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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Dio non gioca a Dadi
Autore: Sadde Alberto
Descrizione: einstein come filosofo e scienziato. la sua visione panteistica dell'uomo, il legame tra fede e scienze. le scoperte di einstein e l'influsso che ebbero e che hanno ancora oggi nel mondo intero.
Materie trattate: Flosofia, Fisica/matematica, Scienze, Arte, Storia
Area: scientifica
Sommario: filosofia: Einstein come filosofo della scienza. Fisica/Matematica: Storia della teoria della relatività . Teorie della relatività di Einstein. Scienze: i buchi neri. Teorizzati grazie alle scoperte di Einstein. Arte: l'influsso delle scoperte di Einstein sul Cubismo, una avanguardia artistica del primo Novecento. Storia: Fuga di cervelli dall'Europa. Einstein e altri intellettuali emigrano verso Francia e America soprattutto, dovuti i regimi totalitari in diversi paesi europei.
INDICE
Introduzione pagina 3.
Albert Einstein Scienziato e Filosofo
Biografia pagina 5.
Filosofo pagina 6.
Storia della Teoria della Relatività
Galilei e la relatività pagina 7.
Maxwell e l’etere pagina 8.
Le trasformazioni di Lorentz pagina 8.
Relatività Einsteniana
Teoria della relatività ristretta pagina 9.
E=mc² pagina 12.
Teoria della relatività generale pagina 12.
I Buchi Neri pagina 13.
Cubismo e relatività pagina 16.
Fuga di cervelli dall’Europa pagina 18.
Conclusione pagina 20.
Bibliografia pagina 21.
INTRODUZIONE
Le pagine che seguono servono a spiegare come Albert Einstein, un semplice ragazzo tedesco,
laureatosi in fisica e matematica, dopo un percorso di studi tumultuoso, e impiegato in un ufficio
di brevetti, abbia rivoluzionato completamente il mondo del suo tempo agli inizi del XX secolo, e
come ancora oggi il mondo risenta in maniera diretta l’influsso delle sue scoperte scientifiche.
Oggi è possibile dire che Albert Einstein sia stato il più grande Fisico dell’era moderna, e che abbia
posto le basi per un nuovo metodo di ricerca scientifica, da lui concepito come Fisica Teorica, che
anche se già esistente allora, egli rivoluzionò come non era mai accaduto prima.
Anche se molti studiosi paragonano Einstein ad Isaac Newton, il più grande fisico di tutti i tempi, è
bene però fare una distinzione: se dal punto di vista della genialità questi due personaggi sono
molto vicini, dal punto di vista umano sono stati molto diversi. Newton fu un alchimista, un
matematico, e un fisico riconosciutissimo, non ebbe quasi amici, solo seguaci che vedevano in lui
una sorta di Dio, grazie alla sua fama mandò in rovina molti dei suoi oppositori.
Einstein invece fu un uomo semplice, con un grande senso dell’umore, si interessò di musica e fino
a una certa età anche di religione e filosofia, non ebbe mai problemi con i colleghi e credeva in una
Natura che regola ogni cosa.
Dal punto di vista della scoperte Newton rivoluzionò il mondo del suo tempo, nel 1666 con le
scoperte fatte sulla gravità e non solo, fu per esempio l’iniziatore di diversi campi della fisica che si
svilupparono nei secoli successivi.
Einstein da parte sua, si incaricò di svelare alcuni misteri che mantenevano occupati gli scienziati
da diversi secoli, e pose le basi per la Fisica Moderna e per altri diversi campi della fisica come la
Meccanica Quantistica.
Il genio di Einstein è oggi riconosciuto soprattutto grazie alla sua teoria della relatività che
inizialmente formulò quando aveva soltanto 26 anni.
Un particolare di cui si tratterà ampliamente è di come Einstein, pur essendo uno scienziato, abbia
usato per la formulazione delle sue teorie, un metodo più filosofico, metafisico che non
propriamente scientifico. Infatti come si vedrà questo genio si propose non soltanto di svelare i
misteri che l’Universo ci pone, ma anche capire il perchè di questi misteri, perchè come egli stesso
“Dio non gioca a Dadi”
ripetè più volte durante la sua vita: 3
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Albert Einstein Scienziato e Filosofo
Biografia
Albert Einstein nacque da una famiglia di origine ebrea, il 14 marzo del 1869 a Ulma, in Germania.
In contrasto con le sue origini, frequentò una scuola elementare cattolica e, su insistenza della
madre, gli furono impartite lezioni di violino.
