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Sintesi

Introduzione Esilio - Tesina


La seguente tesina di terza media verte sul tema dell'esilio e permette vari collegamenti con le materie scolastiche seguenti: Italiano: L'esilio in nome di libertà, Ugo Foscolo; Storia: L'esilio come deportazione; u]Arte: L'esilio come via di fuga dal nazismo, Vasilij Kandiskij; Scienze: L'esilio come via di fuga dal fascismo, Enrico Fermi e l'atomo; Geografia: L'esilio come ghettizzazione, l'apartheid; Educazione Fisica: Il rugby; Tecnica: I metalli; Narrativa: Il buio oltre la siepe; Spagnolo: L'esilio in vecchiaia Goya y los toros de burdeos; Musica: L'esilio come esodo Verdi e il Nabucco; Inglese: L'esilio in nome dell'amore Romeo and Juliet; Attualità: L'esilio come emigrazione i viaggi della speranza.

Collegamenti


Esilio - Tesina


Italiano:L'esilio in nome di libertà, Ugo Foscolo.
Storia:L'esilio come deportazione.
Arte:L'esilio come via di fuga dal nazismo, Vasilij Kandiskij.
Scienze:L'esilio come via di fuga dal fascismo, Enrico Fermi e l'atomo.
Geografia:L'esilio come ghettizzazione, l'apartheid.
Educazione Fisica: Il rugby.
Tecnica:I metalli.
Narrativa:Il buio oltre la siepe.
Spagnolo:L'esilio in vecchiaia Goya y los toros de burdeos.
Musica:L'esilio come esodo Verdi e il Nabucco.
Inglese:L'esilio in nome dell'amore Romeo and Juliet.
Attualità:L'esilio come emigrazione i viaggi della speranza.
Estratto del documento

sua opera con un fervore ed un pathos romantici che non hanno eguali nella

storia della letteratura italiana. Francisco Goya,

Lo stesso fu per il contemporaneo una delle massime

espressioni della pittura spagnola romantica, il quale, dopo il ristabilimento del

potere assoluto borbonico e la conseguente repressione, a settantasette anni, si

recò a Bordeaux in esilio volontario per poter continuare ad esprimere senza

costrizioni esterne la sua creatività artistica.

I drammatici eventi che hanno caratterizzato il XX secolo (l’avvento del nazi-

fascismo e le conseguenti leggi razziali, le guerre mondiali e le dittature militari)

hanno poi impresso una enorme accelerazione al fenomeno dell’esilio, arrivando

persino a mutarne la connotazione sociale.

Dall’Italia fascista e dalla Germania nazista presero infatti la via dell’esilio politici,

letterati, scienziati, medici, docenti, che trovarono rifugio in altri paesi europei e

Vasilij Kandinskij,

soprattutto negli Stati Uniti. I casi di in campo artistico e di

Enrico Fermi, in quello scientifico, testimoniano similmente una vera e propria

migrazione dei più illustri intellettuali del tempo dalle dittature di Hitler e di

Mussolini, che usarono la propaganda culturale come mezzo di persuasione delle

masse, negando qualsiasi forma di libertà d’azione e di pensiero.

L’abominio dell’olocausto, poi, ha ulteriormente agito sulla tematica dell’esilio,

trasformando la ricerca di una nuova patria da azione individuale a fenomeno di

massa: la forzata deportazione degli ebrei nei campi di concentramento.

Nel dopoguerra, la politica segregazionista nota come “apartheid”, attuata in

Sudafrica dalla minoranza “bianca” ai danni della maggioranza “nera” ha dato al

ghettizzazione,

concetto di esilio un nuovo significato: quello appunto di vale a

dire di emarginazione sociale di una razza ritenuta inferiore, all’interno della

propria stessa nazione, con la privazione delle più elementari libertà individuali.

l’emigrazione,

Una forma di esilio è divenuta oggi anche fenomeno di grande

attualità. La storia ci racconta della grandi migrazioni transoceaniche del primo

Novecento provenienti dai paesi più poveri dell’Europa, tra cui l’Italia. Gli stessi

sguardi di una “disperata speranza” si possono leggere oggi nei volti degli

immigrati extracomunitari che sbarcano a Lampedusa o lungo le coste del

Salento, arrivando a questa estrema decisione per l’impossibilità materiale e

sociale di sopravvivere nel proprio paese.

Le forme di esilio sono dunque molteplici e, come abbiamo visto, la storia ha

contribuito a darne sfumature diverse, ma sicuramente identico è il senso di

sofferenza, di dolore lacerante che suscita in chi lo vive, come quello che ha

Nabucco, “Va pensiero”

trovato parole e musica nel famoso coro del il celebre in

cui Giuseppe Verdi dà voce alla nostalgia del popolo ebraico prigioniero in

“sì bella e perduta”.

Babilonia per la propria patria

Forse l’esilio esisterà sempre, perché è antico quanto l’uomo (la cacciata di

Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre ne è la prima testimonianza biblica).

