Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Eh-1 progetto di un sistema domotico interattivo
Autore: Marco Di goro
Descrizione: elettronica, informatica e meccanica
Materie trattate: la tesi descrive la progettazione e la realizzazione di un sistema di gestione delle funzioni di con
Area: tecnologica
Sommario: Il "significato" del progetto La domotica è la disciplina che si occupa di studiare le tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nell'ambiente domestico grazie all'automazione, al controllo dei processi gestionali e all'integrazione dei sistemi. Il termine "domotica" è infatti un neologismo derivante dalla contrazione della parola latina domus (casa, abitazione) unita al sostantivo "automatica", che quindi indica la "scienza dell'automazione delle abitazioni". Ha dunque come oggetto di studio privilegiato proprio l'automazione della casa. Tutto ciò si ottiene utilizzando in modo combinato elettronica, informatica e meccanica. Questa disciplina è nata nel corso della terza rivoluzione industriale e si prefigge obiettivi precisi: * migliorare la qualità della vita; * migliorare la sicurezza sotto tutti i punti di vista; * rendere più agevole la vita quotidiana per i portatori di handicap; * risparmiare energia; * semplificare la progettazione, l'installazione, la manutenzione e l'utilizzo della tecnologia; * ridurre i costi di gestione; * convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti. Il concetto di casa intelligente Con l'espressione "casa intelligente" si definisce l'integrazione di diversi dispositivi per il controllo automatizzato di apparati domestici, di sensori di rilevazione dello stato dell'ambiente, di funzioni intelligenti di supporto e di sistemi telecomunicativi. Un'abitazione così integrata può essere controllata dall'utilizzatore tramite opportune interfacce utente (come pulsanti, telecomando, touch screen, tastiere, riconoscimento vocale) connesse direttamente con il sistema intelligente di controllo, basato su un'unità computerizzata centrale oppure basato su un sistema a intelligenza distribuita opportunamente interconnessa e organizzata con precise gerarchie. Il sistema di controllo centralizzato, oppure l'insieme delle periferiche in un sistema a intelligenza distribuita, provvede a svolgere i comandi impartiti dall'utente (ad esempio l'accensione del calorifero o l'impostazione manuale/automatica della luce), a monitorare continuamente i parametri ambientali richiesti e a gestire in maniera autonoma alcune regolazioni (ad esempio la luce). I sistemi di automazione sono di solito predisposti affinché ogni qualvolta venga azionato un comando, all'utente ne giunga comunicazione attraverso un segnale visivo di avviso/conferma dell'operazione effettuata (ad esempio LED colorati negli interruttori).
I sistemi di controllo e automazione si possono fondamentalmente distinguere in due tipi; uno
basato su un'unità di elaborazione centrale che permette di gestire tutte le attuazioni a partire dai
risultati di rilevazione, e uno a struttura distribuita dove le interazioni avvengono localmente in
maniera distribuita ed eventualmente comunicate a un'unità centrale per un controllo di coerenza
generale. Ai fini del progetto ho scelto di suddividere le operazioni tra due PIC in costante contatto
per l’implementazione delle funzioni più complesse. Uno prende il nome di CPU (Central
Processing Unit), e si occupa della gestione del display, della misura della temperatura interna ed
esterna della casa e del riscaldamento della stessa; svolge inoltre le funzioni di “master” nelle
comunicazioni tra i due PIC. La seconda unità gestisce il sistema di sicurezza della casa, della
rilevazione del livello luminoso dell’ambiente e della sua regolazione tramite emettitori luminosi a
piacimento dell’utente; svolge inoltre le funzioni di “slave” nelle comunicazioni tra i due PIC.
Particolarità del progetto 2
Protocollo di comunicazione seriale I C
*
I²C (o IIC), acronimo di Inter Integrated Circuit, è un sistema di comunicazione seriale bifilare
utilizzato tra circuiti integrati.
Il bus, sviluppato dalla Philips nel 1982, prevede in genere un dispositivo detto “master” che ha il
controllo del clock di sistema e della comunicazione dati, al quale si sottopongono altri dispositivi
secondari detti “slave”. Niente comunque vieta lo sviluppo di sistemi multi-master nei casi più
complessi.
Il protocollo hardware dell'I2C richiede due linee seriali di comunicazione: 2
Logo standard I C
* SDA (Serial DAta line) per i dati 2 C)
* SCL (Serial Clock Line) per il clock (che rende sincrono il protocollo I
Va aggiunta una connessione di riferimento detta impropriamente GND (non presente in figura) e
una linea di alimentazione Vdd a cui sono connessi i resistori di pull-up, che può anche non essere
condivisa da tutti i dispositivi. Le tensioni tipiche usate sono +5 V o +3,3 V.
Come tutti i protocolli di comunicazione seriale il limite principale è rappresentato da una velocità
2 C è quindi usato per comunicare con
di trasmissione molto inferiore a un protocollo parallelo. L'I
dispositivi in cui semplicità e basso costo sono prioritari rispetto alla velocità di trasmissione.
