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Elettromagnetismo
L’elettromagnetismo è un fenomeno molto importante che sta alla base del funzionamento di molte apparecchiature tecnologiche che utilizziamo giornalmente.
Infatti, mentre guardiamo la televisione, parliamo al telefono o semplicemente passeggiamo per la strada, alcuni dei prodotti e servizi intorno a noi sono frutto di tecnologie che generano, in parte e in gradi diversi, onde elettromagnetiche.
Questo fenomeno, seppur presente in natura, è in rapida espansione, dovuto all’aumento in forma esponenziale degli strumenti elettrici/elettronici, i quali hanno contribuito sicuramente ad un notevole miglioramento della qualità della vita.
Allo stesso modo, la rivoluzione industriale inglese ha contribuito al miglioramento della qualità della vita umana.
Si devono tuttavia tenere presente anche gli aspetti pericolosi della corrente ed i relativi campi magnetici prodotti.
L’economia italiana, pur attraversando un periodo difficile, è costituita soprattutto da imprese piccole, medie e in forma societaria.
Intorno alla metà del XIX secolo, periodo in cui venne scoperta la principale relazione tra corrente e magnetismo da parte del fisico Danese Orsted, all’interno della casa del Manzoni venivano effettuati i primi esperimenti di magnetismo. Ne consegue una rapida descrizione della figura dell’autore del famoso romanzo “I Promessi Sposi”.
Riferimento storico: Unità d'Italia.
L’ ELETTROMAGNETISMO
L'elettromagnetismo è la branca della fisica che studia i fenomeni di natura elettrica e magnetica,
tra cui i campi magnetici prodotti dalle correnti elettriche, e le correnti elettriche prodotte dai campi
magnetici variabili, il cui comportamento classico è descritto dalle equazioni di Maxwell, e
dell'elettrodinamica quantistica. Cenni storici
Il primo fisico a scoprire una prima decisiva correlazione tra elettricità e magnetismo fu Hans
Christian Ørsted, un fisico danese che ,nel 1820, eseguendo un esperimento (peraltro già effettuato
diciotto anni prima da Gian Domenico Romagnosi) noto oggi come esperimento di Ørsted, intuì che
un filo percorso da corrente elettrica generava attorno a sé un campo magnetico.
-In seguito fu il chimico britannico Michael Faraday a condurre una simile esperienza (ribattezzata
esperimento di Faraday) con la quale dimostrò che un conduttore percorso da corrente immerso in
un campo magnetico subisce una forza che egli prontamente misurò, controbilanciandola con dei
pesetti.
-Spetta tuttavia a André-Marie Ampère la formulazione in chiave matematica della forza esercitata
da un campo magnetico sulla corrente elettrica, tramite l'attenta osservazione di un esperimento,
detto esperimento di Ampère: tra due fili di lunghezza l e distanza d, percorsi rispettivamente da una
corrente di intensità i e i , si esercita una forza pari a:
1 2
dove k è una costante esattamente pari a (dove μ è la costante di permeabilità
0
magnetica).
Grazie a questo esperimento si è potuti pervenire alla definizione dell'unità di misura Ampère senza
ricorrere alla nozione di Coulomb.
-Infine Maxwell, tentando di unificare in modo organico i due fenomeni, formulò le omonime
equazioni che,insieme alla relazione che esprime la forza del campo elettrico e magnetico su una
⃗ ⃗ ⃗
=q( +⃗ × )
F E v B
carica , descrivono in pieno tutti i fenomeni elettromagnetici classici
(stazionari e non stazionari). Campo elettromagnetico
Il campo elettromagnetico (electromagnetic field o EMF) è una quantità vettoriale definita in tutti i
punti dello spazio e in ogni istante di tempo. Esso è composto in generale da due campi vettoriali, il
campo elettrico il campo magnetico. Questo significa che i vettori ( , ) che caratterizzano il
campo elettromagnetico hanno ciascuno un valore definito in ciascun punto del tempo e dello
spazio. Se solo , il campo elettrico, ha un valore diverso da zero e costante nel tempo, il campo
è definito campo elettrostatico.
I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili
all’occhio umano. Dei campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche
nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una
bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione.
Il comportamento dei campi elettromagnetici può essere descritto con le equazioni di Maxwell .
Fig .1 – andamento del campo elettromagnetico.