Tuttavia, noi tutti dovremmo operare per una realtà diversa: una realtà in cui le

differenze tra i popoli siano risorse, non barriere, dove tutti si riconoscano fratelli

3

appartenenti ad un’unica razza, quella umana. Un’utopia, forse, ma che trova nei

valori cristiani una possibile, sicura guida che la sostenga lungo un percorso in

cui nessuno possa essere o sentirsi esiliato.

Letteratura

L’esilio in nome della libertà: Ugo Foscolo

Oltre al Sommo Poeta, un altro grande della nostra letteratura ha vissuto l’esilio

Ugo Foscolo.

come condizione reale e intima in una totale unione tra arte e vita:

Non fu un caso, infatti, che Foscolo scrisse un commento alla Divina Commedia

negli anni 1824-26 quando, esule a Londra, si sentì

accomunato dallo stesso dolore al poeta e confessò

che, scriverlo, era per lui un modo di sdebitarsi verso

Dante, maestro non solo di lingua e di poesia, ma

d’amore di patria e di forza nell’esilio perpetuo.

1778 Zante

Ugo Foscolo nacque nel a (o Zacinto),

una delle isole Ionie in Grecia, allora possedimento

della repubblica di Venezia, da madre greca e padre

veneziano. Costretto fin da giovane per motivi

familiari ad allontanarsi dalla sua terra natale, si

trasferì prima a Spalato, dove compì i primi studi, e

a Venezia dopo la morte del padre.

Il poeta si entusiasmò presto alle vicende della

Rivoluzione francese, vedendo in Napoleone il

liberatore dell’Italia. Ma proprio a causa delle sue

idee di libertà e uguaglianza, fu costretto a rifugiarsi

prima sui colli Euganei e successivamente a Bologna.

trattato di Campoformio,

Nel 1797 fu firmato il con cui Napoleone cedeva Venezia

all'Austria. Foscolo, deluso e amareggiato, diede inizio al suo volontario esilio. Si

rifugiò così a Milano dove conobbe Giuseppe Parini, strinse amicizia con Vincenzo

Monti e con altri intellettuali e letterati italiani, come lui esuli, con cui collaborò

al giornale "Il Monitore italiano". In seguito, si arruolò nella guardia nazionale di

battaglia di Marengo

Bologna e combatté insieme con i Francesi nella (1800), con

cui Napoleone conquistò l'Italia. Nel 1804 seguì la spedizione preparata

dall'imperatore contro l'Inghilterra e soggiornò per due anni nella Francia

meridionale. Nel 1808 fu nominato professore d'eloquenza a Pavia, ma la cattedra

fu soppressa dopo poco tempo. a Lipsia,

Dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte nel novembre del 1813,

Foscolo ritornò a Milano e riprese il suo grado nell'esercito per difendere il Regno

Italico, ma con l'arrivo in città degli Austriaci nel 1814 si rese conto che la sua

speranza di una futura Italia indipendente era cosa vana e il 31 marzo del 1815 -

dopo aver rifiutato per coerenza ideologica l'incarico a dirigere la "Biblioteca

4

italiana" affidatogli dagli austriaci - preferì ancora una volta l'esilio, prima in

Svizzera e poi a Londra, dove trascorse gli ultimi due anni della sua vita sempre

Londra 1827.

più solo e afflitto dai debiti. Morì a a 49 anni nel

Il tema dell’esilio è pertanto centrale in tutta la produzione foscoliana. Basti

“Le ultime lettere di Jacopo Ortis”,

pensare al suo romanzo autobiografico

destinato a diventare, anche per il motivo della lontananza dalla patria, una fonte

importante della letteratura politica nel Risorgimento italiano. L’ispirazione

autobiografica (Jacopo e Ugo vivono la stessa esperienza della partenza da

Trattato di Campoformio)

Venezia in seguito al non esaurisce l’estensione del

tema nel romanzo, nel quale l’esilio ha anche una valenza metaforica e rispecchia

una condizione esistenziale di disagio e di insoddisfazione, che spinge il

protagonista a ricercare (nella politica, nell’amore, nei rapporti umani e familiari)

una dimensione di assoluto, che si realizza solo con il suicidio.