Questo standard trova la sua applicazione progettuale nella comunicazione tra le due unità di
controllo.
Modulazione PWM
*
La modulazione di larghezza di impulso, detta PWM (Pulse-Width Modulation), è un tipo di
modulazione digitale in cui l'informazione è codificata sotto forma di durata del periodo di ciascun
impulso di un segnale. La durata di ciascun impulso può essere espressa in rapporto al periodo
periodo di clock, implicando il concetto di duty cycle. Un duty cicle pari a 0% indica un impulso di
durata nulla, in pratica assenza di segnale, mentre un valore del 100% indica che l'impulso resta a
livello alto per tutta la durata del clock.
La modulazione a larghezza di impulso è largamente utilizzata per regolare la potenza elettrica
inviata a un carico, per esempio regolando la velocità dei motori in corrente continua e per variare
la luminosità delle lampadine. conduce, annullando la corrente, ed in
Come si può intuire, con un duty cycle pari a entrambi i casi la potenza dissipata è minima.
zero la potenza trasferita è nulla, mentre al
100% la potenza corrisponde al valore
massimo trasferito nel caso non sia presente il
circuito di modulazione. Ogni valore
intermedio determina una corrispondente
fornitura di potenza.
Il vantaggio di questa tecnica è di ridurre
drasticamente la potenza dissipata dal circuito
limitatore rispetto all'impiego di transistor
controllati analogicamente. In un
semiconduttore la potenza dissipata è
determinata dalla corrente che lo attraversa
moltiplicata per la differenza di potenziale
presente ai suoi capi. In un circuito PWM il
transistor in un istante conduce
completamente, riducendo al minimo la
caduta ai suoi capi, oppure non
In figura vediamo un segnale sinusoidale modulato tramite larghezza di impulso in funzione di una
sinusoide.
La modulazione PWM verrà utilizzata in questo progetto per la gestione dell’illuminazione e del
riscaldamento. Si può in questo modo simulare un segnale analogico che alimenta i due utilizzatori
variando semplicemente il duty cycle di un segnale digitale, risparmiando l’uso di un DAC con tutti
i relativi problemi. Si precisa però che la corrente in uscita da un PIC è nell’ordine dei 20mA,
quindi per l’illuminazione e il sistema di riscaldamento serve un sistema di amplificazione.
Capitolo 3: Realizzazione del progetto
Schema elettrico
Una volta stilato un progetto di massima della casa intelligente, ho realizzato lo schema elettrico del
sistema usando il programma di disegno e simulazione OrCad Express, appartenente alla suite di
disegno assistito OrCad 9.0. Il disegno evidenzia la distinzione dei due blocchi operativi e l’esiguo
numero di componenti impiegati (esclusi connettori e le resistenze). Ciò si deve al fatto che la
gestione dell’intero sistema è affidata ai due PIC, programmati via software (in linguaggio C).
Sopra ogni PIC troviamo un connettore per la programmazione dello stesso, mentre agli estremi del
disegno vediamo il display LCD (a sinistra) e il tastierino numerico.
Scelta dei componenti
Per realizzare un buon progetto è necessario operare una giusta scelta dei componenti, trovando un
compromesso che riduca il più possibile i costi di produzione e che consenta di ottenere le
prestazioni migliori. Ecco quindi un elenco dei componenti impiegati con motivazione e difficoltà
di scelta.
* PIC 18F2685
Tra le molte centinaia di PIC di casa Microchip ho scelto questo per le sue eccezionali
caratteristiche in fatto di prestazioni, costo, durata e praticità di utilizzo del package SMD. Ecco un
riassunto delle sue principali caratteristiche. 2
- Oscillatore interno da 31 KHz a 8 MHz - Modulo I C master/slave
- Fino a 1.000.000 di riscrittura sulla - Modulo ECAN (Enhanced Controller Area
EEPROM Network)
- Moltiplicatore hardware interno - NanoWatt Technology
- 10 canali ADC (via multiplexer) a 10 bit - 96 Kbytes di Memoria di programma
- Modulo CCP (Capture/Compare/PWM)
Durante tutta la fase di progettazione questo componente non ha mai dato problemi di alcun genere;
si è anzi dimostrato al di sopra delle aspettative in più occasioni per la sua affidabilità, praticità e
potenza.
* IRLR 2705
Ho scelto questo MOS-FET perché ha ottime qualità di conduzione in saturazione. In questa
condizione infatti la sua resistenza interna è nell’ordine di pochi milli-ohm, il che comporta una
ridottissima dissipazione di potenza. Un’altra caratteristica fondamentale di questo componente è
che il gate segue la logica TTL. Questo lo porta a operare solo da interruttore ON/OFF senza
bisogno di un driver a BJT, e unitamente alla sua alta velocità di switching, lo rende adatto alle
applicazioni con segnali impulsivi.
Dovendo controllare in PWM il sistema di
illuminazione e di riscaldamento, il MOSFET
IRLR 2705 si presta perfettamente a funzionare da
amplificatore del segnale digitale in ingresso al
Gate. Il costruttore inoltre raccomanda di porre una
resistenza di pull-down sul Gate.