All'età di cinque anni, suo padre gli mostrò una bussola tascabile, e Einstein realizzò che qualcosa
nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del nord; descriverà in seguito
quest'esperienza come una delle più rivelatorie della sua vita. Benchè abbia sviluppato modelli e
dispositivi meccanici per divertimento, il suo ingresso nel mondo della scienza ufficiale avvenne
abbastanza tardi, forse a causa della dislessia o della semplice timidezza
.
A causa della situazione economica della famiglia Einstein visse a Monaco di Baviera e poi a
Milano, nella sua giovinezza. All´età di quindici anni restò in Germania per completare gli studi,
ma ben presto li lasciò per tornare dalla famiglia in Italia.
Il periodo trascorso nel liceo di Monaco lascierà un segno indelebile nella vita del giovane Einstein,
al punto di odiare la disciplina e ogni formalismo.
Einstein non volle tornare in Germania per completare gli studi, fu per questo che scelse di
presentare l´esame di ammissione al Politecnico Di Zurigo, in Svizzera. Albert però non ottenne la
sufficenza per essere ammesso . Rientrò quindi in Italia, deluso.
A partire dal 1895 studiò nel Ginnasio di Aurau, in Svizzera. Fu questo un periodo molto piacevole
per Albert, che riuscì a dare sfogo alle proprie idee. Prese il diploma nel 1896 e questa volta, fu
ammesso al Politecnico di Zurigo dove nel 1900 ottenne la laurea in Matematica e Fisica.
Nel 1901 ottenne la cittadinanza Svizzera, dopo aver rinunciato a quella tedesca.
Nel 1902 si trasferì a Berna e nel 1903 sposò Mileva Maric di origine greco‐serba, già compagna
sua di studi al politecnico, dalla quale ebbe due figli: Hans Albert, ed Eduard.
Svolse per un periodo il lavoro di professore privato e poi lavorò presso l´Ufficio Brevetti di Berna.
Questo lavoro poco impegnativo permise ad Einstein di lavorare nel suo tempo libero ai suoi studi
e ricerche di Fisica.
Fu infatti nel 1905 mentre lavorava ancora presso l´Ufficio Brevetti che pubblicó una serie di
articoli importantissimi per la Fisica Moderna, il più importante e rivoluzionario fu però un articolo
del 26 settembre del 1905 “Sull´Elettrodimanica dei corpi in movimento”.
Nel 1909 fu nominato professore associato di Fisica Teorica presso l´Università di Berna. Ebbe così
inizio la sua carriera accademica. Nel 1911 fu nominato professore presso l´Università di Praga, poi
nel 1912 ottenne lo stesso incarico presso il Politecnico di Zurigo. Nel 1913 accettò anche
l´insegnamento presso l´Accademia Prussiana di Scienze, stabilendosi a Berlino.
Nello stesso anno però si separò dalla moglie Mileva.
Nel 1916 pubblicò un altro importantissimo saggio dal titolo “I fondamenti della teoria della
relativitá generale”.
Nel 1921 ottenne il Premio Nobel per la Fisica, a soli 42 anni, per i suoi contributi alla fisica teorica.
In questi anni emergeva l´altro aspetto di Einstein, che lo vedeva impegnato socialmente. Tra il
1923 e il 1926 intraprese diversi viaggi in Palestina, Spagna e Sud America, professando il suo
impegno sociale di fervente pacifista. Ricevette la medaglia d´oro della Royal Astronomical
Society.
Nel 1930 a causa del crescente razzismo in Germania e a causa delle leggi antisemitiche di Hitler,
Einstein si trasferì a Gerusalemme, dove fu rettore dell´Università e poi nel 1933 si trasferì negli
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Stati Uniti, a Princeton, dove svolse l´attività di insegnante fino alla sua morte nel 1955 all´età di
settantasei anni.
Filosofo
Albert Einstein è considerato tra i più grandi scienziati mai esistiti. Il suo contributo alla Fisica
Moderna è impossibile di quantificare.
Egli con il suo grande ingegno pose le basi per lo studio di una nuova scienza, la Meccanica
Quantistica, e aiutò a svelare misteri ed enigmi che mantenevano occupati gli scienzati da secoli.
Da un punto di vista filosofico, Einstein può essere considerato un Filosofo della Scienza, giacchè
egli si occupò di svelare i misteri della natura e i problemi che essa ci pone.
Seguendo i passi di Newton, Einstein cercò inoltre di dare una nuova base alla teoria basilare della
ricerca scientifica in sè stessa, all´epistemologia. Se pensiamo, infatti, che alla fine dell´Ottocento
molti pensatori ritenevano che nelle scienze (fisica, matematica, ecc.) era stato già tutto scoperto,
e che con Nietzsche e i successori, il sistema positivistico, che riteneva che il mondo, attraverso la
scienza tendesse verso il meglio, era stato abbattuto. Le teorie di Einstein si dimostrarono del
tutto rivoluzionarie e nuove, dando alla Scienza un nuovo impulso, contribuendo in maniera
decisiva alla ripresa della ricerca scientifica.
