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Storia: Seconda Guerra Mondiale
Letteratura italiana: Neorealismo. Italo Calvino. Primo levi
Cittadinanza e Costituzione: Art. 11 della Costituzione della repubblica Italiana.
Musica: La musica nei lager
Scienze: Sistema solare
Arte e immagine: Dipinto "Impression soleil levant". Impressionismo. Claude Monet.
Langue francaise: Le musée d'Orsay.
Geografia: Russia
English language: Barack Obama-The energy independence.
Educazione fisica: Alimentazione, energia per movimento e sport.
MUSICA
La musica nei lager 27
Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
La musica nei lager, assunse un ruolo fondamentale nell’annientamento della dignità
umana. La legislazione tedesca antiebraica, vietava severamente ai musicisti ebrei di
suonare spartiti di autori ariani, ma nei lager questa legge non veniva assolutamente
rispettata. Le SS, pretendevano che le schiere di prigionieri marciassero a tempo di
musica come un vero esercito, e siccome nei campi non vi erano musicanti ariani, né
vi erano abbastanza marce militari scritte da ebrei, i lager erano l’unico posto in cui gli
ebrei erano addirittura obbligati a suonare musica ariana.
Le SS si godevano lo spettacolo: le
vittime dovevano apparire allegre e
contente, dovevano cantare e
muoversi a tempo di musica,
altrimenti sarebbero state punite con
umiliazioni e torture. L’orchestra,
guidata da un istruttore, in genere di
origine tedesca, la sera suonava per
le SS pezzi di Bach, Grieg o Wagner
e durante il giorno, oltre a regolare la
marcia dei prigionieri, era a volte
costretta a suonare il cosiddetto
“tango della morte”, con il quale si
accompagnavano le esecuzioni dei
condannati.
Mauthausen. Un'orchestrina accompagna un deportato all'impiccagione 28
Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
Era questo un palese insulto alla
dignità dell’individuo, che preludeva
all’annientamento pressoché totale
della sua personalità. Nemmeno i
bambini erano risparmiati da questo
disumano comportamento, per loro
venivano suonate o cantate ninne
nanne mentre venivano condotti
nelle camere a gas.
Allo stesso tempo, la musica fu vista dai
deportati come un modo per stemperare
l’odio, fare poesia nel tentativo di
mitigare il dolore e gli orrori che
vivevano e per aggrapparsi ad una
speranza; pensiamo alla straordinaria
produzione culturale nata nelle
condizioni più estreme, quasi sulle
soglie delle camere a gas.
A Terezin, il ghetto-lager costruito dai nazisti a scopo propagandistico per mostrarlo
alla Croce Rossa e ai media degli stati neutrali, dove furono rinchiusi prima di essere
inviati ad Auschwitz numerosissimi intellettuali, letterati, artisti, musicisti, furono
create opere musicali straordinarie, tra le quali ricordiamo Brundibàr.
Brundibàr (operetta per bambini )
Un’opera in due atti per bambini scritta da Hans Krása
e Adolf Hoffmeister nel 1938. Fu rappresentata nel
ghetto-lager di Terezin nel luglio del 1943 quando
quasi tutti i membri del coro originale vi furono
deportati e dove era già presente da un anno Krása. Fu
l'unica rappresentazione completamente messa in scena
con costumi e scenografie originali ad opera degli
internati. Brundibàr fu replicato 55 volte, infondendo
nei prigionieri, seppur per breve tempo, la speranza, la
voglia di continuare a vivere. L'arte, più in particolare la
musica, nel nostro caso assume dunque una funzione
“liberatoria” dai traumi vissuti attraverso la
rievocazione tragica degli stessi che quasi va sfumando
nel comico, nel grottesco.
La maggior parte dei partecipanti alla rappresentazione, Hans Krása
incluso il compositore Krása, furono successivamente (Praga 1899 –Auschwitz 1944)
trucidati ad Auschwitz.
L’opera narra una vicenda che tocca tutti i temi e i valori più importanti per i bambini.
29
Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
I protagonisti sono due fratellini orfani di padre, che devono comprare il latte per la
mamma malata, ma non hanno danaro a sufficienza e si avventurano soli per il paese
per elemosinare, cantando e danzando, facendo concorrenza al burbero Brundibár. E'
proprio lui il nemico, il tiranno, a minacciare la felicità dei due piccoli, e di tutti i
bambini del paese. L'opera si conclude con un felice epilogo: la sconfitta di Brundibár
per mano dei fratellini e dei loro amici, con chiare allusioni alla situazione reale; con
queste parole di vittoria il coro celebra il trionfo: « sconfitto è Brundibár, rullate il
tamburin, dobbiam festeggiar. Audaci e fieri siam, Brundibár battuto il regno è
distrutto. Marciamo con fervor per la vittoria cantando tutti in cor. »
SCIENZE 30
Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
IL PIANETA BLU’ NEL SISTEMA SOLARE
Il sistema solare
Il sistema solare è il sistema
planetario costituito da un
consistente numero di corpi
celesti mantenuti in orbita dalla
forza di gravità del Sole.
È costituito da otto pianeti (con i
rispettivi satelliti naturali) e da
cinque pianeti nani. In ordine di
distanza dal Sole, gli otto pianeti
sono: Mercurio, Venere, Terra,
Marte, Giove, Saturno, Urano e
Nettuno. Il Sole ha una
particolare importanza,
in questo sistema, sia perché è l'unica stella, e quindi l'unica fonte di energia termica,
sia perché ne rappresenta approssimativamente il centro gravitazionale. Il sistema
solare si trova nella galassia chiamata Via Lattea, esso compie una rivoluzione
all'interno della stessa galassia, percorrendo un'orbita ellittica. Per compiere una
rivoluzione completa il sistema solare impiega circa 230 milioni di anni.