Sottolineo subito il fatto che la forza magnetica è prodotta dalle cariche elettriche in moto,
per cui il magnetismo non è una forza separata dall'elettricità. Forza elettrica e magnetica sono due
aspetti apparentemente diversi di una unica forza, la forza elettromagnetica
La teoria dell'elettromagnetismo permette di dare un'interpretazione generale del magnetismo
riconducendolo sempre al moto di cariche elettriche. Ci possono essere due casi: quando una carica
statica, rispetto ad un osservatore situato nel campo circostante, egli percepisce solo la presenza di
un campo elettrico; quando invece la carica si muove, l'osservatore percepisce anche la presenza di
un campo magnetico. Questi si interpretano con il fatto che il magnetismo è una conseguenza del
moto relativo di una carica rispetto all'osservatore, e ciò è una conseguenza di una teoria ancora più
generale che è la relatività. La teoria dell'elettromagnetismo costituisce a tutt'oggi forse il migliore
esempio di teoria scientifica, per la sua grande precisione, generalità e capacità di previsione.
Induzione elettromagnetica
L’induzione elettromagnetica è un fenomeno fisico che consiste nella comparsa di una corrente
elettrica a causa della f.e.m. indotta all’interno di un circuito immerso in un campo magnetico, ogni
volta che si verifica una variazione del flusso del campo attraverso il circuito stesso.
La legge di Faraday-Neumann-Lenz o legge dell'induzione elettromagnetica è una legge fisica
che quantifica l'induzione elettromagnetica, ovvero l'effetto di produzione di corrente elettrica in un
circuito posto in un campo magnetico variabile oppure un circuito in movimento in un campo
magnetico costante. cambia il simbolo V con E
Dove: ∆Φ = variazione del flusso del campo magnetico concatenato con il
circuito
∆t = intervallo di tempo in cui avviene la variazione ∆Φ
Questa legge indica così che, alla variazione del flusso del campo magnetico concatenato con il
circuito (∆Φ) nel tempo (∆t) è associato alla formazione di una forza elettromotrice indotta (Ei) che
provoca passaggio di corrente all’interno del circuito.
Il flusso del campo magnetico rappresenta il numero di linee di forza che attraversano una data
superficie nell’unità di tempo; dipende da una parte dall’intensità, dalla direzione e dal verso del
campo magnetico, dall’altra dall’estensione della superficie e dalla sua orientazione nello spazio.
Aumentando o riducendo l’intensità del campo, spostando i magneti che lo producono, o variando
l’orientazione nello spazio del circuito conduttore, si producono variazioni del flusso attraverso la
superficie racchiusa dal circuito che “inducono” una f.e.m. e quindi una corrente elettrica, detta per
questo corrente indotta.
Questo fenomeno è alla base del funzionamento di alternatore e trasformatore( preziosissimi
elementi costitutivi di una centrale elettrica, e non solo) e della dinamo.
Principio di funzionamento delle macchine
elettromagnetiche Nella sua forma più semplice, l’alternatore è costituito da
una spira che è fatta ruotare in un campo magnetico uniforme.
Mentre la spira ruota, varia il flusso del campo magnetico concatenato con il
circuito,generando una forza elettromotrice indotta e , di conseguenza , una corrente indotta
alternata. Il trasformatore è un dispositivo che trasforma una
tensione oscillante in un’altra tensione oscillante. Esso è
costituito (monofase) da un nucleo di ferro intorno al quale sono
avvolte due bobine che fanno parte di due circuiti indipendenti: il
circuito primario e secondario. Quando sul primario viene
applicata una tensione elettrica alternata sinusoidale, per effetto dell'induzione magnetica, si crea nel
nucleo un flusso magnetico con andamento sinusoidale. Per la legge di Faraday-Lenz, questo flusso
variabile induce nel secondario una tensione sinusoidale.
La dinamo nella sua forma più semplice consiste di
una spira conduttrice (rotore) immersa in un campo magnetico
(generato ad esempio da una coppia di magneti permanenti, i
quali formano lo statore) e messa in rotazione da un albero. Per
elettromagnetica
la legge dell’l'induzione un conduttore che si
muove in un campo magnetico (purché non parallelamente ad
esso) vede nascere una forza elettromotrice indotta (fem); chiudendo quindi la spira su un carico
elettrico (ad esempio una lampadina, o un accumulatore) si può misurare una corrente scorrere nella
spira stessa e nel carico (la lampadina si accende).
Le interpretazioni di Maxwell
Dopo molti anni di ricerche e sperimentazioni del campo elettrico e del campo magnetico,fu un
fisico britannico di nome James Clerk Maxwell (vedi pagine precedenti) che riuscì a formulare, nel
1864, una teoria simmetrica e completa dell’elettromagnetismo capace di interpretare moltissime
esperienze:egli con poche leggi e principi riuscì a descrivere le relazioni che intercorrono tra il
campo elettrico e quello magnetico.