Da un altro punto di vista, la conoscenza della religione lo interessò fino all´età di dodici anni,
benchè la famiglia fosse alquanto irreligiosa, anche se di origini ebraiche.
Egli non riuscì mai ad accettare i contenuti della Bibbia nè di altri testi sacri. La sua persistente
ricerca nel decifrare le leggi della natura, costituiva il suo vero senso religioso rivolto alla vastità
dell´Universo.
Come egli stesso dichiarava, si considerava molto vicino alla filosofia dell´olandese Benedetto
Spinoza(1632‐1677), consistente in una valutazione panteistica di quella forza creatrice,
identificata da altre religioni con un Dio personale: “Dio si permea nel mondo fisico che l´uomo
percepisce per mezzo dei suoi sensi”.
In realtà il termine Dio fu frequentemente usato da Einstein, tuttavia, senza mai celare il suo
deciso rifiuto a qualsiasi credenza circa l´immanenza divina sul destino dell´uomo. Era convinto che
non esistesse una morale divina, bensì solo quella costruita dalla società umana.
D´altronde in diversi suoi scritti si riferisce spiritosamente a Dio come il Vecchio. Egli era convinto
che ci fosse una qualche forza che agisse sulle leggi della Natura, ma non direttamente sull´uomo.
Einstein, soprattutto in età matura, non fu guidato dai suoi esperimenti, per la formulazione delle
sue teorie (metodo scientifico introdotto da Galilei), ma partì da principi filosofici o epistemologici.
Da un punto di vista critico si potrebbe affermare che Einstein era influenzato da pregiudizi
filosofici, o addirittura metafisici. Infatti, in maniera bizzarra, in qualche modo il suo metodo è più
vicino agli atteggiamenti filosofici di Platone e alla sua concezione delle forme ideali, che a
qualsiasi fisico.
Nel 1953 tenne a Oxford la Herbert Spencer Lecture nella quale cercò di analizzare quello che
definiva il “metodo della fisica teorica”, in realtà della sua fisica teorica, perché il suo metodo era
ben diverso da quello di molti altri contemporanei. Ecco qui un breve estratto della conferenza:
Nessuno ha la facoltà di predicare alcunchè a proposito dello spazio assoluto e del moto assoluto;
si tratta di puri oggetti del pensiero, di puri costrutti mentali, che non possono darsi
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nell´esperienza. Come abbiamo mostrato in dettaglio, tutti i nostri principi di meccanica sono
conoscenze sperimentali concernenti le posizioni e i moti relativi dei corpi. Anche negli ambiti in cui
ora se ne riconosce la validità, tali principi non poterono essere e non furono ammessi senza prima
essere sottoposti a prove sperimentali. A nessuno è consentito estendere tali principi oltre i confini
dell´esperienza. Di fatto, tal estensione è priva di senso, poichè nessuno possiede la conoscenza
necessaria per farne uso. Storia della Teoria Della Relatività
Per capire come Einstein sia arrivato a postulare le sue teorie sulla relatività ristretta (1905) e sulla
relatività generale (1916) bisogna tornare indietro nel passato. Infatti, simili teorie relativistiche
erano già state anticipate da studiosi nel passato.
Inoltre ricorderemo le più importanti scoperte nel campo della Fisica che si diedero prima di
Einstein, ma che servirono per formulare la sua teoria.
Galilei e la Relatività
Galileo Galilei nel lontano 1623 aveva intuito che non è possibile, solo con esperimenti di
meccanica, rivelare se un sistema è fisso, o se si muove di moto rettilineo uniforme. Ricavò da qui,
dopo diversi esperimenti, quella oggi nota come Teoria Della Relatività Galileiana che
afferma l'assoluta equivalenza fisica di tutti i sistemi di riferimento inerziali: “nessun esperimento
eseguito all'interno di un dato sistema di riferimento può evidenziare il moto rettilineo ed uniforme
dello stesso sistema, o, in altre parole, le leggi fisiche scoperte da sperimentatori che lavorino in
laboratori in moto relativo rettilineo ed uniforme devono avere la stessa forma.”
Da questo momento, dunque non si potè più parlare di moto assoluto, ma si dovette parlare
piùttosto di moto relativo giacchè secondo questi presupposti l’unica affermazione possibile è che
il moto dipende dal punto di vista.