I pianeti I pianeti si distinguono, in interni ed esterni, a
seconda della posizione rispetto alla Terra, ed
essendo molto diversi l'uno dall'altro anche per
composizione, dimensioni, temperatura e altre
caratteristiche chimico fisiche:
i pianeti di tipo terrestre (Mercurio, Venere,
Terra e Marte), cioè simili alla Terra hanno
tutti una massa piccola, nessuno o pochi
satelliti e bassa velocità di rotazione, sono
costituiti prevalentemente da materiali
rocciosi e metallici;
i pianeti di tipo gioviano (Giove, Saturno,
Urano, Nettuno), cioè simili a Giove hanno
grande massa, diversi satelliti ed elevata
velocità di rotazione sono costituiti
prevalentemente da elio, idrogeno e piccole
quantità di ghiaccio.
In fine, la temperatura (più elevata nei pianeti di tipo terrestre) assume variazioni
annue e giornaliere, dipendenti da numerosi fattori, i più importanti sono: la distanza
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Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
dal Sole, la presenza di un'atmosfera e la sua composizione chimica e l'inclinazione
dell'asse di rotazione. Il tempo impiegato da un pianeta per compiere un giro attorno al
proprio asse è detto giorno, mentre il periodo che impiega un pianeta per compiere
una rivoluzione completa intorno al Sole è detto anno.
La Terra
Struttura interna
L'interno della Terra, detto anche
geosfera, è costituito da rocce di diversa
composizione, principalmente solide, ma
anche liquide. La conoscenza della
geosfera è dovuta allo studio delle onde
sismiche che generano i terremoti, esse,
nell’attraversare il pianeta in profondità,
subiscono brusche accelerazioni e
deviazioni, dovute alla diversa densità del
mezzo di propagazione. In base a questi
rilevamenti sono state identificate tre
zone sferiche concentriche: la crosta
terrestre (litosfera), il mantello e il
nucleo (interno ed esterno).
Spessore della crosta terrestre (in km) La crosta terrestre è lo strato più
esterno della Terra solida, è lo strato che
ospita la vita. Si distingue in crosta
continentale e crosta oceanica. La
prima è formata dai continenti con
spessore fino ad un massimo di 70 Km, la
seconda dai fondali oceanici, il cui
spessore varia da 5 a 10 Km. La crosta è
limitata inferiormente dalla discontinuità
di Mohorovičić che divide lo strato
sottostante ed è formata da un’alta
percentuale di ossigeno, silicati e ossido
di alluminio. 32
Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
Il mantello è uno strato di vaste
proporzioni, rappresenta l’80% sul
volume totale del pianeta e ha una
viscosità elevata con
caratteristiche intermedie tra lo
stato solido e quello liquido, è
prevalentemente costituito da
silicati di magnesio e ferro. Esso si
divide in due strati, mantello
superiore, con uno spessore di
circa 700 Km che forma la
litosfera, di consistenza rigida e
mantello inferiore, con uno
spessore di circa 2900 Km. Nel
mezzo c’è una zona chiamata
astenosfera di consistenza viscosa,
parzialmente fusa, il mantello inferiore con una consistenza di nuovo rigida, si estende
fino al nucleo.
Il nucleo, separato dal mantello da una zona chiamata discontinuità di Gutemberg, è
la parte più interna della geosfera, esso è a sua volta diviso in nucleo esterno e nucleo
interno da una zona chiamata discontinuità di Lehmann.
Il nucleo esterno è liquido, composto principalmente da ferro (80%) e nichel ed ha
una temperatura di 3000 °C, secondo alcune teorie da origine al campo geomagnetico
terrestre.
Il nucleo interno è invece solido, composto quasi esclusivamente di ferro, ha una
temperatura attorno ai 4000-6000 °C.
Nonostante la temperatura del nucleo interno sia maggiore di quello esterno, esso è
solido perché la pressione è superiore e questo porta a un innalzamento notevole del
punto di fusione del ferro .
Origini della Terra
L'età della terra è stata stabilita in 4,54
miliardi di anni, immensi cambiamenti
biologici e cataclismi geologici sono
avvenuti durante questo tempo. La
formazione della Terra e la
contemporanea formazione del Sole e
degli altri corpi celesti del sistema solare,
ebbe origine dalla contrazione di una
nebulosa di polvere interstellare che
collocò il Sole al centro del sistema ed i
pianeti in formazione per accrescimento
di materiale, in orbita intorno. 33
Giglio Dario III “F” A.S. 2013/14
Gli impatti oltre ad accrescere la massa della Terra, ne aumentavano anche il calore,
alimentato pure dal decadimento radioattivo degli elementi presenti. Quando la
temperatura toccò i 1000 C° la massa raggiunse uno stato fuso, durante il quale ebbe
luogo una differenziazione in strati; un nucleo interno più denso di ferro e nichel e un
mantello formato da silicati che erano più leggeri. L’idrogeno, l’elio, l’ossigeno e l’azoto,
estremamente leggeri, sfuggirono alla forza di gravità disperdendosi nello spazio
circostante e gettando, così, le basi per l’atmosfera.
Fu in questo periodo che si formò la Luna, probabilmente a causa di un impatto gigante
tra la Terra ed un planetoide in formazione. I moti convettivi iniziarono a spostare il
calore verso