* Transistor NPN BC-817
Per la gestione del buzzer a 5V (non in PWM)
ho scelto questo transistor perché ha un costo
molto contenuto, e nonostante le ridottissime
dimensioni del suo package SMD (SOT-23)
riesce a sopportare correnti di collettore fino a
1 A.
* Sensore di temperatura LM35DZ
Ho scelto questo sensore di temperatura per
via del costo ridotto, del fatto che è calibrato
in gradi Celsius e non necessita di alcuna
conversione (al contrario di altri). Ha una
buona precisione, assorbe solo qualche decina
di micro-ampere e opera tra 4 e 30 Volt;
inoltre fornisce in uscita un segnale analogico
lineare secondo la legge Vo = 0+10 mV/°C.
Range: 2-150°C
* Tastierino numerico 3x4
Si basa su un intreccio di righe e colonne
come in figura. A ogni tasto premuto
corrisponde una diversa combinazione di una
colonna e una riga cortocircuitate. Tramite
un’adeguata routine di gestione è quindi
possibile stabilire quale sia il tasto premuto.
Garantisce inoltre una durata molto lunga.
* Resistenze SMD
Viste le ridottissime dimensioni del package
1206 scelto per queste resistenze (comunque
possibili da saldare a mano) e il basso costo,
sono ovviamente migliori delle resistenze
tradizionali. Sono inoltre caratterizzate da una
tolleranza molto più ristretta.
* Buzzer 5V DC
È un semplice buzzer a 5V di basso costo.
* Resistenza di potenza
Per il sistema di riscaldamento ho scelto una
resistenza di potenza (10Ω – 25W) con buone
capacità di dissipazione grazie al suo case in
lega termo-conduttiva.
* Fotoresistenza NORPS-12
Per l’acquisizione del livello di luce ambientale ho
scelto questa fotoresistenza. Ecco un estratto del
datasheet contenete le principali caratteristiche.
* Display LCD 20x2 standard Hitachi con logica integrata
Grazie alla sua logica integrata un display LCD a standard Hitachi consente un interfacciamento
completo con soli 16 piedini, di cui 4 di alimentazione, 1 per la regolazione del contrasto, 3 di
controllo e 8 di dati. Nel datasheet del componente sono elencate tutte le procedure e le
combinazioni necessarie a un corretto funzionamento del display, tuttavia in fase di
programmazione si utilizzerà un’apposita routine di gestione che ne semplifica estremamente
l’utilizzo.
* Led tricolore verde-rosso-arancione
Per supportare la gestione del tastierino numerico ho scelto
di usare questo led tricolore a catodo comune centrale.
Alimentando uno dei due pin laterali si ottiene un colore
rosso o verde. Alimentandoli contemporaneamente i due
colori si sommano, ottenendo così un colore arancione.
Circuito stampato
Dopo la realizzazione dello schema elettrico del progetto e la scelta dei componenti adeguati, si
associa ad ognuno di essi un “footprint” (impronta), ovvero la forma di un’adeguata piazzola di
rame che ne permetta la saldatura alla scheda. Inserendo quindi questi footprint in un’apposita
libreria e, associandoli ai rispettivi componenti, si procede alla creazione di una “netlist” che ne
elenchi tutte le connessioni. Il passo successivo consiste nel creare un nuovo disegno importando la
netlist con il software OrCad Layout (sempre appartenente al pacchetto OrCad 9.0); a questo punto i
vari footprint dei componenti scelti vengono disposti nel il disegno, unendoli però tra di loro
secondo le connessioni stabilite nello schema elettrico (linee blu).
Ecco quello che vediamo una volta importata la netlist del progetto:
Resta ancora molto lavoro da fare. Occorre scegliere un’adeguata disposizione dei componenti e
collegarli disegnando le piste di rame che porteranno il collegamento elettrico. Qui entrano in gioco
le linee blu in figura, che danno un’idea dei collegamenti da fare. È necessario trovare un
compromesso tra la realizzazione di una scheda di dimensioni ridotte e il disegno di piste
possibilmente brevi, dirette e disposte su un numero ridotto di “layer” (piani). Si deve anche tenere
conto del flusso di corrente che attraversa ogni pista, che dovrà essere quindi dimensionato di
conseguenza. Nello specifico, a parte le piste di alimentazione, le correnti in gioco sono di pochi
milli-ampere, e quindi si possono tranquillamente realizzare piste di 0,7mm di larghezza.
Si procede quindi come detto in precedenza a “sbrogliare” il circuito, ossia a effettuare tutti i
collegamenti necessari senza incrociare mai due piste che non debbano essere collegate tra loro da
progetto, e questo tramite numerose prove al fine di scegliere la soluzione ottimale. Dopo numerosi
tentativi si ottiene lo sbrogliato riportato di seguito. Utilizzando occasionalmente delle resistenze da
0Ω come ponticelli, è possibile completare il lavoro su un solo “layer” (piano), abbassando
notevolmente i costi di produzione rispetto ad uno sbrogliato su doppia faccia. Ho previsto anche