inibitore dell'enzima transcrittasi inversa virale, bloccando la

funzione di DNA polimerasi, l’ AZT ha un'alta affinità per la trascrittasi inversa di HIV e compete

con la timidina trifosfata per il legame con l'enzima.

Gengivite = infiammazione dei tessuti gengivali, caratterizzata da gonfiore, arrossamento, calore e

sanguinamento conseguenti all'accumulo di placca.

Interferone = classe di proteine prodotte dalle cellule del sistema immunitario (globuli bianchi,

fibroblasti) in risposta all'attacco di agenti esterni come virus, batteri, parassiti e cellule tumorali.

Linfoadenopatia = ingrossamento dei linfonodi di qualsiasi natura. Tale anomalia può essere

dovuta o a una crescita improvvisa delle cellule costituenti, oppure a un'invasione da parte di cellule

normalmente non presenti. Si manifesta soprattutto ai lati del collo, a livello toracico sopra le

clavicole e all'inguine.

Linfociti = cellule presenti nel sangue che costituiscono tra il 20 e il 40% dei leucociti (secondo i

dati delle formule leucocitarie riconosciute). due linee linfocitarie ben distinte: i linfociti B e i

linfociti T

Neutropenia = diminuzione del numero dei granulociti o neutrofili, o leucociti che circolano nel

sangue. Parodontite (o periodontite)

infezione dei tessuti parodontali, che

determina una perdita d'attacco dei

denti rispetto all'alveolo, con

conseguente formazione di tasche

parodontali, mobilità dentale,

sanguinamento gengivale, fino alla

perdita di uno o più denti. Tale

processo è reversibile se viene

diagnosticato in tempo e curato. Il

quadro clinico di parodontite

comprende quindi tutti i segni e

sintomi della gengivite, la quale, se

non trattata, può progredire in

PARODONTITE. La parodontite

provoca l’inizio della distruzione dell’osso e dei tessuti che circondano e sostengono il dente.

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