Egli unificò i lavori sull'elettricità e sul magnetismo riassunti in quattro equazioni differenziali:
Legge di Gauss sull’elettricità;
Legge di Gauss sul magnetismo;
Legge dell’induzione di Faraday;
Legge di Ampère.
Queste equazioni ,note come equazioni di Maxwell, furono presentate alla Royal Society nel 1864,
e insieme descrivono il campo elettrico e quello magnetico , e le loro interazioni con la materia.
Esse sono il punto più alto raggiunto dalla fisica classica.
Le equazioni di Maxwell non riassumono solo le proprietà dei campi elettrici e magnetici in una
forma compatta; tali equazioni portano anche a fenomeni completamente nuovi. Il risultato più
importante della teoria di Maxwell, probabilmente, è la predizione dell’esistenza di onde
elettromagnetiche e del fatto che la luce poteva essere intesa come un’onda elettromagnetica.
Attraverso questa teoria un onda elettromagnetica (come la luce) può essere interpretata come le
oscillazioni del campi elettrici che generano al loro volta campi magnetici, tra loro ortogonali,
capaci trasportare energia attraverso lo spazio vuoto (quindi non necessariamente attraverso un
mezzo). Maxwell poteva, grazie ai dati disponibili all'epoca misurare sperimentalmente la velocità
di queste onde. Giungendo al risultato che esse viaggiavano a circa 310.740.000 m/s. Maxwell nel
1865 scriveva:
« Questa velocità è così vicina a quella della luce che ho ragione di supporre che la
»
luce stessa sia un'onda elettromagnetica
Maxwell era nel giusto e la scoperta delle altre onde elettromagnetiche fu uno dei trionfi assoluti
della fisica classica-teorica.
Lo spettro elettromagnetico
La parola spettro deriva dalla parola latina species che significa forma o aspetto. Newton introdusse
il termine per descrivere l’immagine simile ad un arcobaleno che si ottiene quando un raggio di luce
solare attraversa un prisma di vetro. Oggi si parla di spettro elettromagnetico per indicare l’insieme
delle radiazioni, classificate a seconda della frequenza o della loro lunghezza d’onda ordinati dalla
più piccola alla più grande.
Poiché la lunghezza d'onda e la frequenza di una radiazione sono inversamente proporzionali, tanto
minore sarà la lunghezza d'onda, tanto maggiore sarà la frequenza e quindi l'energia.
Con la vista riusciamo a percepire lunghezze d'onda comprese tra i 380 e i 760 nanometri (nm) a cui
diamo il nome di luce visibile.
- La lunghezza d'onda di un'onda periodica è la distanza tra due creste o fra due ventri della
sua forma d'onda, e viene comunemente indicata dalla lettera greca λ
La lunghezza d'onda è la distanza tra due massimi o
due minimi di una funzione periodica, in questo caso una sinusoide.
- La frequenza è una grandezza elettrica periodica nel tempo. La sua grandezza viene data
misurando il numero di cicli ripetuti nell’unità di tempo.
Lunghezze d'onda minori corrispondono ai raggi ultravioletti, ai raggi X ed ai raggi gamma che
hanno tutti quindi frequenza superiore alla luce visibile e perciò maggiore energia.
Le radiazioni infrarosse, le onde radio e le microonde hanno invece lunghezze d'onda maggiori
della luce e trasportano energia inferiore.
Come l'orecchio ha dei limiti nella percezione del suono, l'occhio umano ha dei limiti nella visione
della luce. In entrambi i casi, vi sono limiti superiori e inferiori. L'occhio non può vedere la
radiazione elettromagnetica oltre la zona violetta dello spettro e al di sotto della zona rossa. Lo
spettro elettromagnetico si compone delle zone al di sopra e al di sotto di questi limiti, incluso il
campo visibile. Quali sono le principali sorgenti di campi
elettromagnetici a frequenze basse, intermedie ed alte?
I campi elettromagnetici variabili nel tempo prodotti dagli apparecchi elettrici sono un esempio di
campi a frequenza estremamente bassa (ELF, extremely low frequency). I campi ELF hanno
generalmente frequenze fino a 300 Hz. Altre tecnologie producono campi a frequenza intermedia
(IF, intermediate frequency), con frequenze tra 300 Hz e 10 MHz e campi a radiofrequenza (RF)