Sonetti

Ma è soprattutto nei e in modo particolare negli ultimi quattro aggiunti

sera, A Zacinto, Alla Musa e In morte del

nella versione definitiva del 1803 (Alla

fratello Giovanni) tra i più belli della nostra letteratura, che il tema dell’esilio, in

libertà di patria,

nome della e dell’amore pur partendo dal dato autobiografico,

raggiunge toni poetici e universali. Accanto ad esso gli altri grandi miti della

Sepolcri: la bellezza

poesia foscoliana, che poi si ritroveranno anche nei

il sepolcro,

serenatrice, nodo di affetti familiari e simbolo del sopravvivere

la poesia,

dell’uomo nell’amoroso ricordo dei vivi e nella storia e che è il più

grande di tutti, perché riesce a rendere eterni questi valori, sottraendoli al nulla

della morte. “religione delle illusioni”

E’ quella che è stata definita dai critici la di Foscolo,

una fede tutta laica e terrena. Il poeta, infatti, perduta la fede cristiana, aderisce

alle dottrine sensistiche e materialistiche dell’illuminismo, crede nella ragione e

concepisce l’universo come un ciclo perenne di nascita, morte e trasformazione

della materia. Ma egli avvertiva nel profondo del suo animo il bisogno dell’uomo di

avere dei grandi ideali, che soli possono dare significato alla nostra esistenza. La

ragione cuore

gli diceva che erano illusioni, ma il non si rassegnava a considerarli

tali. Questo spiega il tono drammatico e romantico della poesia foscoliana, che è

insieme accettazione del destino mortale dell’uomo e sfida eroica ad esso.

A Zacinto.

Un esempio di questi ideali lo possiamo ritrovare nel sonetto di

Né più mai toccherò le sacre sponde

ove il mio corpo fanciulletto giacque,

Zacinto mia, che te specchi nell'onde

del greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole feconde

col suo primo sorriso, onde non tacque

le tue limpide nubi e le tue fronde

l'inclito verso di colui che l'acque 5

cantò fatali, ed il diverso esiglio

per cui bello di fama e di sventura

baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,

o materna mia terra; a noi prescrisse

il fato illacrimata sepoltura.

Analisi del testo triplice negazione,

Il sonetto inizia con una che è una constatazione amara del

sentenza definitiva

poeta della perdita della sua patria, e termina con la del suo

esilio e della sua illacrimata sepoltura in terra straniera.

Tra questi due poli negativi è racchiusa, attraverso l'incatenamento di immagini

la rappresentazione nostalgica e meravigliosa del mondo ideale dell'infanzia del

poeta e la trasfigurazione mitica della propria esperienza dell'esilio, che avviene

attraverso l'analogia fra la sua figura e quella di Ulisse. Ulisse, "bello di fama e di

sventura" rappresenta l'immagine del poeta, anch'egli esule avversato dal destino

e dagli uomini, ma rappresenta soprattutto il nuovo concetto dell'eroe romantico,

grande per la forza e la dignità con cui sopporta le ingiurie della sventura (l'esito

dell'esilio, però, sarà diverso: Foscolo a differenza di Ulisse sarà sepolto in terra

straniera e nessuno verserà delle lacrime sulla sua tomba). Altre immagini

mitiche sono poi presenti nei versi, quella di Omero che rappresenta la poesia

eternatrice dell'eroismo e dei valori più alti e Venere, nata secondo il mito dalla

spuma del mare, simbolo della natura fecondatrice, della bellezza e dell'armonia,

che con il suo sorriso ha reso fertile e rigogliosa la patria del poeta.

Ritmo

Il ritmo del sonetto è dato dal sovrapporsi di più piani:

- le rime (ABAB, ABAB, CDE, CED)

- la struttura metrica degli endecasillabi

- la non coincidenza tra enunciati e versi (enjambement, punteggiatura a metà del verso)

- la particolare struttura sintattica che vede sei proposizioni relative concatenate che

collegano tra loro, come in un continuum inesauribile, le immagini scaturite dal ricordo

infantile del poeta.

che te specchi...

v. 3 da cui vergine...

v. 4 che fea quelle isole...

v. 5 onde non tacque...

v. 6 colui che l'acque...

v. 8 per cui bello...

v. 10

Figure retoriche

greco mar di colui che l'acque cantò fatali

perifrasi: (Jonio); (Omero)

non tacque

litote - 6

- nubi

sineddoche

Lessico e sintassi

Linguaggio e sintassi della tradizione aulica, complesso nella costruzione e ricco di

latinismi e termini letterari. Esempi - latinismi: vergine (giovane); termini letterari: onde,

illacrimata inclito, ove etc.

Stile

Sintesi perfetta di passione romantica nell’intensità del sentire e di classica compostezza

nella forma.

Storia

L’esilio come deportazione: La Shoah

La distruzione di circa i due terzi degli ebrei di

tutta Europa venne organizzata e portata a termine

dalla Germania nazista, con il loro concentramento

e la loro deportazione che iniziò nel 1941 e arrivò

allo sterminio fisico per mezzo di eccidi di massa.

Questo evento non trova nella storia altri esempi

cui possa essere paragonato per le sue dimensioni

e per le caratteristiche organizzative e tecniche

dispiegate dalla macchina di distruzione nazista.

Antisemitismo e leggi razziali Mein Kampf,

L'antisemitismo di Adolf Hitler venne esposto nel suo libro del 1925,

che, inizialmente ignorato, divenne popolare in Germania quando Hitler acquistò

potere politico. Il processo di distruzione degli ebrei d'Europa richiese in primo

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